Quale può essere compatibile????
Grazie ragazzi
Ciao
P.S. l'immagine è un po sfuocata.

E ti pareva: proprio quello 0,01% di eccetera doveva capitare.
Grazie per il tuo contributo, molto interessante.effebi56 ha scritto: ↑giovedì 13 luglio 2023, 22:56 Mi collego a quanto scambiato nella rubrica "Ultimo acquisto" riportando di seguito gli ultimi passaggi:
"effebi56 ha scritto: ↑
A Casirati ha scritto: ↑
Grazie per il tuo contributo, davvero interessante. Come l'alimenti?
Quando ho preso la penna non mi è riuscito di trovare il modo di smontare il gruppo scrittura, anche in considerazione della profondità a cui è alloggiato il collettore a cui va collegata la cartuccia. Io utilizzo un converter che mi è stato fornito con la penna, ma se tu hai dei suggerimenti su cartucce che stai utilizzando che ben si adattano te ne sarei grato dato che non sempre riesco a rifornire il converter con quantità di inchiostro che garantiscano una soddisfacente autonomia.
L'inchiostro che da subito ho adottato è Pelikan 4001 Brilliant Black che mi da soddisfazione normalmente ed in particolare su questa Atomica 1 rendendo il pennino vellutato nella stesura al punto da poter essere impiegato senza alcuna pressione sulla sezione.
Nel mio modo di intendere la scrittura stilografica questa caratteristica genera fra me e lo strumento che impiego un rapporto che senza esagerare definirei affettivo, in questo caso suffragata dalla storia di come è nata la produzione LUS che già tu conosci."
È stato proprio a seguito della lettura di questa discussione dedicata a Lus Atomica che, visti i risultati di Ricart non ho avuto il coraggio di avventurarmi nel tentativo di smontare e pulire il gruppo scrittura.
Tuttavia sono riuscito ad avviare la penna evitando di sezionarla.
Non avendo avuto modo di vedere fisicamente una cartuccia originale dell'Atomica 1,non ho la minima idea del materiale di cui poteva essere costituita.
Provando a fare un esercizio di fantasia, essendo LUS un'azienda inizialmente artigianale a conduzione familiare, immagino si sia rifatta ad esperienze percorse da altre aziende già presenti ed affermate sul mercato, come per esempio Aurora che con ogni probabilità appaltava la costruzione delle cartucce che equipaggiavano le prime penne che adottavano questa soluzione ad aziende specializzate nello stampaggio di materie plastiche. Nello specifico un materiale che veniva ampiamente impiegato e promosso nelle campagne pubblicitarie per versatilità e resistenza era in quegli anni il Moplen, che ipotizzo possa aver costituito l'involucro contenente l'inchiostro delle prime penne alimentate a cartucce.