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30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
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Come al solito Luca presenti delle chicche uniche o quasi, è un ottimo periodo, buon per te.
Tanta tanta invidia.
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Grazie, hai ragione, mi sto prendendo delle belle soddisfazioni.
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Più che belle soddisfazioni, belle penne
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Leggo solo ora questo post.
Alcune briciole di storia tratte dal libro che ho in cantiere sulle stilografiche rivestite in Italia.
“Francis Cashel Brown con la sua Caw's Pen and Ink Company, aveva partecipato alla esposizione mondiale di Parigi del 1889 vincendo una medaglia per la sua Caw's Safety Pen, il cui brevetto venne ai primi del 900 ceduto a L.E. Waterman che lo utilizzò per realizzare la sua stilografica di sicurezza con spirale interna e riempimento a contagocce ben conosciuta in Italia come la Waterman’s safety pen. Il successo ottenuto a Parigi dalla stilografica Caw’s safety, fu tale che venne stipulato un contratto di vendita col Giappone per il tramite della Maruzen Import Company di Tokyo e la Caw’s divenne la prima stilografica esportata in Giappone.”
“…….. produttori di penne da intingere e relativi pennini che avevano depositato nel 1904 i marchi “Penna Lombarda” e “Penna Scuola”: la ditta Bassetti -Barbetta & C. di Milano. Di questa ditta si è trovato un catalogo….…..non riporta alcuna data, ma le stilografiche riprodotte sono una vera sorpresa, ……………..descritta come “penna d’oro a 14 carati, il dado che si vede alla parte opposta della penna serve per fare rientrare la penna e per chiusura di sicurezza, poiché si avvita all’estremità anteriore” simili ne vengono riprodotte tre. Queste sono apparentemente uguali alla americana Caw’s safety pen di F. C. Brown, prodotte dal 1895 sino ai primi anni del 900 quando Brown cedette il brevetto.”
Viene logico pensare che Bassetti-Barbetta nel produrre la loro stilografica di sicurezza (safety) riprodotta nel catalogo, si fossero ispirati ad essa, realizzandola nei primi anni del 900, o poco prima della cessione del brevetto da Brown a Waterman, infatti nessuno dei due promosse alcuna causa contro di essi; Brown non poteva, ma Waterman avendo depositato anche in Italia i propri marchi, si.
La ditta di Bassetti Ferruccio e Barbetta Vittorio, può essere documentalmente annoverata come una delle prime aziende italiane, se non la prima, produttrice di penne stilografiche.
Il brevetto della safety pen che L.E. Waterman acquistò da F.C. Brown, venne pagato con tante stilografiche (non si sa quante) prodotte dalla Waterman (realizzava penne di elevata qualità) alle quali mancava solo il nome; Brown prese il tutto, trasferì la propria attività in altra città vicina e vendette al pubblico come sue, tutte quelle penne sulle quali aveva intanto impresso il nome della sua compagnia.
Questi del tutto normali accordi commerciali, portano………….” FINE
La stilografica in questione è praticamente uguale, alla seconda che mostro nella parte del catalogo che allego (Simone, a tempo debito ti farò avere la scansione completa in elevata risoluzione), venivano prodotte con screw and unscrew cap; quella trovata da LucaC ha il capo con la vite, quella rappresentata senza vite.
Il pennino Morton (felice ritrovamento) è antecedente alla stilografica; questi pennini venivano montati dalle Kaweco prodotte nei primi 3-5 anni (avevano tutti il foro a cuore), penna che aveva meccanismo simile a quello che poi venne adottato dalla Waterman.
Ricordiamo che era un periodo in cui la cialtroneria era imperante e tutti copiavano tutto.
paolodemuro
Alcune briciole di storia tratte dal libro che ho in cantiere sulle stilografiche rivestite in Italia.
“Francis Cashel Brown con la sua Caw's Pen and Ink Company, aveva partecipato alla esposizione mondiale di Parigi del 1889 vincendo una medaglia per la sua Caw's Safety Pen, il cui brevetto venne ai primi del 900 ceduto a L.E. Waterman che lo utilizzò per realizzare la sua stilografica di sicurezza con spirale interna e riempimento a contagocce ben conosciuta in Italia come la Waterman’s safety pen. Il successo ottenuto a Parigi dalla stilografica Caw’s safety, fu tale che venne stipulato un contratto di vendita col Giappone per il tramite della Maruzen Import Company di Tokyo e la Caw’s divenne la prima stilografica esportata in Giappone.”
“…….. produttori di penne da intingere e relativi pennini che avevano depositato nel 1904 i marchi “Penna Lombarda” e “Penna Scuola”: la ditta Bassetti -Barbetta & C. di Milano. Di questa ditta si è trovato un catalogo….…..non riporta alcuna data, ma le stilografiche riprodotte sono una vera sorpresa, ……………..descritta come “penna d’oro a 14 carati, il dado che si vede alla parte opposta della penna serve per fare rientrare la penna e per chiusura di sicurezza, poiché si avvita all’estremità anteriore” simili ne vengono riprodotte tre. Queste sono apparentemente uguali alla americana Caw’s safety pen di F. C. Brown, prodotte dal 1895 sino ai primi anni del 900 quando Brown cedette il brevetto.”
Viene logico pensare che Bassetti-Barbetta nel produrre la loro stilografica di sicurezza (safety) riprodotta nel catalogo, si fossero ispirati ad essa, realizzandola nei primi anni del 900, o poco prima della cessione del brevetto da Brown a Waterman, infatti nessuno dei due promosse alcuna causa contro di essi; Brown non poteva, ma Waterman avendo depositato anche in Italia i propri marchi, si.
La ditta di Bassetti Ferruccio e Barbetta Vittorio, può essere documentalmente annoverata come una delle prime aziende italiane, se non la prima, produttrice di penne stilografiche.
Il brevetto della safety pen che L.E. Waterman acquistò da F.C. Brown, venne pagato con tante stilografiche (non si sa quante) prodotte dalla Waterman (realizzava penne di elevata qualità) alle quali mancava solo il nome; Brown prese il tutto, trasferì la propria attività in altra città vicina e vendette al pubblico come sue, tutte quelle penne sulle quali aveva intanto impresso il nome della sua compagnia.
Questi del tutto normali accordi commerciali, portano………….” FINE
La stilografica in questione è praticamente uguale, alla seconda che mostro nella parte del catalogo che allego (Simone, a tempo debito ti farò avere la scansione completa in elevata risoluzione), venivano prodotte con screw and unscrew cap; quella trovata da LucaC ha il capo con la vite, quella rappresentata senza vite.
Il pennino Morton (felice ritrovamento) è antecedente alla stilografica; questi pennini venivano montati dalle Kaweco prodotte nei primi 3-5 anni (avevano tutti il foro a cuore), penna che aveva meccanismo simile a quello che poi venne adottato dalla Waterman.
Ricordiamo che era un periodo in cui la cialtroneria era imperante e tutti copiavano tutto.
paolodemuro
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Ciao Paolo,
grazie per l'anticipazione e per l'interessantissimo catalogo e le relative informazioni storiche. Mi viene però a questo punto un dubbio, relativo alla mia ipotesi sull'origine "Kaweco" della penna in questione.
Nel catalogo del 1908 della Kaweco infatti è presente una penna molto simile a questa (ed alla Caw) :
e
Il catalogo si trovava, pubblicato con altro moltissimo materiale di grandissimo interesse, sul sito della ditta parecchi anni fa, per fortuna a suo tempo scaricai ogni file, ma ora non è più disponibile. Non essendone chiaro lo stato dal punto di vista del diritto d'autore non è ri-pubblicabile, ma essendo le immagini precedenti un estratto ben inferiore al 15% dovrei rientrare nel diritto di citazione.
L'ipotesi Kaweco chiaramente deriva dalla presenza di un pennino Morton, che nel caso potrebbe essere tranquillamente originale (nello stesso catalogo ne compaiono diversi).
Ma vista l'estrema somiglianza anche di questa penna con quelle della Caw, con l'uso però di un brevetto tedesco il dubbio è che la produzione anche italiana di queste penne possa avere origini tedesche.
Simone
grazie per l'anticipazione e per l'interessantissimo catalogo e le relative informazioni storiche. Mi viene però a questo punto un dubbio, relativo alla mia ipotesi sull'origine "Kaweco" della penna in questione.
Nel catalogo del 1908 della Kaweco infatti è presente una penna molto simile a questa (ed alla Caw) :
e
Il catalogo si trovava, pubblicato con altro moltissimo materiale di grandissimo interesse, sul sito della ditta parecchi anni fa, per fortuna a suo tempo scaricai ogni file, ma ora non è più disponibile. Non essendone chiaro lo stato dal punto di vista del diritto d'autore non è ri-pubblicabile, ma essendo le immagini precedenti un estratto ben inferiore al 15% dovrei rientrare nel diritto di citazione.
L'ipotesi Kaweco chiaramente deriva dalla presenza di un pennino Morton, che nel caso potrebbe essere tranquillamente originale (nello stesso catalogo ne compaiono diversi).
Ma vista l'estrema somiglianza anche di questa penna con quelle della Caw, con l'uso però di un brevetto tedesco il dubbio è che la produzione anche italiana di queste penne possa avere origini tedesche.
Simone
Questo è un forum in italiano, per pietà evitiamo certi obbrobri linguistici:
viewtopic.php?f=19&t=3123
e per aiutare chi non trova un termine:
viewtopic.php?f=19&t=1758
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Grazie Simone, la tua risposta mi fa sentire meno solo, talvolta penso di essere un vecchio nostalgico animale che solitario ulula nel deserto.
Ribadisco inizialmente quanto scritto a conclusione del precedente post; “… che era un periodo in cui la cialtroneria era imperante e tutti copiavano tutto”, non solamente chi non aveva nulla da perdere. Era normale che l’apprendista artigiano di bottega copiasse le opere del titolare che poi rivendeva per pagare il suo apprendistato: tutti ne erano a conoscenza e la ritenevano cosa lecita e giusta, nessuno parlava di copia.
Ho quei cataloghi, sia quello del 1908 (20 pagine), sia altri 1911 etc, comunque se uno ha pazienza e sa usare la WayBack Machine, sono ancora disponibili (ho appena controllato), ma la linea è sovraccarica con tempi di attesa……..stressanti.
Veniamo a noi.
Innanzitutto questa stilo rinvenuta senza alcun marchio, ha il cappuccio più lungo di quello delle Caw’s e delle Kaweco, ma come quello delle penne di Bassetti-Barbetta (un cartolaio ed un orafo tornitore, prima ditta ritrovata costituita nel 1898) riprodotta nel catalogo di cui ho allegato una parte. Inoltre è molto più probabile trovare in Italia una stilo di italica origine a cui hanno dimenticato? di apporre il marchio, ultima parte della fase produttiva, che non una arrivata dalla Germania, inoltre differente da quelle documentate.
Ho i brevetti della Caw’s pen (continui miglioramenti a partire dal 1886, una decina), ma non ho il brevetto della Kaweco rientrante, non lo ho mai cercato, mentre ricordo a memoria (poi finisce che sbaglio) che il brevetto del fondello rotante, quello con la impanatura filettata per il cap, sia del 1909, data dalla quale lo hanno introdotto (i ricambi non erano facili da trovare e se rotto, veniva sostituito con uno liscio, cosa che oggi genera confusione).
Preciso che non colleziono stilografiche tedesche di cui ben poco conosco pur essendo spesso in contatto con Stefan Wallrafen scambiandoci opinioni e documentazione su stilo italo tedesche (sotto tedesche sopra italiane).
A far data da circa il 1885, poco prima o poco dopo, tutti i pennini in oro prodotti negli Stati Uniti compresi quelli destinati alle penne da intingere, venivano realizzati col “vent hole” il foro di aereazione essendo cambiate le condotte di alimentazione, sparivano le over/under feed, cambiate anche da Wirt.
Pennino non coevo alla penna, cappuccio più lungo, mi portano a pensare che questo ritrovamento sia di una Bassetti-Barbetta, non di una Kaweco.
Che poi alla Kaweco per realizzare la loro rientrante si fossero ispirati alla Caw’s pen (era molto famosa in USA essendo pubblicamente utilizzata dal presidente) o che avessero stretto accordi con F.C. Brown alla esposizione di Parigi del 1889, oggi non trova risposta.
Come non trova risposta che la penna di Bassetti-Barbetta si fosse ispirata alla Kaweco che a sua volta aveva tratto origine dalla Caw’s, ma non viceversa essendo la Caw’s antecedente ad entrambe. Presentavano il brevetto e iniziavano la produzione (patent pending).
paolodemuro
Ribadisco inizialmente quanto scritto a conclusione del precedente post; “… che era un periodo in cui la cialtroneria era imperante e tutti copiavano tutto”, non solamente chi non aveva nulla da perdere. Era normale che l’apprendista artigiano di bottega copiasse le opere del titolare che poi rivendeva per pagare il suo apprendistato: tutti ne erano a conoscenza e la ritenevano cosa lecita e giusta, nessuno parlava di copia.
Ho quei cataloghi, sia quello del 1908 (20 pagine), sia altri 1911 etc, comunque se uno ha pazienza e sa usare la WayBack Machine, sono ancora disponibili (ho appena controllato), ma la linea è sovraccarica con tempi di attesa……..stressanti.
Veniamo a noi.
Innanzitutto questa stilo rinvenuta senza alcun marchio, ha il cappuccio più lungo di quello delle Caw’s e delle Kaweco, ma come quello delle penne di Bassetti-Barbetta (un cartolaio ed un orafo tornitore, prima ditta ritrovata costituita nel 1898) riprodotta nel catalogo di cui ho allegato una parte. Inoltre è molto più probabile trovare in Italia una stilo di italica origine a cui hanno dimenticato? di apporre il marchio, ultima parte della fase produttiva, che non una arrivata dalla Germania, inoltre differente da quelle documentate.
Ho i brevetti della Caw’s pen (continui miglioramenti a partire dal 1886, una decina), ma non ho il brevetto della Kaweco rientrante, non lo ho mai cercato, mentre ricordo a memoria (poi finisce che sbaglio) che il brevetto del fondello rotante, quello con la impanatura filettata per il cap, sia del 1909, data dalla quale lo hanno introdotto (i ricambi non erano facili da trovare e se rotto, veniva sostituito con uno liscio, cosa che oggi genera confusione).
Preciso che non colleziono stilografiche tedesche di cui ben poco conosco pur essendo spesso in contatto con Stefan Wallrafen scambiandoci opinioni e documentazione su stilo italo tedesche (sotto tedesche sopra italiane).
A far data da circa il 1885, poco prima o poco dopo, tutti i pennini in oro prodotti negli Stati Uniti compresi quelli destinati alle penne da intingere, venivano realizzati col “vent hole” il foro di aereazione essendo cambiate le condotte di alimentazione, sparivano le over/under feed, cambiate anche da Wirt.
Pennino non coevo alla penna, cappuccio più lungo, mi portano a pensare che questo ritrovamento sia di una Bassetti-Barbetta, non di una Kaweco.
Che poi alla Kaweco per realizzare la loro rientrante si fossero ispirati alla Caw’s pen (era molto famosa in USA essendo pubblicamente utilizzata dal presidente) o che avessero stretto accordi con F.C. Brown alla esposizione di Parigi del 1889, oggi non trova risposta.
Come non trova risposta che la penna di Bassetti-Barbetta si fosse ispirata alla Kaweco che a sua volta aveva tratto origine dalla Caw’s, ma non viceversa essendo la Caw’s antecedente ad entrambe. Presentavano il brevetto e iniziavano la produzione (patent pending).
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Beh, non è che a essere in due sia questo grande aumento, però almeno ci si sente meno soli!
Su questo siamo assolutamente d'accordo, ma mi fa comunque piacere continuare la discussione, sapendo benissimo che purtroppo qualunque conclusione non potrà che essere incerta, come lo sono queste ricerche. Il mio dubbio sta proprio nel fatto che quanto dici è estremamente vero, questo il motivo che mi fa mantenere aperta qualunque ipotesi al riguardo dell'origine della penna.herdepi ha scritto: ↑lunedì 23 marzo 2020, 23:40 Ribadisco inizialmente quanto scritto a conclusione del precedente post; “… che era un periodo in cui la cialtroneria era imperante e tutti copiavano tutto”, non solamente chi non aveva nulla da perdere. Era normale che l’apprendista artigiano di bottega copiasse le opere del titolare che poi rivendeva per pagare il suo apprendistato: tutti ne erano a conoscenza e la ritenevano cosa lecita e giusta, nessuno parlava di copia.
Lo stesso tipo di penna (con lunghezze diverse del cappuccio, ma sempre a vite) si trova non solo nel catalogo del 1908 della Kaweco ma anche in alcune pubblicità/cataloghi della Soennecken (No 573, 582, 588 e 589), il che mi fa pensare che fosse un disegno molto diffuso, e che sia tranquillamente possibile che parti e pezzi di origine diversa possano essere stati assemblati. Io ho solo questa:
ma ne ho viste passare su Ebay, datate con precisione perché sulla prima di copertina di una rivista con la data del febbraio 1908 (me le son salvate, ma temo di nuovo siano impubblicabili).
Dopo di che non posso certo escludere che sia una Bassetti-Barbetta ma resto dell'idea che il pennino Morton sia originale, per i motivi di cui a seguire.
Ottimo perché sul catalogo del 1908 puoi controllare a pagina 12 l'elenco dei pennini Morton.herdepi ha scritto: ↑lunedì 23 marzo 2020, 23:40 Ho quei cataloghi, sia quello del 1908 (20 pagine), sia altri 1911 etc, comunque se uno ha pazienza e sa usare la WayBack Machine, sono ancora disponibili (ho appena controllato), ma la linea è sovraccarica con tempi di attesa……..stressanti.
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La mia ipotesi non è una produzione tedesca, quanto un assemblaggio di parti di origine... boh, forse tedesca, forse no, ma vista la diffusione in Germania e la quasi totale assenza in quel periodo di una produzione industriale specializzata italiana, mi viene naturale ipotizzare (ben conscio che è solo un'ipotesi) che venissero comprate da dove la produzione industriale c'era.herdepi ha scritto: ↑lunedì 23 marzo 2020, 23:40 Innanzitutto questa stilo rinvenuta senza alcun marchio, ha il cappuccio più lungo di quello delle Caw’s e delle Kaweco, ma come quello delle penne di Bassetti-Barbetta (un cartolaio ed un orafo tornitore, prima ditta ritrovata costituita nel 1898) riprodotta nel catalogo di cui ho allegato una parte. Inoltre è molto più probabile trovare in Italia una stilo di italica origine a cui hanno dimenticato? di apporre il marchio, ultima parte della fase produttiva, che non una arrivata dalla Germania, inoltre differente da quelle documentate.
Il cappuccio è diverso, mentre la filettatura è identica ed ha la stessa zigrinatura sopra la sezione. L'unico altro elemento è il pennino Morton, sulla cui originalità dissentiamo. Non ritengo nessuno sia conclusivo, neanche il pennino, per questo resto solo con dubbi.
Quelli della Caw che ho trovato sono sul wiki, ma non son sicuro sian tutti, dato che non tutti hanno nei criteri di ricerca usabili dal web i dati dell'assegnatario e dell'inventore, per cui o li trovi nel marasma della classificazione per tipo, o ... Beh io aspetto di avere un altro paio di vite per guardarmeli tutti in base alla classe.herdepi ha scritto: ↑lunedì 23 marzo 2020, 23:40 Ho i brevetti della Caw’s pen (continui miglioramenti a partire dal 1886, una decina), ma non ho il brevetto della Kaweco rientrante, non lo ho mai cercato, mentre ricordo a memoria (poi finisce che sbaglio) che il brevetto del fondello rotante, quello con la impanatura filettata per il cap, sia del 1909, data dalla quale lo hanno introdotto (i ricambi non erano facili da trovare e se rotto, veniva sostituito con uno liscio, cosa che oggi genera confusione).
Quello della Kaweco invece purtroppo non lo troveremo mai, non è un brevetto vero proprio ma un D.R.G.M., un "modello" che valeva 3 anni. Purtroppo pare che tutti quelli prima del 1935 siano andati irrimediabilmente persi. Poi magari qualcuno lo trova dentro una qualche vecchio fascicolo di documenti originali della ditta, ma non sono molto ottimista al riguardo.
Neanche io sono un gran conoscitore di penne tedesche (o di una qualche marca in particolare), sono solo un accumulatore di dati... Una sua opinione sarebbe interessante.
Qui c'è il punto su cui non siamo d'accordo, io ritengo il pennino coevo. Se guardi il catalogo Kaweco del 1908, vedi illustrati sui modelli col caricamento in questione, un pennino Morton senza foro d'areazione. E a pagina 12 sono illustrati in tutte le dimensioni. I Morton senza foro sicuramente la Kaweco li usava ancora nel 1908, ed altrattanto faceva la Soennecken che montava su quel tipo di modelli un pennino (suo) senza foro d'areazione (anche quelli compaiono nelle pubblicità. Questo mi porta a ritenere che l'ipotesi che il pennino sia coevo alla penna sia ben fondata (dato che compare nei cataloghi e nelle pubblicità), probabilmente in Europa han continuato ad usarlo per molti anni dopo che in america avevano smesso.herdepi ha scritto: ↑lunedì 23 marzo 2020, 23:40 A far data da circa il 1885, poco prima o poco dopo, tutti i pennini in oro prodotti negli Stati Uniti compresi quelli destinati alle penne da intingere, venivano realizzati col “vent hole” il foro di aereazione essendo cambiate le condotte di alimentazione, sparivano le over/under feed, cambiate anche da Wirt.
Pennino non coevo alla penna, cappuccio più lungo, mi portano a pensare che questo ritrovamento sia di una Bassetti-Barbetta, non di una Kaweco.
Purtroppo sul come sia andata non possiamo che restare nel dubbio, visto anche la considerazione iniziale. Anche il pennino Morton potrebbero averlo preso da qualche altra parte comunque. Però nel caso mi pare più verosimile che sia quello che stava sulla penna fin dall'inizio, per le ragioni di prima.herdepi ha scritto: ↑lunedì 23 marzo 2020, 23:40 Che poi alla Kaweco per realizzare la loro rientrante si fossero ispirati alla Caw’s pen (era molto famosa in USA essendo pubblicamente utilizzata dal presidente) o che avessero stretto accordi con F.C. Brown alla esposizione di Parigi del 1889, oggi non trova risposta.
Come non trova risposta che la penna di Bassetti-Barbetta si fosse ispirata alla Kaweco che a sua volta aveva tratto origine dalla Caw’s, ma non viceversa essendo la Caw’s antecedente ad entrambe. Presentavano il brevetto e iniziavano la produzione (patent pending).
Quel che è certo è che quel sistema l'ha inventato la Caw, e l'han riusato in tanti; vista la diffusione su marche diverse in Germania (e marche grandi per l'epoca) la mia impressione è che Caw abbia venduto il brevetto oltre che a Waterman anche a giro per il mondo, ma è appunto solo un'impressione.
Simone
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Io non posso fare altro che leggervi con attenzione e ringraziarvi. La penna mi è arrivata come nuova, non ci sono sicuramente tracce di qualche iscrizione e anche il pennino pare non essere mai stato toccato. Anche all' interno della penna non c' era traccia di inchiostro. Appena potrò tornare alle mie penne la smonterò e fotograferò la spirale interna.
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Ops mi son reso conto che ho messo un'immagine alla pubblicità della Soennecken che si vede male, per vedere per bene la cosa meglio fare riferimento alla pagina del wiki https://www.fountainpen.it/File:1909-So ... e-Rear.jpg
La penna in questione è l'ultima in basso.
Simone
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Eye dropper in ebanite
Ottimo periodo per affrontare di questi argomenti.
Partiamo con le cose semplici: per il pennino Morton era sicuramente come dici tu, venne utilizzato in Europa almeno sino al 1910, come testimonia la pubbllcità che inserisco, anche se troviamo affiancati anche i pennini con foro. Ho inoltre trovato che in tali anni li usava ancora (pennini senza foro) la Soennecken, marcati Soennecken.
A questo punto sono andato a guardare l’ultimo libro di Stefan Wallrafen sulla Soennecken (è di questo anno), avevo saltato a piè pari le origini andando a vedere le laminate e tutte le colorate.
Guardando e leggendo l’inizio del libro sono rimasto stupito:
dimostra con cataloghi, fotografie e dati che il primo produttore di stilografiche in Germaia fu la Soennecken, realizzando la prima stilografica nel 1889, la Kaweco a seguire nel 900; sin qui Ok, ma mi stupisce molto quello che scrive nelle due pagine di cui allego le fotografie, dal titolo Caw’s system 1904-1912.
Ne traduco la parte che ci interessa, il libro è in tedesco ed inglese: inizialmente descrive il funzionamento delle penna safety poi “il primo modello utilizzato fu la Americana Caw’s safety, venduta in Germania sin dal 1899 per il tramite della società Schwan di Norimberga, il cui sistema di funzionamento venne adattato dalla Kaweco, Montblanc e Soennecken, la Montblanc la vendeva col subbrand Diplomat, la Kaweco dal 1906 denominandola System Caw ed anche solo Kaweco, la Soennecken dal 1900 col suo stesso nome. Questi primi modelli hanno tutti il cappuccio molto corto.”
Si sofferma poi nella descrizione del cappuccio, ma soprattutto sul suo funzionamento. La Caw’s aveva la sommità del cappuccio con un dado sporgente, quelle tedesche avevano questa sporgenza filettata, oppure con una piccola barra traversale ad incastro invece del dado, o anche di forma diversa. Ecco aggirato il brevetto originale.
Tutto questo si capisce meglio nelle fotografie che nella descrizione.
Abbiamo quindi che: tre ben conosciute società tedesche nel realizzare una loro stilografica si sono “ ispirate” alla Caw’s americana, ma tutte col cappuccio corto a vite; unico che la produsse con cappuccio lungo fu Bassetti-Barbetta (la realizzava anche con cappuccio corto).
Quindi i cataloghi e libri sin qui descritti porterebbero (condizionale) a pensare che la stilografica senza nome che ci occupa sia stata realizzata da Bassetti-Barbetta, ma il pennino Morton è una variabile abbastanza imbarazzante.
Allego infine una foto tratta dal libro sulle Montblanc delle Diplomat (scritto sulla foto da me), tipo Caw’s.
paolodemuro
Partiamo con le cose semplici: per il pennino Morton era sicuramente come dici tu, venne utilizzato in Europa almeno sino al 1910, come testimonia la pubbllcità che inserisco, anche se troviamo affiancati anche i pennini con foro. Ho inoltre trovato che in tali anni li usava ancora (pennini senza foro) la Soennecken, marcati Soennecken.
A questo punto sono andato a guardare l’ultimo libro di Stefan Wallrafen sulla Soennecken (è di questo anno), avevo saltato a piè pari le origini andando a vedere le laminate e tutte le colorate.
Guardando e leggendo l’inizio del libro sono rimasto stupito:
dimostra con cataloghi, fotografie e dati che il primo produttore di stilografiche in Germaia fu la Soennecken, realizzando la prima stilografica nel 1889, la Kaweco a seguire nel 900; sin qui Ok, ma mi stupisce molto quello che scrive nelle due pagine di cui allego le fotografie, dal titolo Caw’s system 1904-1912.
Ne traduco la parte che ci interessa, il libro è in tedesco ed inglese: inizialmente descrive il funzionamento delle penna safety poi “il primo modello utilizzato fu la Americana Caw’s safety, venduta in Germania sin dal 1899 per il tramite della società Schwan di Norimberga, il cui sistema di funzionamento venne adattato dalla Kaweco, Montblanc e Soennecken, la Montblanc la vendeva col subbrand Diplomat, la Kaweco dal 1906 denominandola System Caw ed anche solo Kaweco, la Soennecken dal 1900 col suo stesso nome. Questi primi modelli hanno tutti il cappuccio molto corto.”
Si sofferma poi nella descrizione del cappuccio, ma soprattutto sul suo funzionamento. La Caw’s aveva la sommità del cappuccio con un dado sporgente, quelle tedesche avevano questa sporgenza filettata, oppure con una piccola barra traversale ad incastro invece del dado, o anche di forma diversa. Ecco aggirato il brevetto originale.
Tutto questo si capisce meglio nelle fotografie che nella descrizione.
Abbiamo quindi che: tre ben conosciute società tedesche nel realizzare una loro stilografica si sono “ ispirate” alla Caw’s americana, ma tutte col cappuccio corto a vite; unico che la produsse con cappuccio lungo fu Bassetti-Barbetta (la realizzava anche con cappuccio corto).
Quindi i cataloghi e libri sin qui descritti porterebbero (condizionale) a pensare che la stilografica senza nome che ci occupa sia stata realizzata da Bassetti-Barbetta, ma il pennino Morton è una variabile abbastanza imbarazzante.
Allego infine una foto tratta dal libro sulle Montblanc delle Diplomat (scritto sulla foto da me), tipo Caw’s.
paolodemuro
Eye dropper in ebanite
Scusate per la scarsa qualità delle foto, le ho fatte col telefonino, erano solo pagine di un libro.
Paolo Demuro
Paolo Demuro