Accade, a volte, che ciascuno di noi si trovi ad affrontare circostanze imprevedibili e imponderabili: per i nostri bisnonni e nonni, queste erano Guerre Mondiali, crisi finanziarie ed ascesa e caduta di regimi totalitari che (vivendoci dentro) sembravano incrollabili ed ineluttabili.
Ora a limitare la nostra libertà, cosa che la mia generazione e quella immediatamente precedente non era abituata a fare, è un nemico molto più subdolo e invisibile, e tuttavia non meno minaccioso e letale.
Purtroppo, nella nostra proliferazione onnipotente, siamo andati a disturbare esseri infinitamente piccoli e incommensurabilmente più antichi di noi – e no, non sto parlando di Cthulhu. Cthulhu R’lyeh wgah’nagl fhtagn.
E a chi è più antico di noi, e dorme nel folto delle foreste del Borneo, non gli devi andare a cacà er cazzo.
Ancora moltissimi auguri, e come sempre…
Daje, regà.
Ad onta delle convinzioni superstiziose di molti, chi mi conosce sa che ho una leggera fissa per gli inchiostri viola. Mi piacciono tantissimo, ne distinguo con piacere e assaporo le mille sfumature - purpuree, mauve, lavanda, erica... - a seconda della più o meno accentuata presenza di rosso o di blu al loro interno. Ho sempre almeno una penna carica con un viola, e - non scherzo - a ogni singolo ordine di inchiostri non manca mai una boccetta o un sample di questa tinta.
Perché questa passione proprio per questo colore anziché per un verde, ad esempio?
Non lo so, ma trovo che in genere sia una scelta ricca di personalità e che richiama l'attenzione, pur con una certa sobrietà che contraddistingue, ad esempio, quei viola talmente scuri da sembrare neri che rivelano la loro reale essenza solo in controluce.
Con il passare dei mesi ne ho accumulati talmente tanti dal decidermi ad iniziare una vera e propria quest, ossia: quale sarà, per caratteristiche tecniche ed organiche sue proprie, nonché per ricchezza di sfumature, corrispondenza al viola naturale, equidistanza tanto dal magenta quanto dal blu, l'inchiostro che merita la palma di Viola Più Viola del Viola, il Viola Definitivo?
Per questo, alternandole con recensioni di altre tinte, nei prossimi mesi vi intratterrò con le molteplici puntate di questa avvincente saga scrittoria, fino a rivelarvi quello che - almeno a mio giudizio - per il momento occupa lo spazio riservato al Sacro Graal dei Viola.
Hey ho, let's go.
Diamine Inkvent Winter Miracle
Questo inchiostro, originariamente, faceva parte della serie limitata speciale distribuita da Diamine con il suo Inkvent Calendar: era uno dei campioncini da pochi ml che preludevano alla boccetta da 30 ml relativa al giorno di Natale. Curiosamente, almeno secondo me, l’inchiostro pensato per il 25 dicembre non è interessante quanto altri: e questo, in particolare, è meraviglioso. Di più: è eccessivo, spettacolare, magnificente.
Oggi, quegli inchiostri sono disponibili in boccette singole da 50 ml, per un prezzo variabile da circa 12 a poco più di 15 euro (ne vale veramente la pena). Tra di essi, il Winter Miracle.
Premetto che questo, sebbene abbia ricevuto il massimo punteggio, non è il Viola Definitivo; tuttavia, ne consiglio con la massima franchezza l’acquisto a chiunque, anche a chi non sia amante del colore, per la qualità e per… be’, per gli effetti speciali.
Si tratta di un profondo color prugna, appena più chiaro del – prossimamente su questi schermi – Diamine Purple Rain. Di base, quindi, il tono non è esattamente quello che gli anglofoni definirebbero “violet”, bensì un “purple”: in esso, è preponderante la componente magenta a scapito di quella blu.
Questo, almeno a mio giudizio, toglie punti a un inchiostro, dal momento che un viola ben bilanciato non è un porpora.
Su questa base, già ricca di personalità, si innesta un ricchissimo sheen dorato, ben evidente non solo su carte come la Tomoe River o la Clairfontaine Triomphe, ma anche su quelle un po’ più porose, come la Fabriano EcoQua: letteralmente, l'oro gronda in ogni accumulo di inchiostro.
A renderlo ancora più particolare, il tutto è soffuso di shimmers blu-argento che, in qualche modo, conferiscono alla scrittura una strana profondità, del tutto mancante nel pur interessante Purple Rain.
Per dare risalto a questo aspetto, allego quattro particolari fotografati in luce naturale, affinché possiate tutti apprezzarne al massimo tutta la straordinarietà.
È veramente di una bellezza impressionante.
Preciso che le scansioni sono riuscite abbastanza bene e sono attendibili, specialmente quella su carta di quaderno a quadretti Cartorama Store. In quella su Clairfontaine Triomphe, invece, lo scanner ha recepito di più la componente blu sicché non è esattamente corrispondente, benché ci vada molto vicino.
Da ultimo, per quanto riguarda le specifiche tecniche, consiglio di caricarlo su una penna che sia facile da pulire e/o da smontare: non perché macchi o lasci residui – a differenza del già recensito Krishna Anokhi – ma perché gli shimmers richiedono sempre qualche cautela in più.
Insomma, se Harry Potter è il vostro mito e sognate di ricevere una lettera da Hogwarts da quando eravate alti come un soldo di cacio, se vagheggiate di scarabocchiare in una segreta a volta con una penna d’oca vedendovela con Basilischi e Signori Oscuri…
Questo, è l’inchiostro che fa per voi.
Per tutti gli altri… precisamente, come fate a resistere alla quarantena senza sognare di volare via in sella a un Ippogrifo?
Resistiamo e… good Inkdreams a tutti!