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17 maggio 2025 - Hotel AC Marriot, via Luciano Bausi, 5
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Le persone non sanno più leggere un testo
- ooti
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Le persone non sanno più leggere un testo
Certamente mi infastidisce leggere interventi molto lunghi, fitti fitti senza spaziature, li trovo scomodi da leggere, non danno tempo per una riflessione e spesso non li termino nemmeno, quelli importanti devo proprio forzarmi per portarli a termine.
Quando intervengo in una discussione o la propongo cado spesso nel prolisso, per cui cerco di separare i paragrafi in modo da non spaventare l'eventuale lettore con una paginata (o più) zeppa di parole, senza qualche riga vuota che gli consenta di tirare il fiato ogni tanto.
Sono anch'io del parere che ci sia un peggioramento riguardo la cura di quanto viene scritto. A volte un messaggio devo leggerlo più volte per vagliare le ipotesi risultanti, e poi adottare quella più inerente al contesto, ma non sempre è possibile. Credo che a essere più comunemente ignorati siano accenti, virgole e punti col conseguente fraintendimento, almeno per quanto mi riguarda, di quanto espresso. Anche l'utilizzo dell'acca quando non ci vuole e la sua omissione quando invece serve (e spesso in uno stesso periodo), aiuta a confondere.
Penso che forse dipenda da me, forse la mia mente non ha la capacità di adattamento necessaria. Se leggo le risposte suscitate da uno di tali scritti che per me è confuso, ad esempio un intervento in una discussione in un Forum, noto che altri rispondono correttamente per le rime.
Altra cosa che mi infastidisce, è quella cui ha già accennato Monet63, io però mi riferisco a situazioni più leggere, il benvenuto ai nuovi membri di un Forum. Non mi infastidisce solo l'utilizzo dell'immaginetta dell'omino col cartello «WELCOME», ma anche il semplice «ciao - Benvenuto ....ecc», che se presenti sporadicamente mi vanno anche bene, sono proprio deprimenti da leggere in sequenze di quindici o venti interventi. Possibile che non si abbia tempo e voglia di aggiungere qualcosa d'altro, magari una battuta?
(prima di scrivere l'ultima frase ho verificato e riscontrato che questo Forum si difende bene).
Da quando ho iniziato a scrivere si sono aggiunte diverse altre risposte, ma oltre a scrivere ho anche fumato, risposto al telefono e fatto merenda, l'ultimo era Monet63 ora è valhalla, che parla della lunghezza della riga. Ecco a questo non avevo mai pensato, se non in termini secondari, mi spiego. Quando scrivendo decidi di andare a capo, e intendo dire quando lo fai prima di aver concluso il periodo, inserisci un a capo forzato. Quando poi chi legge non lo fa in una finestra a larghezza piena, il browser va a capo quando dice lui (per il normale termine di spazio) e i tuoi a capo non coincidono con quelli del browser, ne conseguono righe che si interrompono, magari dopo una parola o due, e personalmente le considero brutte.
Se infastidisce la riga più lunga di xx caratteri, la soluzione possibile è ridurre la larghezza della finestra di lettura, se a infastidire è che non ci sono righe vuote, puoi solo fare un copia/incolla in un documento di testo esterno e inserirle.
Altra cosa che mi infastidisce, ma qui forse vado fuori tema, sono le risposte che fanno riferimento a situazioni che sono già state prese in considerazione e che vengono riproposte. Ad esempio, chiedo aiuto per risalire al nome di un oggetto, specifico che assomiglia all'oggetto xyz ma non lo è per questo o quel motivo, e immancabilmente salta fuori qualcuno che ti dice che per lui è l'oggetto xyz. Ma l'hai letto il Topic? (nel frattempo si sono aggiunte altre risposte, sono troppo lento). ciao, sandroPolemico
Quando intervengo in una discussione o la propongo cado spesso nel prolisso, per cui cerco di separare i paragrafi in modo da non spaventare l'eventuale lettore con una paginata (o più) zeppa di parole, senza qualche riga vuota che gli consenta di tirare il fiato ogni tanto.
Sono anch'io del parere che ci sia un peggioramento riguardo la cura di quanto viene scritto. A volte un messaggio devo leggerlo più volte per vagliare le ipotesi risultanti, e poi adottare quella più inerente al contesto, ma non sempre è possibile. Credo che a essere più comunemente ignorati siano accenti, virgole e punti col conseguente fraintendimento, almeno per quanto mi riguarda, di quanto espresso. Anche l'utilizzo dell'acca quando non ci vuole e la sua omissione quando invece serve (e spesso in uno stesso periodo), aiuta a confondere.
Penso che forse dipenda da me, forse la mia mente non ha la capacità di adattamento necessaria. Se leggo le risposte suscitate da uno di tali scritti che per me è confuso, ad esempio un intervento in una discussione in un Forum, noto che altri rispondono correttamente per le rime.
Altra cosa che mi infastidisce, è quella cui ha già accennato Monet63, io però mi riferisco a situazioni più leggere, il benvenuto ai nuovi membri di un Forum. Non mi infastidisce solo l'utilizzo dell'immaginetta dell'omino col cartello «WELCOME», ma anche il semplice «ciao - Benvenuto ....ecc», che se presenti sporadicamente mi vanno anche bene, sono proprio deprimenti da leggere in sequenze di quindici o venti interventi. Possibile che non si abbia tempo e voglia di aggiungere qualcosa d'altro, magari una battuta?
(prima di scrivere l'ultima frase ho verificato e riscontrato che questo Forum si difende bene).
Da quando ho iniziato a scrivere si sono aggiunte diverse altre risposte, ma oltre a scrivere ho anche fumato, risposto al telefono e fatto merenda, l'ultimo era Monet63 ora è valhalla, che parla della lunghezza della riga. Ecco a questo non avevo mai pensato, se non in termini secondari, mi spiego. Quando scrivendo decidi di andare a capo, e intendo dire quando lo fai prima di aver concluso il periodo, inserisci un a capo forzato. Quando poi chi legge non lo fa in una finestra a larghezza piena, il browser va a capo quando dice lui (per il normale termine di spazio) e i tuoi a capo non coincidono con quelli del browser, ne conseguono righe che si interrompono, magari dopo una parola o due, e personalmente le considero brutte.
Se infastidisce la riga più lunga di xx caratteri, la soluzione possibile è ridurre la larghezza della finestra di lettura, se a infastidire è che non ci sono righe vuote, puoi solo fare un copia/incolla in un documento di testo esterno e inserirle.
Altra cosa che mi infastidisce, ma qui forse vado fuori tema, sono le risposte che fanno riferimento a situazioni che sono già state prese in considerazione e che vengono riproposte. Ad esempio, chiedo aiuto per risalire al nome di un oggetto, specifico che assomiglia all'oggetto xyz ma non lo è per questo o quel motivo, e immancabilmente salta fuori qualcuno che ti dice che per lui è l'oggetto xyz. Ma l'hai letto il Topic? (nel frattempo si sono aggiunte altre risposte, sono troppo lento). ciao, sandroPolemico
se vuoi catturare il coniglio......devi fare il verso della carota (bidello Chicco, una cinquantina e passa di anni fa)
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Scherzo, perdonami ma la battuta mi è venuta spontanea

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Cesare Augusto
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ooti ha scritto: ↑martedì 28 aprile 2020, 18:20 Certamente mi infastidisce leggere interventi molto lunghi,......
.....................
........................................
..............Ma l'hai letto il Topic? (nel frattempo si sono aggiunte altre risposte, sono troppo lento). ciao, sandroPolemico



Il valore di una stilografica non dipende dal costo, ma dal valore che noi le diamo.
Le persone non sanno più leggere un testo
È il ragionamento autonomo, la capacità di critica che mancano. Per scrivere bene devi saper analizzare come un testo verrà percepito, per leggere bene devi saper interpretare le intenzioni del suo autore. E non è facile nel mondo veloce e "smart" (che in teoria sarebbe sinonimo di "intelligente") nel quale viviamo.
Poi dipende di cosa parliamo nello specifico. È chiaro che non abbiamo il tempo per soffermarci su tutto ciò che capita a tiro, specialmente se riguarda fatti burocratici, aziendali et similia. Capita di essere più superficiali su qualcosa.
Poi dipende di cosa parliamo nello specifico. È chiaro che non abbiamo il tempo per soffermarci su tutto ciò che capita a tiro, specialmente se riguarda fatti burocratici, aziendali et similia. Capita di essere più superficiali su qualcosa.
Le persone non sanno più leggere un testo
Si chiama analfabetismo funzionale
Sanno leggere ma non capiscono compiutamente una articolo di un giornale (e non sto parlando di un giornale economico)
E siamo in testa !
Se ne è occupato Tullio de Mauro
Cito da un articolo:
"Nello studio, datato 2008 e quindi stilato in tempi non sospetti, De Mauro riporta che il 5% degli italiani tra i 14 e i 65 anni è sostanzialmente analfabeta, cioé non in grado di distinguere lettere e cifre.
Il 38% degli italiani sa leggere, cioé riconoscere lettere e numeri, ma ha difficoltà evidenti di lettura.
Il 33% degli italiani che sa leggere con fluenza ha difficoltà di comprensione del testo, e cioé, parole dello stesso De Mauro:
“un testo scritto che riguardi fatti collettivi, di rilievo anche nella vita quotidiana, è oltre la portata delle loro capacità di lettura e scrittura, un grafico con qualche percentuale è un’icona incomprensibile”
Solo il 20% della popolazione adulta italiana è in grado di usare la lingua italiana come strumento che fornisca
“gli strumenti minimi indispensabili di lettura, scrittura e calcolo necessari per orientarsi in una società contemporanea”
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Sanno leggere ma non capiscono compiutamente una articolo di un giornale (e non sto parlando di un giornale economico)
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"Nello studio, datato 2008 e quindi stilato in tempi non sospetti, De Mauro riporta che il 5% degli italiani tra i 14 e i 65 anni è sostanzialmente analfabeta, cioé non in grado di distinguere lettere e cifre.
Il 38% degli italiani sa leggere, cioé riconoscere lettere e numeri, ma ha difficoltà evidenti di lettura.
Il 33% degli italiani che sa leggere con fluenza ha difficoltà di comprensione del testo, e cioé, parole dello stesso De Mauro:
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Ricordo anche io un articolo del genere ed ora come allora rimango tristemente sbalordito da questi dai. Ancora di più, perché, se ripenso alle conversazioni (reali o legate agli strumenti tecnologici che abbiamo a disposizione) ho pure il timore che i numeri del 2008 siano drasticamente aumentati ultimamente.Polemarco ha scritto: ↑martedì 28 aprile 2020, 19:42 Si chiama analfabetismo funzionale
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"Nello studio, datato 2008 e quindi stilato in tempi non sospetti, De Mauro riporta che il 5% degli italiani tra i 14 e i 65 anni è sostanzialmente analfabeta, cioé non in grado di distinguere lettere e cifre.
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Riccardo
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ciao Max, va letto senza estrapolare dal contesto:
Ma l'hai letto il mio intervento?Automedonte ha scritto: ↑martedì 28 aprile 2020, 19:05Non sei lento, sei prolisso....Scherzo............mi è venuta spontanea
Anche a me è venuta spontanea, e naturalmente scherzo pure io. ciao. sandroPolemico come prima
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Certo, io leggo sempre tutto, se scrivessero qualcosa sulla carta igienica non uscirei dal bagno finché non ho finito il rotolo!
Cesare Augusto
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Hiroshi, ti ha risposto Polemarco, citando l'articolo che avevo in mente. i dati sono annualmente confermati dai risultati dei test invalsi
e' da anni che l'accademia della crusca ribadisce che "piuttosto" ha solo significato avversativo (http://www.treccani.it/enciclopedia/piu ... aliana%29/), eppure molti giornalisti (Barisoni, ad esempio) lo usano male. vogliamo parlare di "nelsensoche"? tutto attaccato perche' viene usato come intercalare, non sono piu' parole distinte. ai tempi del primo Verdone c'era "cioe'".. (flashback, Mario Brega e "a me me chiamano er principe, a signo'")
continuo con il giornalismo. qui https://forum.fountainpen.it/viewtopic.php?f=16&t=20730 si cita un articolo di giornale (il sole, oggi ce l'ho con loro). "L’85% delle 3.600 gioiellerie della più grande catena cinese, [...], hanno riaperto". soggetto singolare, "85%", predicato verbale plurale perche' fatto concordare con il complemento! come scrivere "la gente dei giornali sanno". manco Funari..
quella della lingua viva a me sembra una scusa per giustificare l'ignoranza galoppante. cercavo di spiegare a mio nipote come si formino i plurali di parole coma cartuccia o ciliegia, ed a scuola non ha imparato cosa sia il dittongo
altro che consecutio temporum..
e' da anni che l'accademia della crusca ribadisce che "piuttosto" ha solo significato avversativo (http://www.treccani.it/enciclopedia/piu ... aliana%29/), eppure molti giornalisti (Barisoni, ad esempio) lo usano male. vogliamo parlare di "nelsensoche"? tutto attaccato perche' viene usato come intercalare, non sono piu' parole distinte. ai tempi del primo Verdone c'era "cioe'".. (flashback, Mario Brega e "a me me chiamano er principe, a signo'")
continuo con il giornalismo. qui https://forum.fountainpen.it/viewtopic.php?f=16&t=20730 si cita un articolo di giornale (il sole, oggi ce l'ho con loro). "L’85% delle 3.600 gioiellerie della più grande catena cinese, [...], hanno riaperto". soggetto singolare, "85%", predicato verbale plurale perche' fatto concordare con il complemento! come scrivere "la gente dei giornali sanno". manco Funari..
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Quindi fosse per te dovremmo scrivere in fatti invece di infatti e per chè invece di perchè, perché 200 anni fa si diceva così. E perché non eziandìo invece del troppo moderno anche?merloplano ha scritto: ↑martedì 28 aprile 2020, 23:17
quella della lingua viva a me sembra una scusa per giustificare l'ignoranza galoppante. cercavo di spiegare a mio nipote come si formino i plurali di parole coma cartuccia o ciliegia, ed a scuola non ha imparato cosa sia il dittongoaltro che consecutio temporum..
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L'analfabetismo funzionale galoppante è uno dei grandi problemi della nostra società, la cosa più preoccupante è che nessuno a nessun livello, scuola compresa, sembra preoccuparsene.Polemarco ha scritto: ↑martedì 28 aprile 2020, 19:42 Si chiama analfabetismo funzionale
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"Nello studio, datato 2008 e quindi stilato in tempi non sospetti, De Mauro riporta che il 5% degli italiani tra i 14 e i 65 anni è sostanzialmente analfabeta, cioé non in grado di distinguere lettere e cifre.
Il 38% degli italiani sa leggere, cioé riconoscere lettere e numeri, ma ha difficoltà evidenti di lettura.
Il 33% degli italiani che sa leggere con fluenza ha difficoltà di comprensione del testo, e cioé, parole dello stesso De Mauro:
“un testo scritto che riguardi fatti collettivi, di rilievo anche nella vita quotidiana, è oltre la portata delle loro capacità di lettura e scrittura, un grafico con qualche percentuale è un’icona incomprensibile”
Solo il 20% della popolazione adulta italiana è in grado di usare la lingua italiana come strumento che fornisca
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L'altro giorno ascoltavo un tale in un programma radiofonico, affermare tutto tronfio che la crisi del covid sta dimostrando che un altro modello di scuola è possibile, e che impiegando i dovuti investimenti in tecnologie , formazione e sostegno alle famiglie , la scuola così come l'abbiamo conosciuta fino ad oggi potrebbe non esistere più.
Sono questi personaggi con le loro menti bacate che stanno preparando la società del domani, auguri!
Intravedo un fondo di verità in questa affermazione.merloplano ha scritto: ↑martedì 28 aprile 2020, 23:17
quella della lingua viva a me sembra una scusa per giustificare l'ignoranza galoppante. cercavo di spiegare a mio nipote come si formino i plurali di parole coma cartuccia o ciliegia, ed a scuola non ha imparato cosa sia il dittongoaltro che consecutio temporum..
Ormai certe brutture si stanno diffondendo in maniera inarrestabile, le persone sembra le accettino sempre più di buon grado, molti ormai non le notano nemmeno.
L'accento sulla e lo metti o non lo metti fa lo stesso, e guai a farlo notare o correggere l'errore, come minimo si passa per il vecchio rompiscatole che si impunta su certi inutili dettagli.
Tuo nipote non ha imparato a scuola cosa sia un dittongo? che vuoi che sia, ci sono tantissimi ragazzini , ma anche tanti giovani e adulti , che non sanno più scrivere in corsivo e scrivono a malapena solo in stampatello, impugnando la penna come fosse un trapano, altro che dittongo.
Antonio
Essere moderni vuol dire affaccendarsi nell’ Incurabile.
(Emil M. Cioran)
Le persone non sanno più leggere un testo
Grazie per aver citato l'articolo di De Mauro, lo andrò a cercare. Sono statistiche che viste come numeri sono davvero preoccupanti ma l'esperienza le conferma.
L'esempio della email scritta semplicemente e per punti, alla quale l'interlocutore risponde in modo approssimativo e incoerente è un esempio calzante.
Sono andato un po' fuori tema rispetto alla comprensione del testo che voleva essere l'argomento, ma quando mi è venuto in mente il "piuttosto che" non ho resistito. In proposito, un paio di settimane fa uno youtuber che realizza cartoni animati (cartonimorti) ha pubblicato un divertentissimo video per imparare l'uso del piuttosto che.
C'era stato un periodo alcuni anni fa in cui andava particolarmente di moda, e fra "piuttosto che" ed "e quant'altro", il ricevere rappresentanti e agenti di commercio era diventato una tortura.
L'esempio della email scritta semplicemente e per punti, alla quale l'interlocutore risponde in modo approssimativo e incoerente è un esempio calzante.
Sono andato un po' fuori tema rispetto alla comprensione del testo che voleva essere l'argomento, ma quando mi è venuto in mente il "piuttosto che" non ho resistito. In proposito, un paio di settimane fa uno youtuber che realizza cartoni animati (cartonimorti) ha pubblicato un divertentissimo video per imparare l'uso del piuttosto che.
C'era stato un periodo alcuni anni fa in cui andava particolarmente di moda, e fra "piuttosto che" ed "e quant'altro", il ricevere rappresentanti e agenti di commercio era diventato una tortura.

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Credo che prima ancora dell'incapacità di leggere dilaghi l'incapacità di pensare (lettura e, a maggior ragione, scrittura ne cono conseguenze).
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mi stai attribuendo affermazioni che non ho fatto, e deformi il mio esempio per provocare usando altri esempi non calzanti. in termini matematici, stai estrapolando i dati, procedura spesso fonte di errori.schnier ha scritto: ↑martedì 28 aprile 2020, 23:47Quindi fosse per te dovremmo scrivere in fatti invece di infatti e per chè invece di perchè, perché 200 anni fa si diceva così. E perché non eziandìo invece del troppo moderno anche?merloplano ha scritto: ↑martedì 28 aprile 2020, 23:17
quella della lingua viva a me sembra una scusa per giustificare l'ignoranza galoppante. cercavo di spiegare a mio nipote come si formino i plurali di parole coma cartuccia o ciliegia, ed a scuola non ha imparato cosa sia il dittongoaltro che consecutio temporum..
riformulo: usare male la lingua italiana non e' giustificabile facendola passare come viva, quindi mutevole. c'e' differenza tra un neologismo, cambiare l'ortografia di "familiare" e usare incorrettamente un termine, o scrivere "anno fatto", "che centra?" e "tutt'apposto"
aggiungo:
1. confronta le scale temporali dei 2 eventi: 200 anni contro 20 zio-nipote. trovi il confronto ragionevole?
2. il mio alfabeto non e' binario (eg, bianco-nero), e' base 10 (non vado oltre con i grigi, ma li vedo).
ma le domande non vanno lasciate cadere: forzato nel mondo binario che proponi, si, sceglierei "eziandio" a "tutt'apposto"
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Temo che le due "incapacità" vadano a braccetto, difficile aver pensiero e spirito critico accontentandosi di un paio di tweet e un filmato su Youtube...
Io insegno, in quello che teoricamente è un liceo (scienze umane, opzione economico-sociale): qualche testolina pensante la trovi, ma la maggioranza è un disastro.
Aneddoto riportato da una collega, insegnante di italiano.
Siamo all'inizio dell'anno, terza liceo, 26 studenti, la professoressa incontra per la prima volta la classe (al biennio c'è un'altra docente)
Prof: "Bene ragazzi! per conoscerci parlatemi dei libri che avete letto questa estate!"
(silenzio di tomba, nessuno muove un muscolo)
Prof: " Non siate timidi! Qualcuno avrà letto un testo? Giusto?"
(sguardi che si incrociano, nessuno fiata)
La prof comincia a sospettare che la lettura più lunga sia stata la scatola dei cereali a colazione
Alla fine una mano si alza timidamente:
Studente:"Prof io ho letto una biografia"
Prof (riacquistando entusiasmo):" Bene! forza, raccontaci di chi parlava..."
Studente: "Era la biografia di Cristiano Ronaldo".
Prof:



C'è voluto un po' per consolarla.
Chiara
"Una grande scoperta risolve un grande problema, ma nella soluzione di qualsiasi problema c'è un pizzico di scoperta."
G. Polya
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