Sono un patito delle stilo economiche (non necessariamente per questioni di budget, possiedo anche diverse blasonate) perché trovo gratificante acquistarle senza doversi svenare. Le amo perché mi piace sperimentare, ma anche per il fatto che si possano usare senza l’ansia di rotture o smarrimenti. Non le considero penne da battaglia, il concetto mi è estraneo. Tratto con il medesimo riguardo sia le “nobili” sia le “popolane”. A dispetto delle cineserie nei vari campi, in quello delle stilografiche il made in China non è quasi mai sinonimo di “munnezza”. Costano poco e scrivono bene. Davvero bene. Almeno per la mia esperienza. Poca spesa e tanta resa, insomma.
Ieri mi arrivata (dopo un mese e mezzo) la Jinhao 450. Pagata 2,90 euro, spese comprese.
E la mia convinzione nei confronti di questo brand si è ulteriormente rafforzata. Le cinesine mi soddisfano proprio (non fate i maliziosi).
La penna non ha false partenze e la scrittura è morbida e fluida. Non c’è stato nemmeno bisogno di lavarla. Inchiostrata con il Blu Pelikan 4001 (che uso soltanto per i test), l’asiatica ha subito dimostrato la sue qualità. Equilibrata e maneggevole, è dotata di impugnatura ergonomica che assolve anche alla funzione di antiscivolo. Le rifiniture sono dorate a 18 k (ma qui non ci giurerei). La trovo anche carina esteticamente, in virtù della colorazione bourdeaux a motivi floreali
Vediamola un po’ in dettaglio.
Jinhao 450
Fornita nuova senza confezione
Materiale: metallo
Pennino: M in acciao dorato 18k GP
Apertura a pressione (push)
Converter in dotazione
Misura cm 14 chiusa, cm 12,5 aperta e cm 16,3 con il cappuccio calzato, diametro 14 mm
Peso: 40 grammi
Insomma, un medio-massimo che danza come una libellula in fiore
Allego foto e test di scrittura