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30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
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A scuola negli anni quaranta: Summit S. 85
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A scuola negli anni quaranta: Summit S. 85
La vittoria era costata molto all’Impero Britannico che, dopo aver raggiunto la sua maggior estensione nel 1926 (coprendo un quarto delle terre emerse), non si sarebbe più ripreso completamente dall’immane sforzo di due guerre mondiali vinte nell’arco di solo 40 anni, quasi neppure lo spazio di due generazioni. E’ in questo periodo, così pesante ma pieno di speranza e d’orgoglio, che Summit, uno dei marchi britannici di penne stilografiche più conosciuti al tempo, introduce sul mercato la S. 85 “Cub” (Cucciolo), rivolta agli studenti.
Ve la presento oggi, insieme alla matita meccanica P. 85 con la quale componeva il set che potete ammirare nella fotografia d’apertura. Entrambi gli strumenti di scrittura si presentano con una veste estetica nuova e giovane, con finiture placcate in nickel, una clip di nuovo disegno, dedicato a questo modello, e con una finitura superficiale a righe elegante e moderna.
La matita è dotata di gomma interna e di un vano in grado d’ospitare almeno 7 mine. La stilografica è equipaggiata con un pennino d’oro a 14 carati ed alimentazione a levetta: un sistema semplice, pratico, affidabile, robusto e di facile manutenzione. Piacevole ed originale la concavità dei tasselli di fissaggio delle clip, alla sommità della matita e del cappuccio della stilografica.
Il set veniva offerto al prezzo di 19 Scellini e 7 Pence, mentre le sola stilografica veniva venduta a 12 Scellini e 10 Pence.
Ecco le caratteristiche principali della stilografica:
- lunghezza chiusa: 126 mm
- lunghezza aperta: 120 mm
- lunghezza aperta con cappuccio calzato: 155 mm
- lunghezza del cappuccio: 53 mm
- lunghezza della sezione: 15 mm
- peso complessivo: 13 gr
- peso del cappuccio: 4 gr
- diametro massimo del corpo: 12 mm
- diametro massimo del cappuccio: 12,5 mm
- diametro medio della sezione: 8,5 mm
- materiale del corpo e del cappuccio: celluloide
- materiale della sezione: ebanite
- materiale dell’alimentatore: ebanite
- materiale del pennino: oro 14 carati Secondo l'impostazione introdotta nel 1948 con la S.160, alla base del corpo, subito prima della filettatura destinata ad accogliere il cappuccio, è impressa la scritta che identifica il modello, su due livelli: "Summit S. 85 – Made in England”.
L’alimentatore, di classica architettura Summit, è dotato di due selle laterali e di alette e garantisce un flusso d’inchiostro generoso, senza intoppi. Il pennino è marcato “0” alla base ma non è particolarmente piccolo, misurando 5,3 x 21,5 mm. Alcuni pennini riportavano la scritta “Cub 14 Ct Gold”.
La penna si impugna molto bene, grazie anche alla svasatura confortevole della sezione, e, come si conviene anche in una penna per gli scolari, scrive senza difetti di sorta, con un ottimo flusso.
Era disponibile in tre colori: nero, grigio e verde oliva. Nel complesso, si tratta di una penna gradevole, robusta e pratica, senza dubbio adatta alla clientela alla quale si rivolgeva ed in grado d’assicurare molti anni di scrittura piacevole.
Molte di queste penne accompagnarono gli sforzi, i sogni e la crescita dei bambini e dei ragazzi inglesi in un periodo senza dubbio meno comodo del nostro, ma credo più a misura d'uomo e di famiglia, che trova la sua sintesi più commovente e brillante in un film del 1946 ancora oggi in grado di appassionare e commuovere: "La vita è meravigliosa", con James Stewart (di ritorno dalle sue missioni belliche nell'aviazione americana nel pacifico) e la splendida Donna Reed.
Ultima modifica di A Casirati il domenica 27 maggio 2018, 19:09, modificato 9 volte in totale.
Alberto Casirati
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“La penna è un po’ come la cravatta: una sola non basta” (Umberto Legnani)
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Come sempre bella recensione, complimenti anche per la indiscussa conoscenza della marca
Fa una certa impressione, almeno a me, vedere come all’epoca ci fosse una attenzione particolare anche al design (oltre che alla qualità) per le penne scolastiche che poi spesso, invece, sono diventate piuttosto spartane.
Fa una certa impressione, almeno a me, vedere come all’epoca ci fosse una attenzione particolare anche al design (oltre che alla qualità) per le penne scolastiche che poi spesso, invece, sono diventate piuttosto spartane.
Cesare
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Hai ragione, grazie per il commento. E' un'osservazione che, se vuoi, potremmo estendere a molte altre cose ed a tanti altri aspetti che caratterizzano la vita di oggi. Purtroppo. Ma abbiamo sempre la possibilità di godere di quanto il passato ci offre!
Ultima modifica di A Casirati il domenica 27 maggio 2018, 16:54, modificato 1 volta in totale.
Alberto Casirati
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Concordo pienamente, per fortuna il passato ci lascia qualcosa
Cesare
A scuola negli anni quaranta: Summit S. 85
Bella penna. Sicuramente negli anni passati c'era una cura maggiore del prodotto che era al centro delle attenzioni delle aziende. Ora al primo posto viene il margine ed il profitto.
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Hai ragione. Segno inequivocabile della realtà moderna, sempre più arida.
Alberto Casirati
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Penna interessante e bella recensione, complimenti.
Però non sarei così pessimista sul futuro, per lo meno quello stilografico.
Vedo mio figlio che può spaziare fra ottime marche, con penne diverse, sistemi di caricamento svariati e una infinità di colori, senza spendere cifre importanti.
Mi riferisco a scolastiche Lamy, Sheaffer, TWSBI, Pilot, Pelikan, Platinum e così via...
Se vuole c'è pure il mercato vintage, molto più accessibile e diffuso di un tempo.
Perciò vedrei il bicchiere mezzo pieno
Però non sarei così pessimista sul futuro, per lo meno quello stilografico.
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Concordo, ma pensavo ad un concetto più generale...
Alberto Casirati
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Che dire che altri non hanno già detto? Niente se non grazie per questa meraviglia sia di presentazione che di prodotto di sua Maestà.
Io quando vedo le tue recensioni mi perdo ad ammirare le foto e non solo delle penne.
E' vero, forse un tempo c'era più sguardo verso la qualità del prodotto sapendo che un prodotto fatto bene sarebbe durato anni e probabilmente se lo sarebbero passati di mano da fratello maggiore a fratello minore come era in uso in quegli anni postbellici per evidenti ragioni di risparmio.
Oggi c'è meno quest'ottica e le fabbriche puntano sulla quantità rispetto alla qualità contando che dopo poco tempo tanto se ne compra un altro, almeno a livello di elettronica e macchinari vari, e forse questo è anche un po figlio degli anni del boom economico venuto negli anni 60 dove chiunque poteva permettersi un'auto tipo la 500 o il frigo e la lavatrice per non parlare poi della televisione che ha incrementato successivamente il consumismo grazie ai vari caroselli (che all'epoca erano dei piccoli capolavori di teatro).
Io quando vedo le tue recensioni mi perdo ad ammirare le foto e non solo delle penne.
E' vero, forse un tempo c'era più sguardo verso la qualità del prodotto sapendo che un prodotto fatto bene sarebbe durato anni e probabilmente se lo sarebbero passati di mano da fratello maggiore a fratello minore come era in uso in quegli anni postbellici per evidenti ragioni di risparmio.
Oggi c'è meno quest'ottica e le fabbriche puntano sulla quantità rispetto alla qualità contando che dopo poco tempo tanto se ne compra un altro, almeno a livello di elettronica e macchinari vari, e forse questo è anche un po figlio degli anni del boom economico venuto negli anni 60 dove chiunque poteva permettersi un'auto tipo la 500 o il frigo e la lavatrice per non parlare poi della televisione che ha incrementato successivamente il consumismo grazie ai vari caroselli (che all'epoca erano dei piccoli capolavori di teatro).
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Grazie per le parole gentili, Alessandro. Per il resto, concordo pienamente con quanto dici. È una realtà sotto gli occhi di tutti.
Alberto Casirati
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Ciao Alberto,
un'altra bella recensione per una penna, non possiamo che ringraziarti per avercela mostrata e come per le precedenti è andata ad arricchire quella che grazie a te è diventata una delle sezioni più corpose del wiki relative ai produttori inglesi.
Simone
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Questo è un forum in italiano, per pietà evitiamo certi obbrobri linguistici:
viewtopic.php?f=19&t=3123
e per aiutare chi non trova un termine:
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Grazie a te, Simone.
Alberto Casirati
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Complimenti per la recensione Alberto, ho molto apprezzato i riferimenti storici che si identificano nella penna che ci hai mostrato.
Sono anche d'accordo che c'è una riqualificazione del meracto vintage in questi ultimi tempi...oltre le penne mi appassionano le biciclette d'epoca, ed anche in quel settore ogni pezzo che incontri sulla strada racconta la sua storia. La bellezza di questo forum è lasciare una testimonianza agli altri e perpetuare i racconti attraverso questi meravigliosi strumenti.
Sono anche d'accordo che c'è una riqualificazione del meracto vintage in questi ultimi tempi...oltre le penne mi appassionano le biciclette d'epoca, ed anche in quel settore ogni pezzo che incontri sulla strada racconta la sua storia. La bellezza di questo forum è lasciare una testimonianza agli altri e perpetuare i racconti attraverso questi meravigliosi strumenti.
STEFANO
Ogni penna corre con inchiostri diversi su altrettante innumerevoli carte. Alcune scivolano rapide, altre con piena lentezza, altre grattano ritmi piacevoli. Ognuna esprime un suo carattere che lo scrittore dolcemente doma.
Ogni penna corre con inchiostri diversi su altrettante innumerevoli carte. Alcune scivolano rapide, altre con piena lentezza, altre grattano ritmi piacevoli. Ognuna esprime un suo carattere che lo scrittore dolcemente doma.
- A Casirati
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Grazie per il bel commento, Stefano. Condivido pienamente.
Alberto Casirati
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Grazie Alberto per questa ennesima, affascinante recensione!
Ciao
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Mauro