




grazie efreddi per avermi aiutato a farmi un'idea più precisa su come funzionano le cartucce di inchiostro
esagerato
vi ringrazio delle parole di apprezzamento e posto la macro al modello con il pennino WoodTongue. E' il secondo dei tre pennini che può montare una PauperPen. Si tratta di un pennino a punta mozza. Il pennino si innesta su un segmento di stuzzicadenti fessurato con un taglierino.
il tuo post sulla fisica delle cartucce e i fenomeni di capillarità in risposta ad una mia batteria di domande è stato per me esauriente e chiarificatore. Decisamente straordinario! I tuoi chiarimenti sono stati essenziali e mi hanno appassionato. Ti ringrazio moltissimo Rinaldo.rbocchuzz ha scritto: ↑giovedì 20 dicembre 2018, 20:55 Complimenti per l'idea, il risultato è bellissimo, sono veramente ammirato.
Credo di aver letto in passato qualche tuo post in cui facevi domande sulla capillarità, un bellissimo esempio di come la genialità unita all'informazione produce ottimi risultati.
Rinaldo
Quando ho aperto la discussione sulla fisica delle cartucce avevo già la penna bella e pronta con le sue caratteristiche già definite: doppia torsione per fusto e cappuccio (sfruttando la malleabilità dell'alluminio) e set di pennini (tutti e tre funzionanti attraverso una piega!) Nell'uso però si verificava di tanto in tanto questo problema: l'attacco della cartuccia formava una goccia di inchiostro che si ingrossava sino a minacciare la fuoriuscita. Questo fenomeno mi aveva scoraggiato. Dapprima ho capovolto una cartuccia d'inchiostro dopo averne abbattuto la membrana per vedere se il gocciolamento avveniva anche in assenza di pennino e ho constatato che questo non succedeva mai. Benché rimanesse capovolta per ore e ore non c'era la minima traccia della formazione di una goccia d'inchiostro che minacciasse la fuoriuscita. Ho pensato allora che il problema potesse essere la bagnabilità della superficie esterna del pennino, che in qualche modo producesse l'effetto di addensare liquido all'altezza del foro d'attacco della cartuccia. Anche questa ipotesi dovetti abbandonarla per il fatto che il fenomeno non si produceva sempre ma solo occasionalmente. A quel punto risolsi con certezza che il problema non poteva che essere una deformazione della larghezza del foro causata dall'inserimento del pennino metallico. Di qui il quesito centrale che ho postato in quel topic: che misura deve avere il diametro del foro di una cartuccia per impedire all'inchiostro in essa contenuto di sgocciolarne fuori? Credevo di poter chiarire e risolvere questo problema. A questo punto mi sono arrivate le vostre risposte, il confronto attraverso le vostre esperienze e conoscenze, il richiamo anche ad aprire gli occhi e a considerare i fenomeni da un punto di vista pratico. In breve non solo ho realizzato che ero andato in fissa su una questione tutto sommato di poco conto (grazie Maruska!) ma ho trovato ottimi spunti per cambiare prospettiva e prendere in considerazione altri elementi.
Ti ringrazio. Una delle caratteristiche di questa penna è di essere tanto customizzabile quanto "trasparente" in ciò che la riguarda. Da questo punto di vista la considero quasi "educativa": permette di comprendere anche al profano come funzionano le penne stilografiche più blasonate. Conoscere a fondo lo strumento. Inoltre il fenomeno della capillarità iperbolica (qualcuno storcerà il naso per questa definizione, ma bisogna provare per credere: vedere una linguetta di metallo così sottile che scrive lascia stupefatti) così come la trovata della doppia torsione della striscia di alluminio per dargli una forma perfettamente cilindrica, consentono una infinità di variazioni. Per esempio si può caricare la PauperPen con le cartucce per la sferografica ottenendo questo: