
Ecco una piccola galleria, che forse può aiutare i più esperti.





Temo che queste siano le sole informazioni a mia disposizione. Posso aggiungere che osservando con attenzione il cappuccio (come si vede nella quarta e quinta foto), si osserva alla destra della clip (ovvero al di sotto di essa, nell'immagine) una interruzione netta e verticale del disegno del materiale. Questo potrebbe sostenere la tesi secondo cui questo sia celluloide, ricavata per piegatura di un foglio.
In passato Marco Moricci aprì questa discussione per mostrare la collezione di Visconti di un privato. Bene, la terza penna nella prima foto sembra proprio la gemella di questa che vi mostro. Gli chiesi di che modello si trattasse, e lui citò una D'Essai, senza però potermelo assicurare. La scheda del museo Visconti (qui) in primo luogo parla di piston-filler (ovvero caricamento a stantuffo, e questa è invece una cartuccia-converter), di pennino in oro (e sul mio non c'è alcuna indicazione 14K) e di edizione limitata. Ora, sulla penna non sono riuscito a trovare alcuna indicazione del numero, e la pergamena che si vede arrotolata nella confezione è un certificato di garanzia.
Un grazie a chiunque avrà anche solo letto queste righe

PS - Circa le cattive caratteristiche di scrittura: Vorrei specificare che la penna in questione è stata "sottratta" all'uso ed è rimasta chiusa in un cassetto per una quindicina d'anni, per fortuna scarica, e solo adesso sto cercando di riportarla in piena funzionalità. Vi lascio immaginare la durezza che aveva la filettatura che separa il corpo dal gruppo di scrittura - in un primo momento pensavo fosse incollato! Ora però, dopo qualche delicato avvita-svita, è diventato un po' più morbido - anche se resta faticoso da svitare/avvitare. Non mi azzardo a "lubrificare" la filettatura, per timore di macchiare la penna. Ho fatto diversi sciacqui con acqua tiepida, e ho lasciato una nottata il gruppo di scrittura in ammollo (con sommo timore - non sapendo se l'alimentatore è d'ebanite o di plastica, anche se a me sembra più verosimile la seconda). Poi ho fatto qualche "lavaggio" con inchiostro, e ho scritto un paio di mezze pagine prima di quella che vedete. La penna ha sputato un po', ha fatto qualche capriccio ma poi ha iniziato a scrivere discretamente. Il pennino mi sembra un fine (strano, vista la predilezione di mio padre per i medi - ma potrebbe darsi che si sia accontentato); sebbene non si possa dire che serva premere per scrivere, comunque non è di quelle penne che basta poggiare sulla carta per vederle scivolare su essa: il pennino non gratta, ma oppone resistenza alla scrittura.
Ho letto in altri interventi come molti offrano qualche decina di pagine a una penna ferma da anni prima di esprimere giudizi sulla qualità di scrittura. Farò anch'io l'esercizio, ma intanto sapreste suggerirmi un inchiostro che mi alleggerisca il lavoro? Vi ringrazio ancora.