Ai mercatini non sai mai cosa troverai: li frequento proprio per questo.
Può capitare, così, di imbattersi in una penna prodotta a migliaia di chilometri di distanza, tanti decenni prima, che porta il nome di un oscuro musicista americano che divenne celebre alla fine dell’Ottocento per aver ideato un sistema di caricamento per stilografiche semplice ed efficace (Moore’s Non-Leakable), e di trovare proprio sul banchetto a fianco la deliziosa miniatura su rame di un sommo Maestro; ma la quadratura del cerchio mi attendeva a casa, quando ho scoperto che il pennino è ideale per il mio modo di scrivere Musica…
La penna
MOORE #92 misura senior in celluloide nera, parti metalliche a vista laminate oro, pennino Moore’s in oro 14 Ct., caricamento a levetta, produzione The Moore Pen Co. - Boston U.S.A. - anno 1929. Le misure
Chiusa: cm. 13 Cappuccio: cm. 6 Fusto: cm. 11,7 (pennino fuori di cm.1,7) Con cappuccio calzato: cm. 16,3 (pennino fuori di cm.1,7) Diametro massimo (alla veretta): mm. 12,1
Diametro fusto all’iscrizione: mm. 11,0
Diametro medio all'impugnatura: mm. 9,8
Peso (a vuoto): gr. 15
Fusto: gr. 9 Marca e Modello
Chi volesse conoscere l'interessante storia di questo Produttore potrà fare riferimento al nostro formidabile Wiki:
https://www.fountainpen.it/Moore
La cosa davvero curiosa è che l’inventore della penna, il violinista e insegnante Morris Woodbury Moore, vendette i diritti di sfruttamento della sua invenzione, e del suo nome (!!), ad altri che fondarono una Compagnia per la produzione di stilografiche, e mai ebbe a che fare con loro, anzi, brevettò e vendette ad altre compagnie ulteriori invenzioni che non sembra, però, siano mai state commercializzate…
In questa sede mi limiterò a cercare di fornire una datazione attendibile della penna, partendo dal nome della Marca. La Moore fu fondata nel 1899 a Boston come AMERICAN FOUNTAIN PEN COMPANY ma il grande successo commerciale del modello “Moore’s Non-Leakable” consigliò di riportare nella ragione sociale anche il nome della penna: e così, dal 1917 la Compagnia prese il nome di THE MOORE PEN COMPANY come possiamo leggere nel fotomontaggio seguente (la foto superiore è realizzata con lo scanner) che reca l’iscrizione
- BOSTON – U.S.A. -
Tra il 1926 ed il 1927 vi fu il passaggio dall’ebanite alla celluloide di quasi tutti Produttori, e anche Moore aggiornò al nuovo materiale una parte consistente dei suoi modelli ricorrendo anche alla numerazione (L-x) come aveva fatto per la linea Tuscan.
Con il 1929 poi, sembra che venisse dismesso il “red dot” stampigliato sul cappuccio (introdotto nel 1925 a imitazione della garanzia “white dot” offerta da Sheaffer) e, importante soprattutto per l’oggetto della presente recensione, venisse introdotto il pennino MANIFLEX.
Subito dopo, dal 1930 in piena Grande Crisi, il mercato seguì in blocco la Parker e la Sheaffer che avevano affusolato le estremità della penna, e anche il disegno delle Moore cambiò in senso streamlined.
Quindi l’anno 1929 sembra essere la datazione più plausibile della penna in presentazione.
Purtroppo, la numerazione della Moore, oggetto di una discussione su FPN da me consultata, non è stata ancora sufficientemente approfondita pubblicamente per poter esprimere considerazioni riguardo al posizionamento del modello in presentazione all’interno di una linea omogenea: una penna lunga cm.13 è solitamente almeno una media e a volte anche una senior (come la Major in ebanite che l’aveva preceduta o la Tuscan L-92), non certo una oversize come la Moore’s Monarch. In ogni caso, la penna è per nulla comune nelle proporzioni, tanto lunga e sottile da risultare oltremodo slanciata, così da riuscire particolarmente adatta ai pensieri più acuminati…
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Continua…