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1936, 5 Maggio: l’esercito italiano occupa Addis Abeba; si conclude la guerra d’Etiopia, iniziata il 3 Ottobre dell’anno precedente, e l’Italia espande le sue colonie in Africa. E’ l’ultima delle potenze coloniali ad agire nel continente e la terza per estensione geografica dei possedimenti, dopo Regno Unito e Francia e prima di Belgio, Portogallo e Spagna.
1938, 12 Marzo: Hitler annette l’Austria, creando le premesse per la conferenza di Monaco del Settembre successivo, tentativo diplomatico, solo apparentemente fruttuoso, di scongiurare la seconda guerra mondiale. In giugno si disputano i campionati mondiali di calcio, vinti per la seconda volta consecutiva dall’Italia. Nello stesso mese esce il primo numero di Action Comics, con il debutto di Superman. 1939: Igor Sikorsky fabbrica l’elicottero e Luther George Simijian realizza il primo bancomat.
1940, 10 Giugno: l’Italia dichiara guerra all’Impero Britannico.
1941: nell’infuriare della seconda guerra mondiale, che si estende ad URSS, Giappone ed USA, Konrad Zuse inventa lo Z3, il primo computer.
E’ in questo periodo storico, a cavallo fra il quarto ed il quinto decennio del XX secolo, che viene introdotto il modello Ancora che vi presento oggi, in celluloide tornita dal pieno con alimentazione a leva laterale (cfr. Letizia Jacopini, “La storia della stilografica in Italia 1900 – 1950”, vol.1, pagg. 40 e 41).
Curiosamente, a questo modello non viene attribuito un nome, né viene assegnato un codice: lo considereremo il “Capitano Nemo” per eccellenza della produzione Ancora.
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Offerta in un periodo nel quale i prodotti di punta del marchio erano la Dama e la Maxima, questa stilografica, che si collocava in una fascia di prezzo media, veniva prodotta in tre diverse dimensioni: piccola, media e grande, come l’esemplare che vedete.
Si tratta, in effetti, d’una penna generosa, sia in termini dimensionali sia per la qualità, che si rivela subito per la sensazione di solidità che si prova maneggiandola ed azionando il meccanismo a leva, il più robusto, preciso e potente che abbia mai provato.
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Ecco le caratteristiche tecniche principali:
- Lunghezza chiusa: 145 mm
- Lunghezza aperta senza cappuccio: 126 mm
- Lunghezza aperta con cappuccio calzato: 168 mm
- Lunghezza del cappuccio: 69 mm
- Lunghezza della sezione: 16 mm
- Diametro massimo del fusto: 13,7 mm
- Diametro massimo del cappuccio: 15,3 mm
- Diametro medio della sezione: 11 mm
- Peso (scarica): 21 gr
- Peso del cappuccio: 8 gr
- Materiali: corpo, sezione e cappuccio in celluloide; pennino d’oro a 14 carati, misura 5; alimentatore in ebanite; clip, leva, barra di compressione ed anelli del cappuccio in metallo cromato.
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L’estetica della stilografica è classica, ma non banale: la forma a sigaro, introdotta pochi anni prima da Sheaffer’S con la famosa Balance, viene reintepretata con un avviamento più graduale delle forme ed aggiungendo due estremità a cono. La sezione è più lunga di quella della progenitrice statunitense, a tutto vantaggio di un’impugnatura più confortevole, e le dimensioni sono più generose di quelle d’una Balance Senior oversize.
La celluloide marmorizzata offre una piacevole combinazione di blu notte e verde acqua. La clip, con meccanismo interno a molla ancora perfettamente in tensione, è di forme originali ed aggiunge un minimo di “art deco” alle linee molto razionaliste della penna.
Gli anelli decorativi del cappuccio, perfettamente incastonati, mantengono ammirevolmente la loro posizione anche dopo tanti anni, a testimonianza della qualità della fabbricazione e dei materiali.
Il pennino, non flessibile, è inciso (in successione, dalla punta alla radice) con il marchio in bella evidenza, con l’indicazione del titolo del metallo in una losanga orizzontale, con la scritta “Osmiridium” in corsivo, con il numero 5, immagino relativo alla dimensione, e con il numero 15 in piccolo, alla base (che rimane nascosto, naturalmente, a pennino montato). Belle le forme e le proporzioni.
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Impugnare questa stilografica per scrivere dà una sensazione molto soddisfacente, grazie alle dimensioni, alla solidità ed al bilanciamento, piacevole sia con il cappuccio calzato sia senza. Il pennino è scorrevole e preciso, con un ottimo flusso d’inchiostro (la mia prova è stata fatta con il Pelikan 4001 nero, notoriamente poco tensioattivo). Il bordo a rilievo della sezione consente una presa molto ferma e comoda.
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Spezzo senz’altro più d’una lancia a favore di questa bella stilografica, sia per la qualità di fabbricazione sia per l’estetica, oltre che per le caratteristiche di scrittura.
Un prodotto davvero ottimo, che meriterebbe maggior considerazione da parte dei collezionisti, anche per le sensazioni che sa dare, riportando ogni tanto il suo nuovo proprietario a tempi senza dubbio drammatici, ma nei quali la qualità del lavoro e del prodotto erano ancora un’opzione praticabile industrialmente, perché, in un mercato meno consumistico di quello attuale, non escludevano il profitto anche nella vendita d’articoli d'utilizzo diffuso.