ecco la mia nuova arrivata!!! veramente non proprio mia... e non proprio nuova arrivata... ehm mi spiego:
qualche giorno fa è saltato fuori il discorso che ho ricevuto in regalo una stilografica... mio padre ridendo si è ricordato che una volta anche lui ne ha ricevuta una in regalo, credo per un matrimonio, e che doveva esser ancora conservata da qualche parte... ovviamente subito mi metto alla ricerca senza tregua, sognando il ritrovamento dell'anno!!! una MB... magari una Parker... o meglio ancora una Waterman....invece?
oggi l'ho ritrovata... una lalex laminata oro!
metto giusto 2 foto per rendere l'idea...
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ma s'io avessi previsto tutto questo... forse farei lo stesso!
Aquila e le penne stilografiche
Ci sono anche casi in cui la famiglia che gestisce l'azienda non è la stessa che l'ha fondata, ma l'ha comunque gestita e portata al successo. Esemplare il caso di Gianfranco Aquila e della Montegrappa di Bassano, la prima fabbrica di stilografiche nata in Italia. Fondata nel 1912 come «Manifattura pennini oro per stilografiche – the Elmo pen», grazie all'opera di due austriaci, Edwige Hoffman e Heidrich Helm, negli anni '20 viene ceduta ad Alessandro Marzotto e Domenico Manea, cambia nome e comincia a produrre anche penne. Diventa Montegrappa nel 1951, e anni dopo incrocia il percorso con quello di Gianfranco Aquila e la sua "passione ereditaria" per le stilografiche. «Mio nonno Benvenuto era esclusivista di Van Cleef dalla Campania alla Sicilia – ha raccontato Aquila in un'intervista – e mio padre Leopoldo Tullio fu per 40 anni il distributore delle stilografiche Aurora nel Meridione. Nel 1938 creò il marchio Lalex, fondendo le iniziali del suo nome e cognome con lex, e cominciò a produrre in proprio la super penna Aquila». Nel 2000 arriva l'offerta che non si può rifiutare. La avanza Richemont, gruppo svizzero che comprende marchi come Cartier e Montblanc, e la famiglia Aquila cede. «All'epoca l'azienda era in mano ai 5 membri della nostra famiglia, ognuno con il 20 per cento. Arrivò l'offerta di Richemont, che stava ampliando il pacchetto italiano. Non potevamo dire di no», racconta Giuseppe Aquila, ultimogenito e ora direttore generale di Montegrappa. Poi le cose però non sono andate per il verso giusto, l'organico è cresciuto a dismisura, e sui conti si è accumulato un rosso di 2 milioni di euro.
«Quando l'abbiamo lasciata, l'azienda contava 25-26 persone che producevano penne artigianali, con metalli preziosi, gioielli, e il fatturato era di 10-11 miliardi di lire. In seguito aveva raggiunto costi eccessivi, un centinaio di persone a Bassano, personale marketing a Milano, 18 manager in giro per il mondo… Montegrappa era sotto Montblanc, che già aveva problemi: le aziende al di sotto dei 100 milioni non potevano sopravvivere all'interno del gruppo. Nell'estate 2008, un periodo di crisi del lusso, ci hanno proposto: ma perché non la ricomprate? L'operazione si è chiusa a giugno 2009». Domanda: rifareste tutta la trafila? «Direi di sì», risponde Giuseppe. «Durante questi 9 anni abbiamo sempre mantenuto il rapporto: io sono rimasto personalmente a lavorare per 5 anni, come prevedeva una clausola. E poi Richemont ha investito in tecnologia e l'azienda ci è tornata meglio di prima. Il fatturato, tutto ai distributori, quest'anno è sui 10 milioni, in linea con il clou del 2005-2006, e l'obiettivo è di portarlo a 15 milioni». Vendere e ricomprare: tutto ripetibile, dunque. «Non solo per un fatto di convenienza, ma per una sorta di fatalismo: non riesco a immaginare un percorso diverso».
sanpei ha scritto:Rimettila dove l'hai trovata, subito!
già fatto!!!
caro sanpei puoi immaginare la mia faccia... giorni di ricerca per trovarsi davanti una lalex!!
a parte tutti gli scherzi non è del marchio che mi lamento (mai avere pregiudizi!!!) ma della penna in sè... la laminatura in oro, a mio e personale avviso, è un patetico modo per rendere una penna "de lux" (come dice la dicitura all'interno della confezione)... poi se mettiamo che ha pure il pennino semi-coperto... un diametro troppo piccolo per i miei gusti.... la simpatia di certo non vola alle stelle.
unica nota positiva sarebbe il sistema di caricamento a stantuffo ma il fusto è troppo piccolo e non esiste nessuna finestrella per controllare il livello d'inchiostro...
comunque sapete dirmi più o meno di che anno potrebbe essere?
valore di mercato?
ringrazio rembrandt54, sapevo fosse della famiglia Aquila ma non avevo letto l'articolo
ma s'io avessi previsto tutto questo... forse farei lo stesso!
da una penna esigo sempre funzionalità in primis... poi viene l'estetica.
dover scrivere senza poter controllare il livello d'inchiostro mi da fastidio!!
anche perchè scrivo spesso fuori casa ergo rimanere senza inchiostro potrebbe essere un problema....
ma s'io avessi previsto tutto questo... forse farei lo stesso!