Approfittando del fatto di essere diventato anch’io felice possessore di un set Osmiroid Italic voglio soddisfare la curiosità di Daniela effettuando una comparazione con l’omologo Manuscript: quindi via a
OSMIROID VS MANUSCRIPT
All’angolo rosso: Set Osmiroid usato di produzione fine anni ’80 (in quanto ha gli alimentatori composti da un unico blocco e, mentre sono uguali quelli dei pennini M e B2, il pennino B4 lo ha diverso, come indicato sopra da Daniela)
con pennini M, B2 e B4. Fornito con converter a pistone con innesto internazionale.
All’angolo blu: Set Manuscript di produzione attuale con pennini F,M,B,2B,3B e 4B. Fornito con converter a pistone con attacco internazionale.
Round 1 – Aspetto esteriore e materiali
Corpi penna e cappucci sono costruiti in una plastica non dissimile, al tatto, che, in effetti, non da sensazione di grande qualità: sono infatti ambedue penne economiche, destinate ad un uso quotidiano in ambienti in cui la funzionalità è senz’altro prevalente sull’estetica: il cappuccio Osmiroid, con le tre verette, risulta comunque più rifinito del Manuscript. La sezione Osmiroid ha diametro maggiore della Manuscript (in funzione del fatto che la prima va a coprire integralmente l’alimentatore e parzialmente il pennino) e devo dire che, vuoi perché prediligo le impugnature sottili, vuoi per abitudine, personalmente preferisco la forma affusolata di quest’ultima.
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I due converter forniti sono praticamente uguali (cosa che mi fa sorgere dubbi sull’originalità di quello Osmiroid): tutta plastica, svolgono onestamente la loro funzione ma niente di più.
Round 2 – Alimentatori e pennini
La differenza che salta all’occhio è che mentre i pennini Manuscript hanno tutti identica forma a due rebbi ed alimentatori uguali, gli Osmiroid di sezione più larga, oltre ad avere l’alimentatore diverso, hanno anche la punta divisa in tre rebbi per garantire una maggior costanza di flusso
Senza ripetere quanto già dettagliatamente illustrato da Daniela mi limito a mettere a confronto pennini e alimentatori misura M.
Come si può notare le differenze principali sono la diversa forma della scanalatura longitudinale nella parte ventrale e il fatto che la parte dorsale dell’Osmiroid è rotonda mente nel Manuscript ha un leggero appiattimento. Inoltre le alette risultano molto più ravvicinate e numerose nell’Osmiroid.
Il codolo del pennino Osmiroid è molto più lungo dell’altro e, una volta in posizione, offre una superficie di contatto maggiore con l’alimentatore.
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La complessità dei due alimentatori fa si che, a penna pulita e asciutta, usando l’alimentazione a cartuccia la partenza non sia proprio immediata: con un po’ di pazienza e una “strizzatina d’incoraggiamento” alla cartuccia il problema si risolve in tempi ragionevoli. Devo dire che, comunque, la Manuscript si è dimostrata meno riottosa, partendo una ventina di secondi prima della concorrente.
Round 3 – Prova di scrittura
Dei due set vengono presi in considerazione i pennini misura M in quanto di misura praticamente corrispondente (c.a 1,1 mm) mentre gli altri, a fronte di sigle simili, differiscono notevolmente tra loro: il pennino B4 Osmiroid , per esempio, è una via di mezzo tra il 3B e il 4B Manuscript
Non avendo a disposizione inchiostri Osmiroid, ho optato per usare in ambedue le penne cartucce calligrafiche nere Manuscript (ignoro, in realtà, chi ne sia il vero produttore): la scelta si è rivelata ottima anche per la vecchia Osmi, una volta entrata a regime non un’incertezza, flusso ottimale e costante. Ovviamente, giocando in casa, stesse considerazioni valgono per la Manuscript.
Le differenze emergono quando si appoggia il pennino sul foglio. La prima sensazione è una maggiore flessibilità del pennino Osmiroid che si traduce in una notevole morbidezza e scorrevolezza: si nota poi una maggiore nitidezza del tratto che si sostanzia, in fase di scrittura, in una maggior evidenza della variazione di spessore dello stesso. Decisamente il pennino della “Osmi” ha un livello di finitura superiore a quello della Manuscript: viene da chiedersi per quanto un pennino privo di punta in iridio (o altro materiale protettivo) continuerà ad essere così “sharp” …
Verdetto
In un quadro di sostanziale equivalenza, devo evidenziare che, per quanto i pennini Manuscript non funzionino male, gli Osmiroid sono senz’altro superiori in termini di nitidezza del tratto e, soprattutto, di scorrevolezza . Questo, a mio parere, fa la differenza.
Quindi se vi capitano a tiro queste penne, considerate seriamente l’acquisto, con un’ unica avvertenza: occhio al prezzo. In rete si trovano, a fianco di richieste eque considerato il relativo valore dell’oggetto, prezzi stratosferici assolutamente non giustificabili.
P.S. Mi scuso per la qualità delle immagini ma la digitale è andata e ho dovuto arrangiarmi con lo scanner.