Per Natale, mi sono regalato un orologio. La colpa é del mio caro fratello Paolo, che per cominciare ne aveva acquistato uno usato in ottime condizioni. Poi s‘é fatto tentare da un altro, e il primo, rimasto ormai senza un padrone che lo volesse, aveva già trovato casa tra le mie mani (per Natale). Peró, niente... Paolo alla fine ci si é affezionato, ed io che m’ero già fatto l’idea… son rimasto senza orologio! Eh, no! Son tornato a cercarlo, e con un po’ di fortuna, da ieri é nelle mie mani, nuovo di zecca, pur essendo un orologio già vecchio: un cronografo Hamilton Khaki Field Automatic, ref. H71 416 733, da 38 mm.
Ora, perché proprio questo? Come dicevo, non é colpa mia. L’aveva scelto mio fratello.
Però devo dire che é un buon segnatempo. É animato da un classico movimento automatico Valjoux 7750, un vero e proprio affidabile cavallo di battaglia, é semplice e pulito nel disegno come (quasi) tutta la linea Khaki, ha un fondello trasparente per vederne il movimento – anche se non molto decorato –, ed é un raro-rarissimo esempio di un cronografo da 38 mm. Ho altri tre Khaki, uno da 33 mm, un amato regalo di mia moglie quando ancora eravamo fidanzati, e due meccanici da 38 mm. Conosco la misura, ed é giusto nella mia zona di confort. I cronografi mi piacciono di solito un po’ più grandi, diciamo nella classica misura da 42 mm, tipo Omega Moon watch o i bellissimi cronografi Aqua Terra della prima generazione. Ma un cronografo da 38 mm mi é sembrato una cosa interessante, soprattutto nella sua fascia di prezzo.
Giá, fascia di prezzo. Quando uscì, negli anni '90, l'Hamilton Khaki Field Automatic Chronograph H71 416 733 era a mio avviso un orologio un po’ sopravvalutato, con un cartellino sopra i 1000 Euro. Chi lo ha pagato cosí, a suo tempo, cerca di venderlo usato per prezzi un po’ fuori mercato. Con pazienza, se ne trovano di usati a un prezzo intorno alla metà dell’originale. Io, fortunato, e complice una collega che veniva in visita dagli Stati Uniti, ne ho trovato uno a quel prezzo, però nuovo. Siccome per colpa di mio fratello avevo già comprato un cinturino nuovo, non m’é restato nient’altro da fare che comprare anche l’orologio nuovo adatto al cinturino.
Al polso, i suoi 15 mm di spessore su 38 mm di cassa si fanno sentire e l’orologio sembra un po’ un disco da hockey, ma lo sapevo già prima di comprare (dalle fotografie disponibile in rete) e non me ne pento.
Oggi, a casa, me ne sono appropriato. L'ho fatto a mio modo, per mezzo di una fotografia. Ogni scusa é buona, per mettere al lavoro il mio nuovo macro da 120mm. E siccome non c’é orologio che valga senza una penna che lo compendi, metto nella foto anche la mia Acque del Sile, per l’occasione caricata con l’inchiostro Hiroshizuku “Germoglio di bambú" (Chiku-rin). La penna ha una celluloide senza paragoni. Finalmente dico qualcosa a proposito di penne… Ogni scusa é buona…
Ed ecco qui il risultato:
Tecnica. Non é una fotografia difficile, ma serve un poco di attrezzatura. Io ho usato due flash da studio (1200W cada uno) con diffusori bianchi, un ulteriore diffusore di fronte al flash di sinistra, un pannello bianco per riflettere la luce davanti alla fotocamera e un foglio bianco per ridurre il riflesso della fotocamera sulla ghiera brillante dell’orologio. I flash sono sincronizzati attraverso tre PocketWizard Plus, uno montato sulla fotocamera (PW Plus IV), uno collegato al flash principale (PW Plus III) e un altro che li comanda tutti, come un comando a distanza, e mi permette di far scattare la fotocamera (anche azionando l’autofocus, se lo richiedo) e i flash in modo sincronizzato. Sull’obiettivo é montato un paraluce a soffietto (del mio corredo Hasselblad V), il migliore per eliminare il più possibile la luce parassita quando si fotografa con molti punti di luce e molto bianco all’intorno. Chi non lo ha provato, non valuta a sufficienza il cambiamento nel contrasto e nella saturazione dei colori quando si usa un paraluce adeguato.
Allego una foto malamente ripresa del piccolo set:
Grazie per la paziente lettura di questo excursus per lo più fuori tema...