Questa Ad ambisce ad essere tra le primissime apparse nel nostro paese (ed è attualmente la più antica tra quelle documentate dal nostro formidabile Wiki ), proprio agli albori della commercializzazione internazionale delle “penne a serbatoio”…
1° Gennaio 1898: per darvi un’idea del periodo, si era in piena Belle Époque, in un profluvio di soggetti floreali e di linee sinuose ad essi ispirate, tra gli ori e le porpore di un’Art Nouveau ancora pienamente naturalistica, ma ormai non più temporalmente lontana dalla stilizzazione…
Sul frontespizio della raffinata rivista quindicinale di grandi dimensioni (anche se di non moltissime pagine), edita a Firenze, potrete rinvenire i nomi di alcuni dei prestigiosi collaboratori che discettavano di Letteratura, Arte e Sport sulle sue pagine già dal lontano 1864…
Ma veniamo al punto: la penna, o meglio lo STILOGRAFO AMERICANO
Non vi si può leggere alcuna Marca e nemmeno un codice, ma credo di aver riconosciuto le specificità di una EAGLE FOUNTAIN PEN prodotta dalla Eagle Pencil Co. di New York.
Come risulta dal nostro Wiki, questa è un foglietto di istruzioni/Ad del modello a cartuccia di vetro (vial) brevettato da C.W. Boman nel 1890. Se ruotiamo il foglietto con l’immagine della penna e l’accostiamo all’immagine “italiana”, vediamo che le somiglianze sono molte più delle differenze… Come si può osservare, i pennini non erano in oro ma in metallo “non corrosive”, che nella Ad italiana è presentato come lega di “bronzo-alluminio”.
La differenza maggiore, almeno ai miei occhi, risiederebbe nelle due "codine" che spuntano dalla sezione per entrare nella cartuccia di vetro (“tubetto”). Sempre grazie al Wiki è possibile spiegare anche questo dettaglio, ben evidenziato nel brevetto originale (https://www.fountainpen.it/File:Patent-US-426758.pdf ): le codine sono la parte terminale di una rudimentale “guida” in filo metallico (leader, come "annodata", contrassegnata con la lettera g, ) per far giungere l’inchiostro con gradualità al gruppo conduttore/pennino, e per farlo ritornare alla cartuccia/serbatoio quando non serve più (lo stesso sistema di fili di metallo regolabili, anche intrecciati, si trova nelle penne con overfeed come le Swan della prima generazione, prima dell’adozione dell’alimentatore "a pettine").
Se così fosse, quella proposta in vendita nel lontano 1898 a Firenze sarebbe proprio una Eagle Fountain Pen a cartuccia di vetro…
Essendo una Rivista che si rivolgeva a persone che avevano quotidianamente a che fare con la scrittura, per lavoro o per diletto, ecco altre Ad relative a questo mondo, decisamente meno impegnative :
iniziamo da un poggia-cannucce/pesa corrispondenza, per proseguire con una coppia di pennini per SOGGETTI NERVOSI (che davano in smanie al solo pensiero di dover rinzuppare nel calamaio!!) (la Marca è una mia vecchia conoscenza, la scozzese MacNiven & Cameron: viewtopic.php?t=14800 ),
per terminare con un imperdibile “estrattore di pennini”
(nomen omen:
“Con cosa lo cambi tu il pennino?”
“Ma col CRIC !!!”) che, udite, udite!, vi avrebbe addirittura salvato la vita dai mortali bacilli che si annidano in quasi tutti gli inchiostri conosciuti (uomo stilografico avvisato,…)!!!
Anche l’estrattore salva-vita era di produzione MacNiven & Cameron, come deduco dal pennino Hindoo, uno dei cavalli di battaglia della Ditta che ne ripropose le specificità anche quando passò a produrre penne stilografiche…
Come i più smaliziati avranno sicuramente notato, per ricevere informazioni e per acquistare si doveva scrivere alla “Lega Industriale Italiana via Fra Domenico, 9, Firenze” che risultava allo stesso indirizzo della Rivista stessa.
Grazie per l’attenzione!
Giorgio