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Phormula
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Messaggio da Phormula »

L'operaio del '49 probabilmente spendeva una buona fetta del suo stipendio per mangiare, non aveva un guardaroba alla moda e probabilmente aveva una moglie casalinga che faceva la spesa al mercato, riparava i vestiti quando non li faceva in casa (io ricordo i maglioni fatti ai ferri da mia nonna, e quando erano diventati stretti, mia nonna li disfava e recuperava la lana per fare altro). D'estate mandava i figli al mare in colonia e lui restava in città o tornavano tutti al paese natio... oggi il cibo rappresenta una spesa proporzionalmente in calo nel budget di una famiglia, mentre altre voci come le vacanze hanno assunto un peso diverso. Scusate l'OT
E' scientificamente provato. Acquistare penne stilografiche e scrivere con la penna stilografica sono due hobbies distinti.
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sussak
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Messaggio da sussak »

Dato che nel 1949 andavo già a scuola, scusatemi se preciso qualcosa.
In quell'anno non c'erano ancora i frigoriferi, ma delle ghiacciaie domestiche in legno, foderate di zinco, piuttosto puzzolenti.
Gli elettrodomestici, come anche le lavatrici, sono arrivate qualche anno dopo.
Ricordo anche che lo stipendio di mio padre che era capo dell'ufficio tecnico dell'Anas (fino al 1952, quando se ne andò sbattendo la porta per non dover sottoscrivere quanto avveniva nell'amministrazione, già allora), quindi un grado VIII, era di £. 60.000. La paga di un operaio variava dalle 18 alle 20 lire all'ora. L'auto di servizio di mio padre, un lusso averla all'epoca, era una Fiat topolino 500 C. Il mio cappotto da bambino era ricavato da una vecchia coperta militare rivoltata, nonostante fossimo una famiglia piccolo borghese. Ci vollero anni per uscire da questo stato di cose, e chi oggi non l'ha vissuto non può rendersene conto.
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jebstuart
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Messaggio da jebstuart »

analogico ha scritto: lunedì 26 agosto 2019, 19:26 Non sono un collezionista di francobolli, ma ne ho tantissimi.
Questo è solo l'ultimo ritrovamento tra le vecchie cose di mio padre, sono quasi tutte quartine angolo di foglio
Ottimo passatempo per i prossimi fine settimana d'autunno
Se sono antecendenti al 1955 potresti avere delle belle sorprese... :)
Mauro
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Messaggio da G P M P »

analogico ha scritto: lunedì 26 agosto 2019, 19:26Non sono un collezionista di francobolli, ma ne ho tantissimi.
Questo è solo l'ultimo ritrovamento tra le vecchie cose di mio padre, sono quasi tutte quartine angolo di foglio
Ottimo passatempo per i prossimi fine settimana d'autunno
Oddio che spettacolo ... altro che passatempo :o
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Messaggio da analogico »

G P M P ha scritto: lunedì 26 agosto 2019, 23:54
analogico ha scritto: lunedì 26 agosto 2019, 19:26Non sono un collezionista di francobolli, ma ne ho tantissimi.
Questo è solo l'ultimo ritrovamento tra le vecchie cose di mio padre, sono quasi tutte quartine angolo di foglio
Ottimo passatempo per i prossimi fine settimana d'autunno
Oddio che spettacolo ... altro che passatempo :o
Grazie.
Sono veramente tantissime buste, di tempo me ne servirà
jebstuart ha scritto: lunedì 26 agosto 2019, 22:54
Se sono antecendenti al 1955 potresti avere delle belle sorprese... :)
Ho aperto un paio di buste a caso, primissimi anni 60.
Speriamo che si vada a ritroso :D :D :D
Antonio

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Messaggio da kircher »

Un libro che ho trovato molto illuminante per la drammaticità dei grafici è Giovanni Vecchi, La ricchezza degli italiani, che uscì nel 2011 nell'ambito delle celebrazioni dei 150 anni dall'Unità. Dà una misura di quanto fosse povera l'Italia e di quanta strada sia stata fatta prima che la spesa irragionevole degli anni Settanta e Ottanta devastasse il paese. Anche il libro di Federico e Cohen, Lo sviluppo economic italiano è molto interessante.
E ovviamente il confronto col prezzo di un unico bene, come scrive Phormula, non è molto utile. Nel 1949 di carne se ne mangiava davvero molta meno di adesso. Era cara, un vero bene di lusso.
sussak ha scritto: lunedì 26 agosto 2019, 21:31 Dato che nel 1949 andavo già a scuola, scusatemi se preciso qualcosa.
In quell'anno non c'erano ancora i frigoriferi, ma delle ghiacciaie domestiche in legno, foderate di zinco, piuttosto puzzolenti.
Gli elettrodomestici, come anche le lavatrici, sono arrivate qualche anno dopo.
Ricordo anche che lo stipendio di mio padre che era capo dell'ufficio tecnico dell'Anas (fino al 1952, quando se ne andò sbattendo la porta per non dover sottoscrivere quanto avveniva nell'amministrazione, già allora), quindi un grado VIII, era di £. 60.000. La paga di un operaio variava dalle 18 alle 20 lire all'ora. L'auto di servizio di mio padre, un lusso averla all'epoca, era una Fiat topolino 500 C. Il mio cappotto da bambino era ricavato da una vecchia coperta militare rivoltata, nonostante fossimo una famiglia piccolo borghese. Ci vollero anni per uscire da questo stato di cose, e chi oggi non l'ha vissuto non può rendersene conto.
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Messaggio da sussak »

Quando ero bambino io, la carne si mangiava sì e no la domenica.
L'olio a Milano era una rarità, il condimento più usuale era lo strutto.
Il burro costava nel primo dopo guerra 1000 lire al kg.
Impazzavano le minestre di riso e coste, poi come secondo radici amare e/o patate dolci (una vera schifezza).
Riso tanto, ma pasta molto poca. Gli aranci in tavola per Natale. Come dolci, i biscotti di farina di miglio.
L'alimento più comune erano le uova, ma con parsimonia, uno a testa.
La cena molto spesso era costituita da una scodella di latte con i ciuchini (le castagne secche).
Erano tutti molto magri.
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sussak ha scritto: martedì 27 agosto 2019, 11:43 Quando ero bambino io...
Ciao Sussak,

La guerra e l'immediato dopoguerra sono stati durissimi per l'economia e per tutta la popolazione. Probabilmente, malgrado i freni allo sviluppo dati dal regime dittatoriale, nel '39 si stava meglio che in tutto il decennio successivo.

Invece è impressionante andare a vedere la progressione che il GDP pro capite ha avuto negli anni sino al 2007.
Qui un grafico, che purtroppo inizia solo nel 1960 e che mostra come il GDP pro capite a dollari costanti sia nel 2007 tre volte e mezzo quello del 1960.
https://fred.stlouisfed.org/series/NYGDPPCAPKDITA
La crescita fu dovuta al notevolissimo aumento della efficienza produttiva nel corso degli anni.

In seguito abbiamo avuto la ben nota stagnazione per la quale possiamo ringraziare l'aumento scriteriato della spesa pubblica anche dai decenni precedenti (in gran parte trasferimenti da produttori di reddito a percettori improduttivi), l'ingessatura dei meccanismi di mercato, l'inesistenza degli ascensori sociali e, non ultimo, il problema demografico.

Per tornare al prezzo della penna, però occorre osservare che l'evoluzione della ricchezza non segue l'evoluzione dei prezzi. Anzi all'aumentare della efficienza i reddito pro capite cresce e il costo industriale di un bene (in media) diminuisce.
Quindi mi aspetterei che il prezzo attualizzato di una BIC del 1970 sia ben superiore a quello di una identica BIC di oggi.
Ma non mi aspetto lo stesso da una penna di lusso. Per la penna di lusso il costo industriale probabilmente è diminuito come per una BIC, ma in compenso sono andati alle stelle i costi di marketing e commercializzazione necessari a rendere l'oggetto desiderabile ai "ricchi".
Mio padre comprò negli anni '60 due ruvide coperte da cavallo da Hermès in Faubourg St. Honoré. Evidentemente le trovò convenienti. Oggi a quel negozio solo uno sceicco o un mafioso russo ci si può più avvicinare.
Michele
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Messaggio da sussak »

l'immediato dopoguerra sono stati durissimi per l'economia e per tutta la popolazione

Caro Michele, non esattamente.
Le città erano state occupate e distrutte: ma in collina e nell'oltrePo, dove ho una casa, la vita era diversa.
Ho conosciuto persone che in quei tempi hanno fatto soldi, tanti soldi con la borsa nera.
Umberto

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