In questo terzo articolo della serie prenderemo in esame un'altra controversa (a voler esser buoni) interpretazione storica fatta dal reparto marketing della Montblanc, che favoleggia della creazione della linea Meisterstück (o della collezione, come si dice in questo articolo) nel 1924.
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La controversia ha vari aspetti, il primo e più evidente è che quando parla di Meisterstück l'azienda finisce sempre per far riferimento alla 149, che è una penna completamente diversa dal primo modello a cui venne dato questo nome, di cui si è riportato un esempio qui sopra.
La cosa è particolarmente sfacciata nel sito ufficiale dell'azienda, dove, quando si va a consultare la sezione storica e si naviga all'indietro fino al 1924, invece della versione originaria viene riportata una 149. Per chi non lo sapessa questa è una penna che in realtà venne introdotta sul mercato soltanto nel 1952, e che, come si può vedere dall'altra figura qui sotto, ha ben poca somiglianza con la sua antenata.
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La "bufala" consiste nel fatto che si cerca di dare ad intendere che si tratti della stessa penna, con una didascalia intitolata ad effetto come "nascita di un mito" a fianco della foto modello nato quasi vent'anni dopo, che poi prosegue, nel testo presente nella versione inglese, con una frase conclusiva che tradurrei approssimativamente con "simbolo della filosofia aziendale di continuità e di un design senza tempo".
Solo che nell'esempio scelto il design lo scorrere del tempo lo ha sentito eccome dato che le due penne, come chiunque può vedere dalle foto, sono totalmente diverse fra loro, e la sola continuità che hanno è soltanto quella dell'uso dello stesso attributo, Meisterstück.
E' curioso notare poi che in Italia forse si sono accorti di avere esagerato un po' (avranno letto la mia pagina del Wiki?) e quando si va sulla stesso anno nella storia in italiano invece che in quella in inglese, la didascalia dice, in maniera più corretta, che la "penna stilografica Montblanc 149 ha successivamente completato la serie", introducendo almeno un minimo di distinzione ed un filo di correttezza storica.
Resta il fatto che anche nella versione italiana si mette alla data del 1924 una penna odierna (che si badi bene non è neanche la versione originale del 1952 del modello 149, quella riportata nella fotografia precedente, ma quella in commercio oggi, che è piuttosto diversa) e si parla del completamento di una fantomatica serie Meisterstück che in realtà non è mai esisista.
Il significato originale della dizione Meisterstück," capolavoro", (tra l'altro tradotto in Masterpiece o Chef d'Oevre sulla produzione destinata all'esportazione), era infatti quello di indicare, all'interno della produzione dell'azienda, quale fosse la linea delle penne della fascia di maggior pregio, per le quale veniva anche fornita una garanzia a vita. In sostanza qualcosa di molto simile alla qualificazione "Lifetime" introdotta dalla Sheaffer ben tre anni prima, nel 1921.
E come per la qualificazione "Lifetime" anche quella di Meisterstück è stata usata per delle serie di penne completamente diverse fra loro, a partire dalla prima serie degli anni '20, che vedeva qualificati come tali i modelli 25, 35, e 45, con la ristilizzazione degli stessi nel 1930, che portò ai modelli 20, 25, 30 e 40 e poi ai numerosi modelli che si qualificavano come tali nella riorganizzazione della produzione del 1934, con le serie 10x, 12x e 13x (rispettivamente con caricamento di sicurezza, a pulsante e a stantuffo).
In seguito con lo stesso nome venne indicata la serie 14x, cui appartiene come ultima prodotta la 149 del 1952, e le serie 64x e 74x, di nuovo molto diverse fra loro. Il tutto con una diversità estrema negli stili, nei colori e nei sistemi di caricamento, e per le quali la sola costante è sempre stata, perché quello era il significato del nome, di avere la qualifica Meisterstück in quanto indicate come fascia di punta della produzione.
Ma se nella poche righe della storia ufficiale è presente una certa distorsione (sfacciata in quella inglese, più corretta nella versione italiana), ben altro avviene in questo articolo, pubblicato sul materiale promozionale del sito, dove il reparto marketing dà davvero il massimo.
Dopo aver giocato ancora sulla ambiguità della "collezione Meisterstruck" (mai esistita, se non nelle loro elaborazioni) si conclude l'articolo con un paragrafo in cui afferma, tradotto brutalmente, che questa deriva la sua singolarità da un immutato insieme di tratti:
- tre anelli dorati con il nome Montblanc sul cappuccio
- pennino in oro a 18 carati con l'incisione 4810
- corpo in preziosa resina nera
- stella Montblanc sulla testa del cappuccio
L'ultimo non è falso nel senso che la stella sul cappuccio c'è sempre stata davvero su tutti i modelli Meisterstück, ma questo vale non solo per loro ma anche per tutti gli altri modelli prodotti dell'azienda a partire dal 1913, quando questo simbolo venne introdotto e da allora in poi utilizzato per tutta la produzione, compresa quella che non era Meisterstück. Per cui se è vero che c'é la stella sul cappuccio, di certo non è vero che questo era un tratto distintivo dei modelli Meisterstück.
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L'affermazione sul corpo in preziosa resina nera è invece una panzana totale. Tralasciando il fatto che le versioni storiche erano realizzate in celluloide, che è molto più preziosa di qualunque plastica odierna (perché di plastica si tratta, anche se la chiamano resina preziosa), il colore nero non è mai stato un tratto distintivo. A parte l'esempio in rosso mostrato nella prima foto, sono stati usati i colori più vari, lapislazzulo, verde giada, nero e perla o il bellissimo "Platinum" (anche se quelli diversi dal nero sono in genere molto rari ed estremamente costosi). E anche nella serie 14x erano presenti versioni in celluloide striata verde e non solo nera. Solo la 149, ultima della lista, è stata prodotta solo in celluloide nera.
Sulla stampigliatura 4180 sui pennini si è detto nello stesso articolo 4 righe prima che è stata introdotta nel 1929, che è diverso dal 1924. Inoltre i pennini prima della guerra (ed anche dopo per vari anni) erano in oro a 14 carati tranne che per la produzione francese, l'uso generale dei 18 carati è molto più recente. E solo alcuni modelli avevano pennini rodiati e bicolori. Per non parlare delle versioni con pennini prima in palladio e poi in acciaio prodotte durante la guerra, quando l'uso dell'oro era vietato.
Sulle verette poi si va davvero sul ridicolo. Lasciando perdere la gran varietà di decorazioni usate (comprese delle semplici incisioni quando in tempo di guerra non si poteva sprecare metallo per le verette) bisogna ricordare che proprio la prima versione di quella 149 che compare sempre sul sito quando si parla di Meisterstück aveva i due anellini intorno alla vera principale in argento massiccio e assolutamente non dorati (come si può notare nella foto precedente).
In questo caso la bufala è più sottile e meno eclatante di quella sulla data di fondazione, ma a mio avviso ancora più ingannevole, perché tende a proporre un'immagine falsata di un'azienda che avrebbe ottenuto il suo "design senza tempo" fin dal 1924, accreditandosi una continuità di stile che non esiste e non è mai esistita.