Quand’ero ragazzo di vent’anni ero un grande appassionato di poesia. I miei autori preferiti erano i tedeschi: ne sentivo un’assolutezza della parola, un’esattezza nel disegnare una via diretta all’anima. Tra tutti, i miei due preferiti erano Friedrich Hölderlin e Rainer Maria Rilke. Del primo, acquistai una edizione delle Liriche che pubblicó Adelphi, in due volumi, nel 1977–1978, nella sua collana “I Classici”, curata da Enzo Mandruzzato. I libri della collana dei Classici di Adelphi sono forse i miei preferiti in assoluto: in un ottavo non grande, rilegati ma non “rigidi”, con un sacco di spazio bianco intorno al testo, stampati su una carta leggera ma non troppo, di un bellissimo color avorio chiaro, e con la spaziatura delle parole che, all’epoca, non era fatta a macchina, ma a mano, irregolare, straordinaria.
Hölderlin era per me cosí essenziale che quando, a 21 anni, dipinsi il mio autoritratto, volli che la mia mano destra appoggiasse su un volume di liriche hölderliniane.
Ed ecco qui il dettaglio del libro:
L’anno scorso, però, poco prima del mio tradizionale “viaggio in Italia”, un miracolo ha fatto comparire un volume delle Liriche di Hölderlin, edizione Adelphi 1989, collana “I Classici”, in una vendita di Ebay, e me ne sono impossessato. Il bel volume, che in origine aveva un costo di 85.000 Lire, é racchiuso in un cofanetto di cartone sul quale é riprodotta la “silhouette” di un nespolo del Giappone, opera del pittore tedesco Philipp Otto Runge (1777-1810), che a parte essere uno straordinario pittore romantico della taglia di un Caspar David Friedrich, fu un grande creatore di minuscoli découpages a motivi floreali, animali, e con scene di vita quotidiana, molto tipici dell’epoca romantica.
E’ stato fantastico rileggere le perfette traduzioni di Madruzzato, riassaporare il testo tedesco (che appena capisco, ma mi piace leggere), passare tra le dita le belle pagine pubblicate da Adelphi. E poiché i due volumi originali non son più “saltati fuori”, ho deciso do copiare qualcuna delle traduzioni, degli stralci, per le mie figlie. E poiché le traduzioni di Madruzzato sono a loro volta poesie proprie, che a volte si discostano sensibilmente dalla lettera hölderliniana, ne ho copiato anche l’originale in tedesco.
Su un quaderno Moleskine, di quelli che si vendono di due in due con la cucitura ribattuta sul dorso, ho fatto il mio lavoro quotidiano (o quasi quotidiano) di copista. Il telefono intelligente ha ripreso le immagini, e per qualche mese, tutti i giorni (o quasi) WhatsApp ha fatto da postino: qualche verso al giorno, come un buon giorno da lontano, come una carezza di papá.
P.S. Per chi volesse avere una scusa per vedere un po’ di penne e intanto leggere un po’ di Hölderlin, e magari per trovare un po’ di errori nella mia copia della versione originale in tedesco, ho creato un documento in PDF di tutto il quaderno di “Hölderliniana”, con le pagine riprese insieme alle penne che le hanno scritte. Si può scaricare da qui:
https://www.dropbox.com/s/tywmxcu68qywz ... f.zip?dl=0