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Avendo gettato il sasso, non nascondo la mano: Dan Simmons, "Gli orfani di Helix"
“IT” è un libro, alto quanto una piramide, che mi è capitato in mano in un periodo in cui non ero a casa mia. Un libro quindi che non avrei scelto per me stessa perché non amo il genere horror. Ma in questo libro, incredibilmente, ho ritrovato parte della mia fanciullezza. Alla fine della sua lettura, scrissi questo commento:
Se posso permettermi Florinda, "Gli orfani di Helix" è l'epilogo breve -e a grande distanza- della straordinaria saga dei Canti di Hyperion. Da solo non rende molto, ma non potevo perdermi un altro pezzetto di quella storia.
Grazie per la precisazione! Avevo capito che si trattasse di una saga ma studierò meglio e in caso mi ci immergerò.
Analisi stupenda! è esattamente quel che penso anche io. I nomi diventano "naturali" come se abitassimo anche noi stessi a Derry.Silemar ha scritto: ↑venerdì 16 marzo 2018, 12:08“IT” è un libro, alto quanto una piramide, che mi è capitato in mano in un periodo in cui non ero a casa mia. Un libro quindi che non avrei scelto per me stessa perché non amo il genere horror. Ma in questo libro, incredibilmente, ho ritrovato parte della mia fanciullezza. Alla fine della sua lettura, scrissi questo commento:
Fastidio, ecco cosa ho provato all’inizio. Troppi nomi da ricordare, continui salti di scena, viaggi nel tempo, avanti, indietro e poi ancora avanti. Un rompicapo, un puzzle, un garbuglio complicato da seguire anche se amabilmente scorrevole.
E poi…
King descrive una banda di ragazzini. Li descrive uno ad uno, carattere, fisico, sentimenti. Il rapporto, spesso difficile, con i propri genitori, l’amicizia che nasce tra i singoli fino alla formazione del gruppo, il Club dei Perdenti. I giochi vicino ai canali e alla discarica, lo scoppiare dei petardi, il fumare di una sigaretta, le sassaiole con i ragazzi più grandi. Persino l’amore fa la sua pudicissima comparsa, amori piccoli, intensi, indimenticabili.
E alla fine...
Il genere horror continua a non essere il mio genere. Ho barattato la lettura delle parti truculente, marcescenti e invasate di questo best seller con un po’ del mio sonno. Sono scritte mirabilmente ma non le amo, né le cercherò più. Ma in IT c’è molto più di It, il pagliaccio dai denti a lametta, assassino di bambini. C’è la magia dell’infanzia, l’avventura bambina, la forza pura e leale dell’amicizia. Saranno queste le pagine di “IT”, tra le 1238, che, nel mio tempo, diverranno traslucide.