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Phormula
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Messaggio da Phormula »

Allora abbiamo (avuto, la mia Marco Polo è stata buttata perchè inutilizzabile per via del flusso incostante) due Marco Polo diverse perchè nella mia le cartucce Lamy entravano solo forzandole e poi restavano incastrate nel fusto quando svitavo la sezione, al punto che per toglierle dovevo ricorrere ad un attrezzo. Le cartucce Lamy sono più larghe delle Aurora e, come avrai notato, sono leggermente diverse anche nella zona di attacco.

Si, gli inchiostri Lamy sono meno fluidi di quelli Aurora e vanno benissimo sulle penne Lamy.
Quindi consigliare penne Lamy con inchiostri Lamy non mi sembra una eresia.
La fluidità di un inchiostro è un vantaggio o uno svantaggio a seconda della penna in cui lo usi.

Detto questo, penso di avere sufficientemente dettagliato la mia opinione personale. Il giorno che mi capiterà tra le mani una penna Aurora che scrive come una Schneider o una Pelikan scolastica, sarò disponibile a cambiare opinione. Non sarebbe la prima volta che cambio idea su una penna o su un marchio, ma l'esperienza personale mi deve dare ragione, e fino ad ora con Aurora questo non è successo, nemmeno con penne di un certo pregio come la 88. Per il momento non mi sento di consigliarle, anche se le cartucce le regalassero.

Infine, il costo dei materiali di consumo è una variabile non trascurabile, se uno scrive tanto.
Ogni volta che carico un Iroshizuku nella mia Delta, sono consapevole che sto caricando un Euro di inchiostro.
Dubito che lo farei se avessi bisogno di ricaricarla tutti i giorni.
E' scientificamente provato. Acquistare penne stilografiche e scrivere con la penna stilografica sono due hobbies distinti.
coro
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Messaggio da coro »

grazie a entrambi (e agli altri che hanno contribuito)

ho letto con interesse lo scambio di vedute e personalmente l'ho trovato utile comunque perchè nonostante la domanda fosse
"una penna che ne costa 100-150€ in cosa cambia? in cosa migliora l'esperienza? "
c'erano comunque un paio di passaggi interessanti e uno in particolare che mi ha confermato una cosa alla quale pensavo giusto ieri .. e cioè che la Waterman Graduate con un inchiostro Herbin proprio non ne voleva sapere di scrivere bene :mrgreen: il che mi è saltato all'occhio perchè ha sempre scritto benissimo, fluidissimo da quando l'ho presa ... infatti rimesso su il Waterman Mysterious Blue ed è tornata al suo piccolo splendore

ottimo anche sapere che le Faber montano diversi pennini ... è una cosa che mi interessa parecchio perchè è stato comodissimo, una volta visto che il Lamy M era troppo grosso, poter prendere solo il pennino EF.
E comunque, avendo 6 penne, dopo un po mi piace molto cambiare tratto tra EF e F e presto voglio provare un 1.6 Lamy ... così come cambiare inchiostro..
della Faber ho preso la Essentio ed è in arrivo..speriamo bene e che faccia "click" tra le mie mani

alla fine io ho mollato completamente tutte le app che usavo per prendere appunti, journaling ecc... e quindi scrivo molto ogni giorno (specie questo periodo)

riguardo alle ciambelle col buco, anche qui, mi ha dato una conferma poichè ho preso un po di tempo fa la Metropolitan (M) e nonostante le recensioni ottime io ci sto ancora un po battagliando perchè fa un tot di false partenze che non mi aspettavo ... ieri le ho messo il Serenity Blue e sta girando molto meglio .. anche se ogni tanto tende a farmi un singhiozzino qui e li ... nella mia relativamente poca esperienza, penso che sia una questione di rebbi ma dalla lente sembrano messi dritti.. boh ... vediamo se col serenity si stabilizza ..

comunque tutto questo per dire che anche se si va un po OT va bene uguale .. ho ancora molto da imparare :)
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Phormula
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Messaggio da Phormula »

Una piacevole esperienza di scrittura è il risultato di un "matrimonio" tra penna, inchiostro e, in misura minore ma comunque importante, carta.
Diciamo moglie (penna), marito (inchiostro) e suocera (carta). :lol:

Con gli anni e l'esperienza uno impara a conoscere le proprie penne e ad abbinare gli inchiostri in funzione delle loro caratteristiche.
Ad esempio, uno degli inchiostri che uso di più in assoluto è il Diamine Presidential Blue. Ne consumo almeno quattro calamai l'anno. Mi piace quel suo essere un blu neutro, che va bene per tutte le occasioni. Un buon inchiostro per tutte le occasioni. Tra le mie penne ho anche una Lamy 2000, pennino F. Se la carico con il Presidential, ti assicuro che non c'è verso di farla scrivere, scrive bene per mezza pagina e poi il flusso smagrisce e comincia a fare salti di tratto. La stessa penna, caricata con il Pelikan Royal Blue o con il blu Lamy, è un gioiellino. Eppure nessuno dei due è particolarmente fluido, anzi, il Diamine è più fluido. E la stessa penna, caricata con il Diamine Kensington Blue, non fa una piega.

Potrei fare mille esempi come questo, ma, come ho scritto sopra, ogni penna ed ogni inchiostro ha il suo carattere e non sempre vanno d'accordo.
E' scientificamente provato. Acquistare penne stilografiche e scrivere con la penna stilografica sono due hobbies distinti.
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Messaggio da Little »

Solo per dire che mesi fa avevo messo il mio converter Lamy su una Aurora 98 ed è entrato un pò forzato (parlo dell'innesto sulla sezione non del fusto) Come risultato adesso entra lasco sulla sua lamy dove, prima, entrava perfettamente.
Direi che sono compatibili ma non proprio al 100% e direi anche che finché uno si limita a fare l'innesto una volta allora potrebbe anche funzionare...ma metti e togli si potrebbero creare problemi (microfratture nella zona dell'innesto).

Poi potrebbe essere sfortuna con il converter specifico che ho usato ma visto che sulla lamy entrava perfettamente non penso.

Riguardo la domanda iniziale....cosa cambia tra una penna da 150€ e una da 20?

Temo che ogni stilografica faccia storia a se e che bisognerebbe averle sottomano per provare la differenza. Io personalmente (da perfetto novizio) ho sempre pensato che sopra i 100€ dato che si trovavano già alcune stilografiche con pennino in oro, quelle con pennino in acciaio non avessero senso.
Ho potuto sentire sulle mie mani che non è vero. Anche a parità di gruppo scrittura (con penne più economiche) i materiali e le finiture spesso sono ad un altro livello e, dato che le stilografiche si usano con le mani, al tatto è un altro livello di piacevolezza.
Probabilmente (ma non ho ancora avuto esperienza diretta quindi potrei sbagliare) al tatto figurerebbe meglio una stilografica da 150€ con pennino in acciaio che una pari prezzo con pennino in oro.
Questo semplicemente perché a quella cifra si trovano stilografiche in acciaio che sono già top di gamma mentre ci sono le entry level sul pennino in oro.

In ogni caso dato che ogni stilografica è diversa e che ognuno di noi cerca qualcosa di diverso entriamo in un campo molto soggettivo.
Posso dire però una cosa...a lavoro mi sono sempre portato dietro stilografiche economiche (lamy safari, platinum preppy, sailor profit jr). Adesso che lavoro da casa per tutta sta faccenda del coronavirus durante le riunioni posso scegliere che penna usare per prendere appunti. La mia mano non è ancora mai andata a pescare quelle stilografiche dal portapenne. E non perché non le apprezzi...temo sia un gesto più o meno consapevole che conferma il fatto che c'è della differenza tra una penna con pennino in acciaio da 30€ o da 100/150€
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Phormula
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Messaggio da Phormula »

Little ha scritto: lunedì 6 aprile 2020, 13:58 ...c'è della differenza tra una penna con pennino in acciaio da 30€ o da 100/150€
In linea di principio si, ma è necessario conoscere le varie marche, perchè ci possono essere sorprese.
Ad esempio Faber Castell monta lo stesso gruppo pennino/alimentatore su una ampia gamma di penne: Loom, Basic, Ambition, Ondoro, e-motion, e tra i due estremi c'è una differenza di prezzo di almeno 5 volte. Idem Lamy, che monta lo stesso pennino ed alimentatore sulla Safari e sulla Nexx ma anche su penne che costano il triplo o il quadruplo.

Anche sulla compatibilità delle cartucce ci si potrebbe scrivere un manuale. A parte quella Lamy/Aurora, che è ufficiosa, tutti sono convinti che le cartucce Pelikan e le Waterman lunghe siano compatibili, invece la curvatura è leggermente diversa nella zona dell'attacco, il che rende alcune penne non compatibili oppure apparentemente compatibili ma con qualche problema di flusso dovuto ad un attacco non proprio preciso. Altre penne accettano due cartucce Pelikan ma non una Waterman lunga. Con il tempo e l'esperienza si imparano anche queste piccole differenze.
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Messaggio da Spiller84 »

Io sulla mia Ipsilon ho montato un converter Lamy, quello col pistone nero, e si comporta eggregiamente, sta saldo in sede. Io ho solo penne economiche, e ognuna ha il suo carattere, il suo tipo di scrittura. Una di quelle che per me scrive meglio, è una semplice Jinhao x450, ha un tratto generoso, fra il medio e il broad, molto burroso. La ho fatta provare a mia madre, e per lei è troppo vellutata nello scrivere, e dice che non la userebbe mai. Preferisce la Imperial col tratto F e la Metropolitan, ma anche la Ipsilon. A suo dire, si sente che scrivi parole sulla carta, con l'altra, sembra che non stai scrivendo. La stessa penna, in mani diverse, offre sensazioni diverse, ed è questo il bello delle stilografiche. Poi, alcune penne che ho, non digeriscono alcuni inchiostri che si comportano bene un po' su tutte. Ad esempio, il Noodlers Black, lo ho provato su varie penne, e si comportano allo stesso modo, nella Pai Li 008,che digerisce di tutto, semplicemente non scrive. Diventa grigio come una matita, e per nulla fluido. Nella Metropolitan e in tutte le altre, va benissimo. Semplicemente, alcune penne non si sposano con determinati inchiostri. Trovare le giuste combinazioni è una vera arte. Detto questo, la mia X450 la adoro, è una delle mie preferite, ed è una di quelle pagate di meno, se non la più economica in assoluto
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Messaggio da coro »

Phormula ha scritto: lunedì 6 aprile 2020, 13:47 Una piacevole esperienza di scrittura è il risultato di un "matrimonio" tra penna, inchiostro e, in misura minore ma comunque importante, carta
più vado avanti e più ho l'impressione che, per me e per come scrivo, per la forma, la pressione etc... la carta sia egualmente importante e cambi proprio il comportamento di penna, inchiostro e piacevolezza dello scrivere

con carte grosse e patinate (Clairefontaine .. 2 tipi...sono le uniche che ho provato) ho proprio un flusso diverso (più sottile .. tipo che un F diventa un EF), ho alcune false partenze con penne/inchiostri che su carte morbide son sempre perfette, e a livello tattile questa sensazione di scrivere "sul ghiaccio" del quale non sono un fan

mi sta venendo da pensare che abbia un modo di scrivere estremamente leggero e una calligrafia che necessità di un minimo di "grip" per dare il meglio ..
per "grip" non intendo "attrito" perchè la scrittura mi piace acquosa e fluida .. ma proprio di una carta che si lasci "penetrare" di un micron

interessante come in questo mondo si disquisisca di sensazioni veramente microscopiche e difficili da metter giù a parole .. ma che in qualche modo mi sembra che tutti capiamo :mrgreen:
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Messaggio da Phormula »

coro ha scritto: lunedì 6 aprile 2020, 17:02
Phormula ha scritto: lunedì 6 aprile 2020, 13:47 Una piacevole esperienza di scrittura è il risultato di un "matrimonio" tra penna, inchiostro e, in misura minore ma comunque importante, carta
...
interessante come in questo mondo si disquisisca di sensazioni veramente microscopiche e difficili da metter giù a parole .. ma che in qualche modo mi sembra che tutti capiamo :mrgreen:
Concordo, se la scrittura è troppo leggera e il pennino morbido, le carte patinate tipo Clairefontaine non sono il massimo.
E, confermo, tendono a restringere il tratto. Se poi hai una penna dal flusso generoso, ci vogliono ere geologiche perchè il tratto asciughi.
Lo sono per il tipo di scrittura che ho io, molto veloce e schematica.
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Messaggio da francoiacc »

Anche io non adoro la carta patinata Clairefontaine riesce a mettere in crisi molte penne. Per uso quotidiano preferisco di gran lunga la carta Fabriano Ecoqua, anche se noto che è meno resistente allo spiumaggio e all'attraversamento. Un'altra carta che trovo discreta ed economica per un uso giornaliero è la Pigna Quaxima.
"E' sempre meglio vivere di rimorsi che di rimpianti"
Francesco
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