Fuori dal coro: Summit S. 112
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Fuori dal coro: Summit S. 112
E’ in quest’epoca, il breve, difficile e concitato periodo fra le due guerre mondiali, che viene offerta per la prima volta la stilografica che vedete.
Nonostante la produzione del gruppo formato da Lang Co. Ltd e Curzons Ltd. non si sia distinta per un’intensa innovazione tecnica, il catalogo delle penne a marchio Summit offrì, sia negli anni fra le due guerre mondiali sia nel secondo dopoguerra, alcuni modelli in grado di differenziarsi piacevolmente dalla produzione della concorrenza.
E’ il caso, a mio parere, della Summit S.112 che vi presento oggi, caratterizzata sia da proporzioni inusuali e molto ben bilanciate (il rapporto fra la lunghezza del cappuccio e la lunghezza totale della penna chiusa è di 0,49), sia dalla ormai famosa clip “art deco”, perfettamente in linea con il gusto estetico degli anni Trenta. La celluloide elicoidale di questo modello, di un bel rosso profondo, dona piacevolissime sensazioni all’occhio ed i due “gioielli” in ebanite con ghiera dorata, alle estremità di cappuccio e corpo, completano molto bene la stilografica sotto il profilo estetico, donandole una notevole compiutezza visiva.
La S.112 fa parte di quella serie di modelli particolari (estranei al catalogo delle penne “standard” prodotte in maggiori quantità) apprezzati da una clientela “di nicchia”, alla ricerca di qualcosa di diverso.
Il tipo di scritta impressa sul corpo e la posizione della sigla relativa al modello potrebbero indicare che si tratta di una stilografica fabbricata prima del 1935. Secondo gli standard produttivi del periodo, cappuccio e corpo sono in celluloide “unbreakable” (che il gruppo di Liverpool battezzò “Eternite”), sezione, alimentatore ed estremità della penna sono in ebanite ed il pennino è d’oro a 14 carati.
Ecco le misurazioni principali:
- Lunghezza chiusa: 132 mm
- Lunghezza aperta:116 mm
- Lunghezza aperta con cappuccio calzato: 155 mm
- Lunghezza del cappuccio: 65 mm
- Diametro del fusto: 11,7 mm
- Diametro del cappuccio: 13,5 mm
- Diametro medio della sezione: 9,3 mm
- Peso: 13 gr
- Peso del cappuccio: 5 gr
- Capacità massima del serbatoio interno: 1,8 ml
Come sempre nel caso delle stilografiche Summit (almeno per quella che è la mia modesta esperienza), la scrittura non presenta alcun problema: il bilanciamento della penna è ottimo anche a cappuccio calzato, la scorrevolezza ed il molleggio del pennino sono molto piacevoli ed il flusso sempre costante, mai magro. Le dimensioni non eccessive, ma in linea con le cosiddette “full size” del periodo fra le due guerre (se non vado errato, una Parker Duofold Senior streamline era lunga 131 mm), rendono questa penna molto confortevole anche nel taschino, caratteristica del resto importante soprattutto in quel periodo, quando la stilografica era LO strumento di scrittura per tutti.
Un’altra testimone silenziosa di tempi che, ancora oggi, possono insegnare molto in termini di stile.
Alberto Casirati
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Un'altra bellissima Summit dal nostro amico del sabato!
Alberto, sono convinto che se George Curzon e Charles Lang dovessero improvvisamente resuscitare e visitare la tua collezione di Summit, si meraviglierebbero assai di avere mai avuto un catalogo così ampio.
Alberto, sono convinto che se George Curzon e Charles Lang dovessero improvvisamente resuscitare e visitare la tua collezione di Summit, si meraviglierebbero assai di avere mai avuto un catalogo così ampio.
Michele
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Bella, ma..................le tiri fori dal cilindro?
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Il valore di una stilografica non dipende dal costo, ma dal valore che noi le diamo.
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Esatto! Le tornisce personalmente lui dal pieno. Ormai lo abbiamo sgamato: la Curzon & Lang è lui!
Michele
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Ciao Alberto!
Innanzitutto, grazie per il contributo odierno, ricco di dettagli tecnici interessanti.
Mi permetto solo un paio di osservazioni psicanalitiche a margine...
Il titolo dell'opera di Salvador Dalì che hai mostrato (qui sotto in una mia "appropriazione indebita" di inizio anno 2017) non è come da te indicato "Gli orologi molli"
bensì
"La persistència de la memòria", in catalano, che va così di moda oggidì, traducibile senza sforzo
"La persistenza della memoria".
Gli orologi molli, che l'Artista ricordava come "nati da un sogno di camembert colante"
, ci rimandano tuttavia alla inquietante colata di cera rossa che fa ormai da sfondo costante alle tue penne, così simili tra loro da richiamare prepotentemente gli orologi blu nel dipinto di Dalì...
"Persistenza della memoria" a questo punto almeno un pochino preoccupante...
Giorgio
P.s.: A rigore, la penna non dovrebbe essere stata concepita prima dell'adozione da parte della Parker dei due "jewel" su cappuccio e fondello della Vacumatic, nè prima che l'invenzione americana avesse avuto il tempo di varcare l'Atlantico dettando ovunque la "moda".
Quindi, tu dici prodotta prima del 1935: secondo me comunque non prima del 1934. Simone potrà essere risolutivo!
Innanzitutto, grazie per il contributo odierno, ricco di dettagli tecnici interessanti.
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Mi permetto solo un paio di osservazioni psicanalitiche a margine...
Il titolo dell'opera di Salvador Dalì che hai mostrato (qui sotto in una mia "appropriazione indebita" di inizio anno 2017) non è come da te indicato "Gli orologi molli"
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"La persistència de la memòria", in catalano, che va così di moda oggidì, traducibile senza sforzo
"La persistenza della memoria".
Gli orologi molli, che l'Artista ricordava come "nati da un sogno di camembert colante"
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Giorgio
P.s.: A rigore, la penna non dovrebbe essere stata concepita prima dell'adozione da parte della Parker dei due "jewel" su cappuccio e fondello della Vacumatic, nè prima che l'invenzione americana avesse avuto il tempo di varcare l'Atlantico dettando ovunque la "moda".
Quindi, tu dici prodotta prima del 1935: secondo me comunque non prima del 1934. Simone potrà essere risolutivo!
- maxpop 55
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...... credo proprio di si.
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Il valore di una stilografica non dipende dal costo, ma dal valore che noi le diamo.
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Ciao Alberto,
complimenti per l'n-sima bellissima penna e la relativa altrettanto gradita presentazione, grazie a te abbiamo ormai una "pennografia" veramente massiccia sulla Lang/Curzon/Summit!
Simone
complimenti per l'n-sima bellissima penna e la relativa altrettanto gradita presentazione, grazie a te abbiamo ormai una "pennografia" veramente massiccia sulla Lang/Curzon/Summit!
Simone
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Non posso esserlo, non ho dati sulla storiografia dei modelli della Lang.
Anche se si possono fare supposizioni su imitazioni, influenze, somiglianze fra le penne, restano supposizioni, non sono conclusive. Per avere delle conclusioni servono riferimenti documentali, come pubblicità o cataloghi, io non ne ho, e per quel che riguarda la storia della Lang, Alberto la conosce sicuramente molto meglio di me.
Simone
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Concordo con Simone. La mia infatti è una supposizione, basata tra l'altro su un solo elemento anch'esso non risolutivo. Ma mi sembrava interessante condividerla. Nonostante la produzione Lang sia stata quantitativamente e qualitativamente interessante, il materiale iconografico d'epoca è molto scarso e la documentazione di fabbrica ancora più rara per quanto ne so. Il che mi sembra renda la ricerca ancora più interessante.
Grazie a tutti per le parole gentili e l'attenzione!
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Alberto Casirati
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Purtroppo, non ci sono pubblicità disponibili fornite da Alberto, mentre i gioielli della Vacumatic sono documentati a partire da questa tua pubblicità, che tu dati al 1934... Per cui, o la caratteristica dei "gioielli" è stata copiata da entrambi (Parker e Summit) ispirandosi ad un terzo Produttore che li aveva introdotti sul mercato prima del 1934 (da un rapido controllo, nelle Big Four io non ho trovato "anticipazioni"), oppure li ha introdotti Summit e Parker li ha copiati, o li ha introdotti Parker sulla Vacumatic (come mi sembra che lasci intendere la voce "jewel" del Wiki) e Summit li ha copiati, dopo...piccardi ha scritto: ↑sabato 28 ottobre 2017, 21:29Non posso esserlo, non ho dati sulla storiografia dei modelli della Lang.
Anche se si possono fare supposizioni su imitazioni, influenze, somiglianze fra le penne, restano supposizioni, non sono conclusive. Per avere delle conclusioni servono riferimenti documentali, come pubblicità o cataloghi, io non ne ho, e per quel che riguarda la storia della Lang, Alberto la conosce sicuramente molto meglio di me.
Giorgio
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Le prime Vacumatic sono del 1932 (lanciate credo in argentina per vedere l'accoglienza del modello, ma vo' a memoria del libro di Geoffrey Parker e potrei sbagliare). Vennero lanciate negli USA nel 1933, quella che citi è solo la pubblicità più vecchia di cui ho una scansione, e non può essere il riferimento per l'introduzione del modello o dei Jewel (che c'erano su tutte quelle della prima serie). Anche se la Vacumatic fosse stata la prima penna prima ad usarli, cosa che non è certa, la data non sarebbe comunque il 1934.Musicus ha scritto: ↑sabato 28 ottobre 2017, 22:57 Per cui, o la caratteristica dei "gioielli" è stata copiata da entrambi (Parker e Summit) ispirandosi ad un terzo Produttore che li aveva introdotti sul mercato prima del 1934 (da un rapido controllo, nelle Big Four io non ho trovato "anticipazioni"), oppure li ha introdotti Summit e Parker li ha copiati, o li ha introdotti Parker sulla Vacumatic (come mi sembra che lasci intendere la voce "jewel" del Wiki) e Summit li ha copiati, dopo...
Il wiki è incompleto e sicuramente contiene un sacco di errori (e se me li fate notare non mi offendo, anzi!); non è una fonte, è solo un raccoglitore (e talvolta ha pure raccolto dati sbagliati, cosa che pertanto non può essere esclusa per quelli presenti). Inoltre ha un chiaro bias per quelli più facilmente raccoglibili (produttori italiani ed americani, che poi eran quelli che mi interessavan di più quando ho iniziato).
Per cui se lascia intendere che i Jewel li ha creati la Parker dovrò correggerlo, perché non lo si può dire. Si può dire che la Vacumatic è il modello più famoso e noto che li usa (per il quale si ha anche la fortuna di avere una storiografia abbastanza precisa). Che sia il primo non è sicuro, come non è sicura una eventuale imitazione di qualcun'altro (ci sono anche scoperte ed invenzioni fatte in maniera indipendente). Poi si possono fare ipotesi e supposizioni, anche ragionevoli, ma trarre conclusioni è un po' troppo.
Simone
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Ammiro sempre la tua logica e la tua impostazione scientifica, Simone.
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