Nella mia ricerca delle curiosita' e degli inchiostri indelebili o giu' di li ho letto dell'esistenza di inchiostri pigmentati per stilografiche.
So dell'esistenza del Carbon black della Platinum e del nano-ink nero della Sailor, ma non so se ce ne sono altri e se esistono in altri colori.
La seconda domanda e' correlata a come funzionano le stilografiche, non e' un inchiostro che si puo' usare in ogni penna, ma in generale in quale penne e' meglio usare un inchiostro pigmentato?
Inchiostri pigmentati
- ClaBluReale
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Inchiostri pigmentati
Oltre ai nano-ink, Kiwa-Guro e Sei-Boku, la Sailor ha anche una linea di inchiostri pigmentati colorati, li chiama Storia. Se cerchi su Google "Sailor Storia" li trovi sicuramente. Oltre a immagini di Sailor Moon ovviamente..
Comunque a me sembrano dei bellissimi colori, a parte Spotlight Yellow che è illeggibile.
Riguardo le penne, non vedo perché questi Storia non li si possa usare in ogni penna moderna. Non ho mai letto né sentito motivi per cui questi inchiostri debbano per forza andare in certe penne e non in altre.
Per le penne vintage non mi azzerderei..
Riguardo il pennino, dato che gli inchiostri pigmentati sono più densi del normale, forse non sono adatti a dei pennini EF, ma io qui aspetterei una conferma da veterani di tali inchiostri.
Comunque a me sembrano dei bellissimi colori, a parte Spotlight Yellow che è illeggibile.
Riguardo le penne, non vedo perché questi Storia non li si possa usare in ogni penna moderna. Non ho mai letto né sentito motivi per cui questi inchiostri debbano per forza andare in certe penne e non in altre.
Per le penne vintage non mi azzerderei..
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Riguardo il pennino, dato che gli inchiostri pigmentati sono più densi del normale, forse non sono adatti a dei pennini EF, ma io qui aspetterei una conferma da veterani di tali inchiostri.
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Inchiostri pigmentati
Dal quel che ho letto in diversi post di forum stranieri ci sono alcune accortezze da avere con gli inchiostri pigmentati.
In primo luogo una differenza fondamentale da tenere a mente. I pigmentati non sono inchiostri composti da solo liquido ma hanno delle particelle solide in sospensione che danno o contribuiscono al colore dell'inchiostro. La differenza è sostanziale. Da una parte solo chimica, dall'altra micro (o nano) particelle solide sono mischiate al liquido lubrificante.
Prima deduzione, non tutti gli inchiostri pigmentati sono uguali. La dimensione delle particelle in sospensione può fare la differenza. Infatti il pigmento visto al microscopio è come se fosse composto da miliardi di piccoli sassolini che urtano pareti dei serbatoi, pennini e feeder. Quindi affidarsi a marche che padroneggiano la tecnologia e assicurano qualità ai prodotti è un primo requisito. I pigmenti devono essere di qualità e composti da nano-particelle.
Se un inchiostro pigmentato asciuga all'interno di una penna le particelle di pigmento (i sassolini) non evaporano ma restano attaccati in interstizi, pareti, feeder e risultano particolarmente ostici da eliminare. Se questo non rappresenta un problema per molte penne moderne che sono concepite per essere smontate completamente e facilmente, se pensiamo a penne vintage o con una progettazione particolarmente "chiusa", questo si può tradurre in un incubo per l'appassionato.
Io uso il nero Platinum Carbon Ink. E' veramente nero come il carbone. Il cosiddetto inchiostro legale che resta vibrante e nero corvino anche dopo 100 anni. Sembra molto "grasso" quindi ottimamente lubrificato. E' un piacere usarlo. Ma non mi sognerei mai di utilizzarlo su una Shaeffer Crest per esempio. Si tratta di una penna "moderna" (anni 80) ma ha una progettazione molto chiusa con pennino integrato al corpo scrivente che non si può pulire facilmente come un Noodler's Ahab (per farvi capire il paragone).
Quindi io uso questo principio: mai usarlo con penne a stantuffo o comunque con quelle penne che non consentono di accedere facilmente al serbatoio, mai con penne che richiedono un esperto per smontare il gruppo scrivente.
Per il resto si può utilizzare e da un piacere immenso perché è il nero più nero che si possa trovare. Ovviamente dovete avere piccole accortezze tipo... ricorda con precisione quale penna ce l'ha in pancia e non lasciare che questo secchi. Alla fine del suo utilizzo, prima di passare ad altro inchiostro, lavare bene pennino, feeder, serbatoio. Il minimo di manutenzione che qualunque appassionato di penne è in grado di fare.
In primo luogo una differenza fondamentale da tenere a mente. I pigmentati non sono inchiostri composti da solo liquido ma hanno delle particelle solide in sospensione che danno o contribuiscono al colore dell'inchiostro. La differenza è sostanziale. Da una parte solo chimica, dall'altra micro (o nano) particelle solide sono mischiate al liquido lubrificante.
Prima deduzione, non tutti gli inchiostri pigmentati sono uguali. La dimensione delle particelle in sospensione può fare la differenza. Infatti il pigmento visto al microscopio è come se fosse composto da miliardi di piccoli sassolini che urtano pareti dei serbatoi, pennini e feeder. Quindi affidarsi a marche che padroneggiano la tecnologia e assicurano qualità ai prodotti è un primo requisito. I pigmenti devono essere di qualità e composti da nano-particelle.
Se un inchiostro pigmentato asciuga all'interno di una penna le particelle di pigmento (i sassolini) non evaporano ma restano attaccati in interstizi, pareti, feeder e risultano particolarmente ostici da eliminare. Se questo non rappresenta un problema per molte penne moderne che sono concepite per essere smontate completamente e facilmente, se pensiamo a penne vintage o con una progettazione particolarmente "chiusa", questo si può tradurre in un incubo per l'appassionato.
Io uso il nero Platinum Carbon Ink. E' veramente nero come il carbone. Il cosiddetto inchiostro legale che resta vibrante e nero corvino anche dopo 100 anni. Sembra molto "grasso" quindi ottimamente lubrificato. E' un piacere usarlo. Ma non mi sognerei mai di utilizzarlo su una Shaeffer Crest per esempio. Si tratta di una penna "moderna" (anni 80) ma ha una progettazione molto chiusa con pennino integrato al corpo scrivente che non si può pulire facilmente come un Noodler's Ahab (per farvi capire il paragone).
Quindi io uso questo principio: mai usarlo con penne a stantuffo o comunque con quelle penne che non consentono di accedere facilmente al serbatoio, mai con penne che richiedono un esperto per smontare il gruppo scrivente.
Per il resto si può utilizzare e da un piacere immenso perché è il nero più nero che si possa trovare. Ovviamente dovete avere piccole accortezze tipo... ricorda con precisione quale penna ce l'ha in pancia e non lasciare che questo secchi. Alla fine del suo utilizzo, prima di passare ad altro inchiostro, lavare bene pennino, feeder, serbatoio. Il minimo di manutenzione che qualunque appassionato di penne è in grado di fare.
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Non so quanto un solo caso faccia testo ma da poco più di un mese ho caricato la Platinum Carbon Pen (EF) con il Platinum Carbon Ink e, nonostante la usi saltuariamente, fino ad ora sembra tutto a posto.ClaBluReale ha scritto: ↑domenica 25 marzo 2018, 22:15 Riguardo il pennino, dato che gli inchiostri pigmentati sono più densi del normale, forse non sono adatti a dei pennini EF, ma io qui aspetterei una conferma da veterani di tali inchiostri.
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