piccardi ha scritto: ↑giovedì 11 aprile 2019, 22:44
Proseguo con la pubblicazione di un altro contributo, stavolta di Giovanni (Arenaldiel), che ha fornito questo foglietto di istruzione di una Lucens:
interessante notare le differenze con quest'altro, assai più malridotto, fornito da Roberto
in particolare i riferimenti alle punte larghe e larghissime, che però finora non mi è mai capitato di vedere...
Simone
Ed il pennino a cucchiaio?
Alfredo
“Andare all’inferno è facile . C’è una scala. Scendi il primo gradino. Poi scendi il secondo. Poi scivoli." (Leo Ortolani, Rat-Man n. 91)
Due pubblicità apparse su riviste torinesi del 1950.
Da notare che i cappucci pubblicitari comprendono pressoché la totalità delle aziende torinesi del settore automotive, come si dice oggi, del periodo.
Quelle che seguono sono una serie di pubblicità di marche minori (molto minori, alcune mai sentite) trovate sull'ultima pagina di alcuni numeri della Domenica del Corriere del luglio 1943:
Di queste una azienda, la Stilo Everest, compare anche nella guida Paravia del 1948 pubblicata da Paolo nella sezione stilografiche come "F.A.V. Fabbricazione Accessori Vari" allo stesso indirizzo. Sono tutte comunque relative a ditte di cui si sa veramente molto poco.
Per quanto riguarda la Everest entrambi gli indirizzi corrispondono a civili abitazioni, non a laboratori o negozi.
Idem per la Taurinia, ma siccome l'edificio ha un ampio cortile interno, probabilmente qui c'era un laboratorio o un magazzino.
Bisogna tenere presente che nel 1943, soprattutto in estate, Torino subì i più gravi bombardamenti di tutta la guerra. Dunque la vendita postale era un modo assai semplice per gestire un piccolo commercio.
Restando in tema Domenica del corriere, questa pubblicità era sempre li, ma qualche anno prima, nel settembre del 1909, con quella che allora era per l'Italia una bella novità:
Oggi avevo un po' di tempo ed ho sistemato un po' di arretrato nelle scansioni. Questa è una fattura del maggio 1929 dei Fratelli Cavaliere. La fattura non parla direttamente di penne (ma di pomelli per una oreficeria) ma ci sono due informazioni interessanti. La prima è il timbro un cui l'azienda si proclama unica ditta autorizzata a produrre rivestimenti per le Waterman, la seconda è l'indicazione di essere concessionari esclusivi della The Anglo Amer fountain pen:
E' da parecchio che non trovo penne davvero interessanti ai mercatini, ma ogni tanto saltano fuori delle cartacce notevoli, come questa pubblicità della Onoto che è praticamente un mezzo catalogo, e ci da una bella panoramica della produzione dell'inizio degli anni '20:
è stato un ritrovamento interessante perché ha permesso di ampliare un po' l'elenco dei numeri assegnati alle penne, sui quali ci sono ancora diverse incertezze.
Ancora una fattura dei fratelli Cavaliere, stavolta del 1935, dove non compare più traccia della rappresentanza della Anglo Amer, ma fra il 1932 ed il 1934 (intervallo determinato dalle diciture nelle pubblicità) assunsero la rappresentanza italiana della Waterman, e forse a quel punto venne cessata ogni altra rappresentanza esterna.