In un’Italia post-bellica fortemente influenzata da prodotti d’oltreoceano, anche il settore stilografico ne era fortemente affetto. I successi di Parker e Sheaffer erano evidenti ed hanno determinato le scelte stilistiche di molti dei nostri produttori. La famosa 88 di Nizzoli con il suo pennino carenato di provenienza Parker 51 è uno degli esempi più noti, benché dalle linee sostanzialmente diverse e con scelte tecniche che, a parer mio, la pongono ad un livello nettamente superiore, ma non mancano altri esempi, come le Williamson ispirate alle Vacumatic e alle Whal Eversharp Doric. Leggendo in giro comunque si capisce che erano comunque penne di buona fattura ed ottimi materiali.
La F.R.V. decise di cavalcare l’onda del successo della Sheaffer Pen Co, creando il marchio Penco, che richiamava il nome del colosso americano, e realizzando dei di modelli che si ispiravano ai suoi modelli più di successo.
La Penco 53 fu il modello di punta dell’azienda, lanciata sul mercato nel ’52, e si ispirava fortemente ai modelli Sheaffer con pennino conico Triumph. La penna ebbe una buona campagna pubblicitaria in cui si evidenziavano caratteristiche tecniche all’avanguardia, in particolar modo sul sistema di caricamento che riprendeva alcune caratteristiche della Vacumatic. Benché fortemente ispirata, nella versione base e con cappuccio cromato, rispettivamente alla Touchdown Valiant e Sentinel Deluxe, era tuttavia stilisticamente all’avanguardia con un fusto più gande, secondo quelle che saranno le tendenze future. La 53 era una penna di ottima fattura realizzata con materiali di buona qualità, la versione base con cappuccio nero e pennino in oro 14K costava l’equivalente di 120€, in linea con il prezzo di una Sheaffer Valiant di 12,5$ dell’epoca rapportabili a circa 130€ odierni.
Il sistema di caricamento non riscosse un grosso successo, in quanto richiedeva l’apertura del fusto in un’epoca i cui sempre più sistemi si operavano dall’esterno, in particolar modo proprio le Sheaffer a cui si ispirava. Per questo motivo nel ’53 venne introdotto un sistema di carica molto simile al Touchdown, talmente simile da attirare le attenzioni dei legali di Sheaffer. Il pennino conico molto simile al pennino Targa, le linee di chiara ispirazione Sheaffer, il nome che ricordava il Pen Co. di Sheaffer ed ora anche il sistema di carica Touchdown erano un’ottima serie di buoni motivi per intentare una azione legale. I fratelli Rossi cercarono di correre ai ripari cambiando nel ’54 il sistema di ricarica per l’ultima versione della 53, implementando un classico sistema di ricarica a pistone, anche questo di ottima fattura, tuttavia fu tardi, il colosso Americano non desistette dalla sua azione legale. La Penco non potendo sostenere una causa del genere smise la produzione della 53 nel 1956. La 53 fu il canto del cigno della Penco che chiuse i battenti nel 1957.
[Rif. Wiki di fountainpen.it, Pentrace, Pen Hero]
Tutto questo interesse è nato da un imprudente acquisto fatto al mercatino domenicale; non la conoscevo era buttata in un mucchio di altre penne su una bancarella ed ha attirato la mia attenzione. L’ho presa non sapendo che compravo e se funzionasse, ho visto solo che il fondello girava! L’ho provata al bar con un bicchiere d’acqua, sono stato contento di vedere che caricava correttamente.
Ecco i dati della penna
• Lunghezza chiusa: 143mm
• Lunghezza aperta: 121mm
• Lunghezza con cappuccio calzato: 149mm
• Diametro massimo fusto: 12mm
• Diametro centro sezione: 10.5mm
• Peso 22gr
Il mio esemplare è l’ultima serie a pistone ed ha il cappuccio cromato con la banda dorata in basso. La penna è comodissima, con il cappuccio che si rimuove con mezzo giro, si calza comodamente, ben bilanciata sia con che senza cappuccio. Il pennino è duro, ma scorrevole con un bel tratto fino e flusso generoso. Appena tornato a casa le ho dato una lavata, una bella lucidata per togliergli la patina del tempo, che le si era accumulata addosso, ed è tornata subito in carreggiata, a riprove della buona qualità con cui venivano realizzate le 53. Purtroppo ha perso un po' di cromatura sul cappuccio, ma credo che visto i 63 anni di età minimo che ha ci può stare. Non sono un intenditore di vintage, ma sono rimasto molto colpito dalla 53 che mi sta facendo compagnia da diversi giorni caricata con un bel KWZ IG Blue #6. Eccola
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