Mostra Scambio - Pen Show - di Firenze
17 maggio 2025 - Hotel AC Marriot, via Luciano Bausi, 5
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Irishtales - la mia grafia
- Irishtales
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Irishtales - la mia grafia
Non so se vi è mai capitato di modulare la grafia in base a ciò che dovete scrivere, o in base alla penna utilizzata, al supporto, all'eventuale destinatario dello scritto, al tempo a disposizione, all'umore magari, etc.
A me capita da sempre e mi accorgo di come, nel corso degli anni, la mia grafia si sia come moltiplicata in molte grafie differenti, che pure mantengono in comune dei tratti caratteristici, che con il tempo si sono sempre più tipicizzati.
Inserisco tre pagine scritte al volo con testi di vario genere presi a pretesto per testare una sola unica penna, una Pilot Penmanship con inchiostro nero, Lamy.
Sono solo alcune delle mie grafie, quelle adatte ad un pennino EF scelto però non a caso, perché uso prioritariamente pennini dal tratto molto molto sottile.
La necessità di diversificare le grafie probabilmente è nata sui banchi di scuola, per distinguere argomenti vari, didascalie, titoli, etc. ma poi è diventata un vezzo, tant'è che alla fine lo faccio solo per il gusto di farlo, e ogni penna e ogni inchiostro mi ispirano uno o l'altro modo di scrivere. Lo so bene, siamo ai limiti dell'interdizione, ma è un divertimento innocuo e la sola cosa che mi interessi è rendere ognuno dei modi di scrivere, leggibile e complessivamente armonioso. Questa è la mia sfida con me stessa, limare, limare, migliorare.
Studiare la cancelleresca mi ha aiutata molto, perché la disciplina nel disegnare le parole e poi nel valutare globalmente lo scritto, certamente formano un modus operandi, un approccio alla pagina e non solo allo scritto in sé, che poi si traspone in qualsiasi grafia si utilizzi. Beh, insomma, ecco qui il mio punto di partenza per alcune grafie che utilizzo spesso:
A me capita da sempre e mi accorgo di come, nel corso degli anni, la mia grafia si sia come moltiplicata in molte grafie differenti, che pure mantengono in comune dei tratti caratteristici, che con il tempo si sono sempre più tipicizzati.
Inserisco tre pagine scritte al volo con testi di vario genere presi a pretesto per testare una sola unica penna, una Pilot Penmanship con inchiostro nero, Lamy.
Sono solo alcune delle mie grafie, quelle adatte ad un pennino EF scelto però non a caso, perché uso prioritariamente pennini dal tratto molto molto sottile.
La necessità di diversificare le grafie probabilmente è nata sui banchi di scuola, per distinguere argomenti vari, didascalie, titoli, etc. ma poi è diventata un vezzo, tant'è che alla fine lo faccio solo per il gusto di farlo, e ogni penna e ogni inchiostro mi ispirano uno o l'altro modo di scrivere. Lo so bene, siamo ai limiti dell'interdizione, ma è un divertimento innocuo e la sola cosa che mi interessi è rendere ognuno dei modi di scrivere, leggibile e complessivamente armonioso. Questa è la mia sfida con me stessa, limare, limare, migliorare.
Studiare la cancelleresca mi ha aiutata molto, perché la disciplina nel disegnare le parole e poi nel valutare globalmente lo scritto, certamente formano un modus operandi, un approccio alla pagina e non solo allo scritto in sé, che poi si traspone in qualsiasi grafia si utilizzi. Beh, insomma, ecco qui il mio punto di partenza per alcune grafie che utilizzo spesso:
"Scrittura e pittura sono le due estremità della stessa arte e la loro realizzazione è identica" - Aforisma di Shitao
Daniela
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Irishtales - la mia grafia

Molto bella l'ultima, ma per tutte mi piace la pulizia, l'ordine, la centratura sul foglio.... invidia pura

Anche a me capita di cambiare grafia, ma in modo incosciente e legato all'umore, tanto che se prendo uno dei vecchi diari riesco a capire a colpo d'occhio come stavo quando ho scritto. Per il resto la mia grafia è abbastanza uniforme. Magari studiando la calligrafia acquisirò la disciplina necessaria a controllare coscientemente il modo di scrivere.
Comunque mi sono iscritto sul sito www.semilandia.it e mi organizzo per le margherite
Su ciò di cui non si può parlare, bisogna tacere - L. Wittgenstein
Pietro
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Grazie, sono felice che vi piaccia il mio modo di scrivere - o meglio, alcuni modi di scrivere...ce ne sono degli altri! - il mio obiettivo è di migliorarli, renderli più armoniosi.
Gardening: appassionata sul serio, e da anni. Con buoni risultati direi, nonostante il poco tempo e gli ampi spazi da gestire. Domenica mattina. Sveglia alle ore 6.00. Finora ero proprio in giardino!!! Caffè, doccia, poi un'ora di Copperplate e qualche esercizio di cancelleresca. Ora quindi... vado a studiare
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Daniela
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Ci vogliamo mettere dentro anche un camaleonte ??piccardi ha scritto:Più si va avanti più la storia dell'elfo/alieno/ecc. diventa convincente...
C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
Un bel panorama si vede dopo una bella salita
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- gandalff
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Irishtales - la mia grafia
Daniela non è umana, è una cyborg!
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Pietro
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Daniela
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Wow ma come si fa ad avere più calligrafie?! Sono impressionata!
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salto i complimenti per Daniela che potrei mettere in calce alla firma cosi risparmierei tempo
Le immagini che hai riportato rappresentano la cosa che mi affascina maggiormente della grafia.
Potremmo definirla "l'interpretazione" di ciascun calligrafo, ovvero: dati gli studi e gli esercizi di copiatura per apprendere lo stile e le regole ( pensiamo a quanti ne ha fatti il grande Bach trascrivendo i concerti di Vivaldi ) arriva il momento che, maturato lo stile, emerge la propria personalità affiancata alla creatività e ci porta ad allungare una gambetta, ad allargare o comprimere i caratteri, a rendere più curva e dolce piuttosto che dritta e severa la stanghetta di una consonante, o ancora arricciare la desinenza di una gamba o di un segno.
Gli esempi che hai riportato ne sono una lucida testimonianza, e diventano uniche come lo sono talune esecuzioni dirette da questo o dal quel grande direttore, differenziate unicamente dall'interpretazione personale del maestro.
Diventa inutile domandarsi "è meglio questa ?....forse quella ?...o l'altra ancora ?..."
sono belle tutte, appropriate per l'occasione e uniche come quel momento. Questo è l'estro della grafia che mi piace.

Le immagini che hai riportato rappresentano la cosa che mi affascina maggiormente della grafia.
Potremmo definirla "l'interpretazione" di ciascun calligrafo, ovvero: dati gli studi e gli esercizi di copiatura per apprendere lo stile e le regole ( pensiamo a quanti ne ha fatti il grande Bach trascrivendo i concerti di Vivaldi ) arriva il momento che, maturato lo stile, emerge la propria personalità affiancata alla creatività e ci porta ad allungare una gambetta, ad allargare o comprimere i caratteri, a rendere più curva e dolce piuttosto che dritta e severa la stanghetta di una consonante, o ancora arricciare la desinenza di una gamba o di un segno.
Gli esempi che hai riportato ne sono una lucida testimonianza, e diventano uniche come lo sono talune esecuzioni dirette da questo o dal quel grande direttore, differenziate unicamente dall'interpretazione personale del maestro.
Diventa inutile domandarsi "è meglio questa ?....forse quella ?...o l'altra ancora ?..."
sono belle tutte, appropriate per l'occasione e uniche come quel momento. Questo è l'estro della grafia che mi piace.