Spero che nessuno si senta offeso dal mio gesto per così dire blasfemo (nel caso, mi cospargerò nuovamente il capo di cenere), ma credo che quale inconsapevole eppure vigorosa reazione ad un gusto claustrale invalso in questi lidi – che hanno visto ritrarre le penne stilografiche in guisa di reliquie sopra tessuti che paiono sai penitenziali, ovvero adagiate nel più intimo recesso del domestico tinello “là dove il cul si posa”, o su vetusti ricami caserecci istoriati come l’arazzo di Bayeux, per tacere dei tentativi più e più volte reiterati di catturare la loro anima sensibile, se pure ne abbiano una, nel cuore della notte mediante luci artificiali per scientemente consegnarle in eterno a brune penombre catacombali – ho deciso, così d’acchito, di uscirmene bello fresco col mio smarfoncino sul terrazzo di casa, in un radioso pomeriggio invernale di sole, i tetti coperti di candida neve, e di inquadrare le mie modeste pennucce “en plein air”: a prescindere dagli esiti, discutibilissimi, come vedrete, e financo censurabili dai puristi muniti di buon gusto per la composizione e d’ogni bendidìo tecnologico locupleti, e perduta in partenza, ahimè, la sfida contro i mulini a vento fotografici, le cui pale girano, girano, ho almeno respirato un po’ d’aria buona!
La Penna
MINERVA “CLASSICA” misura piccola in celluloide blu lapislazzuli tornita da barra piena, parti metalliche a vista laminate oro, corretto pennino Minerva in oro 14 ct., caricamento a leva laterale, produzione OMAS anno 1935.
Le misure
Chiusa: cm. 11,1 Cappuccio: cm. 5,5 Fusto: cm. 10,2 (con pennino di cm.1,9) Con cappuccio calzato: cm. 14 (con pennino di cm.1,9) Diametro massimo (alla veretta): mm. 11,8
Diametro fusto alla levetta: mm. 11,0
Diametro medio all'impugnatura: mm. 9,5 Peso (carica): gr. 14
Fusto: gr. 9
Marca e Modello
Per avere informazioni sul Produttore, orgoglio della scuola italiana della stilografica, si consulti il nostro formidabile Wiki:
http://www.fountainpen.it/Omas/it
Per ragguagli approfonditi sul modello in presentazione segnalo l’esaustiva voce Minerva “Classica” nel database dei modelli storici
https://www.fountainpen.it/Minerva_Classica
in calce alla quale si potranno ammirare anche gli esemplari documentati dagli altri Contributors.
Per parte mia desidero solo puntualizzare un paio di questioni.
Il nome del modello, innanzi tutto: “Classica” non è stato scelto dal Produttore, bensì assegnato dallo studioso Emilio Dolcini (anche nel volume “Stilografiche Omas dal 1925 ad oggi”) e accolto dai collezionisti.
Vi è poi una questione di datazione.
Sui quattro modelli Minerva d’anteguerra (“tipo Parker Duofold Streamline”, Classica, Ellittica e Trasparente) i pennini in oro 14 carati montati parrebbero essere in realtà… uno solo (e questo in circa una trentina di esemplari che ho potuto osservare in rete): il pennino ha foro a cuore e riporta l’iscrizione
MINERVA
585 [in un rombo]
1A QUALITA’ Il pennino (che non v’è ragione di ritenere sempre sostituito) recando la punzonatura dell’oro “585” consentirebbe di datare tutte le penne che lo montano a DOPO l'introduzione dell'obbligo della titolazione dell'oro in millesimi (585 in un rombo per l’oro 14 carati), introdotto con la Legge del 5 Febbraio 1934 N.305 (disciplina dei "Titoli dei metalli preziosi") che entrò in vigore con il relativo Regolamento nel 1935.
Quindi sarebbe tutta la produzione Minerva di OMAS ad avere inizio dopo il deposito del marchio (3 aprile 1934) e la sua registrazione (24 ottobre 1934).
Non ho visto esemplari di Classica o di Ellittica con pennino punzonato “14 Ct.” (come invece spesso accade sulle Omas Extra a levetta, per intenderci, la cui produzione era iniziata nel 1932 e proseguita fino al 1946, dove invece è ovviamente presente sui primi esemplari prodotti, ovvero prima ancora sulle “tipo Parker Duofold flat-top”), quindi presumo vero fino a prova contraria ciò che afferma Dolcini che tutte le Minerva siano state prodotte dopo il deposito del Marchio nel 1934 e i loro pennini punzonati secondo le prescrizioni della Legge del 1934 citata.
Osservazioni
Prima della II Guerra Mondiale le penne italiane si erano molto spesso ispirate a modelli stranieri (americani, prevalentemente), quando non si erano limitate semplicemente a copiarli e riprodurli pedissequamente (a volte realizzandoli anche un poco meglio, però). Tuttavia, diversamente dalle OMAS tipo “Parker Duofold” (antecedenti) e dalle Minerva tipo “Parker Duofold Streamline”, l’ascendente diretto della Minerva “Classica” in presentazione non può essere individuato con certezza (da me almeno): una significativa fonte di ispirazione potrebbe essere comunque rinvenuta nella Parker Duette (prodotta dal 1932 al 1933, un modello Thrift Time, dei tempi della prima Grande Crisi economica), almeno per quanto concerne il cap top in metallo, la veretta singola, il blind cap con scalino.
Omas, questo è ben noto, utilizzò per la sottomarca Minerva partite di celluloide diverse da quelle impiegate dal Marchio principale (ma parimenti pregiate): poiché il modello “Ellittica” era spesso destinato alla produzione per conto terzi (ad esempio importanti cartolerie storiche nelle principali città, che spesso richiedevano anche aggiunte di anellini decorativi supplementari) in questo modo era meglio garantita l’originalità della penna, rispetto alla produzione standard del Marchio principale. Ma anche tra Minerva Ellittica e Minerva Classica le colorazioni non coincidevano, e tra tutte le colorazioni disponibili sulle “Classica” il blu (un intenso oltremare “lapislazzuli”, secondo me) è sicuramente tra i meno comuni…
Continua…