Norex a stantuffo
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Norex a stantuffo
Buongiorno a tutti. Ieri sera mi sono impegnato per risvegliare una Norex a stantuffo degli anni 70. La penna appartiene a pieno titolo alla fascia delle "utilitarie": scolastiche o da ufficio, insomma alle penne da battaglia. Corpo e cappuccio sono in plastica nera, austera e leggera dall'aspetto teutonicamente funzionale. Alla base del cappuccio (che è a vite) si trova un anello cromato, anche il fermaglio è in metallo bianco con incisa la marca in tutte maiuscole. Pennino dorato (un poco sbiadito per l'uso). Poco prima del comando dello stantuffo è debolmente inciso sul fusto il numero "520". Osservando la finestra trasparente capisco che la penna è stata caricata con inchiostro blu. So che è ferma da circa trenta anni. Preso dall'entusiasmo per averla ritrovata in un cassetto, mi accingo a provare se funziona. Prendo un bicchiere di plastica e lo riempio di acqua fresca. Immergendo la penna e azionando lo stantuffo vedo che non carica nemmeno una goccia. Decido seduta stante di smontarla per provare a pulirla. A questo punto, si pone il primo problema : come fare a non dare nell'occhio dato che mia moglie gira per casa e ha cominciato con sospetto a scrutare i miei movimenti? Fischietto mentre dispongo sulla scrivania una bella pezza e una boccetta di 4001 blu. Ecco, lo sapevo. Arriva l'inevitabile domanda: "Paolo che stai combinando?". Occorre essere furbi, mai rispondere con frasi vaghe del genere "no, niente sto facendo una cosa qui..." perché la doppia negazione iniziale non farebbe altro che rendere fondato il sentore di guai percepito dal leggendario intuito femminile. Meglio una risposta parzialmente vera, ma secca "sto smontando una vecchia penna: la pulisco con una pezzuola. Ah, non è una pezzuola? Scusa, non sapevo fosse una salvietta del corredo di tua madre...vabbè prendo uno scottex". Vedete? Tutto risolto (si fa per dire). Afferrato saldamente il gruppo pennino-conduttore provo gradatamente a svitare. Evvai! Si svita!! Metto tutto a mollo e noto subito che l'inchiostro comincia a sciogliersi. A questo punto vado in bagno per pulire anche il serbatoio: lo metto sotto il rubinetto e uno schizzo di acqua azzurrognola finisce sopra i rossetti di Chanel allineati sulla mensola dello specchio. Poco male, li asciugo (tremando) con la tovaglietta del bidè, che ho a portata di mano. Con lo scottex tolgo ogni traccia di acqua. Ripesco dal bicchiere il gruppo pennino: anche lui è destinato a finire sotto il rubinetto. Per poco non mi perdo un anellino di plastica trasparente, aperto a metà (forse dovrei dire spezzato). Rimonto e provo a caricare dell'acqua: la aspira!! Sono al settimo cielo, accenno stonando tutte le note la marci trionfale dell'Aida. Svuoto la penna e la tuffo nel 4001 blu. Adesso è carica. Il pennino scorre bene, ha un tratto M e non gratta quasi per nulla. Ho riparato una penna, penso io! Ma che: dopo nemmeno un'ora (ho appeso la penna in verticale ad un taschino) già non scrive: riprende a farlo solo dopo aver messo in pressione l'inchiostro con un mezzo giro di stantuffo. Sono deluso: vi chiedo aiuto! Da cosa può dipendere?? Ho anche un'altra Norex quasi identica, praticamente mai usata e anche lei ha il medesimo problema...so che sono penne che non valgono nulla però mi fanno simpatia e poi ad una di esse sono particolarmente affezionato. Che fare??
- Ottorino
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1) trovare una cantina o un garage lontano da casa !!
2) Non pretendere che una penna paralitica per inattività trentennale si metta a correre come un bambino dell'asilo.
PS
Sei un grande !! Mi fai proprio divertire. Grazie
Seriamente.
Tienila carica d'acqua per una settimanella, magari dentro a un bicchiere. Semmai dovesse perdere, non fai danni e l'acqua rimane nel recipiente.
Poi se ne riparla. Sembra uno scarso accoppiamento pennino/alimentatore
2) Non pretendere che una penna paralitica per inattività trentennale si metta a correre come un bambino dell'asilo.
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Tienila carica d'acqua per una settimanella, magari dentro a un bicchiere. Semmai dovesse perdere, non fai danni e l'acqua rimane nel recipiente.
Poi se ne riparla. Sembra uno scarso accoppiamento pennino/alimentatore
C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
Un bel panorama si vede dopo una bella salita
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Grazie dei preziosissimi consigli!! Provvedo subito ad esrguirli a casa dei miei: mia mamma mi ha tollerato per trentacinque anni. Ormai è rassegnata ma soprattutto non è legittimata a chiedere il divorzio! Vi terrò aggiornati sul risveglio delle Norex!
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Rieccomi qua a relazionarvi sulle due Norex, che oggi stanno per cominciare una nuova vita. Sotto con la prima, quella del nonno. Dopo trent'anni di inattività, tossendo e sputacchiando, aveva ripreso a lasciare il segno sulla carta. Ricorderete che dopo i primi palpiti di entusiasmo la Norex s'era però zittita. Ci voleva un cicchetto di stantuffo ogni quattro parole per farla svegliare. Ho provato a caricarla d'acqua e nel farlo ho notato una vera e propria lamina di inchiostro secco fare capolino da sotto il pennino: reputando vana la speranza di uno scioglimento spontaneo del grumo, e - diciamolo sinceramente - morso dall'impazienza di vederla ben desta, ho optato per lo smontaggio completo. Non sono sincero fino in fondo: diciamo che ho approfittato bassamente di una mezza giornata trascorsa a casa dei miei, in quella che fu la mia camera, con tutti gli arnesi a portata di mano e assoluta libertà di inzaccherare senza subire grosse conseguenze. Ciò premesso, ho svuotato la penna e l'ho nuovamente privata del gruppo pennino-conduttore. Sapevo di non avere scelta, e cioè di dover smontare anche il pennino. Come fare? Vinta la tentazione di prendere un martello da mezzo chilo e un cacciavite a croce da usare come punzone per risolvere sbrigativamente la faccenda, ho trovato una bacchetta di legno duro a sezione tonda in diametro conveniente. L' ho trasformata in estrattore, manovrandola con una pinza mentre tenevo serrato il colletto del porta conduttore (o come accidenti si chiama) serrato in una morsa da banco foderata di gommapiuma. Un lavoro comico per il contrasto paradossale tra la mole degli arnesi con cui armeggiavo e i pezzi "operatori". Agendo con delicatezza il pennino e il conduttore si sono sfilati senza incidenti. Non vi dico quello che c'era sotto, roba da ufficio di igiene. Ho lavato tutto con acqua ma sul pennino si sono creati dei piccoli solchi in corrispondenza di alcune piccole macchie, quasi come se fosse corroso. Parte della sua doratura, inoltre, si era fossilizzata sul conduttore. Quest'ultimo, poi, presentava un solco centrale interrotto da un grumo di inchiostro, che ho fatto saltare con la punta di un cacciavitino da orologiaio. Con lo spazzolino da unghie di mia madre e abbondante acqua fredda ho rilavato tutto e sono passato immediatamente al riassemblaggio. Miracolo: flusso abbondante, un bel tratto umido e brillante. Insomma una penna semplice ma seria. D'altronde si sa: coi tedeschi non si scherza mai!! Domani toccherá alla sorella con pennino fine....vi saprò dire!