Neapolis Pen Show - Mostra Scambio di Napoli
19-20 ottobre 2024 - Hotel Palazzo Alabardieri, via Alabardieri n. 9
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Polignano a Mare, 24-12-1943
Polignano a Mare, 24-12-1943
Sperando di incontrare il vostro interesse, vorrei condividere con voi una pagina, forse la più evocativa, di un quaderno delle elementari in mio possesso. Una copertina nera che custodisce spensierate giornate in campagna, analisi grammaticale, una tavola pitagorica ancora attorniata da fasci littori e la Luftwaffe che faceva paura, così tanta che la vigilia di Natale “deve nascere il Bambinello dalle tre alle quattro”. “Speriamo che […] porterà la pace”, aggiunge teneramente il mio piccolo concittadino.
In questo delicato scrigno di inchiostro Dante diventa un nome proprio femminile plurale, un dettato reca in calce “Edmondo de Amicissime” e tra gli esempi di nomi collettivi campeggia “squadrilia”.
La mano è dolce e allenata. Meno dolce è la mano dell’insegnante che sferza il foglio, intriso di sintassi e lessico dialettali.
Meravigliosi, neanche a dirlo.
Dopo la lattura di questo piccolo tema mi perdo in un viaggio nello spazio e nel tempo. Piombo sulla vigilia di Natale del 1943 nella fredda Noci, a pochi chilometri dal mio attuale paese. Vedo mia nonna, al nono mese di gravidanza, stringersi nello scialle nero mentre "u chèpeguardjie" (trad. capo guardia) grida per le strade: "Stutuète i lusce!" (trad. spegnete le luci).
I viaggi, si sa, portano OT. Chiedo venia per la digressione.
Qui un esercizio che mi ha colpito per la forma e per la regolarità (ai miei occhi da neofita) del lemma "nome".
Dulcis in fundo, fogli strappati preannunciano un salto in avanti di diversi anni. Uno zio (che porta il nome del padre del nostro piccolo autore) prepara in brutta copia una lettera al nipote per lenire la nostalgia di un soldato di leva. "Tanto la vita del soldato di oggi non è difficile come quella che abbiamo passato noi", il tenero tentativo dello scrivente di rendere la separazione meno dolorosa per sè e per il giovane soldato.
Grazie per l'attenzione e buona giornata a tutti.
In questo delicato scrigno di inchiostro Dante diventa un nome proprio femminile plurale, un dettato reca in calce “Edmondo de Amicissime” e tra gli esempi di nomi collettivi campeggia “squadrilia”.
La mano è dolce e allenata. Meno dolce è la mano dell’insegnante che sferza il foglio, intriso di sintassi e lessico dialettali.
Meravigliosi, neanche a dirlo.
Dopo la lattura di questo piccolo tema mi perdo in un viaggio nello spazio e nel tempo. Piombo sulla vigilia di Natale del 1943 nella fredda Noci, a pochi chilometri dal mio attuale paese. Vedo mia nonna, al nono mese di gravidanza, stringersi nello scialle nero mentre "u chèpeguardjie" (trad. capo guardia) grida per le strade: "Stutuète i lusce!" (trad. spegnete le luci).
I viaggi, si sa, portano OT. Chiedo venia per la digressione.
Qui un esercizio che mi ha colpito per la forma e per la regolarità (ai miei occhi da neofita) del lemma "nome".
Dulcis in fundo, fogli strappati preannunciano un salto in avanti di diversi anni. Uno zio (che porta il nome del padre del nostro piccolo autore) prepara in brutta copia una lettera al nipote per lenire la nostalgia di un soldato di leva. "Tanto la vita del soldato di oggi non è difficile come quella che abbiamo passato noi", il tenero tentativo dello scrivente di rendere la separazione meno dolorosa per sè e per il giovane soldato.
Grazie per l'attenzione e buona giornata a tutti.
- blaustern
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Polignano a Mare, 24-12-1943
La terza immagine mi ha fatto venire un tuffo al cuore!... sembra scritta da mia mamma
(proprio domani sono 32 anni che non c'è più...)
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Geppina & Pelmingway
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Meravigliosi. Anche se ho 24 anni, sono sempre affascinato da queste cose.
Polignano, paese vicino noci... ora scopriamo di vivere a 10 km
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Grazie per la condivisione.
Il tema mi ha suscitato tenerezza. Dolcissimo il pensiero ai soldati, si evince come la guerra abbia stravolto la vita della gente. Anche mia nonna a volte ha raccontato della paura delle bombe, di luici spente o di candele messe nell'angolo più lontano dalle finestre, a loro volta coperte da panni per non far vedere la luce ai bombardieri.
Il tema mi ha suscitato tenerezza. Dolcissimo il pensiero ai soldati, si evince come la guerra abbia stravolto la vita della gente. Anche mia nonna a volte ha raccontato della paura delle bombe, di luici spente o di candele messe nell'angolo più lontano dalle finestre, a loro volta coperte da panni per non far vedere la luce ai bombardieri.
- Irishtales
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Grazie Nicodemo, davvero un bel contributo!
Interessante una particolarità della scrittura del piccolo alunno, che risulta inclinata a sinistra.
Un dettaglio non comune, di cui ricordo pochi esempi nei manuali e modelli di calligrafia (ricordo esempi simili sulla copertina di qualche Quaderno del Metodo Cobianchi, diffuso in altra area geografica), ma qui ci vorrebbe il supporto di Vivalapenna
Interessante una particolarità della scrittura del piccolo alunno, che risulta inclinata a sinistra.
Un dettaglio non comune, di cui ricordo pochi esempi nei manuali e modelli di calligrafia (ricordo esempi simili sulla copertina di qualche Quaderno del Metodo Cobianchi, diffuso in altra area geografica), ma qui ci vorrebbe il supporto di Vivalapenna
"Scrittura e pittura sono le due estremità della stessa arte e la loro realizzazione è identica" - Aforisma di Shitao
Daniela
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Certo che guardando la bella scrittura di quel tempo, i contenuti e controntandola con quella di oggi...c'è da piangere!! è tanto se riescono a scrivere in stampatello senza un pc.. e non parlaimo dei contenuti...mio nipote si deve laureare a breve, ma quando leggo i suoi appunti mi sembra di essere in delle chat!!
Riccardo
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Grazie Nicodemo.
Tanta emozione nel leggere queste pagine per il loro contenuto ma anche nel constatare quanto fosse più curata la grafia all'epoca. Spesso alcune persone (come mia madre) non riuscivano a studiare oltre la terza elementare eppure la loro scrittura era armoniosa e precisa.
Un documento toccante.
(Per Geppina: un abbraccio grande)
Tanta emozione nel leggere queste pagine per il loro contenuto ma anche nel constatare quanto fosse più curata la grafia all'epoca. Spesso alcune persone (come mia madre) non riuscivano a studiare oltre la terza elementare eppure la loro scrittura era armoniosa e precisa.
Un documento toccante.
(Per Geppina: un abbraccio grande)
Laura
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Amo queste cose, grazie davvero.
L’opera d’arte è sempre una confessione.
Umberto Saba
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Grazie infinite, di vero cuore.
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Bella memoria storica , grazie