
E che cavolo ....
- francoiacc
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....e le hai detto che quella era il suo regalo di compleanno ?


Fa più rumore un albero che cade che un'intera foresta che cresce.
Lao Tsu
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- francoiacc
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Ho identificatio il modello, dovrebbe essere una OMAS Extra 630 demonstrator.
Mi sapreste dare qualche informazione in più su questo modello?
Ho notato anche che non sono il soIo a lamentare il problema del cappuccio che non chiude bene. Suggerimenti?
Mi sapreste dare qualche informazione in più su questo modello?
Ho notato anche che non sono il soIo a lamentare il problema del cappuccio che non chiude bene. Suggerimenti?
- francoiacc
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Ho provato ma, non so il perché, non mi ha creduto

- Giorgio1955
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E' un problema comune alle resine (e non solo le resine) usate da OMAS negli anni '80-'90: l'instabilità. La plastica col tempo si ritirava e per primo ne risentiva l'avvitamento del tappo. Per il resto era una bella OMAS economica: resina, pennino acciaio dorato, classico stantuffo omas, dimensioni medie, forma a sigaro con greca sul cappuccio. Salutifrancoiacc ha scritto: ↑mercoledì 15 agosto 2018, 8:44 Ho identificatio il modello, dovrebbe essere una OMAS Extra 630 demonstrator.
Mi sapreste dare qualche informazione in più su questo modello?
Ho notato anche che non sono il soIo a lamentare il problema del cappuccio che non chiude bene. Suggerimenti?
Giorgio
- francoiacc
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Immagino non ci sia nulla da fare per sistemare un po' il tappo che fa forte attrito quando si avvita/svita.Giorgio1955 ha scritto: ↑mercoledì 15 agosto 2018, 9:17E' un problema comune alle resine (e non solo le resine) usate da OMAS negli anni '80-'90: l'instabilità. La plastica col tempo si ritirava e per primo ne risentiva l'avvitamento del tappo. Per il resto era una bella OMAS economica: resina, pennino acciaio dorato, classico stantuffo omas, dimensioni medie, forma a sigaro con greca sul cappuccio. Salutifrancoiacc ha scritto: ↑mercoledì 15 agosto 2018, 8:44 Ho identificatio il modello, dovrebbe essere una OMAS Extra 630 demonstrator.
Mi sapreste dare qualche informazione in più su questo modello?
Ho notato anche che non sono il soIo a lamentare il problema del cappuccio che non chiude bene. Suggerimenti?
Tra l'altro vorrei capire cosa si deforma. Il cappuccio che si restringe o il fusto che si allarga?
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Tipicamente è il cappuccio che si stringe, te ne accorgi dalle verette che vanno larghe.
Alfredo
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- francoiacc
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In effetti la clip si muove, quindi se per pura ipotesi trovassi un altro cappuccio la penna tornerebbe a posto.
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A quanto mi è capitato di leggere, mi sa che tu sei in ottima compagnia (purtroppo di sventura).
Se ben ricordo, Omas chiamava quel materiale "resina vegetale" (non saprei se perché realmente ricavato dalla cellulosa in luogo del petrolio o semplicemente per motivi commerciali / di immagine ecologica): evidentemente nel tempo si verifica una irreversibile alterazione a livello molecolare (cosa che, bisogna per onestà riconoscerlo, in allora i tecnici Omas non potevano sapere: pensa al periodo in cui si usava la galatite).
Comunque sia, non mi sembra di ricordare che qualcuno abbia ipotizzato una possibile soluzione. Certo, potresti scaldare il cappuccio, si dilaterebbe qual tanto che basta per permettere un corretto avvitamento al fusto (sempre che non si fessuri prima): ma poi? Raffreddandosi tornerebbe come prima (se non peggio).
Una penna da cannibalizzare mi parrebbe l'unica soluzione ipotizzabile (previo accertamento che il cappuccio sia uno dei pochi sopravvissuti non deformati).
Se non interviene qualcuno del reparto tecnico con una qualche idea (elenco quelli che conosco in rigoroso ordine alfabetico: Max, Nello o Ottorino), o così oppure creare un bel posto in bacheca e lasciarla lì esposta (la penna se lo merita sicuramente)
Se ben ricordo, Omas chiamava quel materiale "resina vegetale" (non saprei se perché realmente ricavato dalla cellulosa in luogo del petrolio o semplicemente per motivi commerciali / di immagine ecologica): evidentemente nel tempo si verifica una irreversibile alterazione a livello molecolare (cosa che, bisogna per onestà riconoscerlo, in allora i tecnici Omas non potevano sapere: pensa al periodo in cui si usava la galatite).
Comunque sia, non mi sembra di ricordare che qualcuno abbia ipotizzato una possibile soluzione. Certo, potresti scaldare il cappuccio, si dilaterebbe qual tanto che basta per permettere un corretto avvitamento al fusto (sempre che non si fessuri prima): ma poi? Raffreddandosi tornerebbe come prima (se non peggio).
Una penna da cannibalizzare mi parrebbe l'unica soluzione ipotizzabile (previo accertamento che il cappuccio sia uno dei pochi sopravvissuti non deformati).
Se non interviene qualcuno del reparto tecnico con una qualche idea (elenco quelli che conosco in rigoroso ordine alfabetico: Max, Nello o Ottorino), o così oppure creare un bel posto in bacheca e lasciarla lì esposta (la penna se lo merita sicuramente)
Giuseppe.
- francoiacc
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Non nascondo il fatto che mi da noia che non si avvita bene, comunque funziona, con un pó di buona volontà si chiude e si riapre, siccome carica bene e scrive, considerando che non l'ho pagata troppo (almeno in relazione ai prezzi che si vedono in giro), ritengo che avrà ancora tante pagine da riempire.
Intanto con la labile speranza che ci sia una soluzione, inizio a vedere in giro se trovo qualcosa da cannibalizzare.
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