Grazie a tutti coloro che hanno voluto rispondermi!
Sulla scrittura come strumento di regolazione emotiva ci sarebbe moltissimo da raccontare... E scrivere!
Ovviamente questo porta compulsivamente all'acquisto di penne, soprattutto stilografiche, perché la lentezza e l'eleganza con cui esse consentono di scrivere, danno l'opportunità di riordinare pensieri che si affastellano nella mente. La scrittura individuale è utilissima nel processo di "disidentificazione" da ciò che abbiamo dentro. Finché è dentro facciamo fatica a darne un ordine, un filo logico, un senso. La scrittura consente, in tutti i sensi, di "guardare in faccia" i nostri pensieri, ora scritti su un foglio.
Io ho trovato la pace dei sensi non tanto con una stilografica - penne comunque di cui abbondo - ma con una Parker Jotter roller che ho un po' modificato. Ho comprato una Parker Jotter stilografica e ho usato il suo fusto metallico avvitato sul puntale della Jotter roller. Ho così una Jotter roller con fusto in metallo. Tuttavia, utilizzo non il roller, bensì o il fineliner della Montblanc o l'Ultra Fine Navigator (favoloso per i miei gusti!).
Vi lascio uno degli esercizi di scrittura che i miei allievi amano di più: la lettera dei giorni bui.
Si tratta di scriversi una lettera in un giorno di particolare allegria, felicità. Una lettera nella quale parliamo con noi stessi in termini positivi, ci riconosciamo le qualità, le capacità, il percorso che abbiamo fatto per arrivare fin lì ecc. Una lettera solo ed esclusivamente da noi per noi. Una lettera nella quale non entra nessun altro. Una volta scritta la chiudiamo in una busta e la mettiamo in un cassetto.
Nei momenti difficili della nostra vita e quando dubiteremo delle nostre capacità, sarà utile andare ad aprire quel cassetto e leggere la nostra lettera.