VincenzoDG ha scritto: ↑giovedì 28 marzo 2019, 21:53
In effetti, mi meraviglio un po’ perché spesso vedo penne moderne bellissime ma con pennini estremamente rigidi al punto da non consentire la benché minima variazione di tratto.
.........
Non dico avere una flessibilità da penna calligrafica ma, per la miseria, a mio avviso parte del piacere della scrittura di chi acquista una stilografica e non una biro credo sia anche nella possibilità intrinseca di una (almeno) minima variazione del tratto!
francoiacc ha scritto: ↑giovedì 28 marzo 2019, 22:52
Non solo non sono comuni penne moderne con i pennini flex, ma non le sanno neanche fare più.
Iridium ha scritto: ↑venerdì 29 marzo 2019, 5:47
questa cosa l’ho letta tantissime volte in lungo e in largo e mi fa riflettere. mi chiedo: ma è mai possibile che non si riesca a replicare (e magari anche migliorare su alcuni aspetti) un qualcosa che già facevano bene nel secolo scorso? ............... [CUT]
sciumbasci ha scritto: ↑venerdì 29 marzo 2019, 12:40
Per me è un problema di costi-opportunità.
Considera quante persone usano una stilografica al giorno d'oggi: [CUT]
Poi ci sono gli amatori: [CUT]
E così via, cultori, appassionati eccetera, in un continuo aumento di conoscenze ed al tempo stesso in un dimiuire di numero di clienti.
Su questa cosa ci rifletto da molto, e sono giunto ad una (personalissima, ovviamente) conclusione: non è un problema di costi/opportunità.
se la suddetta opzione fosse disponibile, gli appassionati
più ricch....(ehm)
più spendacc.....(ehm) insomma quelli
più appassionati, sicuramente sarebbero ben felici di pagare il prezzo "in più" per la suddetta opzione; se apprezziamo (e paghiamo) una maki-e (non tutti, ma c'è chi lo fa), figuriamoci se non saremmo disposti a farlo per un pennino flex.
E neanche il costo in assoluto, sarebbe rilevante; se la buona qualità c'è, l'acquirente si trova.
ritengo invece che si sia proprio persa la tecnologia perché anche gli esperti del settore, i "nibmeister" (John Mottishaw, uno per tutti) che si cimentano nell'impresa di aggiungere flessibilità ad un pennino, lo fanno intervenendo con tagli e sagomature (anche se il pennino viene prodotto sulle loro specifiche); quindi è un'operazione puramente "meccanica".
Niente fusione speciale, niente tempera particolare, solo tagli e sagomature.
Semplicemente si è perso il patrimonio di conoscenze che permetteva ai "nibmeister" di Waterman, Wahl Eversharp, Mabie Todd & Co., Omas, Swan, Conway Stewart, De La Rue e via discorrendo di ottenere un metallo con caratteristiche tali da preparare pennini con quella "flessibilità", che oggi, non essendo più disponibile, viene "adulterata" con la "morbidezza".