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30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
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Primi esercizi di cancelleresca
Primi esercizi di cancelleresca
Buona domenica a tutti gli utenti del forum.
Dopo qualche giorno di conflitto con il pennino a punta tronca Mitchell (tra partenze che più false non si può e microregolazioni del serbatoio), ho cominciato a trovare un minimo di equilibrio nel tratto e mi sono dedicato agli esercizi proposti.
Lo stile è la cancelleresca, il manuale è quello della Kossowska (stessa variante “morbida” descritta da Mary Noble nel suo lavoro sugli alfabeti calligrafici). Dopo aver ammorbidito un po’ la mano, mi sono dedicato allo studio delle lettere dei primi due gruppi proposti dal manuale, alternando le paginette di singole lettere agli esercizi di ritmo.
Prima di andare avanti ho pensato di condividere con voi le mie prime lettere, dopo circa una settimana di esercizi quotidiani, per correggere il tiro e avere un parere tecnico o consigli su come esercitarmi. Non ho fatto caso alla spaziatura. Ad ogni esercizio le lettere hanno una certa costanza, ma ogni volta ci sono imperfezioni (inchiostro che spande, grazie poco graziose, tratti ascendenti troppo corti o troppo lunghi, tratti tremolanti, goniometro interno che impazzisce). Per evitare un circolo vizioso ossessivo ho deciso di pubblicare l’ultimo tentativo al naturale. Vi ringrazio in anticipo per le critiche e i suggerimenti.
Nonostante gli sguardi obliqui dei colleghi alle mani di Pelikan e l’amico che mi ha chiesto se fossi andato “a polpi”, esercitarsi con la cancelleresca è davvero piacevole.
E già mi vedo, con il pretesto di cercar funghi, avido raccoglitore di galle di fragno nei boschi della Murgia…
Dopo qualche giorno di conflitto con il pennino a punta tronca Mitchell (tra partenze che più false non si può e microregolazioni del serbatoio), ho cominciato a trovare un minimo di equilibrio nel tratto e mi sono dedicato agli esercizi proposti.
Lo stile è la cancelleresca, il manuale è quello della Kossowska (stessa variante “morbida” descritta da Mary Noble nel suo lavoro sugli alfabeti calligrafici). Dopo aver ammorbidito un po’ la mano, mi sono dedicato allo studio delle lettere dei primi due gruppi proposti dal manuale, alternando le paginette di singole lettere agli esercizi di ritmo.
Prima di andare avanti ho pensato di condividere con voi le mie prime lettere, dopo circa una settimana di esercizi quotidiani, per correggere il tiro e avere un parere tecnico o consigli su come esercitarmi. Non ho fatto caso alla spaziatura. Ad ogni esercizio le lettere hanno una certa costanza, ma ogni volta ci sono imperfezioni (inchiostro che spande, grazie poco graziose, tratti ascendenti troppo corti o troppo lunghi, tratti tremolanti, goniometro interno che impazzisce). Per evitare un circolo vizioso ossessivo ho deciso di pubblicare l’ultimo tentativo al naturale. Vi ringrazio in anticipo per le critiche e i suggerimenti.
Nonostante gli sguardi obliqui dei colleghi alle mani di Pelikan e l’amico che mi ha chiesto se fossi andato “a polpi”, esercitarsi con la cancelleresca è davvero piacevole.
E già mi vedo, con il pretesto di cercar funghi, avido raccoglitore di galle di fragno nei boschi della Murgia…
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Ciao Nicodemo. Le critiche e i suggerimenti li lascio ai calligrafi; io voglio manifestarti tutta la mia personale, fremente e logorante... invidia! Che mano felice che hai! Sembra che tu abbia fatto questo per mesi non per una sola settimana! La tua mente sa cogliere l'anima della cancelleresca e sa trasmetterla alla tua mano con una tale facilità... una mano che impugna un pennino oltretutto, non una semplice penna calligrafica!
Complimenti!
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Laura
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Nicodemo, complimenti, sono sbalordita
"Scrittura e pittura sono le due estremità della stessa arte e la loro realizzazione è identica" - Aforisma di Shitao
Daniela
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Primi esercizi di cancelleresca
Complimenti !!!
Davvero molto bravo, del resto i risultati sono sempre proporzionali (tra le altre cose) al numero di fogli consumati, e a quanto pare la tua parte nella deforestazione l'hai fatta..
A voler proprio dire qualcosa, soprattutto nella "m" mi pare di vedere che per tracciare l'arco che risale dopo la discendente tu abbia sollevato il pennino e sia ripartito da metà corpo lettera. Si capisce da quel piccolo scalino.
Visto che sei cosi' bravo, prova a fare un tratto unico e fai "fiorire" l'arco in maniera piu' dolce.
Bravissimo!
Davvero molto bravo, del resto i risultati sono sempre proporzionali (tra le altre cose) al numero di fogli consumati, e a quanto pare la tua parte nella deforestazione l'hai fatta..
A voler proprio dire qualcosa, soprattutto nella "m" mi pare di vedere che per tracciare l'arco che risale dopo la discendente tu abbia sollevato il pennino e sia ripartito da metà corpo lettera. Si capisce da quel piccolo scalino.
Visto che sei cosi' bravo, prova a fare un tratto unico e fai "fiorire" l'arco in maniera piu' dolce.
Bravissimo!
Primi esercizi di cancelleresca
Grazie mille a tutti per i complimenti.
Silemar, vorrei scrivere che ricambio l'invidia, ma pare brutto. Ammiro i tuoi lavori e la tua capacità di scovare risorse tra i meandri del web. Ho scaricato impunemente la raccolta dei manoscritti di Reynolds e l'ho trovata illuminante.
Massimone, seguirò il tuo consiglio. Purtoppo quando mi concentro troppo sull'inclinazione del tratto, il gesto perde naturalezza e ritmo.
Questa sera c'è una "a" che mi aspetta. Grazie ancora.
Silemar, vorrei scrivere che ricambio l'invidia, ma pare brutto. Ammiro i tuoi lavori e la tua capacità di scovare risorse tra i meandri del web. Ho scaricato impunemente la raccolta dei manoscritti di Reynolds e l'ho trovata illuminante.
Massimone, seguirò il tuo consiglio. Purtoppo quando mi concentro troppo sull'inclinazione del tratto, il gesto perde naturalezza e ritmo.
Questa sera c'è una "a" che mi aspetta. Grazie ancora.
Primi esercizi di cancelleresca
Complimenti anche da parte mia, si vede che la mano c'e' ed e' facile prevedere che avrai delle belle soddisfazioni.
Elia
Elia
Primi esercizi di cancelleresca
Grazie per i complimenti, efreddi.
Buongiorno a tutti.
Nonostante l'inchiostro non ne volesse sapere di fluire secondo natura, ho scritto l'intero alfabeto di getto. Ho provato a bere yogurt con l'inusuale accompagnamento di fichi e kiwi, ma il tutto risulta ancora indigesto.
C'è ancora tanto lavoro da fare, ma volevo condividere con voi il mio primo alfabeto.
Buongiorno a tutti.
Nonostante l'inchiostro non ne volesse sapere di fluire secondo natura, ho scritto l'intero alfabeto di getto. Ho provato a bere yogurt con l'inusuale accompagnamento di fichi e kiwi, ma il tutto risulta ancora indigesto.
C'è ancora tanto lavoro da fare, ma volevo condividere con voi il mio primo alfabeto.
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Bravo davvero!
E' un po' presto però per degustare assieme yogurt, fichi e kiwi ...meglio concedersi un ingrediente alla volta: in questo caso, studiando le lettere dell'alfabeto per gruppi accomunati dagli stessi tratti-base.
Presta attenzione alla forma-base della "a" che poi è la stessa per la "d", per la "q" e per la "g" e concentrati sulla larghezza delle lettere, oltre che sulle altezze.
Se poi yogurt, fichi e kiwi dovessero non piacerti proprio, puoi sempre dare tutto in pasto alla...volpe salterina
E' un po' presto però per degustare assieme yogurt, fichi e kiwi ...meglio concedersi un ingrediente alla volta: in questo caso, studiando le lettere dell'alfabeto per gruppi accomunati dagli stessi tratti-base.
Presta attenzione alla forma-base della "a" che poi è la stessa per la "d", per la "q" e per la "g" e concentrati sulla larghezza delle lettere, oltre che sulle altezze.
Se poi yogurt, fichi e kiwi dovessero non piacerti proprio, puoi sempre dare tutto in pasto alla...volpe salterina
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Daniela
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Ti confermo la mia opinione, Nicodemo, e cioè che tu sia in possesso di un'ottima "genetica calligrafica"!Nicodemo ha scritto:C'è ancora tanto lavoro da fare, ma volevo condividere con voi il mio primo alfabeto.
Buon esercizio!
Laura
Primi esercizi di cancelleresca
Grazie per i complimenti e per i suggerimenti.
Ho provato a tracciare dei segmenti ai lati delle lettere e mi sono accorto di come spesso la larghezza non corrisponda ai canoni e alle indicazioni del manuale.
Ho provato a tracciare dei segmenti ai lati delle lettere e mi sono accorto di come spesso la larghezza non corrisponda ai canoni e alle indicazioni del manuale.
Primi esercizi di cancelleresca
Per affrontare al meglio il primo venerdì 17 del 2017 ho utilizzato paginette apotropaiche di "adgq".
Le imperfezioni? Tutta colpa del giorno infausto!
Buona domenica a tutti.
Le imperfezioni? Tutta colpa del giorno infausto!
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Altro che imperfezioni: a giudicare dai risultati, si direbbe che il venerdì 17 porti fortuna! Bravissimo
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Daniela
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Nicodemo... Nicodemo... metti via la stampante!Nicodemo ha scritto:Per affrontare al meglio il primo venerdì 17 del 2017 ho utilizzato paginette apotropaiche di "adgq".
adgq.jpg
Le imperfezioni? Tutta colpa del giorno infausto!
Buona domenica a tutti.
Scherzi a parte, puoi fornirci qualche dettaglio in più sul tuo lavoro?
Pennini Mitchell (che misura?), inchiostro, carta? Che tecnica usi per caricare il serbatoio? Come hai risolto il problema delle false partenze?
Grazie!
Laura
Primi esercizi di cancelleresca
Grazie per i complimenti.
Silemar, rispondo con piacere alla tua curiosità.
Utilizzo un pennino Mitchell numero 0 perché ho letto che mette in evidenza le imperfezioni e devo constatare che, ahimè, corrisponde al vero. Se da un lato ciò mi espone spesso alla frustrazione, dall'altro è utilissimo ai fini didattici. Non vedo comunque l'ora di passare a pennini di dimensioni più contenute che giacciono nella bustina (per non parlare di quelli a punta fine!).
Per gli esercizi uso una carta dalla bassa grammatura (blocco Schizza e Strappa della Favini) che mi permette di vedere agevolmente la falsariga sbilenca autoprodotta e di farmi sentire perennemente in modalità "brutta copia". Ho comprato della carta migliore, ma ho ancora una sorta di timore reverenziale nell'utilizzarla.
Sulle false partenze potrei scrivere un trattato. Il problema si ripresenta ogni qual volta il serbatoio si deforma (ah, quanto è delicato!) dopo una leggera pulizia o un getto d'acqua. Mi accorgo di aver trovato la posizione corretta quando una pressione del pennino sul foglio (con oscillazione dello stesso) lascia un segno netto di inchiostro. Da quel momento posso scrivere la singola lettera senza problemi fino alla "pressione" successiva. La prima volta in cui ho trovato la posizione giusta del serbatoio, in asse e a pochissimi mm dalla punta, ho memorizzato la gestalt e la riproduco ad ogni sessione di scrittura. Leggo quanto scrivo e mi accorgo di quanto empirico sia il mio rituale e immagino che la procedura standard si discosti da quella che utilizzo. Ci vuole tanta pazienza e ostinazione, per questo preferisco esercitarmi al mattino prima del lavoro o nei tranquilli pomeriggi del fine settimana.
Ricarico il serbatoio intingendolo accuratamente nel vasetto di Pelikan 4001 nero, in attesa di autoprodurre un ferrogallico pugliese doc. Tolgo l'inchiostro in eccesso poggiando il pennino sulle pareti del vasetto e mi assicuro, usando un foglio, che non lasci goccioloni. Se si ricarica il serbatoio non immergendo troppo il pennino, il rischio di sporcare il foglio si abbassa notevolmente.
Vi lascio con una sequela di "o", di "c" e di "e" un po' ballerine. Poi un tentativo di mettere insieme i segni. Una "nooce di coocco", sempre più digeribile dello yogurt...
Silemar, rispondo con piacere alla tua curiosità.
Utilizzo un pennino Mitchell numero 0 perché ho letto che mette in evidenza le imperfezioni e devo constatare che, ahimè, corrisponde al vero. Se da un lato ciò mi espone spesso alla frustrazione, dall'altro è utilissimo ai fini didattici. Non vedo comunque l'ora di passare a pennini di dimensioni più contenute che giacciono nella bustina (per non parlare di quelli a punta fine!).
Per gli esercizi uso una carta dalla bassa grammatura (blocco Schizza e Strappa della Favini) che mi permette di vedere agevolmente la falsariga sbilenca autoprodotta e di farmi sentire perennemente in modalità "brutta copia". Ho comprato della carta migliore, ma ho ancora una sorta di timore reverenziale nell'utilizzarla.
Sulle false partenze potrei scrivere un trattato. Il problema si ripresenta ogni qual volta il serbatoio si deforma (ah, quanto è delicato!) dopo una leggera pulizia o un getto d'acqua. Mi accorgo di aver trovato la posizione corretta quando una pressione del pennino sul foglio (con oscillazione dello stesso) lascia un segno netto di inchiostro. Da quel momento posso scrivere la singola lettera senza problemi fino alla "pressione" successiva. La prima volta in cui ho trovato la posizione giusta del serbatoio, in asse e a pochissimi mm dalla punta, ho memorizzato la gestalt e la riproduco ad ogni sessione di scrittura. Leggo quanto scrivo e mi accorgo di quanto empirico sia il mio rituale e immagino che la procedura standard si discosti da quella che utilizzo. Ci vuole tanta pazienza e ostinazione, per questo preferisco esercitarmi al mattino prima del lavoro o nei tranquilli pomeriggi del fine settimana.
Ricarico il serbatoio intingendolo accuratamente nel vasetto di Pelikan 4001 nero, in attesa di autoprodurre un ferrogallico pugliese doc. Tolgo l'inchiostro in eccesso poggiando il pennino sulle pareti del vasetto e mi assicuro, usando un foglio, che non lasci goccioloni. Se si ricarica il serbatoio non immergendo troppo il pennino, il rischio di sporcare il foglio si abbassa notevolmente.
Vi lascio con una sequela di "o", di "c" e di "e" un po' ballerine. Poi un tentativo di mettere insieme i segni. Una "nooce di coocco", sempre più digeribile dello yogurt...