Allora presto gli chiederò l'amicizia!Massimone ha scritto:Ricorda: il pennino è tuo amico!
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30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
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Silemar calligrafia
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Silemar calligrafia
Al punto in cui sei nella gestione delle forme e degli spazi penso che tu possa inserire la difficoltà del pennino senza grossi patemi d'animo.
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Sarebbe bellissimo e ci proverò. Intanto sto studiando tutto quello che trovo qui (informazioni utilissime). Grazie!courthand ha scritto:Al punto in cui sei nella gestione delle forme e degli spazi penso che tu possa inserire la difficoltà del pennino senza grossi patemi d'animo.
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Ho raccolto in un quaderno alcune parole che evidenziano i modi in cui L. Reynolds affianca alcune lettere. Sono solo appunti incompleti ma ho pensato di condividerli lo stesso.
Buona serata!
A destra (a matita) i numeri indicano dove ho trovato la parola (libro o numero dell'episodio di L. Reynolds su YouTube).
(1) Italic Calligraphy and Handwriting. Exercises and text
(2) Italic Lettering & Handwriting: Exercise Book.
Materiali usati: inchiostro Lamy Violet con Lamy Safari (1,5), inchiostro Garnet Red Graf von Faber-Castell con Rotring Art Pen (1,5), quaderni Oxford n. 1/90g (acquistati in Germania).
Buona serata!
A destra (a matita) i numeri indicano dove ho trovato la parola (libro o numero dell'episodio di L. Reynolds su YouTube).
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Laura
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Brava Laura, e complimenti anche per il rigore e il metodo, che servono sempre (e in tutte le cose!)
"Scrittura e pittura sono le due estremità della stessa arte e la loro realizzazione è identica" - Aforisma di Shitao
Daniela
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Ciao a tutti, vi descrivo le mie prime esperienze con i pennini da intinzione. Spero che le difficoltà che ho incontrato io non riguardino altri principianti; se mai doveste incontrarle però, la parola d'ordine è: “insistere”!
Brause Bandzug: non è stato subito amore, anzi. Non riuscivo a farli funzionare, forse perché non li avevo bruciati abbastanza. Nel frattempo, pensando fosse colpa della posizione dei serbatoi, continuavo a staccare e riattaccare questi ultimi collezionando qualche ferita alle mani. Alla fine li ho nuovamente bruciati e sono partiti. Ma la mia mano, abituata alle penne calligrafiche, non riesce facilmente ad accomodarsi al loro taglio obliquo e per scrivere devo tenere la cannuccia quasi verticale.
Speedball. La punta di questi pennini è tagliata obliqua come i Bandzug e quindi, come quelli, fatico a tenerli aderenti al foglio. Il risultato è quindi un tratto tremolante, reso ancor più evidente dalle grandi dimensioni scelte (C1/C2/C3). Li ho trovati poi troppo lunghi e flessibili per me che ho la mano un po' pesante. Questi pennini hanno il serbatoio già montato sopra che sta lì bello fisso, cosa che ho trovato scomoda al momento della pulizia. Li ho utilizzati senza bruciatura iniziale (pulendoli solo con un po' d'alcool) e sono partiti subito.
Mitchell Rhound Hand: non li ho acquistati subito perché avevo letto che grattavano (soprattutto quelli più grandi) e che avevano il serbatoio mobile posto sotto e ne ero intimorita. Però volevo provare un pennino dalla punta dritta e così mi sono decisa. Sicuramente l'impugnatura risulta per me più agevole (rispetto a quella quasi verticale dei Bandzug) ma li ho trovati meno scorrevoli e artefici di troppe false partenze. Inoltre ho impiegato diverso tempo per riuscire a far funzionare i serbatoi. Li ho bruciati per circa 12 secondi (senza serbatoio) prima dell'uso.
Mitchell rame: questi pennini dal bel colore rossiccio sono più larghi degli altri e sono riuscita ad usarli solo su una cannuccia Mitchell dalla sezione triangolare. Pur apprezzando la scorrevolezza di questi pennini non sono riuscita a farli funzionare con il serbatoio (quello dei Mitchell Rhound Hand adattato allargando le alette). Di fatto li ho per ora abbandonati.
Attualmente penso di preferire i Bandzug nonostante le mie difficoltà.
Vorrei aggiungere che, per quello che è la mia breve e imbranata esperienza (vi risparmio la descrizione degli innumerevoli incidenti ), la sensazione che si ricava dall'uso di questi piccoli, bruciacchiati, pezzi di metallo non è paragonabile a quella delle stilo calligrafiche. E' proprio un altro mondo, tutto da provare.
Brause Bandzug: non è stato subito amore, anzi. Non riuscivo a farli funzionare, forse perché non li avevo bruciati abbastanza. Nel frattempo, pensando fosse colpa della posizione dei serbatoi, continuavo a staccare e riattaccare questi ultimi collezionando qualche ferita alle mani. Alla fine li ho nuovamente bruciati e sono partiti. Ma la mia mano, abituata alle penne calligrafiche, non riesce facilmente ad accomodarsi al loro taglio obliquo e per scrivere devo tenere la cannuccia quasi verticale.
Speedball. La punta di questi pennini è tagliata obliqua come i Bandzug e quindi, come quelli, fatico a tenerli aderenti al foglio. Il risultato è quindi un tratto tremolante, reso ancor più evidente dalle grandi dimensioni scelte (C1/C2/C3). Li ho trovati poi troppo lunghi e flessibili per me che ho la mano un po' pesante. Questi pennini hanno il serbatoio già montato sopra che sta lì bello fisso, cosa che ho trovato scomoda al momento della pulizia. Li ho utilizzati senza bruciatura iniziale (pulendoli solo con un po' d'alcool) e sono partiti subito.
Mitchell Rhound Hand: non li ho acquistati subito perché avevo letto che grattavano (soprattutto quelli più grandi) e che avevano il serbatoio mobile posto sotto e ne ero intimorita. Però volevo provare un pennino dalla punta dritta e così mi sono decisa. Sicuramente l'impugnatura risulta per me più agevole (rispetto a quella quasi verticale dei Bandzug) ma li ho trovati meno scorrevoli e artefici di troppe false partenze. Inoltre ho impiegato diverso tempo per riuscire a far funzionare i serbatoi. Li ho bruciati per circa 12 secondi (senza serbatoio) prima dell'uso.
Mitchell rame: questi pennini dal bel colore rossiccio sono più larghi degli altri e sono riuscita ad usarli solo su una cannuccia Mitchell dalla sezione triangolare. Pur apprezzando la scorrevolezza di questi pennini non sono riuscita a farli funzionare con il serbatoio (quello dei Mitchell Rhound Hand adattato allargando le alette). Di fatto li ho per ora abbandonati.
Attualmente penso di preferire i Bandzug nonostante le mie difficoltà.
Vorrei aggiungere che, per quello che è la mia breve e imbranata esperienza (vi risparmio la descrizione degli innumerevoli incidenti ), la sensazione che si ricava dall'uso di questi piccoli, bruciacchiati, pezzi di metallo non è paragonabile a quella delle stilo calligrafiche. E' proprio un altro mondo, tutto da provare.
Laura
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Ah, però! Che bella cancelleresca!
L'unico appunto è: ricorda che le proporzioni delle maiuscole sono sempre le stesse della capitalia quadrata quindi, sezione aurea sull'altezza e occhiello superiore più piccolo di quello minore.
L'unico appunto è: ricorda che le proporzioni delle maiuscole sono sempre le stesse della capitalia quadrata quindi, sezione aurea sull'altezza e occhiello superiore più piccolo di quello minore.
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E la traduzione dov'è? Ciro sei troppo avanti per me!ciro ha scritto:L'unico appunto è: ricorda che le proporzioni delle maiuscole sono sempre le stesse della capitalia quadrata quindi, sezione aurea sull'altezza e occhiello superiore più piccolo di quello minore.
Laura
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Che bello! I miei complimenti per i risultati!
Mi piacerebbe tantissimo iniziare un pò di calligrafia come si deve...
Ho nella mira il Copperplate che mi piace tantissimo ma caspita... l'Italico è anche molto bello!
Mi piacerebbe tantissimo iniziare un pò di calligrafia come si deve...
Ho nella mira il Copperplate che mi piace tantissimo ma caspita... l'Italico è anche molto bello!
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Grazie lonetraveler, sei gentile. Io ti incoraggio a tuffarti nel bel mondo della calligrafia, scegliendo uno stile per l'estetica ma considerando anche l'uso che vorrai farne e valutando il tipo di strumenti che ciascun stile richiede. L'Italico lo trovo più versatile per un uso anche quotidiano ma il Copperplate, sempre secondo me, è il più elegante in assoluto. Ci sono molti esempi di entrambi su questo forum, quindi a te la scelta e... buona calligrafia!lonetraveler ha scritto:Che bello! I miei complimenti per i risultati!
Mi piacerebbe tantissimo iniziare un pò di calligrafia come si deve...
Ho nella mira il Copperplate che mi piace tantissimo ma caspita... l'Italico è anche molto bello!
Laura
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Ho fatto qualche prova con i pennini, sono molto imbranato e i risultati sono stati pessimi. Ci devo lavorare su.
Anche io ho capito ben poco del commento di Ciro.
Grazie per aver condiviso i due esempi, li trovo molto belli.
Ciao
Elia
Anche io ho capito ben poco del commento di Ciro.
Grazie per aver condiviso i due esempi, li trovo molto belli.
Ciao
Elia
Elia
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Grazie efreddi per il tuo intervento.efreddi ha scritto:Ho fatto qualche prova con i pennini, sono molto imbranato e i risultati sono stati pessimi. Ci devo lavorare su.
Anche io ho capito ben poco del commento di Ciro.
Grazie per aver condiviso i due esempi, li trovo molto belli.
Ciao
Elia
Quello che volevo condividere erano proprio le mie difficoltà nell'uso dei pennini. Per me è stato quasi scioccante non riuscire ad usarli e volevo palesarlo. Provandoci però ho anche capito quanto questi strumenti siano superiori rispetto ad una penna calligrafica.
Reynolds parla delle Roman Capitals nel suo libro ma non ho affrontato il loro studio perchè lui stesso ne indica la difficoltà. Non mi sento pronta!
Buona giornata!
Laura
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Complimenti Laura per la bella calligrafia, anche a me piace molto il cooperplate.
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Mi spiego meglio: lasciando a parte le i gradi calligrafici a cui non ho badato puoi vedere che nelle capitali romane l'occhiello superiore della 'B' è più piccolo di quello inferiore, in particolare il rapporto delle lunghezze dei segmenti x e y è x : y = y : x+y, meglio conosciuta come proporzione aurea.
Tutti gli stili seguono le regole delle capitali romane per le maiuscole con le dovute modifiche, quindi si passa dai 30° circa di inclinazione del pennino a 45° e dai 0° per l'inclinazione della lettera ai 5/10° della cancelleresca ma le proporzioni restano invariate.
Tutti gli stili seguono le regole delle capitali romane per le maiuscole con le dovute modifiche, quindi si passa dai 30° circa di inclinazione del pennino a 45° e dai 0° per l'inclinazione della lettera ai 5/10° della cancelleresca ma le proporzioni restano invariate.