Bologna Pen Show - Mostra Scambio di Bologna
30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
Montblanc Masterpiece 149G
- domenico98
- Pulsante di Fondo
- Messaggi: 264
- Iscritto il: mercoledì 12 marzo 2014, 19:47
- La mia penna preferita: Montblanc 149G
- Il mio inchiostro preferito: Visconti Blue
- Misura preferita del pennino: Flessibile
- Località: Milano
- Gender:
Montblanc Masterpiece 149G
Buongiorno a tutti! Approfittando di questo periodo di blocco, sono qui oggi per recensire una penna che mi ha lasciato talmente di stucco da rendermi impossibile la non condivisione con voi appassionati. Si tratta di una penna particolarmente cara al sottoscritto, sia in quanto prodotta da una azienda molto particolare sia in quanto dotata di caratteristiche tecniche ed estetiche di grande rilevanza. Partirei con una contestualizzazione generale della penna dal punto di vista storico e personale.
Il mio rapporto con Montblanc
Ho sempre provato un certo attaccamento per il marchio Montblanc, da sempre è stata in qualche modo per me il massimo a cui potevo aspirare. Non so spiegarne il motivo, ma da piccoli si è sempre un po' affascinati da tutto ciò che è lussuoso e costoso, e la penna Montblanc era ciò che mi frullava in testa. Col tempo compresi l'eredità che questo marchio ha lasciato a noi appassionati, e nella mia mente la stella ingiallita prese il posto della candida stella bianca. Nel corso della mia esperienza ho avuto diversi incontri con la Montblanc, di seguito riporto quelli che sono stati i più significativi. Il primo fu una sfera (bisogna pur incominciare da qualcosa), di un bel bordeaux; era un presente da parte di una mia zia lontana, mi ricordo di averci fatto l'esame di terza media con essa. Ero elettrizzato, l'idea di avere una Montblanc tutta mia mi esaltava, in quel momento per la prima volta toccai la base del Monte Bianco. Da lì in poi ha inizio la scalata: la mia prima stilografica, una Starwalker Midnight Black, ancora la conservo gelosamente come uno dei gioielli più preziosi. Fu il mio caro papà a regalarmela, essa mi permise il primo contatto con un pennino Montblanc. Salendo ancora più in alto, la vegetazione comincia ad aprirsi, e le prime stelle alpine spuntano tra le rocce. La mia prima vintage è una di quelle stelle, una 332 regalatami questa volta da mia madre: con quella penna ebbi la prima esperienza con un pennino vintage, la cui dolcezza ancora oggi mi commuove. Durante il percorso incontrai altre vintage che però oggi non sono più con me. Salgo ancora più in alto e raggiungo la candida neve, come panorama ho in tutto il suo splendore la vetta del Monte Bianco. Riesco ad ottenere la mia prima Meisterstück vintage, una 142 veramente stupenda: nonostante l'incredibile bellezza del pennino, le sue piccole dimensioni non mi hanno permesso di apprezzarla come avrei voluto, ecco perché purtroppo non è più con me. Successivamente si palesa davanti al mio sentiero una Montblanc 149 degli anni 80: la grande emozione del ritrovamento si spense un poco quando la provai, pensavo fosse la mia penna perfetta e l'insoddisfazione che provai mi spinse ad andare ancora più in là. Dopo di essa, del tutto inaspettatamente vidi nella sua grandiosità quella che è la vera vetta della Montblanc: la 149 Masterpiece anni 50. L'emozione del momento unita alla precedente delusione mi portarono a dar via alcune delle penne più belle in mio possesso, al fine ottenere l'agognata penna; ammetto che non c'è occasione in cui non mi senta soddisfatto dell'acquisto. La considero, ora come ora, la penna perfetta per me sotto praticamente ogni prospettiva, ma di ciò ne parlerò in seguito. Per ora mi fermo qui, a godermi il ritrovamento.
La Montblanc Meisterstück e la produzione Montblanc degli anni 30-50
Tutta quanta la trattazione riguardante il nuovo sistema di identificazione adottato dalla Montblanc è ampiamente discusso nel prezioso Wiki, tuttavia riporto di seguito la struttura generale, così da contestualizzare la penna che andrò a recensire. Il sistema si basa su tre cifre, che permettono di identificare in modo semplice ed univoco le principali caratteristiche dell'intera produzione Montblanc degli anni 30. Queste tre cifre erano incise sul fondello di ogni penna accanto alla gradazione, qui sotto viene riportato brevemente il significato di ogni numero.
Prima cifra: fascia di mercato
- 1 serie "Meisterstück"
- 2 Serie Media
- 3 Serie Corrente
Seconda cifra: sistema di caricamento
- 0 Caricamento Safety di Sicurezza
- 2 Caricamento a Pulsante
- 3 Caricamento a Stantuffo anteguerra
- 4 Caricamento a Stantuffo dopoguerra
Terza cifra: misura della penna e del pennino
- 2 modello Piccolo
- 4 modello Medio:
- 6 modello Grande
- 8 modello Lungo
- 9 modello Oversize
Ecco due immagini di un catalogo Montblanc del 1938 dove vengono proposti alcuni modelli delle fasce Meisterstück (prima immagine) e Media (seconda immagine) nei vari caricamenti disponibili. Queste scansioni provengono dal bellissimo wiki del forum, che oltre a offrire questi interessanti documenti, racconta in modo dettagliato la storia di ogni marchio stilografico. Invito a chi fosse interessato di visitarlo, il grande lavoro di raccolta delle informazioni merita veramente (faccio i complimenti a Piccardi e a tutti i collaboratori del forum per il loro impegno).
Si può notare come lo stile utilizzato per le penne sia ancora simile a quello flattop, con il corpo cilindrico e le estremità leggermente coniche. Negli anni successivi avverrà un cambiamento stilistico, che porterà alle forme più moderne a cui siamo abituati a vedere sulle Meisterstück di nuova produzione. Di seguito sono riportate altre due scansioni di due cataloghi differenti. Nella prima immagine si possono ammirare alcune penne appartenenti alle tre fasce di mercato offerte da Montblanc nel 1947, in particolare si notino i modelli di transizione della fascia Meisterstück dotati di tre anellini (dettaglio riservato in precedenza solo alle misure oversize della prima fascia); a fianco a quest'ultimi si possono osservare due modelli già dalle forme più affusolate, all'epoca indice di un grande cambiamento per la casa tedesca. Nella seconda immagine appartenente ad un catalogo del 1951, si può chiaramente vedere il nuovo design allargato a tutta la produzione, dalle scolastiche come la Monterosa alla 149, divenuto ora il nuovo modello di punta della offerta di Montblanc.
Con questo nuovo sistema di numerazione, si può notare come la produzione Montblanc sia riuscita a ricoprire con le sue penne tutte le esigenze di prezzo, dimesioni e tipologia di caricamento, facendosi apprezzare da una grandissima parte di clientela.Passiamo ora alla vera e propria recensione della penna
Montblanc Masterpiece 149G
Ecco giunti a parlare della penna, essa è entrata a far parte della famiglia a partire dal Pen Show di Bologna, anche se le trattative iniziarono durante il Pen Show di Torino.
Comincerei riportando di seguito le effettive dimensioni della penna.
DIMENSIONI
Chiusa: 140 mm
Aperta senza cappuccio: 128 mm
Posizione di scrittura:156 mm
Cappuccio: 68 mm
Escursione massima del fondello di caricamento: 3 mm
Diametro massimo del corpo: 15 mm
Diametro massimo del cappuccio: 16 mm
Diametro minimo della sezione: 12 mm
Lunghezza della sezione: 14 mm
Capienza massima di inchiostro: 3.2 mL
Dalle dimensioni ottenute si può capire che si sta parlando di una penna importante, che non passa inosservata né alla vista né al tatto quando impugnata. In modo particolare possiamo notare il notevole diametro del corpo e della sezione, secondo me la dimensione che caratterizza maggiormente questa penna. Al primo contatto pare eccessivamente grossa e inutilmente sovradimensionata, le estremità affusolate enfatizzano ancora di più l'aspetto cicciotto della penna, facendola sembrare molto più pesante della effettiva realtà. Quando la si prende in mano per la prima volta, si avverte subito la strana sensazione mista di pesantezza e leggerezza che la rende sorprendente, e di conseguenza molto interessante. Sono un po' di parte quando si parla di penne di grandi dimensioni, ma non tutte le penne grandi sono comode da utilizzare. Le dimensioni di questa penna sono perfettamente bilanciate, ritrovandomi a darle il massimo dei voti per quanto concerne il suo ingombro spaziale.
CORPO E CAPPUCCIO
La penna è in celluloide nera, in assoluto il mio materiale preferito utilizzato per le penne stilografiche: quando la si prende tra le mani, si nota subito la caratteristica igroscopica della celluloide, è piacevolissima al tatto e per quanto alla sola vista possa sembrare delicata, in mano la si avverte come una penna molto solida. Ogni volta che si leva il cappuccio si sprigiona da esso un inebriante profumo di canfora, dettaglio molto apprezzato (e abusato) dal sottoscritto. Appena al di sotto della filettatura su cui si avvita il tappo, è presente una finestrella di un bel colore ambrato per visualizzare il livello di inchiostro. Non è difficile trovare queste penne con discolorazioni del fusto, quest'ultimi venivano prodotti in celluloide trasparente successivamente colorati con un sottile strato di celluloide liquida nera, ed è del tutto normale che col tempo e con l'utilizzo quel sottile strato venga piano piano asportato, rivelando in modo graduale la natura trasparente del corpo. La mia fortunatamente non presenta per ora questo problema, le sottili linee della finestrella si sono leggermente cancellate. La qualità costruttiva di questa penna è impressionate, dalla celluloide di ottima qualità al metallo utilizzato per le finiture, ogni particolare è curato alla perfezione così da creare non solo uno strumento da scrittura esteticamente gradevole ma anche dalla funzionalità eccellente.
L'esemplare in mio possesso presenta diversi acciacchi sul cappuccio, segno di una vita passata abbastanza frenetica, ma ciò non impedisce di utilizzarla quotidianamente. Il suo comportamento sul campo è impeccabile (basti pensare che si è fatta un volo di un metro e mezzo e nel cadere rovinosamente sul pavimento non ha riportato alcun tipo di danno, grazie anche alla fortuna). La penna presenta differenti punti di riflessione della luce: partendo dal fondo si ha una delicata vera che delimita il pomello di caricamento, a rinforzare il bordo del cappuccio vi sono tre anellini, due sottili in argento e uno centrale dorato che riporta incisa la scritta MONTBLANC MASTERPIECE (per l'esportazione).
Raggiungendo la cima del cappuccio si incontra la clip montata ad anello e la bellissima stella bianca ingiallita. Non posso fare altro che rimanere di nuovo sbalordito dalla qualità con cui è stata prodotta e dal design con cui stata concepita, ricevendo anche qui il massimo dei voti.
...Continua...
Il mio rapporto con Montblanc
Ho sempre provato un certo attaccamento per il marchio Montblanc, da sempre è stata in qualche modo per me il massimo a cui potevo aspirare. Non so spiegarne il motivo, ma da piccoli si è sempre un po' affascinati da tutto ciò che è lussuoso e costoso, e la penna Montblanc era ciò che mi frullava in testa. Col tempo compresi l'eredità che questo marchio ha lasciato a noi appassionati, e nella mia mente la stella ingiallita prese il posto della candida stella bianca. Nel corso della mia esperienza ho avuto diversi incontri con la Montblanc, di seguito riporto quelli che sono stati i più significativi. Il primo fu una sfera (bisogna pur incominciare da qualcosa), di un bel bordeaux; era un presente da parte di una mia zia lontana, mi ricordo di averci fatto l'esame di terza media con essa. Ero elettrizzato, l'idea di avere una Montblanc tutta mia mi esaltava, in quel momento per la prima volta toccai la base del Monte Bianco. Da lì in poi ha inizio la scalata: la mia prima stilografica, una Starwalker Midnight Black, ancora la conservo gelosamente come uno dei gioielli più preziosi. Fu il mio caro papà a regalarmela, essa mi permise il primo contatto con un pennino Montblanc. Salendo ancora più in alto, la vegetazione comincia ad aprirsi, e le prime stelle alpine spuntano tra le rocce. La mia prima vintage è una di quelle stelle, una 332 regalatami questa volta da mia madre: con quella penna ebbi la prima esperienza con un pennino vintage, la cui dolcezza ancora oggi mi commuove. Durante il percorso incontrai altre vintage che però oggi non sono più con me. Salgo ancora più in alto e raggiungo la candida neve, come panorama ho in tutto il suo splendore la vetta del Monte Bianco. Riesco ad ottenere la mia prima Meisterstück vintage, una 142 veramente stupenda: nonostante l'incredibile bellezza del pennino, le sue piccole dimensioni non mi hanno permesso di apprezzarla come avrei voluto, ecco perché purtroppo non è più con me. Successivamente si palesa davanti al mio sentiero una Montblanc 149 degli anni 80: la grande emozione del ritrovamento si spense un poco quando la provai, pensavo fosse la mia penna perfetta e l'insoddisfazione che provai mi spinse ad andare ancora più in là. Dopo di essa, del tutto inaspettatamente vidi nella sua grandiosità quella che è la vera vetta della Montblanc: la 149 Masterpiece anni 50. L'emozione del momento unita alla precedente delusione mi portarono a dar via alcune delle penne più belle in mio possesso, al fine ottenere l'agognata penna; ammetto che non c'è occasione in cui non mi senta soddisfatto dell'acquisto. La considero, ora come ora, la penna perfetta per me sotto praticamente ogni prospettiva, ma di ciò ne parlerò in seguito. Per ora mi fermo qui, a godermi il ritrovamento.
La Montblanc Meisterstück e la produzione Montblanc degli anni 30-50
Tutta quanta la trattazione riguardante il nuovo sistema di identificazione adottato dalla Montblanc è ampiamente discusso nel prezioso Wiki, tuttavia riporto di seguito la struttura generale, così da contestualizzare la penna che andrò a recensire. Il sistema si basa su tre cifre, che permettono di identificare in modo semplice ed univoco le principali caratteristiche dell'intera produzione Montblanc degli anni 30. Queste tre cifre erano incise sul fondello di ogni penna accanto alla gradazione, qui sotto viene riportato brevemente il significato di ogni numero.
Prima cifra: fascia di mercato
- 1 serie "Meisterstück"
- 2 Serie Media
- 3 Serie Corrente
Seconda cifra: sistema di caricamento
- 0 Caricamento Safety di Sicurezza
- 2 Caricamento a Pulsante
- 3 Caricamento a Stantuffo anteguerra
- 4 Caricamento a Stantuffo dopoguerra
Terza cifra: misura della penna e del pennino
- 2 modello Piccolo
- 4 modello Medio:
- 6 modello Grande
- 8 modello Lungo
- 9 modello Oversize
Ecco due immagini di un catalogo Montblanc del 1938 dove vengono proposti alcuni modelli delle fasce Meisterstück (prima immagine) e Media (seconda immagine) nei vari caricamenti disponibili. Queste scansioni provengono dal bellissimo wiki del forum, che oltre a offrire questi interessanti documenti, racconta in modo dettagliato la storia di ogni marchio stilografico. Invito a chi fosse interessato di visitarlo, il grande lavoro di raccolta delle informazioni merita veramente (faccio i complimenti a Piccardi e a tutti i collaboratori del forum per il loro impegno).
Si può notare come lo stile utilizzato per le penne sia ancora simile a quello flattop, con il corpo cilindrico e le estremità leggermente coniche. Negli anni successivi avverrà un cambiamento stilistico, che porterà alle forme più moderne a cui siamo abituati a vedere sulle Meisterstück di nuova produzione. Di seguito sono riportate altre due scansioni di due cataloghi differenti. Nella prima immagine si possono ammirare alcune penne appartenenti alle tre fasce di mercato offerte da Montblanc nel 1947, in particolare si notino i modelli di transizione della fascia Meisterstück dotati di tre anellini (dettaglio riservato in precedenza solo alle misure oversize della prima fascia); a fianco a quest'ultimi si possono osservare due modelli già dalle forme più affusolate, all'epoca indice di un grande cambiamento per la casa tedesca. Nella seconda immagine appartenente ad un catalogo del 1951, si può chiaramente vedere il nuovo design allargato a tutta la produzione, dalle scolastiche come la Monterosa alla 149, divenuto ora il nuovo modello di punta della offerta di Montblanc.
Con questo nuovo sistema di numerazione, si può notare come la produzione Montblanc sia riuscita a ricoprire con le sue penne tutte le esigenze di prezzo, dimesioni e tipologia di caricamento, facendosi apprezzare da una grandissima parte di clientela.Passiamo ora alla vera e propria recensione della penna
Montblanc Masterpiece 149G
Ecco giunti a parlare della penna, essa è entrata a far parte della famiglia a partire dal Pen Show di Bologna, anche se le trattative iniziarono durante il Pen Show di Torino.
Comincerei riportando di seguito le effettive dimensioni della penna.
DIMENSIONI
Chiusa: 140 mm
Aperta senza cappuccio: 128 mm
Posizione di scrittura:156 mm
Cappuccio: 68 mm
Escursione massima del fondello di caricamento: 3 mm
Diametro massimo del corpo: 15 mm
Diametro massimo del cappuccio: 16 mm
Diametro minimo della sezione: 12 mm
Lunghezza della sezione: 14 mm
Capienza massima di inchiostro: 3.2 mL
Dalle dimensioni ottenute si può capire che si sta parlando di una penna importante, che non passa inosservata né alla vista né al tatto quando impugnata. In modo particolare possiamo notare il notevole diametro del corpo e della sezione, secondo me la dimensione che caratterizza maggiormente questa penna. Al primo contatto pare eccessivamente grossa e inutilmente sovradimensionata, le estremità affusolate enfatizzano ancora di più l'aspetto cicciotto della penna, facendola sembrare molto più pesante della effettiva realtà. Quando la si prende in mano per la prima volta, si avverte subito la strana sensazione mista di pesantezza e leggerezza che la rende sorprendente, e di conseguenza molto interessante. Sono un po' di parte quando si parla di penne di grandi dimensioni, ma non tutte le penne grandi sono comode da utilizzare. Le dimensioni di questa penna sono perfettamente bilanciate, ritrovandomi a darle il massimo dei voti per quanto concerne il suo ingombro spaziale.
CORPO E CAPPUCCIO
La penna è in celluloide nera, in assoluto il mio materiale preferito utilizzato per le penne stilografiche: quando la si prende tra le mani, si nota subito la caratteristica igroscopica della celluloide, è piacevolissima al tatto e per quanto alla sola vista possa sembrare delicata, in mano la si avverte come una penna molto solida. Ogni volta che si leva il cappuccio si sprigiona da esso un inebriante profumo di canfora, dettaglio molto apprezzato (e abusato) dal sottoscritto. Appena al di sotto della filettatura su cui si avvita il tappo, è presente una finestrella di un bel colore ambrato per visualizzare il livello di inchiostro. Non è difficile trovare queste penne con discolorazioni del fusto, quest'ultimi venivano prodotti in celluloide trasparente successivamente colorati con un sottile strato di celluloide liquida nera, ed è del tutto normale che col tempo e con l'utilizzo quel sottile strato venga piano piano asportato, rivelando in modo graduale la natura trasparente del corpo. La mia fortunatamente non presenta per ora questo problema, le sottili linee della finestrella si sono leggermente cancellate. La qualità costruttiva di questa penna è impressionate, dalla celluloide di ottima qualità al metallo utilizzato per le finiture, ogni particolare è curato alla perfezione così da creare non solo uno strumento da scrittura esteticamente gradevole ma anche dalla funzionalità eccellente.
L'esemplare in mio possesso presenta diversi acciacchi sul cappuccio, segno di una vita passata abbastanza frenetica, ma ciò non impedisce di utilizzarla quotidianamente. Il suo comportamento sul campo è impeccabile (basti pensare che si è fatta un volo di un metro e mezzo e nel cadere rovinosamente sul pavimento non ha riportato alcun tipo di danno, grazie anche alla fortuna). La penna presenta differenti punti di riflessione della luce: partendo dal fondo si ha una delicata vera che delimita il pomello di caricamento, a rinforzare il bordo del cappuccio vi sono tre anellini, due sottili in argento e uno centrale dorato che riporta incisa la scritta MONTBLANC MASTERPIECE (per l'esportazione).
Raggiungendo la cima del cappuccio si incontra la clip montata ad anello e la bellissima stella bianca ingiallita. Non posso fare altro che rimanere di nuovo sbalordito dalla qualità con cui è stata prodotta e dal design con cui stata concepita, ricevendo anche qui il massimo dei voti.
...Continua...
Ultima modifica di domenico98 il sabato 21 marzo 2020, 23:01, modificato 3 volte in totale.
"Il primo dovere di un gentiluomo è quello di sognare"
(O. Wilde)
(O. Wilde)
- domenico98
- Pulsante di Fondo
- Messaggi: 264
- Iscritto il: mercoledì 12 marzo 2014, 19:47
- La mia penna preferita: Montblanc 149G
- Il mio inchiostro preferito: Visconti Blue
- Misura preferita del pennino: Flessibile
- Località: Milano
- Gender:
Montblanc Masterpiece 149G
CARICAMENTO
Ad essere sincero, questo è stato uno dei motivi per il quale mi sono avvicinato al questa penna. Il caricamento è a stantuffo telescopico, un meraviglioso sistema di caricamento equipaggiato su tutti i modelli della fascia Meisterstück e alcuni della seconda fascia. Se vi ricordate, alla voce delle dimensioni della penna ho aggiunto anche la sua capacità effettiva. Non ho sbagliato a digitare, questa penna ha un'incredibile capienza di inchiostro pari a 3.2 mL caricata al massimo. Ciò è reso possibile grazie all'ingegnoso sistema di caricamento, costituito da due alberi coassiali che si innestano uno dentro l'altro, aumentando di molto la corsa del pistone. Di seguito vi riporto un'immagine presa dall'archivio dei brevetti del Wiki che mostra la penna in due casi diversi, una con il pistone completamente esteso e l'atra con il pistone contratto, notate l'escursione del pistone.
Nonostante la grandissima tecnica del pistone, l'esemplare montato sulla mia penna non è nelle migliori condizioni, risentendo del lungo utilizzo a cui stato sottoposto negl'anni. Detto ciò, è possibile utilizzarlo con tranquillità, è necessario fare solamente attenzione che non si inceppi il meccanismo, cosa che purtroppo succede qualche volta (difetto assolutamente sormontabile). Vi è una piccola differenza rispetto al classico pistone montato sulla maggior parte delle penne a stantuffo: per azionare il pistone è necessario svitare il fondello fino a che non si distanzia dal fusto di circa 3 millimetri lasciando intravedere un cilindretto di acciaio (materiale di cui è costituito l'intero meccanismo), in questa fase il pistone non si muove; fatto ciò continuando a girare il fondello di carica in senso antiorario si aziona lo stantuffo che si estenderà fino a fine corsa. Per ritrarlo, è necessario girare la manopola in senso orario, successivamente continuare a girare per riavvitare il fondello al corpo della penna. Essendo costituito principalmente da parti metalliche, il peso del caricamento non è indifferente; tuttavia permette di bilanciare alla perfezione la penna, dando allo scrittore un incredibile controllo della scrittura. Il voto he darei alla penna per il caricamento sarebbe il massimo nel caso in cui questi fosse in ottime condizioni, e in tal caso sarebbe probabilmente il miglior stantuffo mai costruito (insieme a quello della Pelikan, che pur non essendo telescopico, è a mio parere uno dei più robusti sul mercato).
PENNINO
Non avrei mai pensato di poter trovare un pennino come questo. Anche se sembra che io sia dominato dall'euforia che provo per questa penna, chiedo a tutti quelli che hanno avuto l'opportunità di provarla a Bologna e in altre occasioni (ricordo che il grande Fab66, persona veramente squisita, ne rimase assai soddisfatto) di esprimere liberamente le loro impressioni riguardo a questa meraviglia. Chiedendo venia per il piccolo momento autocelebrante, procedo a parlare del pennino. Mi è difficile dargli una gradazione precisa, lo collocherei tra un M e un B con un leggerissimo taglio obliquo verso destra (Right Foot Oblique), la sua piacevolezza e scorrevolezza sono sensazionali, ogni sessione di scrittura è un'esperienza unica. La sua flessibilità è spettacolare, non solo per la grande variazione del tratto, ma per il comportamento elastico del pennino: ottimo controllo durante la fase in pressione e grande precisione nel ritorno alla posizione iniziale, senza che quest'ultimo risulti troppo rapido o troppo lento. Scrivere con questa penna è un autentico piacere, l'impugnabilità della penna è eccezionale, inizialmente ero dubbioso riguardo alla particolare forma della sezione, ma mi sono dovuto ricredere.
Il pennino è imponente, il disegno elegante e fine lo rendono molto piacevole da ammirare. In base alla grafica dello stesso (e anche all'incisione 149G sul fondello di caricamento) è stato possibile collocare questa penna nella prima produzione, in quanto il pennino appartiene all'ultima versione della 139 (lo si riconosce dal pattern a righe tra il cerchio e la stella al centro del pennino, non presente sui i pennini successivi). Di seguito vi lascio osservare le performance del pennino grazie ad alcune foto. Le versioni dei primi anni montavano un'alimentatore piatto e sottile, soprannominato Ski-slope Feeder per la sua particolare geometria e per i solchi longitudinali che lo attraversano. Anche questo esemplare è dotato dell'alimentatore piatto: nonostante sia molto gradevole da guardare non sopporta molto bene gli sbalzi di temperatura e di pressione, essendo sprovvisto delle classiche alette per contenimento dell'inchiostro sul retro dell'alimentatore stesso. Per quanto concerne le votazioni inerenti alla scrittura, non può che ottenere anche qui il massimo dei voti; l'unico difetto di cui potrei lamentarmi è appunto l'alimentatore, ma del quale ci si accorge veramente in poche occasioni. Il flusso controllato dall'alimentatore è perfetto, sufficientemente abbondante da riempire il tratto durante la flessione del pennino.
CONCLUSIONI E CONSIDERAZIONI
Beh, che dire, per ora è la penna migliore che ho, sotto praticamente ogni punto di vista: il valore storico, il design e l'equilibrio delle geometrie, la precisione e la tecnica di costruzione, la qualità del pennino durante la scrittura, tutto ciò rende questo oggetto per me veramente importante. Ho avuto modo di testarla sul campo in differenti condizioni e non ha mai perso un colpo, pur avendo sulle spalle quasi settant'anni. Ho un debole per le celluloidi colorate, noi Italiani abbiamo tra le più belle colorazioni mai viste sul mercato, e ad essere sincero pensavo che una 149 in celluloide colorata potesse essere più bella della classica nera; con il passare del tempo ho compreso che una livrea anche stupenda non avrebbe avuto l'attenzione che merita su questa penna, essendoci sufficienti punti luce dati dai vari anellini. Questo permette di avere un oggetto esteticamente meraviglioso e ben bilanciato nei colori e nelle luci pur utilizzando una livrea semplice. Concludo dicendo che questa per me è una penna definitiva, difficilmente verrà rimpiazzata da un'altra, ma ciò non significa che essa sarà l'unica: non ho mai pensato avere una collezione di penne, bensì una raccolta di quelle che maggiormente mi "comunicano" qualcosa, che sia un ricordo o un'emozione particolare. Ciò mi ha permesso di avere differenti penne preferite e al contempo mi impedisce di poter concludere definitivamente le mie ricerche, cosa che reputo assolutamente positiva (anche se leggermente autolesionista). Questo immagino valga per la maggior parte di voi, è ciò che ci porta a mettere a fuoco i nostri obiettivi e ad impegnare le nostre energie per poterli raggiungere. Questo discorso, allargato ad ogni altro ambito della vita, ci permette di migliorarci ogni giorno di più, puntando lo sguardo sempre più in alto e trovando obiettivi sempre più importanti. In questo periodo di particolare tensione e di incertezze, spesso risulta difficile mettere a fuoco i nostri progetti e i modi per portarli a termine; rivolgo perciò ad ognuno di voi l'augurio di trovare sempre la forza per andare avanti, di scoprire sempre nuovi obiettivi e di riprendere quelli che per troppo tempo abbiamo erroneamente considerato irraggiungibili. Mi viene in mente uno dei tanti aforismi di Oscar Wilde: Ci sono due tragedie nella vita: non riuscire a soddisfare un desiderio e soddisfarlo, effettivamente ha un tono leggermente cinico e pessimista. Perdonatemi se mi permetto umilmente di fare una piccola aggiunta alla citazione: Ci sono due tragedie nella vita: non riuscire a soddisfare un desiderio e soddisfarlo (senza cercarne di nuovi). Ringraziandovi per l'attenzione,concludo veramente augurandovi il meglio auspicabile in questo momento difficile, salutando calorosamente i compaesani lombardi e tutti voi amici del forum!
Lorenzo
Ad essere sincero, questo è stato uno dei motivi per il quale mi sono avvicinato al questa penna. Il caricamento è a stantuffo telescopico, un meraviglioso sistema di caricamento equipaggiato su tutti i modelli della fascia Meisterstück e alcuni della seconda fascia. Se vi ricordate, alla voce delle dimensioni della penna ho aggiunto anche la sua capacità effettiva. Non ho sbagliato a digitare, questa penna ha un'incredibile capienza di inchiostro pari a 3.2 mL caricata al massimo. Ciò è reso possibile grazie all'ingegnoso sistema di caricamento, costituito da due alberi coassiali che si innestano uno dentro l'altro, aumentando di molto la corsa del pistone. Di seguito vi riporto un'immagine presa dall'archivio dei brevetti del Wiki che mostra la penna in due casi diversi, una con il pistone completamente esteso e l'atra con il pistone contratto, notate l'escursione del pistone.
Nonostante la grandissima tecnica del pistone, l'esemplare montato sulla mia penna non è nelle migliori condizioni, risentendo del lungo utilizzo a cui stato sottoposto negl'anni. Detto ciò, è possibile utilizzarlo con tranquillità, è necessario fare solamente attenzione che non si inceppi il meccanismo, cosa che purtroppo succede qualche volta (difetto assolutamente sormontabile). Vi è una piccola differenza rispetto al classico pistone montato sulla maggior parte delle penne a stantuffo: per azionare il pistone è necessario svitare il fondello fino a che non si distanzia dal fusto di circa 3 millimetri lasciando intravedere un cilindretto di acciaio (materiale di cui è costituito l'intero meccanismo), in questa fase il pistone non si muove; fatto ciò continuando a girare il fondello di carica in senso antiorario si aziona lo stantuffo che si estenderà fino a fine corsa. Per ritrarlo, è necessario girare la manopola in senso orario, successivamente continuare a girare per riavvitare il fondello al corpo della penna. Essendo costituito principalmente da parti metalliche, il peso del caricamento non è indifferente; tuttavia permette di bilanciare alla perfezione la penna, dando allo scrittore un incredibile controllo della scrittura. Il voto he darei alla penna per il caricamento sarebbe il massimo nel caso in cui questi fosse in ottime condizioni, e in tal caso sarebbe probabilmente il miglior stantuffo mai costruito (insieme a quello della Pelikan, che pur non essendo telescopico, è a mio parere uno dei più robusti sul mercato).
PENNINO
Non avrei mai pensato di poter trovare un pennino come questo. Anche se sembra che io sia dominato dall'euforia che provo per questa penna, chiedo a tutti quelli che hanno avuto l'opportunità di provarla a Bologna e in altre occasioni (ricordo che il grande Fab66, persona veramente squisita, ne rimase assai soddisfatto) di esprimere liberamente le loro impressioni riguardo a questa meraviglia. Chiedendo venia per il piccolo momento autocelebrante, procedo a parlare del pennino. Mi è difficile dargli una gradazione precisa, lo collocherei tra un M e un B con un leggerissimo taglio obliquo verso destra (Right Foot Oblique), la sua piacevolezza e scorrevolezza sono sensazionali, ogni sessione di scrittura è un'esperienza unica. La sua flessibilità è spettacolare, non solo per la grande variazione del tratto, ma per il comportamento elastico del pennino: ottimo controllo durante la fase in pressione e grande precisione nel ritorno alla posizione iniziale, senza che quest'ultimo risulti troppo rapido o troppo lento. Scrivere con questa penna è un autentico piacere, l'impugnabilità della penna è eccezionale, inizialmente ero dubbioso riguardo alla particolare forma della sezione, ma mi sono dovuto ricredere.
Il pennino è imponente, il disegno elegante e fine lo rendono molto piacevole da ammirare. In base alla grafica dello stesso (e anche all'incisione 149G sul fondello di caricamento) è stato possibile collocare questa penna nella prima produzione, in quanto il pennino appartiene all'ultima versione della 139 (lo si riconosce dal pattern a righe tra il cerchio e la stella al centro del pennino, non presente sui i pennini successivi). Di seguito vi lascio osservare le performance del pennino grazie ad alcune foto. Le versioni dei primi anni montavano un'alimentatore piatto e sottile, soprannominato Ski-slope Feeder per la sua particolare geometria e per i solchi longitudinali che lo attraversano. Anche questo esemplare è dotato dell'alimentatore piatto: nonostante sia molto gradevole da guardare non sopporta molto bene gli sbalzi di temperatura e di pressione, essendo sprovvisto delle classiche alette per contenimento dell'inchiostro sul retro dell'alimentatore stesso. Per quanto concerne le votazioni inerenti alla scrittura, non può che ottenere anche qui il massimo dei voti; l'unico difetto di cui potrei lamentarmi è appunto l'alimentatore, ma del quale ci si accorge veramente in poche occasioni. Il flusso controllato dall'alimentatore è perfetto, sufficientemente abbondante da riempire il tratto durante la flessione del pennino.
CONCLUSIONI E CONSIDERAZIONI
Beh, che dire, per ora è la penna migliore che ho, sotto praticamente ogni punto di vista: il valore storico, il design e l'equilibrio delle geometrie, la precisione e la tecnica di costruzione, la qualità del pennino durante la scrittura, tutto ciò rende questo oggetto per me veramente importante. Ho avuto modo di testarla sul campo in differenti condizioni e non ha mai perso un colpo, pur avendo sulle spalle quasi settant'anni. Ho un debole per le celluloidi colorate, noi Italiani abbiamo tra le più belle colorazioni mai viste sul mercato, e ad essere sincero pensavo che una 149 in celluloide colorata potesse essere più bella della classica nera; con il passare del tempo ho compreso che una livrea anche stupenda non avrebbe avuto l'attenzione che merita su questa penna, essendoci sufficienti punti luce dati dai vari anellini. Questo permette di avere un oggetto esteticamente meraviglioso e ben bilanciato nei colori e nelle luci pur utilizzando una livrea semplice. Concludo dicendo che questa per me è una penna definitiva, difficilmente verrà rimpiazzata da un'altra, ma ciò non significa che essa sarà l'unica: non ho mai pensato avere una collezione di penne, bensì una raccolta di quelle che maggiormente mi "comunicano" qualcosa, che sia un ricordo o un'emozione particolare. Ciò mi ha permesso di avere differenti penne preferite e al contempo mi impedisce di poter concludere definitivamente le mie ricerche, cosa che reputo assolutamente positiva (anche se leggermente autolesionista). Questo immagino valga per la maggior parte di voi, è ciò che ci porta a mettere a fuoco i nostri obiettivi e ad impegnare le nostre energie per poterli raggiungere. Questo discorso, allargato ad ogni altro ambito della vita, ci permette di migliorarci ogni giorno di più, puntando lo sguardo sempre più in alto e trovando obiettivi sempre più importanti. In questo periodo di particolare tensione e di incertezze, spesso risulta difficile mettere a fuoco i nostri progetti e i modi per portarli a termine; rivolgo perciò ad ognuno di voi l'augurio di trovare sempre la forza per andare avanti, di scoprire sempre nuovi obiettivi e di riprendere quelli che per troppo tempo abbiamo erroneamente considerato irraggiungibili. Mi viene in mente uno dei tanti aforismi di Oscar Wilde: Ci sono due tragedie nella vita: non riuscire a soddisfare un desiderio e soddisfarlo, effettivamente ha un tono leggermente cinico e pessimista. Perdonatemi se mi permetto umilmente di fare una piccola aggiunta alla citazione: Ci sono due tragedie nella vita: non riuscire a soddisfare un desiderio e soddisfarlo (senza cercarne di nuovi). Ringraziandovi per l'attenzione,concludo veramente augurandovi il meglio auspicabile in questo momento difficile, salutando calorosamente i compaesani lombardi e tutti voi amici del forum!
Lorenzo
Ultima modifica di domenico98 il sabato 21 marzo 2020, 15:51, modificato 3 volte in totale.
"Il primo dovere di un gentiluomo è quello di sognare"
(O. Wilde)
(O. Wilde)
-
- Pulsante di Fondo
- Messaggi: 307
- Iscritto il: lunedì 12 agosto 2013, 8:55
- La mia penna preferita: OMAS Extra Lucens L.E. 159/331
- Il mio inchiostro preferito: attualmente -> Visconti blu
- Misura preferita del pennino: Extra Fine
- Località: Derry
- Gender:
Montblanc Masterpiece 149G
...il tuo entusiasmo è contagioso, caro domenico98!
Grazie del tuo contributo, così preciso e ricco di dettagli.
Grazie del tuo contributo, così preciso e ricco di dettagli.
Aineias
- Mightyspank
- Crescent Filler
- Messaggi: 1084
- Iscritto il: lunedì 23 febbraio 2015, 22:46
- La mia penna preferita: L'ultima
- Il mio inchiostro preferito: Pilot Iroshizuku Yu-Yake
- Misura preferita del pennino: Stub
- Località: Milano
- Gender:
Montblanc Masterpiece 149G
Complimenti per la recensione che fa trasparire tutto il giusto entusiasmo per quello che è un bellissimo strumento di scrittura.
Ho avuto la fortuna di provare di persona la penna e ne confermo tutte le qualità.
Il pennino, il gruppo scrittura, regalano una sensazione unica e sono fra i più belli che abbia provato.
Viene da pensare su cosa era la 149 e cosa è ora: c'è davvero un abisso.
Ho avuto la fortuna di provare di persona la penna e ne confermo tutte le qualità.
Il pennino, il gruppo scrittura, regalano una sensazione unica e sono fra i più belli che abbia provato.
Viene da pensare su cosa era la 149 e cosa è ora: c'è davvero un abisso.
-
- Stantuffo
- Messaggi: 2255
- Iscritto il: mercoledì 28 novembre 2018, 23:38
- Località: Isernia
- Gender:
Montblanc Masterpiece 149G
Che bello, questo documentario sulla 149. Fornisce la possibilità di conoscere queste penne a chi, come me, non ha la fortuna di possederle. Letto tutto con molto interesse, complimenti.
- piccardi
- Fp.it Admin
- Messaggi: 15632
- Iscritto il: domenica 23 novembre 2008, 18:17
- La mia penna preferita: Troppe...
- Misura preferita del pennino: Extra Fine
- FountainPen.it 500 Forum n.: 001
- Arte Italiana FP.IT M: 001
- Fp.it ℵ: 001
- Fp.it 霊気: 001
- Località: Firenze
- Contatta:
Montblanc Masterpiece 149G
Ciao Domenico,
complimenti vivissimi per la bella recensione, per la penna te li ho già fatti a Bologna, e me la ricordo bene, ha effettivamente una piacevolezza di scrittura impagabile.
Simone
complimenti vivissimi per la bella recensione, per la penna te li ho già fatti a Bologna, e me la ricordo bene, ha effettivamente una piacevolezza di scrittura impagabile.
Simone
Questo è un forum in italiano, per pietà evitiamo certi obbrobri linguistici:
viewtopic.php?f=19&t=3123
e per aiutare chi non trova un termine:
viewtopic.php?f=19&t=1758
viewtopic.php?f=19&t=3123
e per aiutare chi non trova un termine:
viewtopic.php?f=19&t=1758
- balthazar
- Crescent Filler
- Messaggi: 1749
- Iscritto il: giovedì 28 febbraio 2019, 19:20
- Misura preferita del pennino: Stub
- Località: Foggia
- Gender:
Montblanc Masterpiece 149G
Bella recensione. La tua soddisfazione è ... palpabile.
- Corvogiallo
- Levetta
- Messaggi: 655
- Iscritto il: giovedì 9 luglio 2015, 16:09
- La mia penna preferita: Waterman Carene
- Il mio inchiostro preferito: Herbin terre de Feu
- Misura preferita del pennino: Fine
Montblanc Masterpiece 149G
Mi hai fatto venire voglia di avere una Montblanc vintage con l’uno davanti! Complimenti
- domenico98
- Pulsante di Fondo
- Messaggi: 264
- Iscritto il: mercoledì 12 marzo 2014, 19:47
- La mia penna preferita: Montblanc 149G
- Il mio inchiostro preferito: Visconti Blue
- Misura preferita del pennino: Flessibile
- Località: Milano
- Gender:
Montblanc Masterpiece 149G
Ringrazio tutti per le gentili parole, sono molto contento che ci sia piaciuta. La consiglio a tutti quelli che cercano una penna bella, solida e di qualità. È vero, tra le moderne e le originali degli anni cinquanta c'è veramente una grande differenza. Sarebbe molto interessante se Montblanc riproponesse almeno il caricamento a stantuffo telescopico sulle penne di nuova produzione, ma penso che risulterebbe per loro sconveniente per i costi di produzione. Grazie ancora per i vostri messaggi e buona Domenica!
Lorenzo
Lorenzo
"Il primo dovere di un gentiluomo è quello di sognare"
(O. Wilde)
(O. Wilde)
- stanzarichi
- Crescent Filler
- Messaggi: 1443
- Iscritto il: lunedì 27 aprile 2015, 10:04
- La mia penna preferita: Montblanc 149 F
- Il mio inchiostro preferito: Montblanc Irish Green
- Località: Bologna
- Gender:
- Matbas
- Snorkel
- Messaggi: 102
- Iscritto il: giovedì 30 gennaio 2020, 18:24
- La mia penna preferita: Lamy Pur; Kaweco AL Sport Raw
- Il mio inchiostro preferito: Kaweco Midnight Blue
- Misura preferita del pennino: Fine
- Località: Roma
- Gender:
Montblanc Masterpiece 149G
leggendo la tua recensione traspare la profonda ammirazione che hai per La tua penna.
davvero complimenti e non nego un po' di invidia
davvero complimenti e non nego un po' di invidia
-
- Pulsante di Fondo
- Messaggi: 414
- Iscritto il: venerdì 26 settembre 2014, 13:05
- La mia penna preferita: la prossima...
- Il mio inchiostro preferito: lo sto cercando...
- Misura preferita del pennino: Fine
- Fp.it 霊気: 020
- Località: Cogliate
- Gender:
Montblanc Masterpiece 149G
Complimenti per la nuova entrata nella tua scuderia! E complimenti anche per averci trasmesso l'entusiasmo e il trasporto che provi per questa Penna!
Davvero affascinato ed ammaliato da tale Strumento di scrittura. Una penna con stantuffo telescopio è nell'elenco dei "vorrei" già da diverso tempo, e ancora per molto tempo ci rimarrà, ma sicuramente questa voce la spunterò un giorno.
E riuscirò anche a farlo da me, un sistema di caricamento a stantuffo telescopico. È una sfida che mi son posto e che voglio vincere prima o poi...!
Davvero affascinato ed ammaliato da tale Strumento di scrittura. Una penna con stantuffo telescopio è nell'elenco dei "vorrei" già da diverso tempo, e ancora per molto tempo ci rimarrà, ma sicuramente questa voce la spunterò un giorno.
E riuscirò anche a farlo da me, un sistema di caricamento a stantuffo telescopico. È una sfida che mi son posto e che voglio vincere prima o poi...!
-
- Snorkel
- Messaggi: 104
- Iscritto il: mercoledì 18 dicembre 2019, 10:16
Montblanc Masterpiece 149G
Complimenti per questa penna! E' la stessa che è in cima alla mia lista dei desideri ancora prima della tua recensione, ed ora mi hai fatto salire la scimmia ancora di più
ps. non penso che se Montblanc introducesse di nuovo quel sistema di caricamento gli sposterebbe di molto il budget aziendale, visto il numero di penne in più vendute ed i margini che attualmente anno.
ps. non penso che se Montblanc introducesse di nuovo quel sistema di caricamento gli sposterebbe di molto il budget aziendale, visto il numero di penne in più vendute ed i margini che attualmente anno.
- maxpop 55
- Tecnico
- Messaggi: 15074
- Iscritto il: venerdì 17 agosto 2012, 19:24
- La mia penna preferita: perché una sola?
- Il mio inchiostro preferito: Aurora BlacK
- Misura preferita del pennino: Medio
- FountainPen.it 500 Forum n.: 029
- Fp.it ℵ: 016
- Fp.it 霊気: 009
- Fp.it Vera: 107
- FP.it 5000: 000
- Località: Portici (NA)
- Gender:
Montblanc Masterpiece 149G
Ciao Lorenzo, complimenti hai una delle più belle penne della Mont Blanc.domenico98 ha scritto: ↑sabato 21 marzo 2020, 13:07
.............................
........... solamente attenzione che non si inceppi il meccanismo, cosa che purtroppo succede -
...................
Il pistone cos'ha, perchè non lo ripari?
E' rotto in qualche parte?
Se ti va di perdere un po di tempo metti una foto del pistone smontato, studiamoci un po su' e vediamo se si può fare qualcosa.
Il valore di una stilografica non dipende dal costo, ma dal valore che noi le diamo.
- Rosso Corsa
- Pulsante di Fondo
- Messaggi: 330
- Iscritto il: lunedì 7 maggio 2012, 0:00
- La mia penna preferita: Tutte purchè dotate di pennino
- Misura preferita del pennino: Fine
- FountainPen.it 500 Forum n.: 041
- Arte Italiana FP.IT M: 078
- Fp.it ℵ: 119
- Località: Milano
- Gender:
Montblanc Masterpiece 149G
Bravissimo Lorenzo!
Leggo questa fantastica recensione con colpevole ritardo, causato da vari impegni lavorativi che anche dentro questo maledetto incubo non accennano a ridursi.
Questa Montblanc 149G, che anche io ho avuto modo di provare per un minuto sufficiente a farmi comprendere le sue doti veramente eccezionali, é davvero un capolavoro, di nome e di fatto. Ma ciò che ho apprezzato di più nella tua splendida recensione non é la penna, e nemmeno la precisione e la completezza dei dati molto interessanti che su di essa hai saputo raccogliere.
Quello che ho più apprezzato é la passione che traspare da ogni riga, la passione per questo magnifico strumento di scrittura e in generale per questo nostro mondo stilografico, in generale così ingiustamente trascurato.
Tantissimi complimenti Lorenzo, un capolavoro di recensione per un capolavoro di stilografica!
Ciao
Leggo questa fantastica recensione con colpevole ritardo, causato da vari impegni lavorativi che anche dentro questo maledetto incubo non accennano a ridursi.
Questa Montblanc 149G, che anche io ho avuto modo di provare per un minuto sufficiente a farmi comprendere le sue doti veramente eccezionali, é davvero un capolavoro, di nome e di fatto. Ma ciò che ho apprezzato di più nella tua splendida recensione non é la penna, e nemmeno la precisione e la completezza dei dati molto interessanti che su di essa hai saputo raccogliere.
Quello che ho più apprezzato é la passione che traspare da ogni riga, la passione per questo magnifico strumento di scrittura e in generale per questo nostro mondo stilografico, in generale così ingiustamente trascurato.
Tantissimi complimenti Lorenzo, un capolavoro di recensione per un capolavoro di stilografica!
Ciao
Mauro