jebstuart ha scritto: ↑domenica 26 novembre 2017, 23:49
grafomane ha scritto: ↑domenica 26 novembre 2017, 23:09
... non verrà mica a significare che culturalmente siamo diventati delle pippe?
Beh, credo che la cultura media della nostra gente si sia striminzita al di là di ogni ragionevole dubbio.
Nella scorsa sessione estiva una studentessa di un corso triennale per le Professioni sanitarie (quindi con alle spalle 15-16 anni di studio), alla mia domanda di indicare un Paese extracomunitario mi ha risposto con sicurezza: "La Danimarca!", dimostrando di non aver capito niente di quel che succedeva in classe sin dall'epoca delle elementari. E nessuno (e dico nessuno) dei miei 12 Specializzandi (laureati in Medicina e con due o tre anni di formazione post laurea) lo scorso 8 settembre aveva la minima idea di che anniversario fosse.
Tanto per citare due domande cretine, di quelle che un tempo si facevano alla scuola media durante gli esami di riparazione settembrini per non bocciare.
Il perché questo succeda, però, non è in fondo così chiaro. La globalizzazione, Internet, i social, gli sms, i baretti, i cicchetti e quant'altro c'entrano sicuramente qualcosa, ma io tendo a credere che le basi di questo fenomeno le abbiamo gettate noi, quando negli anni Sessanta-Settanta, terrorizzati da un nostro recentissimo passato, abbiamo cominciato a sostenere che il corpus della nostra cultura e delle nostre tradizioni andava rottamato e che una risata avrebbe seppellito la cultura borghese.
Oggi la cultura borghese - lungi dal lasciarsi seppellire - ha subito una traslazione elitaria ed è ormai appannaggio di pochissimi, mentre alla gente comune è rimasta solo una risata. Ebete ed amara.
E' che siamo divenuti culturalmente deboli e recessivi.
Schiavi di egemonie culturali di altri gruppi sociali.
Siamo abituati a interiorizzare strutture e valori che non ci sono propri e che ci sono imposti.
Non è una questione politica.
E non sono affatto un nazionalista.
Tempo fa leggevo un argomentazione di Tullio De Mauro sull'analfabetismo culturale.
Per il predetto, il 70% degli italiani non è in grado di capire sino in fondo
non un testo di Kant, ma un articolo della Gazzetta dello Sport.
Il malaccorto lettore capirà chi ha segnato il goal ma non perchè questo sia avvenuto e come sia avvenuto.
Forse la percentuale indicata è eccessiva.
A mio parere non troppo.
Tempo fa ero in un bar e ho ordinato due caffè
"di cui" uno con latte freddo.
Indovinate quante tazzine hanno messo sul bancone ?
Giorni addietro guardavo in televisione una trasmissione di pessimo gusto: lo faccio per tirarmi su, quando ho problemi di autostima: è una ottima cura.
Negli studi televisivi parlava un politico di un determinato settore.
La folla presente, non nello studio ma nella piazza, rumoreggiava contro di lui:
"vai a lavorare, cialtrone".
Poi ha parlato un politico del settore avverso.
La folla non ha capito che le stava dando ragione e ha rumoreggiato anche contro il secondo:
"vai a lavorare, cialtrone".
Poi ho capito il perchè: dalla piazza non potevano leggere i sottotitoli che si vedono in televisione e che indicano il settore dei due contrapposti politici che stavano intervenendo. Per loro, quelli in piazza, stavano dicendo la stessa cosa.
Stupendo !
Polemarco