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30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
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The Modern Pen
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Due esempi rarissimi di “THE MODERN PEN” New York, a caricamento per torsione del gommino.
Brevetto 12 dicembre 1899 e 17 novembre 1903.
Mario
—- Mario Baschirotto —-
Brevetto 12 dicembre 1899 e 17 novembre 1903.
Mario
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- piccardi
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Ciao Mario,
complimenti, sono davvero delle bellissime penne, trovo particolarmente bella la seconda, grazie per avercele mostrate.
Simone
PS finora mi sono dimenticato di chiederlo, posso usare le le tue fotografie per il wiki?
complimenti, sono davvero delle bellissime penne, trovo particolarmente bella la seconda, grazie per avercele mostrate.
Simone
PS finora mi sono dimenticato di chiederlo, posso usare le le tue fotografie per il wiki?
Questo è un forum in italiano, per pietà evitiamo certi obbrobri linguistici:
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e per aiutare chi non trova un termine:
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Bellissime! Posso chiedere se la consueta espressione " not connected ......" appare solo sulla scatola o anche sulle penne in visione?
Complimenti di nuovo
Luigi
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Mamma d’o Carmene (*) che bellezze, ma in particolare la seconda è davvero ma davvero bella
(*) Madonna del Carmine! Espressione di meraviglia, stupore: Incredibile!, Straordinario! Usata anche come espressione di paura equivalente a “mamma mia!” (non in questo caso!).
(*) Madonna del Carmine! Espressione di meraviglia, stupore: Incredibile!, Straordinario! Usata anche come espressione di paura equivalente a “mamma mia!” (non in questo caso!).
- Musicus
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Ciao a tutti
La prima penna, e la sua scatolina , sono ampiamente documentate in questo mio contributo del 2015:
viewtopic.php?t=10573
e di conseguenza ci sono una decina di foto già sul Wiki. Come mai?
Mario me l'aveva chiesta in prestito per verificare alcune caratteristiche della sua gold filled: mi disse che nell'aprirla si era fracassata e aveva dovuto icollarne i pezzi... Rimasi così entusiasta della cosa che gli regalai il tutto.
Giorgio
- MaBaskirotto
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Sono estremamente dispiaciuto e sorpreso, per ora, da questo spiacevole intervento perché la penna rotta, come dimostro dalle foto allegate, fu da me *BARATTATA* - quindi MAI CHIESTA IN PRESTITO, TANTO MENO REGALATA! - con il signor Giorgio, che la giudicava irrecuperabile. Io dovetti rifare, dopo lunghe ricerche, il blocco anteriore e il posteriore, cannibalizzando due vecchie penne di ebanite. E dovetti adattare un pennino in quanto mancante.
Mario
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Le penne si rompono (troppo ) spesso quando si aprono, e solo chi non ci ha mai provato non ne ha rotta una.
La penna in questione, rotta dal sig. Mario "per motivi di studio" suoi, fu da me regalata per lo sconforto, perchè non la volevo più conservare "riparata". Sicuramente, essendo il sig. Mario persona di ottime maniere, mi diede qualcosa che riteneva idoneo a compensare la mia perdita, che però sinceramente non ricordo: quindi se di baratto si vuol parlare, si tratta di un baratto obtorto collo.
All'epoca in cui ci frequentavamo la cosa fu tranquillamente archiviata e l'amicizia proseguì.
Giorgio
La penna in questione, rotta dal sig. Mario "per motivi di studio" suoi, fu da me regalata per lo sconforto, perchè non la volevo più conservare "riparata". Sicuramente, essendo il sig. Mario persona di ottime maniere, mi diede qualcosa che riteneva idoneo a compensare la mia perdita, che però sinceramente non ricordo: quindi se di baratto si vuol parlare, si tratta di un baratto obtorto collo.
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Giorgio
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Sì, d’accordo!
No, perché sono entrambe Modern Pen. La scritta obbligatoria era presente sul marchio Arthur A. Waterman che poi fu abbandonato per Modern Pen.
Mario
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Sono molto amareggiato e provato. Il baratto fra adulti si fa in due, non unilateralmente "obtorto collo"! Soprattutto, se la cosa era "archiviata" e "sinceramente non ricordo", come aggiunto testualmente nel secondo comunicato, perché osare un'affermazione lesiva della mia persona e della mia rispettabilità, che più odiosa ed ingiuriosa non si può????!!!Musicus ha scritto: ↑sabato 25 gennaio 2020, 10:54 Le penne si rompono (troppo ) spesso quando si aprono, e solo chi non ci ha mai provato non ne ha rotta una.
La penna in questione, rotta dal sig. Mario "per motivi di studio" suoi, fu da me regalata per lo sconforto, perchè non la volevo più conservare "riparata". Sicuramente, essendo il sig. Mario persona di ottime maniere, mi diede qualcosa che riteneva idoneo a compensare la mia perdita, che però sinceramente non ricordo: quindi se di baratto si vuol parlare, si tratta di un baratto obtorto collo.
All'epoca in cui ci frequentavamo la cosa fu tranquillamente archiviata e l'amicizia proseguì.
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Non sono un amministratore e quindi il mio intervento è forse fuori luogo. Suggerisco però che nominiate dei padrini, vi scambiate i cartelli di sfida e risolviate civilmente la vostra questione all'alba dietro il muro del vecchio convento, piuttosto che su questo forum.
- Musicus
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Evidentemente ricordiamo l'episodio in modo diverso, oltre che ovviamente da punti di vista differenti. Ma lo ripeto, la cosa si era svolta senza causare tragedie all'epoca, sono cose che succedono a Tutti quelli che mettono le mani sulle penne... E quindi era ben lungi da me qualsiasi intento lesivo dell'onorabilità di Mario, che non mi sognerei mai di mettere in discussione, e mi dispiace sinceramente di aver causato questa reazione, che proprio non avevo messo in conto quando scrivevo questa mattina, principalmente per evitare che nel Wiki della A.A. Waterman finisse per due volte la stessa penna nella stessa scatola (anche se stavolta con il pennino).
Giorgio
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The Modern Pen
La lettura di questo post mi ha portato a quello precedente del 2015 che mi era sfuggito ed alla lettura del Wiki.
Colleziono le A.A. Waterman da quando tante erano disponibili. Sono nel tempo riuscito a mettere insieme una discreta collezione che mi ha consentito di stabilire come sia impossibile catalogarle e classificarle, ma mi interessava il personaggio A.A. Waterman ed ho fatto ricerche storiche sul nome, le società che ha contribuito, direttamente o indirettamente a creare, i geniali brevetti ed infine sulla sua vita.
Sovente il lettore che legge di AA Waterman o delle sue penne, si rende conto che l’articolista lo descrive negativamente come fosse una persona che ha voluto trarre vantaggio dalla somiglianza del suo nome con un marchio famoso, copiandone le stilografiche. Legalità poi ripristinata da una sentenza che lo ha costretto a scrivere che il suo prodotto nulla aveva a che fare con quello di L.E. Waterman.
Non vi è nulla di più sbagliato, i fatti sono ben diversi.
Arthur A. Waterman era una persona colta ed istruita (diploma di laurea ad Harvard) ed un abilissimo organizzatore e commerciante, nonché editore. Come sovrintendente diresse la Harvard Cooperative Society dalla fondazione al 1894 per 12 anni lasciandola con un patrimonio di 500.000$ ed un giro di affari superiore a 1.250.000$ (oggi fattura decine di milioni di dollari); non poco in quegli anni (fatti raccontati nella riunione del cinquantenario dei laureati del 1885).
L.E. Waterman ha intentato 16 cause (se non ricordo male) alle società di AA Waterman, perdendone tante.
La prima causa così viene commentata su American Stationer del settembre 1897: “Una allegra denuncia è stata archiviata questa settimana; LE Waterman argomentava nel suo ricorso contro AA Waterman, che i pennini delle stilografiche imitavano quelli della L.E Waterman, avendo la stessa forma e avevano il foro come quelli della LE Waterman, ed anche la traccia che lasciavano era simile alle sue. Le penne laminate in oro erqno uguali alle sue in quanto non avevano la copertura del cappuccio, aveva occupato la sua sede a Boston, gli avevano portato via l'impiegato (era il cognasto di AA Waterman n.d.t.) avevano copiato il suo marchio, chiedeva 10.000$ di danni.”
Insieme a questa controversia, LE Waterman ne presenta altre due: contro Frazer e Geyer che producevano la stilografica Lincoln e contro un cartolaio che vendeva penne Parker simili alle sue (lo incolpava che le esponeva vicino alle sue confondendo il potenziale acquirente).
Conclude l’articolista scrivendo che “ Sembrava che una società ricca cercasse di bloccare i concorrenti piccoli al fine di imporre il suo monopolio.”
Non voglio annoiarvi troppo ed infine aggiungo alcune doverose precisazioni:
• Si chiamava ARTHUR ALLEN (non Allan) Waterman (cfr. THE WATERMAN FAMILY Volume I-III°: Descendants of Robert Waterman, of Marshfield, Massachusetts, through seven generations ,di DONALD LINES JACOBUS, 1939). Questi libri (circa 2400 pagine), li si trovano digitalizzati anche su internet in diverse biblioteche on-line. Volendo si può trovare su “My Heritage”, sito di genealogia, a pagamento tutta la ascendenza, discendenza di A.A. Waterman.
A.A. Waterman, era cugino di L.E. Waterman.
• AA Waterman faceva realizzare stilografiche molto avanzate, lo testimoniano i numerosi brevetti; inizialmente sposta la giunzione tra corpo e sezione della stilografica in avanti (accorciando la sezione) al fine di impedire che le dita umide, poggiando sulla stessa si sporcassero, poi brevetta e realizza la stilografica con la giunzione a metà della stessa risolvendo questo problema. Poi acquista i brevetti (detenuti da Stone, dipendente di Frazer & Geyer) per un sistema di riempimento a torsione del sacchetto di gomma mettendo in vendita la prima stilografica a riempimento automatico. Per non dimenticare le stilografiche con cappuccio a cono introdotte ben prima di L.E. Waterman.
• Le società participate o create da AA Waterman sono state negli anni: A.A. Waterman Pen Co., Lincoln Pen Co., Modern Pen Co., AA Waterman & Co., AA Waterman Maker Boston, Sterling Fountain Pen Co.,Masonic Temple Pen.Co.
Con un poco di pazienza nelle biblioteche degli Stati Uniti si trova tutto, hanno digitalizzato anche gli interrogatori dei processi e si possono oggi leggere le dichiarazioni rilasciate da L.E. Waterman e dagli altri partecipanti alle udienze.
Colleziono le A.A. Waterman da quando tante erano disponibili. Sono nel tempo riuscito a mettere insieme una discreta collezione che mi ha consentito di stabilire come sia impossibile catalogarle e classificarle, ma mi interessava il personaggio A.A. Waterman ed ho fatto ricerche storiche sul nome, le società che ha contribuito, direttamente o indirettamente a creare, i geniali brevetti ed infine sulla sua vita.
Sovente il lettore che legge di AA Waterman o delle sue penne, si rende conto che l’articolista lo descrive negativamente come fosse una persona che ha voluto trarre vantaggio dalla somiglianza del suo nome con un marchio famoso, copiandone le stilografiche. Legalità poi ripristinata da una sentenza che lo ha costretto a scrivere che il suo prodotto nulla aveva a che fare con quello di L.E. Waterman.
Non vi è nulla di più sbagliato, i fatti sono ben diversi.
Arthur A. Waterman era una persona colta ed istruita (diploma di laurea ad Harvard) ed un abilissimo organizzatore e commerciante, nonché editore. Come sovrintendente diresse la Harvard Cooperative Society dalla fondazione al 1894 per 12 anni lasciandola con un patrimonio di 500.000$ ed un giro di affari superiore a 1.250.000$ (oggi fattura decine di milioni di dollari); non poco in quegli anni (fatti raccontati nella riunione del cinquantenario dei laureati del 1885).
L.E. Waterman ha intentato 16 cause (se non ricordo male) alle società di AA Waterman, perdendone tante.
La prima causa così viene commentata su American Stationer del settembre 1897: “Una allegra denuncia è stata archiviata questa settimana; LE Waterman argomentava nel suo ricorso contro AA Waterman, che i pennini delle stilografiche imitavano quelli della L.E Waterman, avendo la stessa forma e avevano il foro come quelli della LE Waterman, ed anche la traccia che lasciavano era simile alle sue. Le penne laminate in oro erqno uguali alle sue in quanto non avevano la copertura del cappuccio, aveva occupato la sua sede a Boston, gli avevano portato via l'impiegato (era il cognasto di AA Waterman n.d.t.) avevano copiato il suo marchio, chiedeva 10.000$ di danni.”
Insieme a questa controversia, LE Waterman ne presenta altre due: contro Frazer e Geyer che producevano la stilografica Lincoln e contro un cartolaio che vendeva penne Parker simili alle sue (lo incolpava che le esponeva vicino alle sue confondendo il potenziale acquirente).
Conclude l’articolista scrivendo che “ Sembrava che una società ricca cercasse di bloccare i concorrenti piccoli al fine di imporre il suo monopolio.”
Non voglio annoiarvi troppo ed infine aggiungo alcune doverose precisazioni:
• Si chiamava ARTHUR ALLEN (non Allan) Waterman (cfr. THE WATERMAN FAMILY Volume I-III°: Descendants of Robert Waterman, of Marshfield, Massachusetts, through seven generations ,di DONALD LINES JACOBUS, 1939). Questi libri (circa 2400 pagine), li si trovano digitalizzati anche su internet in diverse biblioteche on-line. Volendo si può trovare su “My Heritage”, sito di genealogia, a pagamento tutta la ascendenza, discendenza di A.A. Waterman.
A.A. Waterman, era cugino di L.E. Waterman.
• AA Waterman faceva realizzare stilografiche molto avanzate, lo testimoniano i numerosi brevetti; inizialmente sposta la giunzione tra corpo e sezione della stilografica in avanti (accorciando la sezione) al fine di impedire che le dita umide, poggiando sulla stessa si sporcassero, poi brevetta e realizza la stilografica con la giunzione a metà della stessa risolvendo questo problema. Poi acquista i brevetti (detenuti da Stone, dipendente di Frazer & Geyer) per un sistema di riempimento a torsione del sacchetto di gomma mettendo in vendita la prima stilografica a riempimento automatico. Per non dimenticare le stilografiche con cappuccio a cono introdotte ben prima di L.E. Waterman.
• Le società participate o create da AA Waterman sono state negli anni: A.A. Waterman Pen Co., Lincoln Pen Co., Modern Pen Co., AA Waterman & Co., AA Waterman Maker Boston, Sterling Fountain Pen Co.,Masonic Temple Pen.Co.
Con un poco di pazienza nelle biblioteche degli Stati Uniti si trova tutto, hanno digitalizzato anche gli interrogatori dei processi e si possono oggi leggere le dichiarazioni rilasciate da L.E. Waterman e dagli altri partecipanti alle udienze.
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Scusate, mi sono dimenticato di firmare l'intervento.
Paolo E. Demuro
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