L'idea di questo resoconto mi venne durante i brevi giorni del viaggio, ma come vedete ci sono voluti più di sette mesi per portarla a termine. Non sempre i lavori nascono come Minerva dalla testa di Zeus, già maturi completi di armatura, ma a volte crescono invece poco a poco, modificandosi e definendosi lungo il cammino. Il "lavoro" é stato scritto originalmente in lingua inglese. Per presentarlo agli amici di questo forum che non fossero familiari con questo idioma, ho tradotto le pagine all'italiano e le ho trascritte alla destra dell'immagine.
Come spero avrete modo di osservare, questo intervento mescola penne - naturalmente -, scrittura e calligrafia, fotografia e disegno. È stato necessario del tempo materiale per realizzare - durante il tempo libero - tutte queste componenti, ed è stato necessario trovare un file rouge, un motivo conduttore per metterli tutte insieme.
Il progetto per la composizione finale, la scusa, l’occasione, me l’ha fornita un quaderno di Moleskine del quale ignoravo l’esistenza, ma che ho visto in vendita in una libreria qui in Costa Rica: un grande album orizzontale a pagine nere, di solido cartoncino liscio, più o meno nel formato A4.
Inizialmente, l’album avrebbe dovuto essere solamente un classico album di fotografie con le loro didascalie. Poi è diventato una specie di racconto illustrato, e il racconto è stato scritto in grafia corsiva. Il risultato d’insieme, con quell’album nero, con le fotografie e gli schizzi, e quel testo corsivo scritto in bianco, mi è infine parso sufficientemente “romantico” da suggerire il titolo del lavoro: “Un viaggio romantico a Bassano del Grappa e alla Montegrappa”.
Scrivere in bianco non è stato semplice. Non ho trovato nessuno strumento che scrivesse con un bel bianco pieno e allo stesso tempo una linea ben sottile. Per avere un bel bianco, ho dovuto accontentarmi di una linea media abbondante, quasi larga. Il pigmento é vagamente gessoso, e mi sono presto accorto a mie spese che anche da asciutto macchia il foglio contiguo quando si chiude il quaderno. Questo mi ha obbligato a fotografare le pagine, due a due, man mani che venivano scritte, prima di incollare all’album dei separatori di carta da ricalco e potere così voltare pagina senza macchiare quelle sottostanti.