Silemar ha scritto: ↑martedì 29 ottobre 2019, 11:37
Vorrei regalarti un Natale povero, cara Silvia.
Non misero come quello di mia madre durante la guerra, dove sperare in un panino bianco era peccare di ingordigia.
Non difficile come quando mio padre perse il lavoro, a quell’età maledetta in cui “inutile” è il tuo nome, e c’era molta tristezza in ogni piccolo, parco dono.
Non doloroso come quello scorso, in cui abbiamo accudito la tua nonna malata.
Vorrei regalarti un Natale povero e magico. Un Natale con meno cibo, meno doni, meno di tutto. Un Natale che punga di abete e tintinni di vetro. Un Natale fatto di luci soffuse, di cera sciolta, nella cui attesa dolcemente struggersi. Un Natale dove lo zucchero dall’impalpabile velo sposi il pandoro una notte soltanto. Un Natale in cui ogni piccolo gesto, una stellina appesa, un biscotto intagliato, un nastro arricciato, evochi in te l’amore per la vita e per gli altri.
Vorrei regalarti sensazioni care, emozioni profonde.
Ti darò un Natale povero, cara bambina mia, che mi parli dei regali costosi fatti ai tuoi amici. Sarà difficile ma devo tentare perché questo è il più bel regalo che posso farti.
Ecco, ci vorrebbe un Natale dei sentimenti, degli affetti, della condivisione e del ritorno del significato vero di questa festività religiosa.
Purtroppo oggi, molti hanno dimenticato anche il vero significato del Natale, pensando che sia luci, regali, leccornie varie e la venuta di uno strano vecchio vestito di "rosso coca cola".
Per chi è credente, il Natale dovrebbe essere la più bella festa di compleanno, quella della venuta al mondo della Vera Luce, del mistero del Creatore che si fa creatura. E' vero, ad ogni festa di compleanno, ci si dovrebbe divertire e stare in allegria con le persone care... ma soprattutto ricordarsi di fare gli auguri e magari un piccolo dono al Festeggiato.