Bologna Pen Show - Mostra Scambio di Bologna
30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
CONDOR : "parure mignon" / lady / modello S - 1936
- Musicus
- Collaboratore
- Messaggi: 3016
- Iscritto il: martedì 3 dicembre 2013, 20:33
- La mia penna preferita: Waterman Commando Music Nib
- Il mio inchiostro preferito: Waterman Bleu Sérénité
- Misura preferita del pennino: Flessibile
- Località: Bolzano
- Gender:
CONDOR : "parure mignon" / lady / modello S - 1936
Il condor (delle Ande), Vultur gryphus, è il più grande di tutti i rapaci e tra gli uccelli per dimensioni è secondo solo all’albatro, con un’apertura alare che supera i tre metri. Vive sulla catena delle Ande, dalla Colombia al Cile, dalle vette montuose in zona equatoriale al livello del mare in Terra del Fuoco. Ha capo e collo privi di penne, una grande cresta carnosa negli esemplari maschi, un soffice collare bianco di piume alla base del collo, corpo nero con ali cenerine. Ha le stesse abitudini degli avvoltoi e si nutre in genere di carogne; può coprire centinaia di chilometri sfruttando le correnti ascensionali in veleggio statico e riesce a mangiare fino alla metà del suo peso in una sola volta pur essendo capace di digiuni di più settimane…
Ma andiamo con ordine.
L’antefatto
Grazie ad un recente contributo del GM classificato da Simone
viewtopic.php?f=13&t=15358
è stato possibile attribuire alla storica ditta Pagliero di Settimo Torinese (https://www.fountainpen.it/Pagliero ) la paternità del marchio FERT (con caricamento brevettato) e di anticipare al 1936 il cambio di denominazione della ditta produttrice in “LP&F – Luigi Pagliero & F.[igl]i – Torino - Settimo”. Nella stessa pagina della preziosa brochure pubblicata ho così potuto riconoscere un set di penna stilografica/matita meccanica marchiato Condor che avevo messo da parte tempo fa, in attesa di poter svolgere adeguate ricerche… Ho così appreso con certezza che la marca Condor faceva parte dell’affollatissima scuderia Pagliero, che dagli anni Trenta al secondo dopoguerra inoltrato era andata producendo penne stilografiche sotto una pletora di marchi diversi: dalla più ricercata a quella più tecnologicamente avanzata alla più economica (perché, come recita la brochure, Pagliero “ha studiato anche dei costi veramente limitati”) all'azienda settimese si possono ricondurre le marche Plevonia, Prismatica (nella brochure una Prismatica Extra, in stile Omas Extra, che stranamente Letizia Jacopini nella sua Enciclopedia ascriverebbe alla S.A.F.I.S.), Regale, Red Circle, FERT, Stilnova, Fulgens, Vereletta/Verelite/Verelyte, Secolgraf (matite)… e CONDOR!
Innanzitutto si noti come, alla faccia delle pressanti raccomandazioni sull’italianità del linguaggio, nel 1936, nel pieno dell’ubriacatura imperiale e dell’autarchia ideologica, la coppia di stilografica e matita abbinata venisse bellamente definita “parure mignon”, comunque in luogo dell’inglese “set” (à la santé du roi de France, et merde pour le roi d'Angleterre!).
Lo stesso “condor” è un termine della lingua “quechua” dei nativi delle Ande, accolto dallo spagnolo (o-lé!) e così consegnato praticamente a tutti gli idiomi: la sua specificità zoologica l'aveva reso però linguisticamente lecito…
Bene: come sia venuto in mente a un produttore di penne italiano (anzi, probabilmente addirittura a due produttori, come sospetta Letizia Jacopini!) di dare un nome simile ad un marchio di stilografiche, proveremo a spiegarcelo, ma a nostro modo, come sempre…
Divagazione tangenziale
Nei lontani anni Dieci del Novecento la Mabie Todd aveva dato il “la” ad un coro ornitologico con il suo mitico (canto del) cigno “Swan”, ben presto contrappuntato dalle sottomarche merlo (nero ma anche albino!) “Blackbird” e “Merle Blanche”, rondine “Swallow” e taccola “Jackdow”, in una voliera che il pellicano tedesco (molto più tardi però, alla fine degli anni Venti) si proverà invano ad emulare, giungendo a partorire, pardon, a “deporre le uova” solo per un ibis…
Questi sono solo gli esempi più eclatanti provenienti dall’estero, mentre in Italia sembra proprio che lo storico legame tra le penne degli uccelli (dell’oca in particolare) e la scrittura a mano non sia stata mantenuto con l’avvento della penna stilografica: costituiscono un’eccezione la marca “Flamingo” (fenicottero in inglese e in tedesco), purtroppo senza alcuna ulteriore notizia secondo Letizia Jacopini che ne cita solo il nome, e le marche “Aquila” e “Germano” ( cartoleria di Bologna), che erano però prima di tutto due cognomi…
Orbene, per molti di noi del Forum nati negli anni Sessanta, il condor è uno e uno solo (e non è Robert Redford)… Solo in questi giorni di ricerche per la recensione ho collegato questa mia reminiscenza infantile alla probabile fonte di ispirazione degli autori della mitica campagna pubblicitaria della Ferrero… Mi riferisco, purtroppo, alle tragiche vicende della “Guerra civile spagnola” (1936-1939) alla quale presero parte attiva, anche se non ufficialmente, le truppe della Germania nazista (come quelle di molti altri Paesi, tra i quali anche l’Italia fascista, e l’Unione Sovietica staliniana ed il Messico sul fronte opposto), che già dalla metà del 1936 costituì un gruppo militare denominato “Legion Condor”, forte di 100 aerei e 5.000 uomini (20.000 a rotazione), comandato dal futuro feldmaresciallo dell’aria Hugo Sperrle. La Legione Condor fu responsabile anche del bombardamento della città basca di Guernica il 26 aprile 1937. Se nell’assegnare il nome alla Marca di stilografiche questa sia stata la primaria ispirazione del Produttore, o se molto più semplicemente la ditta si sia solo avvantaggiata successivamente delle vittorie militari del reparto tedesco per incrementare le vendite, questo non è dato sapere… D'altronde, linee di penne o marchi come Littoria, Ardita, Imperiale, Italianissima, Balilla, Invincibile, Etiopia dei più svariati Produttori italiani sono lì a testimoniare che “l’impensabile” di solito è già venuto in mente a qualcuno del reparto marketing, e che a pensar male si fa peccato ma…
Continua…
Ecco, cosa c’entri un simile mostro del cielo con una stilografica minuscola racchiusa in una bustina di pelle, la Pagliero dovrebbe provare a spiegarmelo… Ma andiamo con ordine.
L’antefatto
Grazie ad un recente contributo del GM classificato da Simone
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è stato possibile attribuire alla storica ditta Pagliero di Settimo Torinese (https://www.fountainpen.it/Pagliero ) la paternità del marchio FERT (con caricamento brevettato) e di anticipare al 1936 il cambio di denominazione della ditta produttrice in “LP&F – Luigi Pagliero & F.[igl]i – Torino - Settimo”. Nella stessa pagina della preziosa brochure pubblicata ho così potuto riconoscere un set di penna stilografica/matita meccanica marchiato Condor che avevo messo da parte tempo fa, in attesa di poter svolgere adeguate ricerche… Ho così appreso con certezza che la marca Condor faceva parte dell’affollatissima scuderia Pagliero, che dagli anni Trenta al secondo dopoguerra inoltrato era andata producendo penne stilografiche sotto una pletora di marchi diversi: dalla più ricercata a quella più tecnologicamente avanzata alla più economica (perché, come recita la brochure, Pagliero “ha studiato anche dei costi veramente limitati”) all'azienda settimese si possono ricondurre le marche Plevonia, Prismatica (nella brochure una Prismatica Extra, in stile Omas Extra, che stranamente Letizia Jacopini nella sua Enciclopedia ascriverebbe alla S.A.F.I.S.), Regale, Red Circle, FERT, Stilnova, Fulgens, Vereletta/Verelite/Verelyte, Secolgraf (matite)… e CONDOR!
Innanzitutto si noti come, alla faccia delle pressanti raccomandazioni sull’italianità del linguaggio, nel 1936, nel pieno dell’ubriacatura imperiale e dell’autarchia ideologica, la coppia di stilografica e matita abbinata venisse bellamente definita “parure mignon”, comunque in luogo dell’inglese “set” (à la santé du roi de France, et merde pour le roi d'Angleterre!).
Lo stesso “condor” è un termine della lingua “quechua” dei nativi delle Ande, accolto dallo spagnolo (o-lé!) e così consegnato praticamente a tutti gli idiomi: la sua specificità zoologica l'aveva reso però linguisticamente lecito…
Bene: come sia venuto in mente a un produttore di penne italiano (anzi, probabilmente addirittura a due produttori, come sospetta Letizia Jacopini!) di dare un nome simile ad un marchio di stilografiche, proveremo a spiegarcelo, ma a nostro modo, come sempre…
Divagazione tangenziale
Nei lontani anni Dieci del Novecento la Mabie Todd aveva dato il “la” ad un coro ornitologico con il suo mitico (canto del) cigno “Swan”, ben presto contrappuntato dalle sottomarche merlo (nero ma anche albino!) “Blackbird” e “Merle Blanche”, rondine “Swallow” e taccola “Jackdow”, in una voliera che il pellicano tedesco (molto più tardi però, alla fine degli anni Venti) si proverà invano ad emulare, giungendo a partorire, pardon, a “deporre le uova” solo per un ibis…
Questi sono solo gli esempi più eclatanti provenienti dall’estero, mentre in Italia sembra proprio che lo storico legame tra le penne degli uccelli (dell’oca in particolare) e la scrittura a mano non sia stata mantenuto con l’avvento della penna stilografica: costituiscono un’eccezione la marca “Flamingo” (fenicottero in inglese e in tedesco), purtroppo senza alcuna ulteriore notizia secondo Letizia Jacopini che ne cita solo il nome, e le marche “Aquila” e “Germano” ( cartoleria di Bologna), che erano però prima di tutto due cognomi…
Orbene, per molti di noi del Forum nati negli anni Sessanta, il condor è uno e uno solo (e non è Robert Redford)… Solo in questi giorni di ricerche per la recensione ho collegato questa mia reminiscenza infantile alla probabile fonte di ispirazione degli autori della mitica campagna pubblicitaria della Ferrero… Mi riferisco, purtroppo, alle tragiche vicende della “Guerra civile spagnola” (1936-1939) alla quale presero parte attiva, anche se non ufficialmente, le truppe della Germania nazista (come quelle di molti altri Paesi, tra i quali anche l’Italia fascista, e l’Unione Sovietica staliniana ed il Messico sul fronte opposto), che già dalla metà del 1936 costituì un gruppo militare denominato “Legion Condor”, forte di 100 aerei e 5.000 uomini (20.000 a rotazione), comandato dal futuro feldmaresciallo dell’aria Hugo Sperrle. La Legione Condor fu responsabile anche del bombardamento della città basca di Guernica il 26 aprile 1937. Se nell’assegnare il nome alla Marca di stilografiche questa sia stata la primaria ispirazione del Produttore, o se molto più semplicemente la ditta si sia solo avvantaggiata successivamente delle vittorie militari del reparto tedesco per incrementare le vendite, questo non è dato sapere… D'altronde, linee di penne o marchi come Littoria, Ardita, Imperiale, Italianissima, Balilla, Invincibile, Etiopia dei più svariati Produttori italiani sono lì a testimoniare che “l’impensabile” di solito è già venuto in mente a qualcuno del reparto marketing, e che a pensar male si fa peccato ma…
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Ultima modifica di Musicus il martedì 31 ottobre 2017, 0:05, modificato 10 volte in totale.
- Musicus
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CONDOR "parure mignon" etc. - 1936
Condor parure mignon
La mia “parure mignon Condor” (886 P sulla brochure) è contenuta in una bustina in pelle rossa di circa cm.10,5x3,5. Un seppur minimo legame con la Guerra, quella vera, la parure ce l’ha comunque di suo, recando una dedica solo parzialmente leggibile dove spicca però nitidamente
PASQUA 1945 La Pasqua in quell’anno cadde il 1°Aprile, quindi in un momento ancora drammaticamente concitato nell’Italia del Nord, anche se solo a qualche settimana dalla Liberazione… Ovviamente, la parure può essere stata acquistata in un qualsiasi momento successivo al 1936 e poi donata nell’occasione...
La penna, chiaramente ispirata alla Parker Duofold Lady streamline [2] con caricamento a pulsante di fondo, pubblicizzata in Italia dalla fine del 1930, impiega una celluloide perlata verde ricavata da fogli avvolti a spirale, che è notoriamente un materiale di gran lunga meno costoso e pregiato di quello utilizzato per la tornitura dal pieno, in cui lo scarto è in percentuale elevatissimo. Inoltre, nonostante la proverbiale acutezza della vista dei condor , il set è stato assemblato con celluloidi non perfettamente identiche (la matita presenta anche sfumature perlescenti grigie), e l’insieme qualifica come non particolarmente elevato l’investimento produttivo della Pagliero.
Purtroppo la penna non mi è pervenuta con il pennino originale, e quindi non sono in grado di valutare questo aspetto essenziale dello strumento, che avrebbe potuto anche riservare piacevoli sorprese: non sono quindi in grado di escludere che la stilografica montasse un pennino in oro dedicato, ma mi sembra più ragionevole pensare che avesse un pennino in acciaio, magari dorato anche a fronte delle minuterie metalliche (anellini e gancetti) solo cromate. Le misure (davvero minuscole per un condor andino ) vanno dai 9,5 cm. della penna chiusa ai cm.10,5 (pennino compreso) per la penna con cappuccio calzato, ai cm.4,7 per il cappuccio ai cm.8,5 per il solo fusto, mentre la matita è lunga cm.9: “mignon” è davvero l’aggettivo giusto per definire questa parure!
Ho lasciato per ultima l’iscrizione principale del Produttore (assente sulla matita), perché è il particolare più interessante dal punto di vista della ricerca: CONDOR
iscrizione realizzata in stampatello maiuscolo riproducendo quasi perfettamente gli stessi semplici caratteri del Trademark, il Marchio depositato dalla “Ditta Luigi Pagliero e Figli, Settimo Torinese (TO) Italia” dopo la Guerra il 1949-04-27 (nuovamente?), e registrato il 1949-12-19, archiviato nell’apposita sezione del nostro formidabile Wiki.
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La mia “parure mignon Condor” (886 P sulla brochure) è contenuta in una bustina in pelle rossa di circa cm.10,5x3,5. Un seppur minimo legame con la Guerra, quella vera, la parure ce l’ha comunque di suo, recando una dedica solo parzialmente leggibile dove spicca però nitidamente
PASQUA 1945 La Pasqua in quell’anno cadde il 1°Aprile, quindi in un momento ancora drammaticamente concitato nell’Italia del Nord, anche se solo a qualche settimana dalla Liberazione… Ovviamente, la parure può essere stata acquistata in un qualsiasi momento successivo al 1936 e poi donata nell’occasione...
La penna, chiaramente ispirata alla Parker Duofold Lady streamline [2] con caricamento a pulsante di fondo, pubblicizzata in Italia dalla fine del 1930, impiega una celluloide perlata verde ricavata da fogli avvolti a spirale, che è notoriamente un materiale di gran lunga meno costoso e pregiato di quello utilizzato per la tornitura dal pieno, in cui lo scarto è in percentuale elevatissimo. Inoltre, nonostante la proverbiale acutezza della vista dei condor , il set è stato assemblato con celluloidi non perfettamente identiche (la matita presenta anche sfumature perlescenti grigie), e l’insieme qualifica come non particolarmente elevato l’investimento produttivo della Pagliero.
Purtroppo la penna non mi è pervenuta con il pennino originale, e quindi non sono in grado di valutare questo aspetto essenziale dello strumento, che avrebbe potuto anche riservare piacevoli sorprese: non sono quindi in grado di escludere che la stilografica montasse un pennino in oro dedicato, ma mi sembra più ragionevole pensare che avesse un pennino in acciaio, magari dorato anche a fronte delle minuterie metalliche (anellini e gancetti) solo cromate. Le misure (davvero minuscole per un condor andino ) vanno dai 9,5 cm. della penna chiusa ai cm.10,5 (pennino compreso) per la penna con cappuccio calzato, ai cm.4,7 per il cappuccio ai cm.8,5 per il solo fusto, mentre la matita è lunga cm.9: “mignon” è davvero l’aggettivo giusto per definire questa parure!
Ho lasciato per ultima l’iscrizione principale del Produttore (assente sulla matita), perché è il particolare più interessante dal punto di vista della ricerca: CONDOR
iscrizione realizzata in stampatello maiuscolo riproducendo quasi perfettamente gli stessi semplici caratteri del Trademark, il Marchio depositato dalla “Ditta Luigi Pagliero e Figli, Settimo Torinese (TO) Italia” dopo la Guerra il 1949-04-27 (nuovamente?), e registrato il 1949-12-19, archiviato nell’apposita sezione del nostro formidabile Wiki.
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Ultima modifica di Musicus il lunedì 30 ottobre 2017, 23:46, modificato 4 volte in totale.
- francescog
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...work in progress...
Questa volta ti stai superando! Da una pubblicità tiri fuori un saggio del genere!
Uno strato di fango ricopriva ancora la terra, ma qua e là piccoli fiori blu stavano già sbocciando.
R. Queneau, Les fleurs bleues, nella traduzione di I. Calvino
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CONDOR "parure mignon" etc. - 1936
Fenomenologia del Condor stilografico [ahi, ahi, ahi…]
Ma ciò che mi interessava maggiormente era in realtà di stabilire una relazione tra questa parure marchiata CONDOR di (ormai inconfutabile) produzione Pagliero e altre due penne in mio possesso (ritrovate in altre occasioni ma sempre in regione Trentino-AltoAdige) marchiate anch’esse CONDOR ma con caratteri affatto differenti (ma simili tra loro).
Andiamo subito ad osservare la prima delle due, anch’essa un’imitazione della Parker Duofold Lady streamline.
La penna
CONDOR lady in celluloide (arrotolata) blu e bianca, pennino non originale, parti metalliche a vista cromate, caricamento a pulsante di fondo, prodotta in Italia seconda metà degli anni 1930 da Produttore non certo (presumibilmente lo stesso dei modelli Condor-B e Condor-S). Le misure
Chiusa: cm. 9,5 (alla testina) Cappuccio: cm. 4,8 (alla testina) Fusto: cm. 8,5 (nib out cm.1,6) Con cappuccio calzato: cm. 11,6 (nib out cm.1,6) Diametro massimo (agli anellini): mm.12,7
Diametro del fusto all’iscrizione: mm.10,7
Diametro medio impugnatura: mm.10,3 Peso (a vuoto): gr.11
Fusto: gr.6
Anche se non originale, il “Globus” in oro 14 carati è di certo un gran bel pennino, che dà lustro alla stilografica su cui è montato: preciso e capace di buona flessibilità, nonostante le dimensioni minime della penna esso rende la scrittura con cappuccio calzato assolutamente divertente (basta non inciampare nella nappina… ).
Passiamo subito ad un confronto all’americana [ ] tra le due piccole femmine di condor… Ad un primo sguardo le stilografiche potrebbero apparire identiche, rifacendosi entrambe allo stesso modello Parker. Ma le differenze sono tante ed importanti.
La più evidente è nell’iscrizione principale
CONDOR
posizionata per entrambe orizzontalmente al centro del fusto. Come si può osservare, i caratteri scelti sono completamente diversi.
Continua…
Ma ciò che mi interessava maggiormente era in realtà di stabilire una relazione tra questa parure marchiata CONDOR di (ormai inconfutabile) produzione Pagliero e altre due penne in mio possesso (ritrovate in altre occasioni ma sempre in regione Trentino-AltoAdige) marchiate anch’esse CONDOR ma con caratteri affatto differenti (ma simili tra loro).
Andiamo subito ad osservare la prima delle due, anch’essa un’imitazione della Parker Duofold Lady streamline.
La penna
CONDOR lady in celluloide (arrotolata) blu e bianca, pennino non originale, parti metalliche a vista cromate, caricamento a pulsante di fondo, prodotta in Italia seconda metà degli anni 1930 da Produttore non certo (presumibilmente lo stesso dei modelli Condor-B e Condor-S). Le misure
Chiusa: cm. 9,5 (alla testina) Cappuccio: cm. 4,8 (alla testina) Fusto: cm. 8,5 (nib out cm.1,6) Con cappuccio calzato: cm. 11,6 (nib out cm.1,6) Diametro massimo (agli anellini): mm.12,7
Diametro del fusto all’iscrizione: mm.10,7
Diametro medio impugnatura: mm.10,3 Peso (a vuoto): gr.11
Fusto: gr.6
Anche se non originale, il “Globus” in oro 14 carati è di certo un gran bel pennino, che dà lustro alla stilografica su cui è montato: preciso e capace di buona flessibilità, nonostante le dimensioni minime della penna esso rende la scrittura con cappuccio calzato assolutamente divertente (basta non inciampare nella nappina… ).
Passiamo subito ad un confronto all’americana [ ] tra le due piccole femmine di condor… Ad un primo sguardo le stilografiche potrebbero apparire identiche, rifacendosi entrambe allo stesso modello Parker. Ma le differenze sono tante ed importanti.
La più evidente è nell’iscrizione principale
CONDOR
posizionata per entrambe orizzontalmente al centro del fusto. Come si può osservare, i caratteri scelti sono completamente diversi.
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Ultima modifica di Musicus il martedì 31 ottobre 2017, 8:12, modificato 5 volte in totale.
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Gli anellini decorativi sul cappuccio sono davvero molto simili, così come i gancetti per le nappine, mentre tutto il resto differisce più o meno marcatamente:
- il disegno della testina, che presenta uno scalino sul modello verde, molto meno pronunciato su quello blu; - all’estremità opposta, anche i fondelli differiscono per lo scalino di decorazione; - la sezione è più lunga e notevolmente più svasata sulla verde; - l’alimentatore è scalettato sulla blu, piatto sulla verde;
- la filettatura per il cappuccio realizzata sul fusto è più lunga sulla blu;
- la filettatura del pulsante di fondo è decisamente più corta nel modello verde.
Non è infrequente che un Produttore apporti delle modifiche ad un determinato modello, adeguandolo a nuove tendenze stilistiche che ritiene di dover seguire, a cominciare proprio dal Logo iscritto sulla penna: ma da quello che si può osservare i due esemplari non sono “la stessa penna”, senza dubbio.
Mentre è sicuramente molto probabile che provengano dal medesimo Produttore le penne che recano la medesima iscrizione, pur su modelli molto diversi:
Fin qui abbiamo esaminato due penne di taglia lady che non erano ancora apparse sul nostro Forum e quindi nemmeno sul Wiki, che a proposito delle CONDOR (che sembra attribuire tutte a Pagliero) così riporta [in parentesi le mie osservazioni]:
«Un secondo marchio utilizzato nell'anteguerra dalla ditta [Pagliero] era Condor, usato per le penne di fascia più economica.
Sono noti modelli in stile flat top con clip a goccia, denominati Condor B [ispirati alle Parker Duofold streamline misura senior] e altri leggermente affusolati con estremità coniche e clip a freccia denominati Condor S [modelli più tardi, ispirati alla più moderna Parker Vacumatic, soprattutto per il fermaglio], entrambi con caricamento a pulsante di fondo [l’iscrizione sul fusto dovrebbe essere identica, cambiando solo il suffisso B o S].
Si tratta di penne economiche la cui celluloide è di qualità inferiore, e dotate di pennino in acciaio dorato marchiato Condor.» [ma anche in oro, come dimostrerebbe la Condor S di Fabrizio reperibile nelle foto relative alla Marca:
https://www.fountainpen.it/Categoria:Pagliero_Photos ]
CONDOR modello B e CONDOR modello S sono quindi già ben documentate nel nostro Wiki grazie al contributo di Fabrizio (fab66), e le immagini, gioverà ricordarlo, sono consultabili nella sezione “Foto marca” relative al Produttore Pagliero:
https://www.fountainpen.it/Categoria:Pagliero_Photos
In questa sede io mi limiterò a mostrare il mio esemplare di CONDOR S che come abbiamo visto riporta incisa la stessa iscrizione della Condor lady blu, a documentare il gruppo scrittura con pennino in acciaio dorato, e a fornire una breve prova di scrittura. La differenza tra le iscrizioni e gli aspetti costruttivi delle due penne lady, tuttavia, potrebbero fare ipotizzare che non vi fosse un solo Produttore ad utilizzare il marchio CONDOR (sicuramente di Pagliero per la “parure mignon” verde documentata in apertura grazie alla brochure ritrovata): mi è sembrato di capire che secondo Letizia Jacopini nella sua fondamentale opera “La Storia della Stilografica in Italia 1900-1950” non sia accertata un’unica origine produttiva per tutte le penne marchiate Condor comparse sul mercato negli anni Trenta/Quaranta.
A tal proposito, cito testualmente con omissis:
«CONDOR
Questo nome si trova prevalentemente su stilografiche di vario stile ed epoca, probabilmente di origini diverse…
…modelli di tipo economico della fine degli anni 1940 di probabile provenienza settimese…
…Il marchio “Condor” veniva reclamizzato durante la seconda metà degli anni 1930 tra i prodotti della ditta Luigi Pagliero e Figli di Settimo Torinese.»
C'è dunque la possibilità che le Condor B ed S (insieme alla lady blu che ho mostrato, quindi) non siano riconducibili anch'esse alla Pagliero…
Attendiamo dunque fiduciosamente nuovi ritrovamenti che possano fare chiarezza sulla questione, ma sono sicuro che fino ad allora dormiremo tutti lo stesso la notte…
Grazie per l'attenzione!!
Giorgio
- il disegno della testina, che presenta uno scalino sul modello verde, molto meno pronunciato su quello blu; - all’estremità opposta, anche i fondelli differiscono per lo scalino di decorazione; - la sezione è più lunga e notevolmente più svasata sulla verde; - l’alimentatore è scalettato sulla blu, piatto sulla verde;
- la filettatura per il cappuccio realizzata sul fusto è più lunga sulla blu;
- la filettatura del pulsante di fondo è decisamente più corta nel modello verde.
Non è infrequente che un Produttore apporti delle modifiche ad un determinato modello, adeguandolo a nuove tendenze stilistiche che ritiene di dover seguire, a cominciare proprio dal Logo iscritto sulla penna: ma da quello che si può osservare i due esemplari non sono “la stessa penna”, senza dubbio.
Mentre è sicuramente molto probabile che provengano dal medesimo Produttore le penne che recano la medesima iscrizione, pur su modelli molto diversi:
Fin qui abbiamo esaminato due penne di taglia lady che non erano ancora apparse sul nostro Forum e quindi nemmeno sul Wiki, che a proposito delle CONDOR (che sembra attribuire tutte a Pagliero) così riporta [in parentesi le mie osservazioni]:
«Un secondo marchio utilizzato nell'anteguerra dalla ditta [Pagliero] era Condor, usato per le penne di fascia più economica.
Sono noti modelli in stile flat top con clip a goccia, denominati Condor B [ispirati alle Parker Duofold streamline misura senior] e altri leggermente affusolati con estremità coniche e clip a freccia denominati Condor S [modelli più tardi, ispirati alla più moderna Parker Vacumatic, soprattutto per il fermaglio], entrambi con caricamento a pulsante di fondo [l’iscrizione sul fusto dovrebbe essere identica, cambiando solo il suffisso B o S].
Si tratta di penne economiche la cui celluloide è di qualità inferiore, e dotate di pennino in acciaio dorato marchiato Condor.» [ma anche in oro, come dimostrerebbe la Condor S di Fabrizio reperibile nelle foto relative alla Marca:
https://www.fountainpen.it/Categoria:Pagliero_Photos ]
CONDOR modello B e CONDOR modello S sono quindi già ben documentate nel nostro Wiki grazie al contributo di Fabrizio (fab66), e le immagini, gioverà ricordarlo, sono consultabili nella sezione “Foto marca” relative al Produttore Pagliero:
https://www.fountainpen.it/Categoria:Pagliero_Photos
In questa sede io mi limiterò a mostrare il mio esemplare di CONDOR S che come abbiamo visto riporta incisa la stessa iscrizione della Condor lady blu, a documentare il gruppo scrittura con pennino in acciaio dorato, e a fornire una breve prova di scrittura. La differenza tra le iscrizioni e gli aspetti costruttivi delle due penne lady, tuttavia, potrebbero fare ipotizzare che non vi fosse un solo Produttore ad utilizzare il marchio CONDOR (sicuramente di Pagliero per la “parure mignon” verde documentata in apertura grazie alla brochure ritrovata): mi è sembrato di capire che secondo Letizia Jacopini nella sua fondamentale opera “La Storia della Stilografica in Italia 1900-1950” non sia accertata un’unica origine produttiva per tutte le penne marchiate Condor comparse sul mercato negli anni Trenta/Quaranta.
A tal proposito, cito testualmente con omissis:
«CONDOR
Questo nome si trova prevalentemente su stilografiche di vario stile ed epoca, probabilmente di origini diverse…
…modelli di tipo economico della fine degli anni 1940 di probabile provenienza settimese…
…Il marchio “Condor” veniva reclamizzato durante la seconda metà degli anni 1930 tra i prodotti della ditta Luigi Pagliero e Figli di Settimo Torinese.»
C'è dunque la possibilità che le Condor B ed S (insieme alla lady blu che ho mostrato, quindi) non siano riconducibili anch'esse alla Pagliero…
Attendiamo dunque fiduciosamente nuovi ritrovamenti che possano fare chiarezza sulla questione, ma sono sicuro che fino ad allora dormiremo tutti lo stesso la notte…
Grazie per l'attenzione!!
Giorgio
Ultima modifica di Musicus il martedì 31 ottobre 2017, 8:19, modificato 2 volte in totale.
CONDOR "parure mignon" etc. - 1936
Caro Giorgio, come sempre ci regali una bella e dettagliatissima recensione.
Grazie e ciao.
Grazie e ciao.
Elia
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- Musicus
- Collaboratore
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- Misura preferita del pennino: Flessibile
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...work in progress...
Grazie, Francesco!francescog ha scritto: ↑lunedì 30 ottobre 2017, 22:23 Questa volta ti stai superando! Da una pubblicità tiri fuori un saggio del genere!
Senza quella pubblicità, non l'avrei nemmeno incominciato...
Grazie a te, Elia, per la consueta, gradita considerazione!
Giorgio
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Complimenti Giorgio per l'ampia disamina del marchio e le belle foto.
Grazie
Luigi
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In attesa che si faccia chiarezza sulla questione, dormirò sonni tranquilli sognando nappine blu (e spero non l'orribile condor! ). Grazie Musicus per il tuo costante impegno.
Laura
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Ciao Giorgio,
ho letto con grande piacere il tuo dettagliatissimo confronto fra le varie Condor: quella che sollevi è questione veramente interessante. Le due Condor Lady sono davvero penne diverse (e non solo per la stampigliatura). Il wiki assume per semplicità l'appartenenza del marchio alla Pagliero in quanto la registrazione dello stesso è loro, e fin dal 1936 compare nelle loro pubblicità, ma trovarsi di fronte ad un modello analogo con delle differenze così marcate fa sorgere il dubbio che vi sia stata una produzione alternativa che usava lo stesso marchio.
Ho cercato nel database dei marchi, ma non ho trovato altre registrazioni (a parte un Condor Ink di una ditta bolognese) collegabili a strumenti da scrittura. Ci sono un paio di marchi Condor che hanno dei caratteri più simili a quelli della Condor S, ma attengono a tutt'altro; d'altronde accade spesso che la registrazione sia per un nome che viene riportato con una scritta in caratteri piani, non corrispondenti poi a quelli usati nei loghi.
Chiederò a Letizia, quando avrò l'occasione di vederla, da cosa deriva l'ipotesi di produzioni alternative che mette nella voce sul marchio, anche se poi sembra attribuire (nella sezione della Pagliero) le Condor S e B a quest'ultima. In attesa di altre informazioni (non ci resta che sperare in qualche ritrovamento con una scatola e istruzioni originali) dovremo aggiungere anche questo dubbio alla lista delle innumerevoli questioni sospese su cui non abbiamo una risposta sicura.
Simone
ho letto con grande piacere il tuo dettagliatissimo confronto fra le varie Condor: quella che sollevi è questione veramente interessante. Le due Condor Lady sono davvero penne diverse (e non solo per la stampigliatura). Il wiki assume per semplicità l'appartenenza del marchio alla Pagliero in quanto la registrazione dello stesso è loro, e fin dal 1936 compare nelle loro pubblicità, ma trovarsi di fronte ad un modello analogo con delle differenze così marcate fa sorgere il dubbio che vi sia stata una produzione alternativa che usava lo stesso marchio.
Ho cercato nel database dei marchi, ma non ho trovato altre registrazioni (a parte un Condor Ink di una ditta bolognese) collegabili a strumenti da scrittura. Ci sono un paio di marchi Condor che hanno dei caratteri più simili a quelli della Condor S, ma attengono a tutt'altro; d'altronde accade spesso che la registrazione sia per un nome che viene riportato con una scritta in caratteri piani, non corrispondenti poi a quelli usati nei loghi.
Chiederò a Letizia, quando avrò l'occasione di vederla, da cosa deriva l'ipotesi di produzioni alternative che mette nella voce sul marchio, anche se poi sembra attribuire (nella sezione della Pagliero) le Condor S e B a quest'ultima. In attesa di altre informazioni (non ci resta che sperare in qualche ritrovamento con una scatola e istruzioni originali) dovremo aggiungere anche questo dubbio alla lista delle innumerevoli questioni sospese su cui non abbiamo una risposta sicura.
Simone
Questo è un forum in italiano, per pietà evitiamo certi obbrobri linguistici:
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e per aiutare chi non trova un termine:
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Orribile, eppure il ruolo di questi animali (condor, avvoltoi, ...) è prezioso e il loro declino numerico seriamente preoccupante. Ho letto un articolo su National geographic ( qui ) un paio di anni fa che me li ha fatti apprezzare molto.
Uno strato di fango ricopriva ancora la terra, ma qua e là piccoli fiori blu stavano già sbocciando.
R. Queneau, Les fleurs bleues, nella traduzione di I. Calvino
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Intanto va da se che ho letto con molto gusto l' argomento, interessante e ricco di notizie e viste con piacere le fotografie, ma qui non si parla solo di penne ( dettagliatissimo racconto ) : ci sono anche nozioni di biologia e di storia, insomma una piccola enciclopedia .
Per il nome ornitologico delle penne, meno male che a qualcuno non è venuto in mente di chiamarne qualcuna "Cornacchia"
Complimenti.
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Grazie a te, Laura, per la squisita gentilezza usuale!!
Ieri l'impegno (?!?) è stato... particolarmente "impegnativo", quasi un cimento, con Totò l'avrei definito un "cimento armato" : mercatino (mercatone?!) con 450 banchi qui in un'immagine all'ora di pranzo... Meno male che mi ero messo in caccia dalle 6 e ho potuto valutare per benino i pezzi migliori...
Quindi, alla prossima...
Giorgio
P.s.: Oggi, per contrappasso e penitenza , un poco di spleen lacustre...
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Caro Pierangelo, ti ringrazio di cuore per le belle parole, che mi spronano a condividere le ricerche che la mia indole curiosa mi spinge a fare...Medicus ha scritto: ↑giovedì 2 novembre 2017, 8:33 Intanto va da se che ho letto con molto gusto l' argomento, interessante e ricco di notizie e viste con piacere le fotografie, ma qui non si parla solo di penne ( dettagliatissimo racconto ) : ci sono anche nozioni di biologia e di storia, insomma una piccola enciclopedia...
.....
Complimenti.
Guarda Medicus che non mi sentirei di escluderlo: prova a verificare anche tu che non ci sia nella produzione cinese...
http://www.fountainpennetwork.com/forum ... y-country/
Come abbiamo notato, "è il Marketing, bellezza!"
Giorgio