Cosa non capisco del Delta Fusion Nib.
- Tiberio G
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Re: Cosa non capisco del Delta Fusion Nib.
Scusate, dirò forse una delle più grandi stupidate di tutto il Forum: perché non usare la fibra di carbonio per realizzare i pennini? Oltre ad essere resistente è anche flessibile ed esteticamente potrebbe essere innovativo e bello.
Se non ci avesse già pensato qualcuno perché non brevettare un pennino in carbonio? Magari per la prossima penna celebrativa si potrebbe fare un pensierino...
Se non è una stupidata contatto subito qualche mastro pennaio!
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Tiberio
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Re: Cosa non capisco del Delta Fusion Nib.
Non saprei dirti,ma già altri materiali usati per i pennini hanno mostrato i loro grossi limiti,dal palladio (che a molti piace),al titanio che non va affatto bene.Tiberio G ha scritto:Scusate, dirò forse una delle più grandi stupidate di tutto il Forum: perché non usare la fibra di carbonio per realizzare i pennini? Oltre ad essere resistente è anche flessibile ed esteticamente potrebbe essere innovativo e bello.
Se non ci avesse già pensato qualcuno perché non brevettare un pennino in carbonio? Magari per la prossima penna celebrativa si potrebbe fare un pensierino...
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Per quanto mi riguarda preferisco i materiali classici,oro e acciaio,con una notevole preferenza per quest'ultimo.
Alessandro
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Re: Cosa non capisco del Delta Fusion Nib.
Sicuro che sia flessibile?Tiberio G ha scritto:....perché non usare la fibra di carbonio per realizzare i pennini? Oltre ad essere resistente è anche flessibile
Io ho sempre saputo il contrario, infatti la usano, ad esempio, per fare i cavalletti per macchine fotografiche, i bastoncini da trekking o i braccetti dei giradichi, proprio per la sua rigidità.
Cordialità.
Marco
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Re: Cosa non capisco del Delta Fusion Nib.
Io ho un paio di Snorkel PD-AG per le quali francamente non ho riscontrato nessun limite particolare rispetto alle colleghe in oro e che scrivono benissimo. E per quanto ne so i pennini in palladio della Pelikan e della Montblanc sono ottimi (ancorché molto rari).vikingo60 ha scritto: Non saprei dirti,ma già altri materiali usati per i pennini hanno mostrato i loro grossi limiti,dal palladio (che a molti piace),al titanio che non va affatto bene.
Per quanto mi riguarda preferisco i materiali classici,oro e acciaio,con una notevole preferenza per quest'ultimo.
L'unico recente che ho provato funzionava, per quel poco che ho potuto vedere, molto bene. Il problema dei pennini in palladio che lamenti sei sicuro dipenda dalla presenza di quel metallo nella lega e non da problemi di altro tipo?
Comunque non posso che concordare sul fatto che oggi non ci sono ragioni tecniche specifiche per utilizzare materiali diversi dall'acciaio. Ovviamente ce ne sono di estetiche e di marketing, ma è un discorso diverso.
Simone
Questo è un forum in italiano, per pietà evitiamo certi obbrobri linguistici:
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Re: Cosa non capisco del Delta Fusion Nib.
Hai ragione,ho provato penne Visconti con le quali non mi sono trovato bene,e i problemi erano attribuibili al flusso.Ma sul titanio sono più che sicuro:l'ho provato con le Stipula modello T e sono state le uniche di quella Casa che non mi hanno soddisfatto.Inoltre preferisco l'acciaio per la resistenza e il basso costo.piccardi ha scritto:Io ho un paio di Snorkel PD-AG per le quali francamente non ho riscontrato nessun limite particolare rispetto alle colleghe in oro e che scrivono benissimo. E per quanto ne so i pennini in palladio della Pelikan e della Montblanc sono ottimi (ancorché molto rari).vikingo60 ha scritto: Non saprei dirti,ma già altri materiali usati per i pennini hanno mostrato i loro grossi limiti,dal palladio (che a molti piace),al titanio che non va affatto bene.
Per quanto mi riguarda preferisco i materiali classici,oro e acciaio,con una notevole preferenza per quest'ultimo.
L'unico recente che ho provato funzionava, per quel poco che ho potuto vedere, molto bene. Il problema dei pennini in palladio che lamenti sei sicuro dipenda dalla presenza di quel metallo nella lega e non da problemi di altro tipo?
Comunque non posso che concordare sul fatto che oggi non ci sono ragioni tecniche specifiche per utilizzare materiali diversi dall'acciaio. Ovviamente ce ne sono di estetiche e di marketing, ma è un discorso diverso.
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Re: Cosa non capisco del Delta Fusion Nib.
Teoricamente sì. Ma la mia impressione è che sui pennini in oro non ci mettano nessuna pallina di iridio. A guardarli con la lente, per quanto mi sembra, la punta è d'oro. E questo spiegherebbe la minore scorrevolezza e la continua, anche se leggera, sensazione di "grattugia"...vikingo60 ha scritto:In effetti non sei il solo ad avere questa impressione,anche se poi a rifletterci bene la parte che scorre sulla carta è quella in iridio.Andrea C ha scritto:Io comunque trovo che tutti i miei pennini in oro siano meno scorrevoli di quelli in acciaio.
Sarà una coincidenza sfortunata.... bah...
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Re: Cosa non capisco del Delta Fusion Nib.
Hai visto il video dell'Aurora?Andrea C ha scritto:Teoricamente sì. Ma la mia impressione è che sui pennini in oro non ci mettano nessuna pallina di iridio. A guardarli con la lente, per quanto mi sembra, la punta è d'oro. E questo spiegherebbe la minore scorrevolezza e la continua, anche se leggera, sensazione di "grattugia"...vikingo60 ha scritto: In effetti non sei il solo ad avere questa impressione,anche se poi a rifletterci bene la parte che scorre sulla carta è quella in iridio.
Giuseppe
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Re: Cosa non capisco del Delta Fusion Nib.
No. Dove ?
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Re: Cosa non capisco del Delta Fusion Nib.
Secondo me una penna moderna senza l`iridio e diffettosa e da tornare al negoziante per reclamazione.
Indifferentemente dal materiale del pennino.
Forse qualche italic senza iridio esiste, ma un pennino normale no.
Indifferentemente dal materiale del pennino.
Forse qualche italic senza iridio esiste, ma un pennino normale no.
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Re: Cosa non capisco del Delta Fusion Nib.
da restituire al negoziante per un reclamo ?
C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
Un bel panorama si vede dopo una bella salita
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Re: Cosa non capisco del Delta Fusion Nib.
Ho visto il video. Ok. Interessante. Ma il mio dubbio resta...
Perlomeno per le penne in mio possesso con pennini in oro, che non saranno pregiatissime, come una 88 o una Optima, però...
Hastil, Kona, M400, M800 etc....
Perlomeno per le penne in mio possesso con pennini in oro, che non saranno pregiatissime, come una 88 o una Optima, però...
Hastil, Kona, M400, M800 etc....
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Re: Cosa non capisco del Delta Fusion Nib.
Penso di essere in grado di fare un pò di luce ai vostri dubbi.Andrea C ha scritto:Teoricamente sì. Ma la mia impressione è che sui pennini in oro non ci mettano nessuna pallina di iridio. A guardarli con la lente, per quanto mi sembra, la punta è d'oro. E questo spiegherebbe la minore scorrevolezza e la continua, anche se leggera, sensazione di "grattugia"...vikingo60 ha scritto: In effetti non sei il solo ad avere questa impressione,anche se poi a rifletterci bene la parte che scorre sulla carta è quella in iridio.
I pennini scrivono anche senza iridio, ma tutti i pennini hanno la punta in iridio .
Il motivo è che la carta è molto abrasiva e senza iridio porterebbe rapidamente all'abrasione e scomparsa della punta con una qualità di scrittura che peggiorerebbe rapidamente.
Quindi per evitare questo problema hanno cominciato a saldare l'iridio sulla punta e da un'altro vantaggio : lo spessore del tratto. Infatti le punte di ridio sono calibrate 0.6-0.7-0.8 etc etc in funzione del tratto ef-f-m etc etc.
Naturalmente c'è una tolleranza data dalla fusione dell'iridio sull'oro o sul palladio che per quanto rapida non è istantanea e porta una piccola tolleranza.
Ecco perchè non si può fabbricare un pennino in carbonio oltre ad altre problematiche come lo spessore e l'impossibilità di laminarlo ( i pennini sono + spessi nella punta e più sottili nella coda che entra nella sezione).
Detto questo la parte scrivente è sempre la stessa quindi la scorrevolezza non è data dal materiale ma dalla molatura che è la lavorazione della punta. Fare il nib meister è piuttosto difficile e i miei amici americani presenti a tutti i pen show negli states possono far scrivere un chiodo con un lavoro che può durare anche 30 minuti su un pennino e che per un'azienda sarebbe un costo insostenibile.
Il flusso dipende dal conduttore e dal taglio del pennino ,un pennino +aperto porta +inchiostro, come il rubinetto dell'acqua. Il conduttore Visconti è il più ricco sul mercato grazie ai suoi tre canali, financo per un ef troppo ricco.
La perfezione sarebbe meno ricco per i tratti sottili e uno grande per i larghi.
La scorrevolezza è data dalla qualità dell'inchiostro usato e dal conduttore : è intuitivo che un conduttore ricco invii più inchiostro quindi il tratto è piu scorrevole.
Quindi il materiale interviene in un altro punto la flessibilità : se scrivete con un pò di stile ,non dico nel bellissimo corsivo inglese, ma usando la pressione della mano capirete la superiorità del pennino in Palladio che ha , a mio modo di vedere superato l'oro 14 kt, infatti oltre alla flessibilità ha un'ottima memoria cioè la capacità di richiudersi nella forma originale senza allargarsi con il tempo.
Quindi la classifica per me è Palladio , Oro 14 , Oro 18, Platino 800 , Titanio ...e in questo concordo con il Vichingo , anche a me non piace lo chiamo ondaflex !!
Badate bene la classifica è valida per uno STESSO tipo di pennino della stessa forma.
La forma è importantissima per determinare la flessibilità.
Dovreste sapere che Eversharp nel 1930 faceva la personal point che aveva 14 pennini di forme diverse per andare dalla calligrafia (flessibilissimi) fino ai copiativi che dovevano imprimere molti fogli di carta carbone come nelle fatture di una volta.
Pochi giorni fa in un'altro intervento ho menzionato tutti i modi di fabbricare penne in celluloide.
Vorrei suggerire a Daniele che raccogliendo questi miei interventi, ne ho fatti gia molti, in un capitolo tecnico, gli utenti del forum possono usufruire di informazioni che altrimenti non sono facilmente reperibili.
- Alexander
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Re: Cosa non capisco del Delta Fusion Nib.
Grazie Dante, in effetti il precedente post sulla lavorazione della celluloide mi è piaciuto molto..
Quest'ultimo invece non lo capisco.. o meglio, non capisco in che modo risponda al problema principale sollevato in questo thread.
La scorrevolezza di un pennino dipende da tantissimi fattori, su questo siamo d'accordo.
La molatura dell'iridio è sicuramente importante, consente di percepire sensibilmente il contatto con la carta (anche passando il pennino senza inchiostro sulla carta ci si rende conto della sua scorrevolezza). E questo sembrerebbe far passare in secondo piano il problema dei materiali, oro o acciaio o palladio.
Ma in realtà così non è, perché la perfetta molatura non basta, se l'inchiostro non arriva! Come arriva l'inchiostro?
Il flusso..
Il tuo discorso "flusso più ricco = maggiore scorrevolezza" secondo me argina il problema, perché diventa impossibile fare un confronto tra i pennini, e diventa addirittura fuorviante parlare di scorrevolezza.
Se un pennino viene, da una ditta, denominato Extrafine, e poi ha per conduttore un rubinetto con "tre canali" che lo trasforma, quanto a tratto, in un medio-fine di un'altra ditta, l'attenzione per i materiali e per la molatura passerà sicuramente in secondo piano, perché un innaffiatoio per forza di cose scivolerà sulla carta, non perché il pennino è scorrevole, ma perché si trova immerso in una piscina dove può nuotare beato in vista delle prossime olimpiadi.
Confrontare un EF che scrive come un M con un EF che scrive con un EEF è fuorviante, a mio avviso.
Ed ecco ancora il problema irrisolto: l'inchiostro è arrivato, ma a parità di flusso e di tratto (e di molatura di iridio) il materiale come incide?
Tu dici che interviene in materia di flessibilità.
Io, dal confronto tra le poche penne che ho, ritengo che il problema della flessibilità sia qualcosa di diverso: investe la tipologia di scrittura e complica il problema della "scorrevolezza", anziché risolverlo.
Per una mano leggera anche un pennino rigido come un Sailor merita a pieno titolo la qualifica di scorrevole. Non c'è bisogno di premere per apprezzarne la costanza del tratto, il flusso pronto, l'assenza di salti. Certo, se premi, allora ti serve per forza di cose un pennino più flessibile che si pieghi al tuo diverso stile di scrittura, ma allora dobbiamo parlare di scorrevolezza soggettiva.
L'acciaio del pennino calligrafico Visconti, ad esempio, è più flessibile (rectius, molleggiato) di un pennino in oro 14 K Sailor (estremamente rigido), ma non è paragonabile ai vecchi pennini in oro del passato. Anche una economicissima Noodler's, sempre in acciaio, ha una flessibilità maggiore.
Eppure secondo me il pennino calligrafico scorre meno bene di quello in oro della Sailor, pur essendo più flessibile di quest'ultimo.
Eppure secondo me il pennino calligrafico scorre meglio di quello (sempre in acciaio) della Noodler's, pur essendo meno flessibile di quest'ultimo.
Ecco che ti dò ragione: il problema è la forma e la lavorazione del pennino.
Allora mi chiedo: a parità di forma e lavorazione del pennino, di molatura dell'iridio, nonché di pressione della mano, scorre meglio l'oro o l'acciaio (di cui non parli nel tuo intervento)?
E per scorrevolezza bisogna intendere: quale dei due conduce meglio l'inchiostro, agevolando la capillarità, e "perché"? O "come"?
Ecco che ritorniamo alla domanda tecnica, alla quale senza pretese di scientificità ha risposto Daniele all'inizio del post.. quella relativa al metallo del pennino.. e a come lo stesso incida sulla scorrevolezza, ma non in materia di flessibilità (che è un discorso diverso), ma chiedendosi se e per quale ragione scientifica ed in che modo l'oro o l'acciaio o il palladio agevolino la capillarità dell'inchiostro condotto dall'alimentatore.. ed infine, in ultima analisi, quali siano i punti di forza di acciaio e di oro, e come sia possibile (combinandoli insieme come nel caso del Fusion nib) far fruttare i pro di entrambi in sinergia in un unico pennino.
Oso fare una domanda provocatoria: è un caso che il Fusion nib abbia un tratto più spesso rispetto agli standard della sua ditta?
Quest'ultimo invece non lo capisco.. o meglio, non capisco in che modo risponda al problema principale sollevato in questo thread.
La scorrevolezza di un pennino dipende da tantissimi fattori, su questo siamo d'accordo.
La molatura dell'iridio è sicuramente importante, consente di percepire sensibilmente il contatto con la carta (anche passando il pennino senza inchiostro sulla carta ci si rende conto della sua scorrevolezza). E questo sembrerebbe far passare in secondo piano il problema dei materiali, oro o acciaio o palladio.
Ma in realtà così non è, perché la perfetta molatura non basta, se l'inchiostro non arriva! Come arriva l'inchiostro?
Il flusso..
Il tuo discorso "flusso più ricco = maggiore scorrevolezza" secondo me argina il problema, perché diventa impossibile fare un confronto tra i pennini, e diventa addirittura fuorviante parlare di scorrevolezza.
Se un pennino viene, da una ditta, denominato Extrafine, e poi ha per conduttore un rubinetto con "tre canali" che lo trasforma, quanto a tratto, in un medio-fine di un'altra ditta, l'attenzione per i materiali e per la molatura passerà sicuramente in secondo piano, perché un innaffiatoio per forza di cose scivolerà sulla carta, non perché il pennino è scorrevole, ma perché si trova immerso in una piscina dove può nuotare beato in vista delle prossime olimpiadi.
Confrontare un EF che scrive come un M con un EF che scrive con un EEF è fuorviante, a mio avviso.
Ed ecco ancora il problema irrisolto: l'inchiostro è arrivato, ma a parità di flusso e di tratto (e di molatura di iridio) il materiale come incide?
Tu dici che interviene in materia di flessibilità.
Io, dal confronto tra le poche penne che ho, ritengo che il problema della flessibilità sia qualcosa di diverso: investe la tipologia di scrittura e complica il problema della "scorrevolezza", anziché risolverlo.
Per una mano leggera anche un pennino rigido come un Sailor merita a pieno titolo la qualifica di scorrevole. Non c'è bisogno di premere per apprezzarne la costanza del tratto, il flusso pronto, l'assenza di salti. Certo, se premi, allora ti serve per forza di cose un pennino più flessibile che si pieghi al tuo diverso stile di scrittura, ma allora dobbiamo parlare di scorrevolezza soggettiva.
L'acciaio del pennino calligrafico Visconti, ad esempio, è più flessibile (rectius, molleggiato) di un pennino in oro 14 K Sailor (estremamente rigido), ma non è paragonabile ai vecchi pennini in oro del passato. Anche una economicissima Noodler's, sempre in acciaio, ha una flessibilità maggiore.
Eppure secondo me il pennino calligrafico scorre meno bene di quello in oro della Sailor, pur essendo più flessibile di quest'ultimo.
Eppure secondo me il pennino calligrafico scorre meglio di quello (sempre in acciaio) della Noodler's, pur essendo meno flessibile di quest'ultimo.
Ecco che ti dò ragione: il problema è la forma e la lavorazione del pennino.
Allora mi chiedo: a parità di forma e lavorazione del pennino, di molatura dell'iridio, nonché di pressione della mano, scorre meglio l'oro o l'acciaio (di cui non parli nel tuo intervento)?
E per scorrevolezza bisogna intendere: quale dei due conduce meglio l'inchiostro, agevolando la capillarità, e "perché"? O "come"?
Ecco che ritorniamo alla domanda tecnica, alla quale senza pretese di scientificità ha risposto Daniele all'inizio del post.. quella relativa al metallo del pennino.. e a come lo stesso incida sulla scorrevolezza, ma non in materia di flessibilità (che è un discorso diverso), ma chiedendosi se e per quale ragione scientifica ed in che modo l'oro o l'acciaio o il palladio agevolino la capillarità dell'inchiostro condotto dall'alimentatore.. ed infine, in ultima analisi, quali siano i punti di forza di acciaio e di oro, e come sia possibile (combinandoli insieme come nel caso del Fusion nib) far fruttare i pro di entrambi in sinergia in un unico pennino.
Oso fare una domanda provocatoria: è un caso che il Fusion nib abbia un tratto più spesso rispetto agli standard della sua ditta?
"Ho dei gusti semplicissimi: mi accontento sempre del meglio"
O. Wilde
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