Le fonti (solo per pignoli incurabili)
Ebbene sì, ho finalmente effettuato il mio primo acquisto in rete…
Siccome la penna l’ho pagata davvero poco, questa volta le cartacce hanno inciso per una quota considerevole sulla recensione (fastidi di sdoganamento inclusi
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).
Dagli Stati Uniti mi sono fatto spedire un inserto originale Parker relativo a questa penna affascinante, ben conosciuta dai collezionisti ma di cui sono disponibili in rete pochissime informazioni a livello pubblicitario (ho trovato una sola citazione del modello Royal Challenger sui quotidiani americani dell’epoca, ma senza immagini, nessuna su rivista e una sola nel catalogo di un grande magazzino di Chicago), e praticamente nessuna nei cataloghi ufficiali consultabili (la situazione parrebbe migliorare di poco per le successive Royal Challenger con clip scalettata): l’assenza più significativa (oltre a quella inspiegabile dallo splendido Catalogo del “SemiCentennial” del 1938) è quella dal Catalogo No. 5373 (del 1937 secondo i “Pen Collectors of America” che l’hanno reso disponibile in rete)…
Il mio acquisto comprende tre fogli sciolti di misura cm.21,7x29,8 (dunque di poco eccedente il formato A4), stampati fronte retro, con tracce di colla sul lato opposto a quello che reca la mezzaluna a mezza altezza. Le pagine non sono numerate: tuttavia, per le schede relative alle singole penne la Parker procedeva dalla più importante alla più economica, i set e gli stilofori a seguire.
Secondo me l’ordine corretto è dunque il seguente:
A1-A2 / B1-B2 / C1-C2
Le ultime due scansioni non riescono a riprodurre il riquadro di tenue verde-acqua (corrispondente al fondo giallo di B2) in cui sono contenute le immagini…
L’unica scritta che potrebbe darci informazioni ulteriori è stampata su B2 e recita:
(I)nsert 5361 -------- Printed in U.S.A. 650-7-37
Questi fogli riproducono fedelmente lo stile dei cataloghi della Parker di quegli anni e sono per me senza dubbio riconducibili alla Casa.
A2 e B1 (con tutte le penne dalle De Luxe Challenger alle Parkette) corrispondono esattamente alle pagine 12 e 13 del Catalogo No. 5373 del 1937, ma con due elementi originali di grande interesse
- l’aggiunta di un tondo con il dettaglio dei due sistemi di caricamento (che era già presente alle pag. 20 e 21 del “Parkergrams and Catalog” del Settembre 1936);
- la presenza al posto del solo LIST PRICE di ben due tipologie di prezzo: Price (che è maggiorato del 20%) e Retail (che corrisponde al “list price” dei Cataloghi citati).
Lascio a chi è interessato la possibilità di approfondire personalmente!
Richiamo l’attenzione del lettore solo sulle seguenti informazioni:
- la penna in presentazione è la prima della serie, nella misura grande ed era indicata con il codice 209;
- le matite meccaniche servivano entrambe le taglie, ovvero vi era una sola matita per colore che accompagnava sia la Standard che la Slender;
- vi erano anche stilofori con penne Royal Challenger (fusto opaco a galloni/chevron) di cui non ho rinvenuto traccia altrove…
Datazione
Sarà noioso e poco divertente, persino poco corretto nei confronti della penna, ma l’indicazione della data di produzione impressa direttamente sul pennino e sul fusto della stilografica è uno di quegli accorgimenti che semplificano di molto il procedimento di datazione di una penna…
Allo stanco recensore viene in soccorso il “
Date Code” introdotto da Parker nel 1934 (in una prima “versione” in vigore fino al 1938).
Le due cifre avevano il seguente significato
- prima cifra: i quarti (trimestri) numerati da 1 a 4 (così 1 sulla mia penna sta per Gennaio, Febbraio e Marzo)
- seconda cifra: 4, 5, 6, 7, 8 sta per l’anno 1934, 1935, 1936, 1937 e 1938.
Confrontando le iscrizioni presenti sul fusto
e sul pennino
rileviamo su entrambi “17.”, e con ciò siamo sicuri che la
Royal Challenger sword clip in esame fu prodotta esattamente nel primo trimestre del 1937 (proprio quando nasceva mio padre, il che mi rende la penna particolarmente cara).
Dal 1938 venne introdotto un sistema di “
date code” a puntini in luogo dei numeri per individuare i trimestri.
Seguirono le successive versioni della Royal Challenger (con la clip non più a spada ma scalettata, la scritta PARKER in verticale e la sezione dotata di “
visometer” già dalla seconda metà 1937, poi con un’unica veretta in luogo dei tre anellini sul cappuccio) e la linea uscì di produzione intorno al 1940 (fonte David Isaacson).
Il nome
Challenger è lo sfidante, e per una buona penna scolastica era un nome appropriato, forte e dinamico. Il prefisso “
De Luxe” aggiunto alla prima evoluzione verso un modello più ricco era l’ideale per giustificare un aumento di prezzo e posizionarsi in tutte le possibili fasce di prezzo in un’America ormai uscita dalla Grande Depressione. Ma perché poi anche una “
Royal” Challenger?!
Ricordiamo in questa sede incidentalmente il primo compiuto tentativo di Parker di misurarsi con la “regalità” risale a quasi un decennio prima, era il 1928, con il lancio della sontuosa top di gamma “I
mperial Duofold” (“Nero&Perla”), che in una repubblica federale venne però prontamente ribattezzata “Parker Duofold De Luxe”…
Proviamo ad ipotizzare.
Il numero di Gennaio 1937 del
National Geographic dedicava ben 56 pagine a
Londra, e la definiva “
la più influente città del vecchio mondo”,
e già si organizzavano le crociere per la cerimonia dell’incoronazione di Giorgio VI, il 12 Maggio. Quindi, alla ricerca di un nome
à la page per un lussuoso nuovo modello di stilografica in una livrea
glamour, in Casa Parker non poterono che usare un aggettivo che richiamasse la nazione e l’evento del momento: il terzo sovrano sul trono della monarchia inglese nel brevissimo volgere di un anno (1936, l’anno dei tre Re): una morte non annunciata (il padre,
George V), un’ascesa al trono subito seguita da un’abdicazione non annunciata (il figlio maggiore,
Edward VIII, che volle sposare una divorziata), un’ascesa al trono in fretta e furia (il fratello minore,
George VI) e, finalmente terminato l’infausto 1936, l’incoronazione in pompa magna a cui prepararsi degnamente, alla vecchia maniera imperiale della
Regina Vittoria,
cerimonia largamente annunciata per il
12 Maggio 1937… L’americanissima Chilton, d’altronde, aveva anch’essa preso la palla al balzo realizzando una spettacolare serie della sua Wing-Flow (oggi molto ricercata) con le iniziali del novello sovrano (G VI R= George VI Rex, "alla romana" anche qui!)
Continua…