Il pennino mi sembra sia uno stub medio e scrive piacevolmente.
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17 maggio 2025 - Hotel AC Marriot, via Luciano Bausi, 5
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WATERMAN'S W3
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Ecco una pennina di cui su questo forum si parla poco. SOno solo riuscito a trovarne una assai lussuosamente ricoperta d'oro presentata da un noto collezionista isolano.
Il pennino mi sembra sia uno stub medio e scrive piacevolmente.
E' una Waterman's prodotta in Inghilterra, di una bella celluloide striata marrone. Lunga 128 mm incappucciata. Sul corpo "Waterman's / Made in England / W3". Sul pennino: "Watermans / 14ct / W3".
Il pennino mi sembra sia uno stub medio e scrive piacevolmente.
Interessante la trasparenza del tappo:
Michele
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Michele, stai scovando proprio delle belle penne 

Il valore di una stilografica non dipende dal costo, ma dal valore che noi le diamo.
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Ciao Michele, penna veramente bella specialmente in questa colorazione. Queste Waterman inglesi, come le loro consorelle appena antecedenti 513,
mantengono ancora un piacevole riferimento decò e i pennini W3 si fanno sicuramente apprezzare.
Buona serata
Luigi
mantengono ancora un piacevole riferimento decò e i pennini W3 si fanno sicuramente apprezzare.
Buona serata
Luigi
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Emmammamia com'è bella !!!

Io ho recentemente trovato questa, ma è ben poca cosa, al confronto ...





Io ho recentemente trovato questa, ma è ben poca cosa, al confronto ...
Mauro
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Bravo Michele!
Retrospettiva / Catalogo foto e modelli / Waterman .
Speriamo che un Mod
possa darle giusta collocazione per le future consultazioni.
Sempre per maggior completezza di documentazione gioverebbe una foto un poco più ravvicinata dell'iscrizione principale....
A che anno pensi possa risalire il modello? In rete le W3 (W2 e W5) si trovano attribuite agli anni Quaranta ovvero sono rubricate come "revival " degli anni Cinquanta...
Mi piacciono molto la livrea della celluloide, clip&veretta scanalate (fluted trims, come su una Pelikan 100N post War)
e il pennino (esattamente l'altra metà del cielo stilografico) che scrive bene!
Solo ed esclusivamente secondo me, le Waterman senza alimentatore piatto e senza gabbietta metallica per la levetta: brrrrrr...
Grazie per il contributo!
Giorgio

E come la sua (viewtopic.php?f=25&t=14159) avresti potuto tranquillamente inserirla in
Retrospettiva / Catalogo foto e modelli / Waterman .
Speriamo che un Mod

Sempre per maggior completezza di documentazione gioverebbe una foto un poco più ravvicinata dell'iscrizione principale....

A che anno pensi possa risalire il modello? In rete le W3 (W2 e W5) si trovano attribuite agli anni Quaranta ovvero sono rubricate come "revival " degli anni Cinquanta...

Mi piacciono molto la livrea della celluloide, clip&veretta scanalate (fluted trims, come su una Pelikan 100N post War)
e il pennino (esattamente l'altra metà del cielo stilografico) che scrive bene!
Solo ed esclusivamente secondo me, le Waterman senza alimentatore piatto e senza gabbietta metallica per la levetta: brrrrrr...

Grazie per il contributo!
Giorgio
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Complimenti anche da parte mia, veramente una bella penna con colori fantastici.
Grazie per avercela mostrata.
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Cesare
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Intanto grazie a tutti coloro che hanno dimostrato apprezzamento.
(1) Oops
non mi ero mica accorto di quella sezione. Quando cerco qualcosa uso il "cerca" e non vado per sezioni ... Farò così in futuro!
(2) La scritta e molto sottile e difficile da leggere. Proverò, ma non sono certo di riuscire a fotografarla così da renderla leggibile.
(3) Dovrebbe essere di quelle più tarde, del 1955. In particolare questa non è una penna con il pennino W3. E' una Watermann W3 con il pennino W3. La fonte più credibile al riguardo tra quelle che ho trovato è questa.
Cito direttamente: "There’s quite a bit of confusion over these pens with the Art Deco stepped clip. They end up being called Stalwarts, 513s or W3s. They’re made to slightly different specs in the USA, Canada and Britain. To be absolutely precise this particular Canadian pen is just a Waterman Ideal with no number or name assigned to it, but as it meets the specification of a 513 we might get away with calling it that. The 513 is the 1948 version with two cap rings and a 2A or W-2A nib. Nibs give rise to alot of confusion and this pen isn’t an exception in that. It has an Ideal No 2 nib which is certainly a replacement. It’s actually an older nib, commonly found in the Waterman 52. I’ve also seen 513s bearing W3 nibs and that’s wrong too. The W3 nib is fitted to the W3 pen, a much later though not dissimilar pen turned out in 1955, so that nib’s a replacement too. Why so many replacements? I don’t know. The 2A nib has always seemed a perfectly good nib to me, as robust as any other Waterman nib, and coming in the full range of nib types from flex to nail, with the occasional stub or oblique."
Beh. Bella anche la tua. Più seriosa, ma anche più lussuosa. Poi come dice la firma di Maxpop ...
Grazie GIorgio per gli stimoli.Musicus ha scritto: ↑domenica 3 dicembre 2017, 18:52 (1)... avresti potuto tranquillamente inserirla in Retrospettiva / Catalogo foto e modelli / Waterman .
Speriamo che un Modpossa darle giusta collocazione per le future consultazioni.
(2) Sempre per maggior completezza di documentazione gioverebbe una foto un poco più ravvicinata dell'iscrizione principale....![]()
(3) A che anno pensi possa risalire il modello? In rete le W3 (W2 e W5) si trovano attribuite agli anni Quaranta ovvero sono rubricate come "revival " degli anni Cinquanta...![]()
(1) Oops

(2) La scritta e molto sottile e difficile da leggere. Proverò, ma non sono certo di riuscire a fotografarla così da renderla leggibile.
(3) Dovrebbe essere di quelle più tarde, del 1955. In particolare questa non è una penna con il pennino W3. E' una Watermann W3 con il pennino W3. La fonte più credibile al riguardo tra quelle che ho trovato è questa.
Cito direttamente: "There’s quite a bit of confusion over these pens with the Art Deco stepped clip. They end up being called Stalwarts, 513s or W3s. They’re made to slightly different specs in the USA, Canada and Britain. To be absolutely precise this particular Canadian pen is just a Waterman Ideal with no number or name assigned to it, but as it meets the specification of a 513 we might get away with calling it that. The 513 is the 1948 version with two cap rings and a 2A or W-2A nib. Nibs give rise to alot of confusion and this pen isn’t an exception in that. It has an Ideal No 2 nib which is certainly a replacement. It’s actually an older nib, commonly found in the Waterman 52. I’ve also seen 513s bearing W3 nibs and that’s wrong too. The W3 nib is fitted to the W3 pen, a much later though not dissimilar pen turned out in 1955, so that nib’s a replacement too. Why so many replacements? I don’t know. The 2A nib has always seemed a perfectly good nib to me, as robust as any other Waterman nib, and coming in the full range of nib types from flex to nail, with the occasional stub or oblique."
Michele
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Se ti riferisci alla scritta sul fusto, prova a passarci del gessetto o un pastello a cera, poi passi un panno e senz'altro la scritta risulterà più visibile.zoniale ha scritto: ↑domenica 3 dicembre 2017, 22:42 .....................................
..................................................
(2) La scritta e molto sottile e difficile da leggere. Proverò, ma non sono certo di riuscire a fotografarla così da renderla leggibile.
...............................]
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Bella penna, queste celluloidi rigate han sempre un gran fascino.
Purtroppo la storia di questi modelli è alquanto vaga (o perlomeno lo sono le fonti che si trovano in giro), se non altro adesso ho un riferimento da utilizzare.
Simone
Purtroppo la storia di questi modelli è alquanto vaga (o perlomeno lo sono le fonti che si trovano in giro), se non altro adesso ho un riferimento da utilizzare.
Simone
Questo è un forum in italiano, per pietà evitiamo certi obbrobri linguistici:
viewtopic.php?f=19&t=3123
e per aiutare chi non trova un termine:
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Invece di riempire di colore anche quelle iscrizioni che sono nate sicuramente senza, potresti:
- appoggiare lo smartphone su un supporto alto una decina di centimetri (magari una pila di piccoli libri sovrapposti) con l'obiettivo della fotocamera libero di inquadrare (verso il basso, non in salotto!!!) la porzione di penna interessata;
- ingrandire con lo zoom (anzichè mettere a fuoco) fino ad inquadrare perfettamente;
- se necessario aggiungere o rimuovere libri;

- impostare l'autoscatto a 2 secondi per ottenere un'immagine ferma;
- se necessario sparare



Giorgio
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Grazie per i consigli.
In effetti mi trovo d'accordo con Giorgio sul fatto che le scritte sui corpi penna - probabilmente - non erano in origine evidenziate. Quindi per essere filologicamente corretto ma anche migliorare la visibilità della scritta ho fatto ricorso ad una cosa che a noi pennaioli non manca mai: il talco.
Unendo poi anche gli altri accorgimenti, come la luce radente, ecco il risultato: Sono stupito di quanto si veda bene. Ad occhio nudo non è così nitido. O forse saran le cataratte?
E, già che c'ero:
In effetti mi trovo d'accordo con Giorgio sul fatto che le scritte sui corpi penna - probabilmente - non erano in origine evidenziate. Quindi per essere filologicamente corretto ma anche migliorare la visibilità della scritta ho fatto ricorso ad una cosa che a noi pennaioli non manca mai: il talco.
Unendo poi anche gli altri accorgimenti, come la luce radente, ecco il risultato: Sono stupito di quanto si veda bene. Ad occhio nudo non è così nitido. O forse saran le cataratte?
E, già che c'ero:
Michele
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Ottimo lavoro, Michele: l'iscrizione è perfetta!!
Ottima anche l'idea del talco.
Molte iscrizioni o numeri o loghi erano riempiti di colore già in fabbrica (dalle Pelikan anteguerra ai numeri rossi delle Waterman 52, MB, Swan...) ma in molti altri modelli, anche delle stesse Marche, no. Si tratta di documentarsi per quanto possibile e quindi distinguere caso per caso, secondo me.
Giorgio

Ottima anche l'idea del talco.

Molte iscrizioni o numeri o loghi erano riempiti di colore già in fabbrica (dalle Pelikan anteguerra ai numeri rossi delle Waterman 52, MB, Swan...) ma in molti altri modelli, anche delle stesse Marche, no. Si tratta di documentarsi per quanto possibile e quindi distinguere caso per caso, secondo me.

Giorgio
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Che belle sfumature! Sono davvero un piacere per gli occhi!