Bologna Pen Show - Mostra Scambio di Bologna
30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
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salve a tutt*
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Mi chiamo Marco e coltivo da tempo l'interesse per gli strumenti di scrittura. Da qualche anno ho una vera scalmana per le multipen, sferografiche a 2, 3, 4 colori. Mi piacciono molto e le uso con grande soddisfazione. Per quanto siano comode però non riescono a scalzare la considerazione che ho sempre avuto per le stilografiche (la vera erede del calamo antico è la stilografica, non è questione) che uso con venerazione in ambiente domestico: una vecchia stilografica scolastica a cartucce, una penna a stantuffo demonstrator straordinaria, infine una stilografica regalatami quando ero più giovane
Rimpiango i quaderni con la carta assorbente e mi piace addensare a fianco delle pagine di un libro una gran quantità di scholia e appunti. Adoro la calligrafia e sono alla ricerca di inchiostri brillanti (gli inchiostri delle sferografiche ahime sono spenti e deprimenti).
Ah, dimenticavo, sono un autentico cartopazzo.
un caro saluto a tutti
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- maxpop 55
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Qui nelle varie sezioni troverai tutte la info che ti servono sulla carta, inchiostri, calligrafia ecc ... e dove non trovi quello che cerchi basta aprire un argomento nella sezione dedicata e chiedere.
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Il valore di una stilografica non dipende dal costo, ma dal valore che noi le diamo.
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Benvenuto anche da parte mia.
Ricordo anche io le "carioca" sfere a più colori che andavano di moda quando ero bambino (e sono del 1956) . Di solito chi ha la passione per le penne non fa differenze tra penne costose e rare e penne Bic. (questo è proprio tipico degli appassionati) Io, ieri, all'Eurospin mi sono incantato a guardare le confezioni delle Faber Castell a sfera, colorate, da 0,75 cent. cadauna.
Poi posseggo anche una stilo Pelikan M900 Toledo con pennino a 20 K (quindi un esemplare raro subito post riunificazione tedesca!). come dici tu "non è questione".
Ti auguro momenti di approfondimento, distensione e simpatia tra gli appassionati che formano questa bella comunità- e te lo dico da novellino!.
Giao. Giovanni
Ricordo anche io le "carioca" sfere a più colori che andavano di moda quando ero bambino (e sono del 1956) . Di solito chi ha la passione per le penne non fa differenze tra penne costose e rare e penne Bic. (questo è proprio tipico degli appassionati) Io, ieri, all'Eurospin mi sono incantato a guardare le confezioni delle Faber Castell a sfera, colorate, da 0,75 cent. cadauna.
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Benvenuto! Benvenutissimo!
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"Non essere mai codardo o crudele. Cerca di essere sempre gentile, ma non smettere mai di essere buono." Doctor Who
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Comunque hai sbagliato a scrivere il titolo: in italiano si scrive "salve a tutti".
Detto questo, benvenuto e buona serata.
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Benvenuto Marco!
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Ciao Giovanni,Orsobruno56 ha scritto: ↑domenica 28 gennaio 2018, 19:17 Benvenuto anche da parte mia.
Ricordo anche io le "carioca" sfere a più colori che andavano di moda quando ero bambino (e sono del 1956) . Di solito chi ha la passione per le penne non fa differenze tra penne costose e rare e penne Bic. (questo è proprio tipico degli appassionati) Io, ieri, all'Eurospin mi sono incantato a guardare le confezioni delle Faber Castell a sfera, colorate, da 0,75 cent. cadauna.
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Giao. Giovanni
concordo in pieno con te sul fatto che la passione per uno strumento di scrittura non dipende dal costo, ma dal valore (anche emotivo) che una penna è in grado di suscitare. Tanto per dire: la 4 colori della Bic mi ha accompagnato da quando ero bambino. Una penna che esisteva già quando frequentavo le medie. Poi per tantissimi anni non l'ho più rivista (o comunque non ci ho prestato attenzione). All'improvviso 5 anni fa la rivedo nel reparto cartoleria di un supermercato. L'ho presa e appena l'ho avuta in mano, tale e quale ad allora (tranne un piccolo particolare), è scattato qualcosa, come fossi investito da una valanga di ricordi, come se in quella penna si dischiudesse il segreto del tempo, sulla possibilità di percorrerlo all'indietro. Da allora è per me un simbolo, una bandiera. E in effetti non è proprio così? Al di là della penna in sé, non è forse vero che proprio dalla penna nasce la scrittura, il segno che conserva la memoria, l'opera che ci avvicina al passato?
A proposito: sai qual'è il particolare che differisce nella 4colours della Bic di oggi dal primo modello? La parte superiore della penna, quella di colore bianco che ospita il prezioso e ineguagliabile meccanismo a molla dei 4 colori, si chiude in un piccolo pomello bianco perfettamente sferico, squisitamente decorativo. Nella nuova versione, questa piccola sfera bianca è stata rifunzionalizzata e ora appare forata, per consentire l'inserimento di un cordoncino e poterla fermare ad un chiodo, come si usa fare nei calendari a parete. Scelta opinabile... a me piaceva la sfera piena, squisitamente (ribadisco l'avverbio) decorativa. Al tempo erano diffusi quei telefoni con i selettori numerici a disco, di colore grigio. La nostra multipen era allora usata per comporre i numeri infilando la piccola sfera nel foro numerico del selettore e girandolo fino a fine corsa... che nostalgia, non avrei mai pensato.
salve a tutt*
In effetti è un errore morfologico ma assolutamente deliberato. Compare nel solo titolo del post e ha per me lo scopo di esprimere sensibilità rispetto al problema ben noto del linguaggio di genere. L'asterisco in tal senso è soprattutto usato sui social ed equivale a i/e cioè in questo caso tutti/e. "Tutti" raggruppa indistintamente chiunque al di là del genere ma proprio qui sta il punto: l'utilizzo del maschile neutrale è talmente radicato e assimilato da sembrare naturale e neppure "criticabile". Anch'io non uso l'asterisco nel corpo di una lettera o di un elaborato ma ogni tanto, quando mi rivolgo a più persone, non mi dispiace farne uso, mettere in evidenza questa scelta, dar voce ad una critica che condivido.StilTraditio ha scritto: ↑domenica 28 gennaio 2018, 20:34 Comunque hai sbagliato a scrivere il titolo: in italiano si scrive "salve a tutti".
Detto questo, benvenuto e buona serata.
Grazie per il benvenuto
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Io, infatti, ho apprezzato moltissimo questa attenzione.MrkLch ha scritto: ↑domenica 28 gennaio 2018, 23:19In effetti è un errore morfologico ma assolutamente deliberato. Compare nel solo titolo del post e ha per me lo scopo di esprimere sensibilità rispetto al problema ben noto del linguaggio di genere. L'asterisco in tal senso è soprattutto usato sui social ed equivale a i/e cioè in questo caso tutti/e. "Tutti" raggruppa indistintamente chiunque al di là del genere ma proprio qui sta il punto: l'utilizzo del maschile neutrale è talmente radicato e assimilato da sembrare naturale e neppure "criticabile". Anch'io non uso l'asterisco nel corpo di una lettera o di un elaborato ma ogni tanto, quando mi rivolgo a più persone, non mi dispiace farne uso, mettere in evidenza questa scelta, dar voce ad una critica che condivido.StilTraditio ha scritto: ↑domenica 28 gennaio 2018, 20:34 Comunque hai sbagliato a scrivere il titolo: in italiano si scrive "salve a tutti".
Detto questo, benvenuto e buona serata.
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Mi dispiace contraddirti, ma
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+ "Grammatica italiana"
è la ricetta per resistere alle storpiature moderne.
Rinnovo i miei auguri nei tuoi confronti.
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Benvenuto, Marco! E complimenti per la delicatezza che hai espresso con l'asterisco. Non tutti possono comprendere questa attenzione al linguaggio di genere. Chi doveva apprezzare sono certo che lo abbia fatto, senza le ramanzine di presunti mestrini: qui parliamo di stilografiche, non di errori da sottolineare con la matita blu.
Benvenuto tra noi!
«Ma solo le parole resistono
all’efferatezza delle stagioni».
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- piccardi
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Ciao Marco,
un caloroso benvenuto anche da parte mia, e visto che ti qualifichi cartopazzo, direi che sei qualificato per raccontarci qualche dettaglio in più su quelle che usi...
Simone
un caloroso benvenuto anche da parte mia, e visto che ti qualifichi cartopazzo, direi che sei qualificato per raccontarci qualche dettaglio in più su quelle che usi...
Simone
Questo è un forum in italiano, per pietà evitiamo certi obbrobri linguistici:
viewtopic.php?f=19&t=3123
e per aiutare chi non trova un termine:
viewtopic.php?f=19&t=1758
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salve a tutt*
Grazie Simone del benvenuto e volentieri racconto qualcosina sulle penne che uso. A me piace molto prendere appunti su foglietti piegati a quarto. Per me è quasi una mania e non mi stupirebbe se un osservatore esterno vedendomi così indaffarato mi desse del grafomane. Il fatto è che credo fermamente che i pensieri non ci appartengano, che le intuizioni come arrivano altrettanto velocemente dileguino, che le idee e i propositi si affastellino e si perdano in un nulla di fatto. I diari, i taccuini, le agende sono materializzazioni storiche della coscienza che l'uomo ha di quanto sia effimero il regno del pensiero, delle idee, delle riflessioni... per quanto mi riguarda ho da tempo dissugato questi strumenti in foglietti piegati a quarto, che ricavo dai materiali più disparati, e da una fedele compagna: una penna! Anzi due...
In ambiente domestico uso una stilografica, la Twsbi Eco, caricata con un inchiostro Herbin turchese. La sua scorrevolezza è meravigliosa. Il flusso di inchiostro abbondante, opulento, una beatitudine. Sfioro la carta e lascio un segno. L'inchiostro vivace è un azzurro turchese con note di verde, l'immensità del cielo sereno nelle mattine d'estate, il calore delle note verdi a rallegrare un blu che in altri contesti annienta. La penna Twsbi Eco con cappuccio esagonale bianco ha un corpo trasparente che mette in bella vista l'inchiostro, ondeggiante al suo interno come le onde del mare. Una favola. In ambiente lavorativo questo importante godimento mi è impedito. Devo celare questa passione. In tal senso ritorna estremamente utile il foglio piegato a quarto, piccolo, immediato, da tenere nel taschino senza deformare la tasca dei pantaloni. E devo utilizzare una penna sferografica, immediata nell'uso (prima o poi però mi acquisterò una capless della Pilot) e possibilmente con più colori, che mi permettono di corrispondere l'umore del momento o l'importanza che attribuisco all'appunto. La scelta cade di necessità sulla regina indiscussa delle multipen, la Bic 4colours. Meccanismo a scatto del primo modello (pomello sferico e non bucato), fusto azzurro e però caricata con i refill del modello crystal che, per chi non lo sapesse, sono estremamente brillanti e scorrevoli (ovviamente nulla rispetto a una stilografica, infatti scriverci è comunque 'na mezza tortura...). Ecco qui le penne che uso e l'uso che ne faccio.
Ve l'avevo detto che sono un cartopazzo
- alfredop
- Siringa Rovesciata
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- Iscritto il: martedì 30 dicembre 2008, 17:48
- Misura preferita del pennino: Extra Fine
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salve a tutt*
Benvenuto, osservando l'oggetto del post pensavo tu volessi esprimerti in "Lumbard" (ci deve essere una qualche assonanza con una qualche battuta ascoltata in un film di Aldo, Giovanni e Giacomo ). Non conoscevo invece l'uso dell'asterisco per evitare di indicare il genere quando questo non è determinato, ti ringrazio quindi per averlo introdotto e spiegato, non è escluso che in futuro io possa usarlo anche in ambiti più formali (per curiosità si usano anche forme del tipo "Cari colleg*", "Cari amic*", etc.?).MrkLch ha scritto: ↑domenica 28 gennaio 2018, 23:19In effetti è un errore morfologico ma assolutamente deliberato. Compare nel solo titolo del post e ha per me lo scopo di esprimere sensibilità rispetto al problema ben noto del linguaggio di genere. L'asterisco in tal senso è soprattutto usato sui social ed equivale a i/e cioè in questo caso tutti/e. "Tutti" raggruppa indistintamente chiunque al di là del genere ma proprio qui sta il punto: l'utilizzo del maschile neutrale è talmente radicato e assimilato da sembrare naturale e neppure "criticabile". Anch'io non uso l'asterisco nel corpo di una lettera o di un elaborato ma ogni tanto, quando mi rivolgo a più persone, non mi dispiace farne uso, mettere in evidenza questa scelta, dar voce ad una critica che condivido.StilTraditio ha scritto: ↑domenica 28 gennaio 2018, 20:34 Comunque hai sbagliato a scrivere il titolo: in italiano si scrive "salve a tutti".
Detto questo, benvenuto e buona serata.
Grazie per il benvenuto
Ciao
Alfredo
“Andare all’inferno è facile . C’è una scala. Scendi il primo gradino. Poi scendi il secondo. Poi scivoli." (Leo Ortolani, Rat-Man n. 91)
salve a tutt*
Ciao Alfredo,
ti ringrazio del benvenuto e rispondo alla tua richiesta. Escludo che l'asterisco possa aver seguito in ambito formale, dove si continuerà a usare e/i; uso che si è affermato soprattutto in ambito amministrativo e che costituisce un notevole passo avanti. Per una trattazione breve ma esauriente da un punto di vista pratico, consiglio la lettura delle linee guida predisposte dal Comune di Torino. Sono scaricabili da questa pagina http://www.irma-torino.it/it/index.php/carta-di-intenti
Nella colonna di destra, nel riquadro "Io parlo e non discrimino" alla voce Linee Guida si può scaricare gratuitamente un manualetto in pdf davvero niente male. L'asterisco è usato sui social network per questioni di comodità (e brevità). Mutua l'utilizzo che in campo informatico si fa del carattere jolly. Non credo che conquisterà mai l'ambito formale dove le modalità espressive richiedono più accortezza (cfr. il manuale). Tra amic* e collegh* però non ci vedo alcun problema se lo si usa come formula di apertura, siamo già in un contesto informale.
ti ringrazio del benvenuto e rispondo alla tua richiesta. Escludo che l'asterisco possa aver seguito in ambito formale, dove si continuerà a usare e/i; uso che si è affermato soprattutto in ambito amministrativo e che costituisce un notevole passo avanti. Per una trattazione breve ma esauriente da un punto di vista pratico, consiglio la lettura delle linee guida predisposte dal Comune di Torino. Sono scaricabili da questa pagina http://www.irma-torino.it/it/index.php/carta-di-intenti
Nella colonna di destra, nel riquadro "Io parlo e non discrimino" alla voce Linee Guida si può scaricare gratuitamente un manualetto in pdf davvero niente male. L'asterisco è usato sui social network per questioni di comodità (e brevità). Mutua l'utilizzo che in campo informatico si fa del carattere jolly. Non credo che conquisterà mai l'ambito formale dove le modalità espressive richiedono più accortezza (cfr. il manuale). Tra amic* e collegh* però non ci vedo alcun problema se lo si usa come formula di apertura, siamo già in un contesto informale.