anche io preferisco il vintage,per dirne una: di Visconti ne ho avute varie e confermo le esperienze sui pennini. Ma far passare questo messaggio che le nostre marche moderne siano messe così male non mi sta bene, è una opinione che assolutamente non corrisponde alla reltà dei fatti. Detto questo sono di nuovo più che OT e per me l'argomento è saturo, spero che chi legga riesca a discernere convinzioni personali e stato effettivo delle cose.
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A proposito di italiane:
in questo forum c'è un altra discussione dove si parla delle Santini, e mi sembra incarnino bene lo spirito artistico della nostra Patria
viewtopic.php?f=8&t=18877&sid=68f655d43 ... 2b#p224863
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Luigi, tabaccaio in Genova.
Quarantadue è la risposta!
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Ma sì, facciamoci questa domanda.
Ha proprio ragione Bons
Da un po' di tempo, quando vado a lavoro ho sempre con me:
1) Aurora 88 vintage cappuccio dorato (inchiostro Aurora Black);
2) Aurora 88 K Aquila (inchiostro Aurora Blue);
in un porta penne a due posti Lamy (che però non mi intriga più di tanto, devo trovarne uno che regga il confronto con le due penne).
In disparte (e quasi nascosta):
3) una biro (solo per backup: come se fosse una terza pistola da caviglia, per quando le cose si mettano male).
Ma lascio a casa, tanto per dire, una Montblanc 149, una Aurora 88 Big a rebbi lunghi e una Montblanc 100 (quella con il diamantino nella cupola di resina trasparente).
Ma forse esagero un poco con le Aurora d'epoca.
Cordialità
Polemarco
La similitudine con le pistole lascia intendere che considero le mie penne "armi di scrittura": devono essere affidabili, precise e pronte all'uso.
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Ma no, figuriamoci. Ho molte penne italiane che sono meravigliose, come altre mie francesi, tedesche, giapponesi...francoiacc ha scritto: ↑mercoledì 15 maggio 2019, 7:28Ed è proprio questo il punto, non scelgo una penna per la sua nazionalità, ma trovo un po' un luogo comune dire che siamo solo capaci di realizzare costosissimi e inutili oggetti di lusso spacciati per penne e che solo giapponesi e tedeschi sanno fare penne che scrivono. C'è tanto nella produzione nostrana attuale e passata che merita, al pari se non di più di tanti marchi stranieri. Scolastiche in Italia non ne facciamo più, quelle le facciamo fare agli altri, bisogna farsene una ragione.![]()
Poi, se non facciamo scolastiche è perché, probabilmente, manca l'utenza minima necessaria che renda la cosa economicamente conveniente, ma per me non è un problema: sono un europeista convinto, quelle poche volte che divento campanilista posso esserlo anche nei confronti di un prodotto tedesco o francese, e in Europa facciamo oggettivamente le migliori scolastiche al mondo.
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L’opera d’arte è sempre una confessione.
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Le penne scolastiche oggi sono principalmente tedesche perché nelle scuole di quel paese le stilografiche sono ancora richieste dagli insegnanti tedeschi. Senza questo mercato, marchi come Lamy, Pelikan, Schneider e Online sarebbero fortemente ridimensionati. Oltre naturalmente a tutte le penne di primo prezzo fatte in Cina e India e vendute con i marchi dei distributori di cancelleria o dei supermercati.
E' scientificamente provato. Acquistare penne stilografiche e scrivere con la penna stilografica sono due hobbies distinti.
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Mi spiace che tu la prenda così e che legga quel che non era mia intenzione scrivere.
Sono innamorato follemente dell'Aurora Optima Demonstrator con finiture nere (che non potrò mai permettermi

Invece, prima che io pensi anche solo lontanamente ad una Talentum o ad una Van Gogh la lista è mooooooooolto lunga, direi infinita.
L'ultima italiana che ho veramente amato è stata la Hastil.
L'ultima delusione una Montegrappa Fortuna.
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Interesssante questo thread sui prodotti della (medio-piccola) industria italiana.
Vedo molte posizioni personali riguardo le preferenze e l'opportunità di acquistare prodotti italiani piuttosto che stranieri anche se questi a pari qualità tendono a costare di più. Stiamo avendo verso i produttori italiani, in molti casi, un approccio simile a quello che avremmo con i panda del WWF.
Il triste fatto è che in un contesto di scarsissima efficienza di sistema le aziende italiane devono trascinarsi una formidabile zavorra rispetto a quelle (ad esempio) tedesche. Più tasse, meno credito, meno investimenti, molto maggiore complessità burocratica, infrastrutture decrepite, servizi non soggetti a concorrenza e dunque inefficienti, scolarizzazione peggiore dei lavoratori. Le aziende italiane sono davvero panda, avvelenati dalle ricette della loro stessa associazione di settore, e si stanno piano, piano estinguendo.
Sono trenta anni che il paese non migliora, non investe, aumenta la spesa pubblica, aumenta il fardello del debito, non liberalizza nulla, si buttano soldi al vento per tenere in piedi banche e linee aeree decotte e senza futuro, per pagare persone in grado di lavorare per non farlo. La scuola è stata ridisegnata a misura di insegnanti e la qualità dell'insegnamento scolastico e universitario è decaduta rispetto agli altri paesi.
Anzi sono più di trent'anni. Cominciarono la voragine si era aperta già ai tempi di Forlani, Andreotti e Craxi.
Bons è andato all'estero. Mio figlio si accinge a fare lo stesso. Chi può scappa.
E noi, vecchi, tristi e senza un futuro, stiamo qui a disquisire sull'opportunità di versare il nostro piccolo tributo per la salvezza di un panda ITALIANO senza speranza.
Vedo molte posizioni personali riguardo le preferenze e l'opportunità di acquistare prodotti italiani piuttosto che stranieri anche se questi a pari qualità tendono a costare di più. Stiamo avendo verso i produttori italiani, in molti casi, un approccio simile a quello che avremmo con i panda del WWF.
Il triste fatto è che in un contesto di scarsissima efficienza di sistema le aziende italiane devono trascinarsi una formidabile zavorra rispetto a quelle (ad esempio) tedesche. Più tasse, meno credito, meno investimenti, molto maggiore complessità burocratica, infrastrutture decrepite, servizi non soggetti a concorrenza e dunque inefficienti, scolarizzazione peggiore dei lavoratori. Le aziende italiane sono davvero panda, avvelenati dalle ricette della loro stessa associazione di settore, e si stanno piano, piano estinguendo.
Sono trenta anni che il paese non migliora, non investe, aumenta la spesa pubblica, aumenta il fardello del debito, non liberalizza nulla, si buttano soldi al vento per tenere in piedi banche e linee aeree decotte e senza futuro, per pagare persone in grado di lavorare per non farlo. La scuola è stata ridisegnata a misura di insegnanti e la qualità dell'insegnamento scolastico e universitario è decaduta rispetto agli altri paesi.
Anzi sono più di trent'anni. Cominciarono la voragine si era aperta già ai tempi di Forlani, Andreotti e Craxi.
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Michele
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Ciao, io possiedo una Aurora Style M, una Leonardo Momento Zero EF e una Pineider Avatar F e le consiglio tutte quante. Scrivono tutte benissimo (senza false partenze o salti o problemi di flusso) ma vince la Pineider. Dal punto di vista estetico la Style è la più “povera” ma costa anche meno e trovo la Leonardo quella con i materiali migliori (non sono un esperto mi baso sulla mia sensazione, e sullo spessore). Mentre della Pineider apprezzo moltissimo anche la clip “molleggiata” e il cappuccio magnetico che funziona splendidamente. Tutte sono costate più di altre penne giapponesi che possiedo( Sailor Procolor, Pilot 78g e Platinum 3776 che scrivono benissimo), però la qualità dei materiali è migliore nelle italiane (Leonardo e Pineider principalmente tranne per il pennino che nella platinum è d’oro). Non sono campanilista ne esterofilo per partito preso ma lavorando in un settore che sta soffrendo a causa della delocalizzazione sono un po’ sensibile alla questione. Se spendendo anche un po’ di più posso acquistare un prodotto fatto da lavoratori italiani ben venga, senza però essere disposto a farmi “spennare” e men che meno accetto di comprare un prodotto che, seppure scelto per motivi estetici, non assolva in maniera più che buona (visto le somme di cui parliamo) alla funzione primaria che gli compete.
Questo il mio pensiero
saluti
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Magari, Michele, magari... di riforma in riforma ci hanno tolto ogni strumento, ogni possibilità di lavorare decentemente. Costringendoci a impazzire di burnout in classi pollaio (lavoro nelle medie inferiori e in periferia). E lo stipendio che dire che ha perso potere d'acquisto è un delicato eufemismo.zoniale [b ha scritto:La scuola è stata ridisegnata a misura di insegnanti e[/b] la qualità dell'insegnamento scolastico e universitario è decaduta rispetto agli altri paesi.
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Io vedo che nei PISA siamo 33esimi su 70 nazioni dell'OCSE.AinNithael ha scritto: ↑mercoledì 15 maggio 2019, 20:40Magari, Michele, magari... di riforma in riforma ci hanno tolto ogni strumento, ogni possibilità di lavorare decentemente. Costringendoci a impazzire di burnout in classi pollaio (lavoro nelle medie inferiori e in periferia). E lo stipendio che dire che ha perso potere d'acquisto è un delicato eufemismo.zoniale [b ha scritto:La scuola è stata ridisegnata a misura di insegnanti e[/b] la qualità dell'insegnamento scolastico e universitario è decaduta rispetto agli altri paesi.
E a voi vi pagano per part-time e pretendono ancor: quello di insegnante è ormai diventato un secondo lavoro.
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Credo che ti riferisca a situazioni non di scuola dell'obbligo o comunque non dove lavoro io. Per farlo come secondo lavoro io e le mie colleghe dovremmo avere giorni di almeno 36 orezoniale ha scritto: ↑mercoledì 15 maggio 2019, 21:13Io vedo che nei PISA siamo 33esimi su 70 nazioni dell'OCSE.AinNithael ha scritto: ↑mercoledì 15 maggio 2019, 20:40
Magari, Michele, magari... di riforma in riforma ci hanno tolto ogni strumento, ogni possibilità di lavorare decentemente. Costringendoci a impazzire di burnout in classi pollaio (lavoro nelle medie inferiori e in periferia). E lo stipendio che dire che ha perso potere d'acquisto è un delicato eufemismo.
E a voi vi pagano per part-time e pretendono ancor: quello di insegnante è ormai diventato un secondo lavoro.

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Io realizzo penne stilografiche in acetato di celluloide, con clip e verette in microfusione in ottone ed oro.
I sistemi aerometrici possono essere richiesti con il classico converter o con bottoncino di fondo "button-filler".
Scelta dei colori della celluloide e tipologia del pennino.
http://www.ebaystores.it/Blancheurpens- ... 34.c0.m322
Saluti
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Saluti
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Le ho viste spesso su eBay, ma non avendo mai trovato una pagina riferita ad un negozio, o una recensione, sono sempre stato diffidente!robydott ha scritto: ↑giovedì 16 maggio 2019, 20:27 Io realizzo penne stilografiche in acetato di celluloide, con clip e verette in microfusione in ottone ed oro.
I sistemi aerometrici possono essere richiesti con il classico converter o con bottoncino di fondo "button-filler".
Scelta dei colori della celluloide e tipologia del pennino.
http://www.ebaystores.it/Blancheurpens- ... 34.c0.m322
Saluti
Mi fa piacere però sapere che non stiamo proprio a zero a livello di artigiani

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Ebay a parte, credo che se aprissi una discussione (con foto e prezzi) su questo forum, nella sezione "vetrina", raccoglieresti non pochi ordini; su Ebay è scomodo fare domande...robydott ha scritto: ↑giovedì 16 maggio 2019, 20:27 Io realizzo penne stilografiche in acetato di celluloide, con clip e verette in microfusione in ottone ed oro.
I sistemi aerometrici possono essere richiesti con il classico converter o con bottoncino di fondo "button-filler".
Scelta dei colori della celluloide e tipologia del pennino.
Saluti
(ho letto i tuoi interventi del 2008)
Giorgio
la penna perfetta non esiste, quindi per essere felici bisogna avere tante penne (cit.)
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Certamente mio caro amico, è un consiglio molto utile!
Sai, fino pochi mesi fa, ho svolto sempre quest'attività come hobby e soprattutto per passione, in quanto sono un ricercatore clinico e lavoro nell'ambito della sanità lombarda!
Ma io gli anni passano, s'invecchia ed ora avrei finalmente piacere di poter dedicare il mio tempo al laboratorio, sia nell'ambito del restauro che nella produzione di nuove stilografiche.
Ho realizzato delle stilografiche per una nota gioielleria di Londra e sono state apprezzate, in quanto richieste da alcuni facoltosi londinesi, addirittura con tutti gli accessori in oro/750 18Kt con l'incastonatura di una serie di brillantini di classe G, la cui somma sono un Ct di brillante.
Ma ritornando al lavoro quotidiano, sono in cerca di un socio che faccia Marketing, essendo io un uomo solo da laboratorio!
Ti allego la foto delle penne inviate a Londra.
Ciao, cari saluti
Roberto
Sai, fino pochi mesi fa, ho svolto sempre quest'attività come hobby e soprattutto per passione, in quanto sono un ricercatore clinico e lavoro nell'ambito della sanità lombarda!
Ma io gli anni passano, s'invecchia ed ora avrei finalmente piacere di poter dedicare il mio tempo al laboratorio, sia nell'ambito del restauro che nella produzione di nuove stilografiche.
Ho realizzato delle stilografiche per una nota gioielleria di Londra e sono state apprezzate, in quanto richieste da alcuni facoltosi londinesi, addirittura con tutti gli accessori in oro/750 18Kt con l'incastonatura di una serie di brillantini di classe G, la cui somma sono un Ct di brillante.
Ma ritornando al lavoro quotidiano, sono in cerca di un socio che faccia Marketing, essendo io un uomo solo da laboratorio!
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Ciao, cari saluti
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