In un altro argomento, tempo fa, ho ripercorso le tappe e i miglioramenti che hanno condotto. dalla originale Classica sino alla Extra 1930, una penna sinceramente difficile da uguagliare e da migliorare. Per chi sia interessato a un maggior approfondimento della “dinastia” Extra, rimando al succitato post, che si trova qui: http://www.fountainpennetwork.com/forum ... 2Bclassica
Ai fini della presentazione di oggi, è sufficiente ribadire che i dettagli stilistici della Extra 1930 riassumono l’essenza stessa di Montegrappa, quello che un impiegato dell’azienda di Bassano una volta definì come “il DNA di Montegrappa”: l’argento, la celluloide, la greca palladiana incisa sull’anello e sul pennino di grandi dimensioni, la clip a ruzzolina e la perfetta forma curvilinea e rastremata, con i finali tronchi, allo stesso tempo un’immagine storica, vintage e raffinatamente contemporanea. Non è un caso che Extra sia in giro, praticamente invariata, da diciotto anni, e le aste di Ebay sono una conferma che il successo di questa penna non accenna a diminuire. Lunga vita alla Montegrappa Extra!
Quando, nel 2014, Montegrappa annunciò l’uscita di una versione ottagonale della sua Extra, una edizione limitata a 888 pezzi in due celluloidi monocromatiche piuttosto nuove, vi confesso che riuscirono a stimolare la mia curiosità. I disegnatori di Bassano erano riusciti a introdurre un nuovo elemento nella ricca storia della Extra, in linea per stile e qualità con la ormai classica bellezza della loro Extra 1930? La risposta fu un rotondo “sì”, e con Extra Otto fu amore a prima vista.
Extra Otto fu inizialmente offerta in due soli tipi di celluloide, entrambe in sfumature di neri, grigi e bianchi: Zebra, con un motivo di linee irregolari trasversali al corpo della penna, e Linee Brillanti, con un intricato disegno di linee parallele al fusto, in qualche modo simile alle famosa celluloide Arco di Omas. Nel corso di quest’ultimo anno, Montegrappa ha aggiunto alla linea Otto due ulteriori celluloidi, Lapis (ruggine e blu) e un blu iridescente chiamato Butterfly.
Sin dall’esordio della Extra Otto, il mio modello di elezione è stato Linee Brillanti, e da allora ho desiderato in modo ossessivo questa penna, ma il suo prezzo di cartellino la manteneva saldamente al di fuori della mia portata. Questo Natale, con la compiacente complicità della mia cara moglie, Shiny Lines si è materializzata per me sotto l’albero...
Permettetemi dunque iniziare la rassegna nel modo più tradizionale, iniziando dalla confezione della penna. La scatola di Extra Otto fa onore a una penna in edizione limitata e costosa. È snza dubbio una scatola premium, con una sleeve in cartoncino grigio perlato attraverso il quale è possibile vedere una pesante scatola di cartone nello stesso colore, su un lato della quale una etichetta adesiva indica il nodello, il tipo di celluloide, la gradazione del pennino e il numero di limitazione: nel mio caso, Shiny Lines, Stub, 18/888.
Dentro la scatola di cartone, che reca sul coperchio la scritta “Montegrappa” in colore grigio scuro, si trova la scatola della penna vera e propria. È una scatola in legno massiccio e venato, di un color tabacco chiaro, con unap paio di eleganti cerniere sferiche su un lato. Il coperchio è mantenuto chiuso da un paio di sottili calamite incavate nello spessore del legno in modo da rimanere a livello. la dimensione della scatola è la medesima di quella della Extra 1939, sufficientemente spaziosa per ospitare la penna, una boccetta di inchiostro, il manuale di istruzioni, la garanzia (tipo carta di credito), un piccolo certificato con il numero di limitazione, un panno anti-ossidante per pulire le parti in argento, e un tappetino in pelle scamosciata per appoggiare la penna. con rispetto alla vecchia scatola della Extra 1930, la similpelle che tendeva a sgretolarsi col tempo, è stata sostituita con interiori in scamosciato, probabilmente più durevole e più piacevole al tatto. la penna stessa è contenuta in una bustina in plastica trasparente con il logo di Montegrappa (che ho rimosso per scattare la fotografia).
Ed ora, la penna. Come dice il suo nome, Otto, il corpo della penna è ottagonale. La sezione ottagonale non è nuova per Montegrappa, ma rappresenta piuttosto uno stilema classico della casa di Bassano, una forma geometrica introdotta già per lo meno dagli anni 30 del secolo scorso. Chi sia interessato a una rassegna storica approfondita delle linee ottagonali di Montegrappa può consultare su fountainpennetwork l’eccellente lavoro di Jar a questo indirizzo web: http://www.fountainpennetwork.com/forum ... tion-pens/, oppure la pagina personale di Jar dedicata al tema: http://montegrappa-history.com
Tra le penne moderne, Reminiscence, Eleganza, Privilege e Privilege Deco nei modelli in argento, e Symphony, Harmony, Emblema, Piccola e Micra nei modelli in celluloide e in resina, presentano il corpo con otto faccette. Ad eccezione di Piccola, però, il corpo di queste penne è essenzialmente rettangolare nel senso della lunghezza, mentre Otto adotta la forma curvilinea e rastremata di Extra e la applica alla sezione ottagonale, certamente più difficile da tornire con regolarità.
Per ottenere l’allineamento delle faccette, Montegrappa ha adottato una filettatura sul fusto con un solo inizio, in modo che in qualsiasi mido si avviti il cappuccio la trama della celluloide sulle diverse facce della penna risulta sempre allineata. È un dettaglio ben riuscito, che evita di avvitare e svitare il cappuccio fino a trovare l’allineamento corretto. Nella mia penna, la geometria esagonale del fondello di carica risulta perfettamente allineata a fine corsa, ma non altrettanto le linee della celluloide, che sembrerebbe essere stata ripresa da un pezzo distinto della barra.
L’anello esagonale in argento massiccio del cappuccio è un piccolo capolavoro. In questo modello Montegrappa ha sostituito il classico motivo della greca palladiana con il suo nuovo motivo chiamato “filigree”, basato anch’esso sul motivo ottagonale. Le aree incise, finemente zigrinate, creano uno straordinario contrasto di luce con le aree a filo, conferendo all’anello una grande tridimensionalità e moltiplicando il suo effetto riflettente della luce. Unito alla eleganza della celluloide, l’anello ottagonale dà a Montegrappa Otto un aspetto molto raffinato, in una configurazione che definirei come una penna “da sera”.