Quozzamax ha scritto: ↑sabato 6 gennaio 2018, 14:03non so cosa è lecito aggiungere ad un inchiostro, per non far tappare il canale di induzione dell'inchiostro. della tempera in quantità infinitesimali, sarebbe un esperimento da provare.
ti faccio sapere cosa ne esce.
E' lecito aggiungere qualsiasi cosa non sia in sospensione, ma in soluzione.
Cerco di essere molto, molto conciso: i coloranti (es le aniline, il blu metilene) vanno in soluzione, nel senso che si fondono con il loro veicolo (nel caso degli inchiostri è l'acqua).
I pigmenti, invece, per poter essere utilizzati devono essere "fissati" da un legante che, una volta essiccato, li mantenga uniti evitando che spolverino. I pigmenti restano generalmente in sospensione, cioè non possono andare in soluzione, tranne casi noti (es. il carbonato basico di piombo, ovvero la comune biacca, è solubile, ovvero va in soluzione, in acido nitrico).
La tempera e l'acquerello sono materie coloranti formate da un pigmento tipicamente stabile alla luce in sospensione in un legante generalmente a base di gomma arabica, destrina, glicerolo (occasionalmente sostituito dal miele) e minime quantità di altre sostanze, come i preservanti/antifermentativi. Anche in minime dosi, io eviterei l'inserimento in una stilografica, a meno di non voler giocarci a tutti i costi e mettere in conto la possibilità (alta) di morte della penna.
I rari inchiostri - di solito indelebili - che usano un legante e un pigmento, lavorano su un filo di rasoio e hanno una formulazione mirata, che presuppone l'uso - ad esempio - di pigmenti incredibilmente fini (e adatti allo scopo specifico, ma non usati nei materiali per belle arti perché di efficacia non adeguata) chiamati "nanopigmenti".
Per rispondere alla tua domanda iniziale, se togliamo l'eventuale miscela - comunque a rischio - con un inchiostro molto saturo (come i Private Reserve e moltissimi Noodler's) di tinta adatta, non vedo soluzioni che possano arrivare a fornirti un inchiostro minimamente decente.