Marca e modello
Per le notizie sulla Marca, si consulti il nostro formidabile
Wiki:
http://www.fountainpen.it/Zemax
Quanto al modello, gioverà ricordare come secondo l’imprescindibile “
La Storia della Stilografica in Italia 1900-1950” di Letizia Jacopini le stilografiche prodotte da
Massimiliano “Max” Zeme in Torino (dal 1934 alla fine degli anni 1940) non riportino il nome (o numero) del modello, bensì soltanto la scritta “Zemax" incorniciata tra due loghi (una “Z” inscritta in una “M” tondeggianti) con la sola eccezione del modello “Itala”.
Con tutta evidenza, però, anche la stilografica in presentazione costituirebbe un’eccezione, poiché un nome questo modello ce l’ha, ed è
SUPER
ed anzi reca incisa un’ulteriore iscrizione (alfanumerica),
PATCE 45
il cui significato, tuttavia, ancora mi sfugge...
Come rileva Letizia Jacopini, la tarda produzione Zemax comprendeva modelli di impostazione economica, con caricamento a stantuffo e “nessuna pretesa estetica”, e questa opinione è decisamente condivisibile. Ci troviamo di fronte, evidentemente, ad una produzione del tempo di guerra,
spartana in tutti i sensi, che non lasciava spazio nemmeno al misero anellino decorativo che ornava (si fa per dire) le Kaweco a stantuffo pubblicizzate sull’annata di
Signal da cui è tratta la prima immagine della recensione.
Rispetto alla Zemax Super (così mi sembra) mostrata a pag.224 dell’Enciclopedia citata, queste sono le differenze che ho rilevato:
- il
fermaglio, unica concessione alla bellezza dell’intero manufatto, ha nella penna in presentazione la terminazione “a cravattino” ed esibisce una faccettatura essenziale ma elegante (ed è montata al posto della più comune clip “a freccia”), oltre che tecnicamente molto efficace:
questa clip sembra essere stata montata in precedenza su alcune delle (belle!) penne faccettate della Casa;
- la mancanza della vera decorativa (anellino) sostituita da una semplice
godronatura della celluloide (che richiama le altre tre zigrinature presenti sulla penna: sulla ghiera dello stantuffo, all’incirca della stessa larghezza, sulla testina e sul pistoncino di caricamento, più piccole);
- il decoro nero a contrasto che caratterizza la celluloide trasparente che caratterizza la finestra d'ispezione, che sull’esemplare in presentazione è un vivace motivo a losanghe sfalsate.
Il sistema di caricamento
Caricamento a
stantuffo, il cui manettino di manovra è celato sotto un fondello svitabile con ambo le estremità forate:
il blocco del pistone è, come il resto della penna, realizzato completamente in celluloide, ad eccezione dell’alberino, che appare in (costoso) alluminio, e della guarnizione in sughero sulla testa dello stantuffo.
Rispetto alle dimensioni della penna risulta particolarmente poco capiente il serbatoio, che non raggiunge le due cartucce standard odierne.
Perfetta si è dimostrata la tenuta stagna del sistema (che sembra giunto fino a me inusato).
Il gruppo scrittura
Il pennino in
acciaio inox è decorato con una freccia tipo Vacumatic e presenta un foro a cuore (anacronistico nei primi anni 1940); dettaglio importante, esso è “dedicato” alla penna su cui è montato poiché ne riporta inciso il nome (anche se in modo poco nitidamente visibile):
ZEMAX
SUPER
Coperta dalla sezione (che di regola non smonto mai se tutto è in ordine in fase di scrittura), si intravede l’ulteriore scritta
IRIDIUM
che sembra riferirsi al metallo depositato sulla punta del pennino.
Quindi, almeno per questo modello, niente
DURZEM.
Con la clip dorata, non è certo da escludere che il pennino fosse anch’esso in origine (leggermente) placcato oro.
L'alimentatore è in ebanite, del tipo piatto con
tasche laterali.
Conclusioni
Penna “
Super” di nome ma non di fatto

, mediocre produzione in economia di un tempo terribile, non particolarmente eclatante neppure sotto il profilo squisitamente tecnico (comunque giudicabile positivamente) rispetto alla temibile concorrenza delle
piston filler tedesche dell'epoca, MontBlanc, Soennecken e Pelikan oltre alla già citata
Kaweco, alle quali si ispira.
Le dimensioni sono importanti e lo strumento non presenta stranezze ergonomiche, risultando perciò facilmente manovrabile anche senza calzare il cappuccio, circostanza che forse renderebbe la scrittura un pò troppo impegnativa per le mani più piccole…
Anche se me l’hanno offerta all’ultimo mercatino a meno di un pacchetto di sigarette

, ho preso questa Zemax per la bella seppur breve storia del Marchio

e, soprattutto, per verificare la flessibilità del pennino, che già sull’unghia prometteva meraviglie: e infatti, unica nota di autentica eccellenza di questa stilografica, la flessibilità dell’acciaio Zemax risulta secondo la mia personale esperienza notevolmente sopra la media, e il pennino mostra un’elasticità e un’escursione di tratto davvero rimarchevoli!
Grazie per l’attenzione!
Giorgio