Ma vi é, forse, un altro dettaglio che determina la mia preferenza. Phalaenopsis violacea vive naturalmente nelle foreste della Malesia e dell'Isola di Sumatra in Indonesia. Un tempo, si considerava che il suo areale si estendesse anche all’isola del Borneo, dove si conosce tanto dalla regione del Kalimantan indonesiano come dallo stato del Sarawak. Oggi i botanici considerano che la forma del Borneo sia una specie distinta (Phalaenopsis bellina), ma io ho qualche dubbio al rispetto…
In ogni caso, questi nomi, Malesia, Sarawak, Borneo, Sumatra, mi ricordano una delle care letture dell’infanzia, il ciclo salgariano di Sandokan, i suoi Tigrotti della Malesia, Mompracem, il governatore del Sarawak e sua figlia, la bella “perla di Labuan”…
Il profumo di Phalaenopsis violacea ha forti componenti di elemicina, un composto aromatico presente principalmente nella noce moscata (che può avere effetti allucinogeni), e di alcol cinnamilico, con la sua nota di giacinto simile ad alcuni balsami che si ottengono dal Liquidambar orientalis. Presenta note di geraniolo (l'aroma di alcuni vini malvasia), presente anche nella verbena, nell'arancia e nel bergamotto, e di linaolo, un alcol naturale caratteristico del coriandolo, il basilico e la lavanda.
Quando annuso l'esotico profumo della mia pianta, mi pare di vagare tra i personaggi di Salgari nelle giungle indonesiane, e l’effetto scatena un profluvio di ricordi d’infanzia a cascata, come la famosa madeleine di Proust.
Qui l’ho fotografata con il mio “bambù” da scrittura, la Montegrappa Extra 1930 in celluloide nero bambù, che si sposa alla perfezione con l’immagine di una oscura giungla malese dalla quale potrebbero improvvisamente emergere dei Thugs con i loro kriss, i pugnali malesi con la lama serpeggiante…