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17 maggio 2025 - Hotel AC Marriot, via Luciano Bausi, 5
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A proposito di quanto costava produrre un iPhone...
- FedericoPari
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A proposito di quanto costava produrre un iPhone...
E di come questa si collegava al mio discorso sul costo di produzione di una penna...
Qui c'e' riportata una stima dei costi dei soli materiali+manodopera di costruzione
http://www.isuppli.com/PublishingImages ... Phone5.jpg
dai 200 ai 250 dollari circa (tra il 4 e il 5), costi di produzione di manodopera cinese quindi sostanzialmente trascurabili (8 dollari a pezzo circa). Manca ancora il costo di tutta "la baracca Apple" (ricerca,brevetti,dipendenti,ecc ecc) che ipotizzare parecchio elevato e' un eufemismo... Guardacaso pero' questi vendono diversi milioni di pezzi all'anno...
Personalmente non mi sorprendo affatto che un numero limitato di penne prodotte completamente in italia (e quindi costi di manodopera italiani e non cinesi) o quantomeno con fornitori europei (e quindi non cinesi) arrivino a costare cifre dell'ordine di un iphone.
Qui c'e' riportata una stima dei costi dei soli materiali+manodopera di costruzione
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dai 200 ai 250 dollari circa (tra il 4 e il 5), costi di produzione di manodopera cinese quindi sostanzialmente trascurabili (8 dollari a pezzo circa). Manca ancora il costo di tutta "la baracca Apple" (ricerca,brevetti,dipendenti,ecc ecc) che ipotizzare parecchio elevato e' un eufemismo... Guardacaso pero' questi vendono diversi milioni di pezzi all'anno...
Personalmente non mi sorprendo affatto che un numero limitato di penne prodotte completamente in italia (e quindi costi di manodopera italiani e non cinesi) o quantomeno con fornitori europei (e quindi non cinesi) arrivino a costare cifre dell'ordine di un iphone.
Federico
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Re: A proposito di quanto costava produrre un iPhone...
Appunto. Quello che dicevo qualche tempo addietro.FedericoPari ha scritto:E di come questa si collegava al mio discorso sul costo di produzione di una penna...
Qui c'e' riportata una stima dei costi dei soli materiali+manodopera di costruzione
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dai 200 ai 250 dollari circa (tra il 4 e il 5), costi di produzione di manodopera cinese quindi sostanzialmente trascurabili (8 dollari a pezzo circa). Manca ancora il costo di tutta "la baracca Apple" (ricerca,brevetti,dipendenti,ecc ecc) che ipotizzare parecchio elevato e' un eufemismo... Guardacaso pero' questi vendono diversi milioni di pezzi all'anno...
Personalmente non mi sorprendo affatto che un numero limitato di penne prodotte completamente in italia (e quindi costi di manodopera italiani e non cinesi) o quantomeno con fornitori europei (e quindi non cinesi) arrivino a costare cifre dell'ordine di un iphone.
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Giuseppe
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Re: A proposito di quanto costava produrre un iPhone...
Per quanto attinente possa sembrare le due cose non possono essere paragonate direttamente.
Un iphone in Italia parte da 629 euro (il 16Gb). Tradotto in dollari sono 809 dollari (al cambio di oggi).
Escludendo la manodopera cinese (risibile - 1,70 dollari l'ora circa) a Apple quell'iphone costa 180 dollari.
Mettiamo un altro fattore: l'economia di scala. Apple vende milioni di iphone e i prezzi che spunta dai fornitori saranno sicuramente minori. Quindi possiamo ipotizzare a spanne 800-150=650 dollari di margine ex materiali. Aggiungiamo ricerca, marketing, imballaggi, materiali e tutto il resto e arriviamo a 400 dollari?
E' evidente che è un prezzo che punta sul fattore marchio e tendenza con margini superiori al 50%.
Ora vogliamo fare un calcolo "spannometrico" dei materiali di una penna?
Usando la migliore resina e i migliori materiali penso non si arrivi a 30-35 euro (sono anche ottimista, stiamo parlando sempre di pochi grammi).
L'unico elemento che ha un certo peso specifico è il pennino se in oro o altri materiali nobili. Ma non comunque ai livelli che ci si vuole far credere.
Tempo lavoro. Per fare una penna a meno che non sia cesellata o dipinta a mano credo non superi la mezz'ora (mano d'opera italiana circa 20 euro l'ora).
Ricerca e marketing si ammortizzano col tempo (cosa non valida sulle edizioni limitate).
Confezioni, imballaggi e spedizioni su larga scala incidono per un 3-4% al massimo.
Ricarico dei negozianti: questa è un'altra storia...
In conclusione.
Sulle edizioni limitate non si può sostenere che il prezzo sia dettato dai costi ma semplicemente da logiche di mercato/profitto.
Un iphone in Italia parte da 629 euro (il 16Gb). Tradotto in dollari sono 809 dollari (al cambio di oggi).
Escludendo la manodopera cinese (risibile - 1,70 dollari l'ora circa) a Apple quell'iphone costa 180 dollari.
Mettiamo un altro fattore: l'economia di scala. Apple vende milioni di iphone e i prezzi che spunta dai fornitori saranno sicuramente minori. Quindi possiamo ipotizzare a spanne 800-150=650 dollari di margine ex materiali. Aggiungiamo ricerca, marketing, imballaggi, materiali e tutto il resto e arriviamo a 400 dollari?
E' evidente che è un prezzo che punta sul fattore marchio e tendenza con margini superiori al 50%.
Ora vogliamo fare un calcolo "spannometrico" dei materiali di una penna?
Usando la migliore resina e i migliori materiali penso non si arrivi a 30-35 euro (sono anche ottimista, stiamo parlando sempre di pochi grammi).
L'unico elemento che ha un certo peso specifico è il pennino se in oro o altri materiali nobili. Ma non comunque ai livelli che ci si vuole far credere.
Tempo lavoro. Per fare una penna a meno che non sia cesellata o dipinta a mano credo non superi la mezz'ora (mano d'opera italiana circa 20 euro l'ora).
Ricerca e marketing si ammortizzano col tempo (cosa non valida sulle edizioni limitate).
Confezioni, imballaggi e spedizioni su larga scala incidono per un 3-4% al massimo.
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In conclusione.
Sulle edizioni limitate non si può sostenere che il prezzo sia dettato dai costi ma semplicemente da logiche di mercato/profitto.
Daniele
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Re: A proposito di quanto costava produrre un iPhone...
Continuo a non essere d'accordo. Lungi da me pensare che non ci siano ANCHE logiche di mercato/profitto (ma queste mica solo sulle edizioni limitate, anche sulle edizioni normali una azienda vuole farci profitto), ma nel mio "famoso" discorso rientrava anche il ricarico del negoziante (non vedo perche' relegarlo in fondo alla lista della cause di un costo), e il prezzo finale mica e' quello a cui un'azienda vende la penna...
Ma in ogni caso, perche' se una edizione limitata viene venduta a 500 euro e questi 500 euro sono dettati solo da logiche di mercato/profitto (quindi parecchio gonfiati, come si evince dai pareri che leggo qua e la'), una edizione ordinaria, che magari non includa nemmeno particolari elementi tecnici o materiali particolarmente pregiati (se ci incastono un cullinan faccio presto ad alzare il valore...), arriva comunque a sfiorare quelle cifre ? Se fossero cosi' distinte le cose (materiali e costi per le ordinarie vs logiche di mercato per le limitate), le ordinarie non dovrebbero mai superare un certo prezzo di vendita (eppure vediamo bene che non e' cosi'), o sbaglio ?
Ma in ogni caso, perche' se una edizione limitata viene venduta a 500 euro e questi 500 euro sono dettati solo da logiche di mercato/profitto (quindi parecchio gonfiati, come si evince dai pareri che leggo qua e la'), una edizione ordinaria, che magari non includa nemmeno particolari elementi tecnici o materiali particolarmente pregiati (se ci incastono un cullinan faccio presto ad alzare il valore...), arriva comunque a sfiorare quelle cifre ? Se fossero cosi' distinte le cose (materiali e costi per le ordinarie vs logiche di mercato per le limitate), le ordinarie non dovrebbero mai superare un certo prezzo di vendita (eppure vediamo bene che non e' cosi'), o sbaglio ?
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Re: A proposito di quanto costava produrre un iPhone...
Si può fare un confronto.
Rimaniamo in casa Visconti.
Homo Sapiens Oversize vs OPERA TYPHOON.
Resina lavica - Resina
Power Filler - Power Filler
Palladio - Cromo
Finiture in bronzo/argento - finiture in acciaio
Dimensioni grandi - Dimensioni medie
Edizione Ordinaria - Edizione Limitata.
Da caratteristiche non si può contestare il fatto che la Homo Sapiens (fosse anche per il solo pennino in palladio) sia superiore.
Eppure costa di meno.
Rimaniamo in casa Visconti.
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Eppure costa di meno.
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Re: A proposito di quanto costava produrre un iPhone...
Molte penne anche se sono inferiori costano di più solo perchè sono versioni limitate.
Il valore di una stilografica non dipende dal costo, ma dal valore che noi le diamo.
- FedericoPari
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Re: A proposito di quanto costava produrre un iPhone...
sullo stesso sito la hs viene 360 e la typhoon 400, non e' che ci sia una differenza abissale considerando anche che il secondo e' un prodotto appena presentato. Comunque questo tipo di confronto diretto risulta piuttosto difficile a farsi, i prezzi "in chiaro" sui siti commerciali sono veramente risicati... Ma a parte questo, il discorso si sta allargando molto e non riguardava in origine tanto questo confronto tra le limitate o no, quanto giustificare o meno un prezzo assoluto di 400/500 euro per una penna (che sia limitata o no) considerando anche tutti i relativi costi che ci stanno dietro (e non a caso in quel famoso post in cui parlai di questa cosa, presi ad esempio anche la homo sapiens, dicendo che a un prezzo di 50 euro non sarebbe stato possibile nemmeno concepirla); per me ci sono e non sono affatto trascurabili, per molti di voi si'. A questo punto solo un produttore potra' direttamente darci la risposta (e non credo lo fara', per ovvi motivi).Daniele ha scritto:Si può fare un confronto.
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Re: A proposito di quanto costava produrre un iPhone...
Il fatto è che anche a fare calcoli presunti si continua a rimanere fuori strada, potendo soltanto speculare su ciò che poi non è nemmeno l'elemento determinante. Il prezzo finale è si, anche determinato in parte dai costi (dei quali ovviamente bisogna rientrare e fare profitto, che è la base e la spinta affinchè noi ci troviamo fra le mani le nostre care piccole
) ma gli elementi che lo determinano sono altri, e sono determinati dal mercato (non lo fa nè il produttore nè il consumatore), che è influenzato a sua volta da una serie di fattori.
Essendo molto smithiano ci tengo a ribadire che il prezzo giusto o sbagliato non esiste, esistono solo prezzi che piano piano si attesteranno su quelli di mercato (o usciranno dallo stesso). Di 1000 esemplari sono stati venduti tutti? Allora ok, era il prezzo giusto per parafrasare la Zanicchi. Giusto per il mercato, troppo altro ad esempio per me, persona che dà poca rilevanza alla limitatezza degli esemplari e che viceversa se ne tiene ben lontano sapendo che, al di là delle caratteristiche intrinseche della penna, me la fa costare almeno il doppio. Non è che non lo compro perchè penso "ditta malvagia che fa troppo ricarico sulle penne e io da proletario, anzi solo tario, mi ribello e non la prendo", ma semplicemente perchè le caratteristiche che determinano il suo valore per me sono indifferenti (come invece sono ad esempio importanti per il mercato americano, ben diverso dal nostro e che sicuramente viene più seguito in quanto sviluppa un fatturato maggiore - anche qui nessun giudizio da parte mia, è inevitabile che sia così).
Allo stesso modo ad esempio, le normalissime Wallstreet o Homo Sapiens, che ho e che sono fra le mie migliori penne, le ritengo, fatto un bilanciamento di tutti i valori sopra riportati, perfettamente calzanti il loro prezzo (ovvio, lo so che non sono vendute a prezzo di costo, intendo insomma che sono penne per le quali si possono tirar fuori quei soldi).
Quello che vorrei evitare è che si evincesse che vi sia un qualsiasi tipo di giudizio, positivo o negativo, su queste che per me sono semplicemente neutre e asettiche considerazioni di mercato.
Altrettanto neutralmente e asetticamente bisogna riconoscere, noi stilografomani, che il mercato delle penne non è come lo vediamo noi, dove c'è Stipula, Visconti, Montegrappa, Nakaya etc etc. Il mercato delle penne è fatto da un solo player: Montblanc col gruppo Richemont dietro. Esattamente allo stesso modo in cui, pur esistendo Fratres, GIDS e Croce Rossa Italiana, per chiunque "donazione sangue" è sinonimo di AVIS, per molti smartphone è uguale ad iPhone (è pure assonante).
Al di là di considerazioni anche qui valoriali (anche se è corretto dire Montblanc in praticamente un secolo si è imposta con un marketing di assoluto successo e con tonnellate di qualità), per la maggior parte della gente (sono ottimista, il 95% ma in cuor mio credo di più) la penna stilografica è la montblanc (146 o 149). E' una società talmente affermata da potersi quasi parlare di "monopolio virtuale" (se mi si permette il sintagma) tanto che, in un sistema di tendenziale concorrenza perfetta come il nostro, abbiamo un produttore che da solo incide molto sul mercato stesso: MB non fa pubblicità alle penne? Il mercato delle penne (che non siano MB) crolla, semplicemente perchè facendosi pubblicità, MB fa conoscere in generale il mondo delle penne alla gente (cosa di cui oggi non ha più bisogno, e infatti non pubblicizza più le penne e tutti i concorrenti ne hanno risentito fuorchè MB stessa). MB stabilisce fasce di mercato e relativi prezzi.
Quindi cosa occorre fare per vendere? Ti devi differenziare, devi offrire qualcosa che non solo "buono" in generale, ma che sia tale da distrarre il tuo acquisto dall'omologo MB. Chi vende oggi, insomma, non deve pensare "devo fare un'ottima penna", ma deve pensare "devo fare un'ottima penna che convinca l'utente a non comprare MB, che è la sua prima idea approcciandosi al mercato".
Sembra riduttivo ma sostanzialmente è così. Come può combattere tutto ciò Visconti? Ci sono terreni sui quali non può assolutamente sperare di competere (essendo un'impresa molto piccola rispetto alla multinazionale pluricitata), come il controllo qualità (perfetto per MB, altalenante per V)o la produzione dei pennini (prodotta "in casa" con le specifiche e le peculiarità della casa per quanto riguarda MB, appaltata per quanto concerne V), il numero degli esemplari (MB ammortizza infinitamente meglio - anche se spende infinitmente di più - con le quantità mentre giusto quest'anno mi pare che V festeggi il milione di esemplari venduti).
Sarebbe folle per V competere su quanto detto sopra, allora giustamente punta su altro: innovazione continua , come per la HS di lava, ce l'ho sempre in mano e mi piace davvero tanto, il pennino in palladio, il pennino tubulare, le edizioni limitate, i design particolari e in alcuni casi molto azzeccati e altre cose che al momento non mi sovvengono.
Per questo occorre che si ponga nella fascia di mercato del lusso, della nicchia, devono essere oggetti che siano percepiti come "privilegi", in qualche modo, se mi si passa il termine. Ecco appunto l'idea delle limitate costose: non è questione di fare tanto ricarico, è questione proprio di vendere o no.
Una 149 o una 146 per quanto costose te le puoi comprare quando vuoi. Una di queste Typhoon semplicemente no. Le devi comprare presto o esauriscono e non avrai più la possibilità di averne una. Se la Typhoon costasse, mettiamo, 150 euro ipotizzando che si sia valutato che a quel prezzo si rientri comunque dei costi (non lo so, è un'ipotesi che potrebbe non essere vera, non ha assolutamente rilevanza ai fini del discorso), e fosse seriale, venderebbe tanto perchè costa poco? Secondo me no. Forse meno dei 1000 esemplari da 500 euro. Perchè, e si ritorna lì, il quid pluris è dato in gran parte, oltre dal pennino nuovo, dalla limitatezza. E non sto dando di stupido a chi ritiene quest'ultimo un valore importante, sia chiaro: in economia ogni individuo razionale, per quanto agisca secondo alcune regole quasi naturali, ha diverse scale di valori. Io stesso ad esempio la Desert Springs, potendo, la prenderei a parità di prezzo (o pagando poco di più, diciamo un centinaio di dollari di maggiorazione?) limitata (quella uscita in 1608 esemplari) piuttosto che l'identica attuale produzione.
Sono considerazioni che credo abbia fatto dante e che faccia tutti i giorni quando decide (o meglio, quando il mercato lo porta a decidere) la collocazione di alcune penne, mentre l'analisi sui costi secondo me è veramente secondaria o comunque impatta in modo sensibilmente inferiore alle considerazioni sopra fatte.
Mi sono dilungato troppo e nonostante ciò ho toccato argomenti tali per cui quanto ho scritto è necessariamente poco e insufficiente, ma era per dare l'idea generale

Essendo molto smithiano ci tengo a ribadire che il prezzo giusto o sbagliato non esiste, esistono solo prezzi che piano piano si attesteranno su quelli di mercato (o usciranno dallo stesso). Di 1000 esemplari sono stati venduti tutti? Allora ok, era il prezzo giusto per parafrasare la Zanicchi. Giusto per il mercato, troppo altro ad esempio per me, persona che dà poca rilevanza alla limitatezza degli esemplari e che viceversa se ne tiene ben lontano sapendo che, al di là delle caratteristiche intrinseche della penna, me la fa costare almeno il doppio. Non è che non lo compro perchè penso "ditta malvagia che fa troppo ricarico sulle penne e io da proletario, anzi solo tario, mi ribello e non la prendo", ma semplicemente perchè le caratteristiche che determinano il suo valore per me sono indifferenti (come invece sono ad esempio importanti per il mercato americano, ben diverso dal nostro e che sicuramente viene più seguito in quanto sviluppa un fatturato maggiore - anche qui nessun giudizio da parte mia, è inevitabile che sia così).
Allo stesso modo ad esempio, le normalissime Wallstreet o Homo Sapiens, che ho e che sono fra le mie migliori penne, le ritengo, fatto un bilanciamento di tutti i valori sopra riportati, perfettamente calzanti il loro prezzo (ovvio, lo so che non sono vendute a prezzo di costo, intendo insomma che sono penne per le quali si possono tirar fuori quei soldi).
Quello che vorrei evitare è che si evincesse che vi sia un qualsiasi tipo di giudizio, positivo o negativo, su queste che per me sono semplicemente neutre e asettiche considerazioni di mercato.
Altrettanto neutralmente e asetticamente bisogna riconoscere, noi stilografomani, che il mercato delle penne non è come lo vediamo noi, dove c'è Stipula, Visconti, Montegrappa, Nakaya etc etc. Il mercato delle penne è fatto da un solo player: Montblanc col gruppo Richemont dietro. Esattamente allo stesso modo in cui, pur esistendo Fratres, GIDS e Croce Rossa Italiana, per chiunque "donazione sangue" è sinonimo di AVIS, per molti smartphone è uguale ad iPhone (è pure assonante).
Al di là di considerazioni anche qui valoriali (anche se è corretto dire Montblanc in praticamente un secolo si è imposta con un marketing di assoluto successo e con tonnellate di qualità), per la maggior parte della gente (sono ottimista, il 95% ma in cuor mio credo di più) la penna stilografica è la montblanc (146 o 149). E' una società talmente affermata da potersi quasi parlare di "monopolio virtuale" (se mi si permette il sintagma) tanto che, in un sistema di tendenziale concorrenza perfetta come il nostro, abbiamo un produttore che da solo incide molto sul mercato stesso: MB non fa pubblicità alle penne? Il mercato delle penne (che non siano MB) crolla, semplicemente perchè facendosi pubblicità, MB fa conoscere in generale il mondo delle penne alla gente (cosa di cui oggi non ha più bisogno, e infatti non pubblicizza più le penne e tutti i concorrenti ne hanno risentito fuorchè MB stessa). MB stabilisce fasce di mercato e relativi prezzi.
Quindi cosa occorre fare per vendere? Ti devi differenziare, devi offrire qualcosa che non solo "buono" in generale, ma che sia tale da distrarre il tuo acquisto dall'omologo MB. Chi vende oggi, insomma, non deve pensare "devo fare un'ottima penna", ma deve pensare "devo fare un'ottima penna che convinca l'utente a non comprare MB, che è la sua prima idea approcciandosi al mercato".
Sembra riduttivo ma sostanzialmente è così. Come può combattere tutto ciò Visconti? Ci sono terreni sui quali non può assolutamente sperare di competere (essendo un'impresa molto piccola rispetto alla multinazionale pluricitata), come il controllo qualità (perfetto per MB, altalenante per V)o la produzione dei pennini (prodotta "in casa" con le specifiche e le peculiarità della casa per quanto riguarda MB, appaltata per quanto concerne V), il numero degli esemplari (MB ammortizza infinitamente meglio - anche se spende infinitmente di più - con le quantità mentre giusto quest'anno mi pare che V festeggi il milione di esemplari venduti).
Sarebbe folle per V competere su quanto detto sopra, allora giustamente punta su altro: innovazione continua , come per la HS di lava, ce l'ho sempre in mano e mi piace davvero tanto, il pennino in palladio, il pennino tubulare, le edizioni limitate, i design particolari e in alcuni casi molto azzeccati e altre cose che al momento non mi sovvengono.
Per questo occorre che si ponga nella fascia di mercato del lusso, della nicchia, devono essere oggetti che siano percepiti come "privilegi", in qualche modo, se mi si passa il termine. Ecco appunto l'idea delle limitate costose: non è questione di fare tanto ricarico, è questione proprio di vendere o no.
Una 149 o una 146 per quanto costose te le puoi comprare quando vuoi. Una di queste Typhoon semplicemente no. Le devi comprare presto o esauriscono e non avrai più la possibilità di averne una. Se la Typhoon costasse, mettiamo, 150 euro ipotizzando che si sia valutato che a quel prezzo si rientri comunque dei costi (non lo so, è un'ipotesi che potrebbe non essere vera, non ha assolutamente rilevanza ai fini del discorso), e fosse seriale, venderebbe tanto perchè costa poco? Secondo me no. Forse meno dei 1000 esemplari da 500 euro. Perchè, e si ritorna lì, il quid pluris è dato in gran parte, oltre dal pennino nuovo, dalla limitatezza. E non sto dando di stupido a chi ritiene quest'ultimo un valore importante, sia chiaro: in economia ogni individuo razionale, per quanto agisca secondo alcune regole quasi naturali, ha diverse scale di valori. Io stesso ad esempio la Desert Springs, potendo, la prenderei a parità di prezzo (o pagando poco di più, diciamo un centinaio di dollari di maggiorazione?) limitata (quella uscita in 1608 esemplari) piuttosto che l'identica attuale produzione.
Sono considerazioni che credo abbia fatto dante e che faccia tutti i giorni quando decide (o meglio, quando il mercato lo porta a decidere) la collocazione di alcune penne, mentre l'analisi sui costi secondo me è veramente secondaria o comunque impatta in modo sensibilmente inferiore alle considerazioni sopra fatte.
Mi sono dilungato troppo e nonostante ciò ho toccato argomenti tali per cui quanto ho scritto è necessariamente poco e insufficiente, ma era per dare l'idea generale

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Re: A proposito di quanto costava produrre un iPhone...
Andrea io sono sostanzialmente d'accordo su quello che hai scritto (compreso il fatto che sia MB a fare il bello e il cattivo tempo), con l'unico caso particolare di questi famigerati costi di produzione (intendendo tutto, ma proprio tutto compreso), anzi, chiamiamoli "costi di esistenza di una azienda", come se fosse l'equivalente del metabolismo basale+attivita' extra. A mio avviso e a mia sensazione (sensazione formata da quello che ho visto in numerose aziende, da chi produce polipropilene a chi affitta camere di un hotel) questi costi influiscono molto di piu' di quello che sembra su un prezzo finale di vendita, limitata o no che sia la serie. Tutto qua.
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Re: A proposito di quanto costava produrre un iPhone...
Il prezzo di un oggetto non è solo legato al costo di produzione. Ci sono gli ammortamenti degli impianti, i costi di sviluppo, di distribuzione, i margini di filiera e, non ultima, la pubblicità.
Su alcuni prodotti "fashion" il costo della pubblicità arriva a coprire percentuali a due cifre rispetto al prezzo di vendita del prodotto.
Su alcuni prodotti "fashion" il costo della pubblicità arriva a coprire percentuali a due cifre rispetto al prezzo di vendita del prodotto.
E' scientificamente provato. Acquistare penne stilografiche e scrivere con la penna stilografica sono due hobbies distinti.
Re: A proposito di quanto costava produrre un iPhone...
Io non sono un economista, quindi mi limito a postare articoli di chi lo fa per mestiere.
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Re: A proposito di quanto costava produrre un iPhone...
Io sono rimasto basito nello scoprire che su alcuni modelli di automobile, la pubblicità arriva ad incidere sul prezzo per il 20%.
E' scientificamente provato. Acquistare penne stilografiche e scrivere con la penna stilografica sono due hobbies distinti.
Re: A proposito di quanto costava produrre un iPhone...
è proprio vero che : la pubblicità è l'anima del commercioPhormula ha scritto:Io sono rimasto basito nello scoprire che su alcuni modelli di automobile, la pubblicità arriva ad incidere sul prezzo per il 20%.



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Re: A proposito di quanto costava produrre un iPhone...
Visto che sembri informato, mi puoi togliere una curiosità che ho sempre avuto ?Phormula ha scritto:Io sono rimasto basito nello scoprire che su alcuni modelli di automobile, la pubblicità arriva ad incidere sul prezzo per il 20%.
Una macchina quanto costa ?
Nel senso: ferro/alluminio/plastica/operai/energia/progettazione/trasporto/concessionari/pubblicità/...... non me ne vengono altri ma penso si sia capito cosa intendo.
Diciamo che la somma fa 100.
Il prezzo di vendita quanto è ?
200 ? 110 ? 1000 ?
C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
Un bel panorama si vede dopo una bella salita
Un bel panorama si vede dopo una bella salita