Penne stilografiche indiane? AAA cercasi pareri in merito.
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Penne stilografiche indiane? AAA cercasi pareri in merito.
Apro un nuovo argomento in cerca di pareri, che siano positivi o meno, sulle penne stilografiche di produzione indiana.
Alla ricerca di penne economiche ma apprezabili ( anche esteticamente ) a cui dedicare degli inchiostri dalla dubbia reputazione, e visto il mio recente ordine di tre penne stilografiche ( Click Aristocrat, pagate una cifra modestissima), m'è presa la curiosità. Ho cercato di documentarmi, girovagando, senza precisa meta, nel web: in generale, ho trovato non poche informazioni in lingua inglese e qualcosina in italiano.
Però...
Mi piacerebbe parlarne con voi e avere un parere diretto sulle stilo economiche indiane, che, a quanto ho capito, sembrano essere qualche scalino sopra alle, estremamente economiche, cinesi.
Che esperienze avete in merito? Cosa ne pensate e, se ne possedete, come vi trovate?
Alla ricerca di penne economiche ma apprezabili ( anche esteticamente ) a cui dedicare degli inchiostri dalla dubbia reputazione, e visto il mio recente ordine di tre penne stilografiche ( Click Aristocrat, pagate una cifra modestissima), m'è presa la curiosità. Ho cercato di documentarmi, girovagando, senza precisa meta, nel web: in generale, ho trovato non poche informazioni in lingua inglese e qualcosina in italiano.
Però...
Mi piacerebbe parlarne con voi e avere un parere diretto sulle stilo economiche indiane, che, a quanto ho capito, sembrano essere qualche scalino sopra alle, estremamente economiche, cinesi.
Che esperienze avete in merito? Cosa ne pensate e, se ne possedete, come vi trovate?
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Penne stilografiche indiane? AAA cercasi pareri in merito.
La mia esperienza con le indiane è stata, tutto sommato, cattiva, decisamente peggio che con le cinesi.
Quando me ne interessai, ormai parecchi anni fa, ci fu tutta una serie di problemi, tra cui:
- cattivo odore, difficile ad andar via;
- assemblaggio pennino/conduttore frequentemente difettoso, con pennini che - anche nell'ambito dello stesso modello - potevano non essere adatti all'alimentatore (esempio, molte Click e Romus a pistone);
- su alcuni modelli il cappuccio non può essere calzato;
- su alcuni modelli a pistone l'alberino poteva rompersi;
- in almeno due esemplari il pistone soffriva di infiltrazioni di aria, per cui la penna allagava il cappuccio.
Volendo spendere poco, per sperimentare con gli inchiostri, esiste un gruppo molto nutrito di penne di qualità a bassissimo costo, con prezzi dai 4 ai 6/7 euro o comunque sotto i 10, come Faber Castell School (5 euro), Schneider Smart (robusta stilografica a 6 euro), Platinum Preppy (intorno ai 4 euro), Schneider Voyage (3 euro) e altre che ora non mi vengono in mente. Ciò che voglio dire è che, tralasciando il desiderio di provare qualcosa di cinese o indiano, non vedo motivi per spendere denaro acquistando prodotti che non sempre funzionano come ci si aspetta, quando - invece - con pochissimo di più si può acquistare un prodotto molto buono.
Trovo facciano eccezione alcune economicissime cinesi a pistone (Wing Sung e Lanbitou), ma ho notato che in quel caso i prezzi iniziano ad alzarsi (io le presi a meno di 2 euro, spedizione inclusa).
Dato che, però, le opinioni altrui sono pur sempre "altrui", il mio consiglio è di acquistare un'indiana senza spendere troppo (esempio, una Click Neo a pistone, circa 7 euro) e poi una Faber Castell/Schneider/Online/altro della stessa fascia di prezzo, e fare tu stessa un confronto diretto, anche sulla lunga distanza (esempio, dopo 50 ml. di inchiostro).
Le indiane che posseggo/ho acquistato (complessivamente una dozzina) sono tutte, indistintamente, prima o poi, finite nella scatola delle penne buone per il riciclo della plastica, in alcuni casi salvando il pennino che era di qualità discreta.
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Quando me ne interessai, ormai parecchi anni fa, ci fu tutta una serie di problemi, tra cui:
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Trovo facciano eccezione alcune economicissime cinesi a pistone (Wing Sung e Lanbitou), ma ho notato che in quel caso i prezzi iniziano ad alzarsi (io le presi a meno di 2 euro, spedizione inclusa).
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Le indiane che posseggo/ho acquistato (complessivamente una dozzina) sono tutte, indistintamente, prima o poi, finite nella scatola delle penne buone per il riciclo della plastica, in alcuni casi salvando il pennino che era di qualità discreta.
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L’opera d’arte è sempre una confessione.
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A me sembra che molti di noi (ci sono dentro anche io) abbiano il desiderio e la curiosità di provare oggetti nuovi, esotici, questa per me è la principale ragione che ci porta ad acquistare penne indiane, cinesi, ....
Per me il motivo del risparmio non regge. 4 euro per una Preppy ammazza qualsiasi cinese o indiana. Sono robuste e affidabilissime, dal tratto preciso, scorrevole e fine. Per qualche euro in più si trovano le varie scolastiche tedesche, dalla ABC alla Prima Penna. Penne che funzionano sempre senza sorprese per molti anni. La ABC è da due anni in mano a mio figlio che fa le medie, gli è anche caduta varie volte, ma il pennino ha incredibilmente resistito e continua a scrivere in maniera scorrevole, anche se si capisce che di colpi ne ha presi.
Per me il motivo del risparmio non regge. 4 euro per una Preppy ammazza qualsiasi cinese o indiana. Sono robuste e affidabilissime, dal tratto preciso, scorrevole e fine. Per qualche euro in più si trovano le varie scolastiche tedesche, dalla ABC alla Prima Penna. Penne che funzionano sempre senza sorprese per molti anni. La ABC è da due anni in mano a mio figlio che fa le medie, gli è anche caduta varie volte, ma il pennino ha incredibilmente resistito e continua a scrivere in maniera scorrevole, anche se si capisce che di colpi ne ha presi.
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Un grazie sincero per la tua precisissima e attentissima risposta!Monet63 ha scritto: ↑domenica 17 marzo 2019, 22:00 La mia esperienza con le indiane è stata, tutto sommato, cattiva, decisamente peggio che con le cinesi.
Quando me ne interessai, ormai parecchi anni fa, ci fu tutta una serie di problemi, tra cui:
- cattivo odore, difficile ad andar via;
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Volendo spendere poco, per sperimentare con gli inchiostri, esiste un gruppo molto nutrito di penne di qualità a bassissimo costo, con prezzi dai 4 ai 6/7 euro o comunque sotto i 10, come Faber Castell School (5 euro), Schneider Smart (robusta stilografica a 6 euro), Platinum Preppy (intorno ai 4 euro), Schneider Voyage (3 euro) e altre che ora non mi vengono in mente. Ciò che voglio dire è che, tralasciando il desiderio di provare qualcosa di cinese o indiano, non vedo motivi per spendere denaro acquistando prodotti che non sempre funzionano come ci si aspetta, quando - invece - con pochissimo di più si può acquistare un prodotto molto buono.
Trovo facciano eccezione alcune economicissime cinesi a pistone (Wing Sung e Lanbitou), ma ho notato che in quel caso i prezzi iniziano ad alzarsi (io le presi a meno di 2 euro, spedizione inclusa).
Dato che, però, le opinioni altrui sono pur sempre "altrui", il mio consiglio è di acquistare un'indiana senza spendere troppo (esempio, una Click Neo a pistone, circa 7 euro) e poi una Faber Castell/Schneider/Online/altro della stessa fascia di prezzo, e fare tu stessa un confronto diretto, anche sulla lunga distanza (esempio, dopo 50 ml. di inchiostro).
Le indiane che posseggo/ho acquistato (complessivamente una dozzina) sono tutte, indistintamente, prima o poi, finite nella scatola delle penne buone per il riciclo della plastica, in alcuni casi salvando il pennino che era di qualità discreta.
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Quello che mi ha spinto ad acquistare queste pennine indiane è, più che altro, curiosità. Ho letto molti commenti positivi e altrettanti negativi ma una possibilità (visto il costo esiguo, solita scusa
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Ultima modifica di MiraB il domenica 17 marzo 2019, 23:05, modificato 1 volta in totale.
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È proprio la curiosità che mi ha spinto ad acquistarne qualcuna, leggendone bene ( ma anche male ) ho voluto provare. Sono state uno sgarro alla regola del "basta cinesi!"...hobbit ha scritto: ↑domenica 17 marzo 2019, 22:17 A me sembra che molti di noi (ci sono dentro anche io) abbiano il desiderio e la curiosità di provare oggetti nuovi, esotici, questa per me è la principale ragione che ci porta ad acquistare penne indiane, cinesi, ....
Per me il motivo del risparmio non regge. 4 euro per una Preppy ammazza qualsiasi cinese o indiana. Sono robuste e affidabilissime, dal tratto preciso, scorrevole e fine. Per qualche euro in più si trovano le varie scolastiche tedesche, dalla ABC alla Prima Penna. Penne che funzionano sempre senza sorprese per molti anni. La ABC è da due anni in mano a mio figlio che fa le medie, gli è anche caduta varie volte, ma il pennino ha incredibilmente resistito e continua a scrivere in maniera scorrevole, anche se si capisce che di colpi ne ha presi.
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Il fatto che costino poco "aiuta" quando la stilo si rovina in una prova con un inchiostro difficile ( che è uno dei motivi dell'acquisto ), si ricicla e via senza pensieri!
Grazie per la risposta!
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Penne stilografiche indiane? AAA cercasi pareri in merito.
Allora, premetto che di penne indiane ne posseggo solo una; tra le marche del subcontinente si tratta senza dubbio del top della categoria, ma è comunque una stilografica economica per i nostri standard. Ho recentemente acquistato, infatti, per quaranta euro circa, una Ranga, e devo dire che raramente sono rimasta altrettanto soddisfatta di un acquisto.
Attraverso lo store amazzonico della Casa produttrice ho ordinato una Ranga bamboo in ebanite fiammata con carica eyedropper. Ho potuto scegliere il colore dell'ebanite tra venti tinte diverse, preferendo una classica ebanite "fiammata" nera e verde brillante con finitura polished, ma volendo c'erano sfumature innovative e affascinanti tra cui scegliere, che non facevano affatto rimpiangere - per varietà di colori e sfumature - le resine acriliche cosiddette "preziose" di penne ben più blasonate.
Con cifre maggiori - sempre ben sotto i cento euro - è possibile acquistare anche penne con caricamento cartuccia/converter e pennini tedeschi JoWo.
L'impresa produttrice - il signor RangaPen in persona, dal nome impronunciabile - si è messa subito in contatto con me, mi ha avvisata che l'ebanite che mi interessava era in produzione per cui ci sarebbe voluto un po' più del previsto, e mi ha dato utili consigli circa la misura della penna a seconda della lunghezza delle mie dita: e benché io avessi scelto la Bamboo Giant, che costava venti euro in più, mi è stato fatto notare che - date le mie mani piccolissime - quest'ultima era veramente troppo enorme per un uso quotidiano, e ho così potuto ripiegare sulla Bamboo "standard", cosa che ha causato a loro stessi un detrimento.
La penna è arrivata esattamente due settimane dopo la fabbricazione, della quale sono stata tenuta informata puntualmente; all'atto della spedizione, mi è stato linkato un simpatico video YouTube che mostrava la fabbricazione delle penne Ranga.
Il pacchetto era in lino cucito a mano, sigillato con ceralacca, con l'indirizzo scritto direttamente sulla stoffa e confezionato con una cura assolutamente commovente; le spese di spedizione erano comprese.
Dentro, in una scatola foderata di similraso rosa, la penna - rifinita alla perfezione - con il pennino M abbondante da me richiesto, insieme a un pennino F con alimentatore di scorta, e una penna a pistone demonstrator economica in omaggio.
Il pennino, e chiamo a testimoni della cosa i miei "colleghi" del CSM, è fluido e morbido come il burro: l'alimentatore in ebanite tradizionale non perde un colpo e digerisce qualsiasi cosa.
Un'acquisto meraviglioso, e la penna è così bella che non escludo in futuro di acquistarne un modello diverso con ebanite special.
Attraverso lo store amazzonico della Casa produttrice ho ordinato una Ranga bamboo in ebanite fiammata con carica eyedropper. Ho potuto scegliere il colore dell'ebanite tra venti tinte diverse, preferendo una classica ebanite "fiammata" nera e verde brillante con finitura polished, ma volendo c'erano sfumature innovative e affascinanti tra cui scegliere, che non facevano affatto rimpiangere - per varietà di colori e sfumature - le resine acriliche cosiddette "preziose" di penne ben più blasonate.
Con cifre maggiori - sempre ben sotto i cento euro - è possibile acquistare anche penne con caricamento cartuccia/converter e pennini tedeschi JoWo.
L'impresa produttrice - il signor RangaPen in persona, dal nome impronunciabile - si è messa subito in contatto con me, mi ha avvisata che l'ebanite che mi interessava era in produzione per cui ci sarebbe voluto un po' più del previsto, e mi ha dato utili consigli circa la misura della penna a seconda della lunghezza delle mie dita: e benché io avessi scelto la Bamboo Giant, che costava venti euro in più, mi è stato fatto notare che - date le mie mani piccolissime - quest'ultima era veramente troppo enorme per un uso quotidiano, e ho così potuto ripiegare sulla Bamboo "standard", cosa che ha causato a loro stessi un detrimento.
La penna è arrivata esattamente due settimane dopo la fabbricazione, della quale sono stata tenuta informata puntualmente; all'atto della spedizione, mi è stato linkato un simpatico video YouTube che mostrava la fabbricazione delle penne Ranga.
Il pacchetto era in lino cucito a mano, sigillato con ceralacca, con l'indirizzo scritto direttamente sulla stoffa e confezionato con una cura assolutamente commovente; le spese di spedizione erano comprese.
Dentro, in una scatola foderata di similraso rosa, la penna - rifinita alla perfezione - con il pennino M abbondante da me richiesto, insieme a un pennino F con alimentatore di scorta, e una penna a pistone demonstrator economica in omaggio.
Il pennino, e chiamo a testimoni della cosa i miei "colleghi" del CSM, è fluido e morbido come il burro: l'alimentatore in ebanite tradizionale non perde un colpo e digerisce qualsiasi cosa.
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Penne stilografiche indiane? AAA cercasi pareri in merito.
ho due Fosfor Pens che uso con estrema soddisfazione, una Islander in palissandro, penna dalle dimensioni generose ed una in ebanite blu che è stata un ordine customizzato sempre prodotta dallo stesso Manoj, l'artigiano dietro la marca. Ottime penne al costo di una settantinadi euro.
Io prenderei cum grano salis le esperienze degli utenti precedenti: spendendo un po' di più (ma rimanendo sempre abbondantamente sotto il centinaio di euro) ti porti a casa penne in legno o ebanite a cartuccia converter ma convertibili in eyedropper con un pennino Schmidt o Jowo
Io prenderei cum grano salis le esperienze degli utenti precedenti: spendendo un po' di più (ma rimanendo sempre abbondantamente sotto il centinaio di euro) ti porti a casa penne in legno o ebanite a cartuccia converter ma convertibili in eyedropper con un pennino Schmidt o Jowo
Ultima modifica di Normie il domenica 17 marzo 2019, 23:45, modificato 1 volta in totale.
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Grazie per la curatissima descrizione! Ho visto alcuni modelli, colori bellissimi!Rodelinda ha scritto: ↑domenica 17 marzo 2019, 23:17 Allora, premetto che di penne indiane ne posseggo solo una; tra le marche del subcontinente si tratta senza dubbio del top della categoria, ma è comunque una stilografica economica per i nostri standard. Ho recentemente acquistato, infatti, per quaranta euro circa, una Ranga, e devo dire che raramente sono rimasta altrettanto soddisfatta di un acquisto.
Attraverso lo store amazzonico della Casa produttrice ho ordinato una Ranga bamboo in ebanite fiammata con carica eyedropper. Ho potuto scegliere il colore dell'ebanite tra venti tinte diverse, preferendo una classica ebanite "fiammata" nera e verde brillante con finitura polished, ma volendo c'erano sfumature innovative e affascinanti tra cui scegliere, che non facevano affatto rimpiangere - per varietà di colori e sfumature - le resine acriliche cosiddette "preziose" di penne ben più blasonate.
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L'impresa produttrice - il signor RangaPen in persona, dal nome impronunciabile - si è messa subito in contatto con me, mi ha avvisata che l'ebanite che mi interessava era in produzione per cui ci sarebbe voluto un po' più del previsto, e mi ha dato utili consigli circa la misura della penna a seconda della lunghezza delle mie dita: e benché io avessi scelto la Bamboo Giant, che costava venti euro in più, mi è stato fatto notare che - date le mie mani piccolissime - quest'ultima era veramente troppo enorme per un uso quotidiano, e ho così potuto ripiegare sulla Bamboo "standard", cosa che ha causato a loro stessi un detrimento.
La penna è arrivata esattamente due settimane dopo la fabbricazione, della quale sono stata tenuta informata puntualmente; all'atto della spedizione, mi è stato linkato un simpatico video YouTube che mostrava la fabbricazione delle penne Ranga.
Il pacchetto era in lino cucito a mano, sigillato con ceralacca, con l'indirizzo scritto direttamente sulla stoffa e confezionato con una cura assolutamente commovente; le spese di spedizione erano comprese.
Dentro, in una scatola foderata di similraso rosa, la penna - rifinita alla perfezione - con il pennino M abbondante da me richiesto, insieme a un pennino F con alimentatore di scorta, e una penna a pistone demonstrator economica in omaggio.
Il pennino, e chiamo a testimoni della cosa i miei "colleghi" del CSM, è fluido e morbido come il burro: l'alimentatore in ebanite tradizionale non perde un colpo e digerisce qualsiasi cosa.
Un'acquisto meraviglioso, e la penna è così bella che non escludo in futuro di acquistarne un modello diverso con ebanite special.
Mi sono orientata su penne sfacciatamente economiche ( ma che promettono bene (speriamo! ). Ma non escludo, in futuro, la possibilità di provare una stilo in ebanite, personalizzata.
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Era curiosa di provare qualche modello economico spinta da alcune recensioni positive.Normie ha scritto: ↑domenica 17 marzo 2019, 23:29 ho due Fosfor Pens che uso con estrema soddisfazione, una Islander in palissandro, penna dalle dimensioni generose ed una in ebanite blu che è stata un ordine customizzato sempre prodotta dallo stesso Manoj, l'artigiano dietro la marca. Ottime penne al costo di una trentina di euro.
Io prenderei cum grano salis le esperienze degli utenti precedenti: spendendo un po' di più (ma rimanendo sempre abbondantamente sotto il centinaio di euro) ti porti a casa penne in legno o ebanite a cartuccia converter ma convertibili in eyedropper con un pennino Schmidt o Jowo
Non escludo però, l'acquisto di esemplari più costosi magari una di quelle in ebanite...!
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Personalmente non posso che condividere in pieno la dettagliatissima esposizione di Monet63, aggiungendo un ulteriore elemento negativo riscontrato: fanno parte di quel gruppo di penne che (presumo a causa del materiale utilizzato) "bevono" l'inchiostro, nel senso che tu le carichi, le lasci per un po' (qualche settimana) cariche e, pur avendole utilizzate molto poco, te le ritrovi vuote (senza perdite evidenti, ovviamente).
Se ne era già parlato in un paio di argomenti (non solo le indiane si comportano così), e non mi pare si fosse giunti ad una conclusione definitiva sulla causa: io ho inquadrato il problema (utilizzando quasi certamente una terminologia impropria) nella "porosità del materiae".
Ciò nonostante, io le continuo a preferire alle cinesi di pari fascia, per due motivi: sono a pistone e pesano molto di meno; ma questa, ovviamente, è una valutazione strettamente personale (anche il GM, in un recente argomento, aveva scritto esattamente l'opposto).
Su quanto hanno scritto Rodelinda e Normie non posso esprimermi, perché non ho esperienza, ma credo che possiamo trarre una ovvia regola generale (che ovviamente non vale solo per il mercato indiano): dipende da quanto vuoi spendere. Gli indiani sono perfettamente in grado (sia a livello estetico che tecnico) di offrire prodotti di qualità, ad un costo molto competitivo rispetto ad un pari prodotto occidentale.
I cinesi... Diciamo che si stanno attrezzando.
Taiwan (oltre a TWSBI ricordiamo anche Laban) sta un po' in mezzo.
Comunque sia, una modesta indiana fra le mie penne di uso quotidiano c'è quasi sempre: attualmente una Camlin rossa, che sembra uscita da un catalogo delle nostre penne scolastiche a pistone anni '60 e che continua a fare egregiamente il suo lavoro (anche se è più l'inchiostro che si bene lei che quello che uso io per scrivere).
Se ne era già parlato in un paio di argomenti (non solo le indiane si comportano così), e non mi pare si fosse giunti ad una conclusione definitiva sulla causa: io ho inquadrato il problema (utilizzando quasi certamente una terminologia impropria) nella "porosità del materiae".
Ciò nonostante, io le continuo a preferire alle cinesi di pari fascia, per due motivi: sono a pistone e pesano molto di meno; ma questa, ovviamente, è una valutazione strettamente personale (anche il GM, in un recente argomento, aveva scritto esattamente l'opposto).
Su quanto hanno scritto Rodelinda e Normie non posso esprimermi, perché non ho esperienza, ma credo che possiamo trarre una ovvia regola generale (che ovviamente non vale solo per il mercato indiano): dipende da quanto vuoi spendere. Gli indiani sono perfettamente in grado (sia a livello estetico che tecnico) di offrire prodotti di qualità, ad un costo molto competitivo rispetto ad un pari prodotto occidentale.
I cinesi... Diciamo che si stanno attrezzando.
Taiwan (oltre a TWSBI ricordiamo anche Laban) sta un po' in mezzo.
Comunque sia, una modesta indiana fra le mie penne di uso quotidiano c'è quasi sempre: attualmente una Camlin rossa, che sembra uscita da un catalogo delle nostre penne scolastiche a pistone anni '60 e che continua a fare egregiamente il suo lavoro (anche se è più l'inchiostro che si bene lei che quello che uso io per scrivere).
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Penne stilografiche indiane? AAA cercasi pareri in merito.
Mi hai incuriosito, ho cercato e non ho trovato le Ranga. Parliamo dell'Amazonia Italiana o di altra?Rodelinda ha scritto: ↑domenica 17 marzo 2019, 23:17 Allora, premetto che di penne indiane ne posseggo solo una; tra le marche del subcontinente si tratta senza dubbio del top della categoria, ma è comunque una stilografica economica per i nostri standard. Ho recentemente acquistato, infatti, per quaranta euro circa, una Ranga, e devo dire che raramente sono rimasta altrettanto soddisfatta di un acquisto.
Attraverso lo store amazzonico della Casa produttrice ho ordinato una Ranga bamboo in ebanite fiammata con carica eyedropper. Ho potuto scegliere il colore dell'ebanite tra venti tinte diverse, preferendo una classica ebanite "fiammata" nera e verde brillante con finitura polished, ma volendo c'erano sfumature innovative e affascinanti tra cui scegliere, che non facevano affatto rimpiangere - per varietà di colori e sfumature - le resine acriliche cosiddette "preziose" di penne ben più blasonate.
Con cifre maggiori - sempre ben sotto i cento euro - è possibile acquistare anche penne con caricamento cartuccia/converter e pennini tedeschi JoWo.
L'impresa produttrice - il signor RangaPen in persona, dal nome impronunciabile - si è messa subito in contatto con me, mi ha avvisata che l'ebanite che mi interessava era in produzione per cui ci sarebbe voluto un po' più del previsto, e mi ha dato utili consigli circa la misura della penna a seconda della lunghezza delle mie dita: e benché io avessi scelto la Bamboo Giant, che costava venti euro in più, mi è stato fatto notare che - date le mie mani piccolissime - quest'ultima era veramente troppo enorme per un uso quotidiano, e ho così potuto ripiegare sulla Bamboo "standard", cosa che ha causato a loro stessi un detrimento.
La penna è arrivata esattamente due settimane dopo la fabbricazione, della quale sono stata tenuta informata puntualmente; all'atto della spedizione, mi è stato linkato un simpatico video YouTube che mostrava la fabbricazione delle penne Ranga.
Il pacchetto era in lino cucito a mano, sigillato con ceralacca, con l'indirizzo scritto direttamente sulla stoffa e confezionato con una cura assolutamente commovente; le spese di spedizione erano comprese.
Dentro, in una scatola foderata di similraso rosa, la penna - rifinita alla perfezione - con il pennino M abbondante da me richiesto, insieme a un pennino F con alimentatore di scorta, e una penna a pistone demonstrator economica in omaggio.
Il pennino, e chiamo a testimoni della cosa i miei "colleghi" del CSM, è fluido e morbido come il burro: l'alimentatore in ebanite tradizionale non perde un colpo e digerisce qualsiasi cosa.
Un'acquisto meraviglioso, e la penna è così bella che non escludo in futuro di acquistarne un modello diverso con ebanite special.
“Ankh-Morpork had dallied with many forms of government and had ended up with that form of democracy known as One Man, One Vote. The Patrician was the Man; he had the Vote.”
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Grazie per il tuo riscontro!Pettirosso ha scritto: ↑lunedì 18 marzo 2019, 8:37 Personalmente non posso che condividere in pieno la dettagliatissima esposizione di Monet63, aggiungendo un ulteriore elemento negativo riscontrato: fanno parte di quel gruppo di penne che (presumo a causa del materiale utilizzato) "bevono" l'inchiostro, nel senso che tu le carichi, le lasci per un po' (qualche settimana) cariche e, pur avendole utilizzate molto poco, te le ritrovi vuote (senza perdite evidenti, ovviamente).
Se ne era già parlato in un paio di argomenti (non solo le indiane si comportano così), e non mi pare si fosse giunti ad una conclusione definitiva sulla causa: io ho inquadrato il problema (utilizzando quasi certamente una terminologia impropria) nella "porosità del materiae".
Ciò nonostante, io le continuo a preferire alle cinesi di pari fascia, per due motivi: sono a pistone e pesano molto di meno; ma questa, ovviamente, è una valutazione strettamente personale (anche il GM, in un recente argomento, aveva scritto esattamente l'opposto).
Su quanto hanno scritto Rodelinda e Normie non posso esprimermi, perché non ho esperienza, ma credo che possiamo trarre una ovvia regola generale (che ovviamente non vale solo per il mercato indiano): dipende da quanto vuoi spendere. Gli indiani sono perfettamente in grado (sia a livello estetico che tecnico) di offrire prodotti di qualità, ad un costo molto competitivo rispetto ad un pari prodotto occidentale.
I cinesi... Diciamo che si stanno attrezzando.
Taiwan (oltre a TWSBI ricordiamo anche Laban) sta un po' in mezzo.
Comunque sia, una modesta indiana fra le mie penne di uso quotidiano c'è quasi sempre: attualmente una Camlin rossa, che sembra uscita da un catalogo delle nostre penne scolastiche a pistone anni '60 e che continua a fare egregiamente il suo lavoro (anche se è più l'inchiostro che si bene lei che quello che uso io per scrivere).![]()
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Ho puntato su delle penne di pochi euro anche per farne un confronto con delle penne cinesi dello stesso prezzo. E poi, ero curiosa di provarne qualcuna...
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Ultima modifica di MiraB il lunedì 18 marzo 2019, 21:03, modificato 1 volta in totale.
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Prova inserendo "ranga fountain pen" nella barra di ricerca, oltre al sito esce il loro negozio sulla baia italiana. Ho notato ora che è in pausa. Comunque, se vuoi farti un'idea delle stilo ci sono molte immagini e risultati in lingua inglese.

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Si trovano sull'Amazon.com internazionale, oltre che sul loro sito, mentre il negozio sulla Baia è in ristrutturazione. Se mi scrivi in MP ti mando i dati!
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Ranga sembra essere un produttore di ebanite oltre che di penne. Su ebay va e viene. Piu' il tempo che non c'e' di quello in cui è presente. Ho avuto modo di ordinare dell'ebanite nera ma mi è riuscito di farlo una sola volta
https://rangapens.com/
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C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
Un bel panorama si vede dopo una bella salita
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