gaetanocallista ha scritto:Credo che queste occasioni debbano essere anche "divulgative" nel senso da consentire al maggior numero di persone di potersi avvicinare a questo mondo. Non penso, ma non ho conoscenza, che agli altri pen show europei o internazionali ci sia una restrizione negli accessi, probabilmente sarebbe stato più giusto far pagare un simbolico biglietto d'ingresso.
Associarsi francamente non riesco a capirne l'utilità, nel senso che molto spesso queste quote sono solo "autoreferenziali" servono cioè a mantenere in vita l'associazione, ma poi di fatto non danno molti servizi per i soci.
Ho letto di un servizio di riparazione, ma anche questo lo trovo un pò bizzarro. Se una persona è un riparatore professionista allora dovrebbe essere accessibile anche a non soci, se sono solo appassionati non credo tu possa utilizzarli con costanza per le tue riparazioni (ma sono solo supposizioni).
Sul divulgativo sono assolutamente d'accordo, tanto che in certi per show (come quello del 2006) abbiamo organizzato una mostra sui sistemi di caricamento con cartelli, spiegazioni ed esemplari antichi di penne che li usavano come esempio. E lì l'accesso era gratuito. Questo per me è divulgativo, la parte di vendita è anzitutto commerciale.
La ACPS ha sempre fatto pagare una quota, troppo alta secondo me per uno che viene una volta sola, ma questo è un discorso diverso, perché questo serve a poter dire che sei socio e che lo scambio avviene fra soci. Dopo di che tutte le mostre serie a cui sono stato han sempre fatto pagare una quota di accesso. Magari differenziata, magari nulla nel pomeriggio, come per l'ACPS, ma presente. Colonia ad esempio è così e se vuoi entrare di mattina devi pagare. Ed è una delle più grandi di Europa. Quelle americane poi costano ancora di più, come diceva sampei e costano comunque. E qui a Firenze quando fanno le mostre dei collezionisti di dischi o di orologi al teatro tenda, ti fanno pagare eccome.
L'affitto di una sala di hotel ha un bel prezzo, e se quello forse lo puoi coprire con il rimborso dello spazio da parte di chi espone, una cosa come la sala del Brunelleschi nello Spedale degli Innocenti (presa nel 2006) ha un costo molto più elevato che non sarebbe stato coperto solo dal contributo chiesto agli espositori (per fortuna c'era la Visconti che ha sponsorizzato coprendo il grosso).
Quanto alle riparazioni francamente non ne vedo cenno nel comunicato e non ho capito cosa c'entri con la mostra. Di riparatori ce ne sono vari che vengono alle mostre, sia perché son anche espositori, sia perché ne approfittano per prendere o riportare penne, ma non ho mai sentito dire da nessuna parte che per farsi riparare le penne devi essere socio...
Ciao
Simone